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Autore: Isyde    27/03/2011    0 recensioni
La Seconda Guerra è finita e Susan Bones deve fare i conti con la sua vita. Sola e senza una famiglia dovrà riuscire a trovare un senso a ciò che sta succedendo e riuscire a costruirsi un futuro solido. Insieme ai suoi più cari amici, Ernie, Hanna, Justin, decidono di compiere un viaggio metafisico...Alla ricerca della Primavera.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ernie Macmillan, Hannah Abbott, Justin Finch–Fletchley, Theodore Nott, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Attesa 

 

 

Si fermò di fronte al cancello ed attese.


Si sentiva persa mentre guardava le crepe che deturpavano la facciata di una villa che aveva amato e in cui era cresciuta.


Aveva riso fino alle lacrime in giardino.


Aveva giocato a lungo con le palle magiche del signor Bones.


Aveva anche studiato durante quelle estati calde, seduta sulle poltrone in vimini che ora giacevano distrutte in un angolo accanto ai bidoni pieni.


Sospirò.


Allora è vero, si disse.


Era veramente decisa a ritornare nella casa della sua famiglia e chiudersi per sempre lì dentro.


Sarà stato quell'impulsività che spesso la trasformava dalla silenziosa Hanna alla combattiva Abbott, che scavalcò la recinzione bassa e con la bacchetta in mano camminò fino alla porta.


Ma lì, qualcosa la fermò.


E cominciò ad attendere.
 
 
 
 


Non aveva bisogno di capire chi fosse.


Di strizzare gli occhi ed osservare meglio, cercando di sforzare al massimo la sua già malata vista.


Quel modo di camminare era suo, quel modo di trattenere il fiato era tipico della sua migliore amica.


Ma si può chiamare ancora amica chi non ti capisce più?


Chi pretende qualcosa che tu non sarai mai più in grado di dare?


-Ciao Hanna.- disse solamente.


-Ho portato le tue medicine, sappi che se non le prenderai la tua vista non tornerà mai come prima. Mai.-


-Ho afferrato il concetto tempo fa.-


Susan si allontanò per farla passare e la sua compagna di scuola lasciò il piccolo cesto pieno di oggetti.


-C'è una lettera che potrà dirti tutto quello che vuoi, basta che la toccherai con la bacchetta. Non credo che tu non abbia bisogno di me, o sbaglio?- disse Hanna voltandosi verso Susan che non riuscì a nascondere una lacrima che scendeva lungo la guancia.


-Io credo tu stia percorrendo la strada sbagliata. Sei una Bones e i Bones non si sono mai arresi.-


-E tu sei una Abbott, perchè non stai seguendo il vento?-


Hanna sorrise e improvvisamente si ricordò di quel motto che la sua famiglia si ripeteva da anni.


-Perchè il mio vento l'ho trovato, ma tu devi trovare una nuova guerra e non arrenderti.-


Susan annuì lentamente.


-Sono stata...una stupida.- disse sommessamente.


Hanna scrollò le spalle e sorrise. -Quante volte dovrò sentire quella parola?- Si mise a fissare i vari cartoni ed oggetti che Ernie aveva lasciato in giro per la stanza.

 

Susan non rispose preferì incrociare le braccia ed osservare a lungo una macchia marrone che altri non poteva essere che il parquet della casa.

 

-Ernie viene spesso?- domandò Hanna.

 

-Ogni tanto, quando riesco...A parlare con qualcuno.- rispose titubante. -Non c'è niente fra noi!- esclamò ricordandosi della loro ultima litigata.

 

Hanna scoppiò a ridere. -Non mi interessa più. O meglio non mi è mai interessato in quel senso.-

 

-E allora perchè hai confessato a Rose quelle cose?- disse aggrottando la fronte.

 

-Perchè ero gelosa di te, Susan. Non del tuo rapporto con Ernie.-

 

-Che cosa?- esclamò quest'ultima aggrappandosi allo schienale di una sedia. -Gelosa di me?-

 

-E' una lunga storia, Susan e ora come ora non ho propria voglia di parlartene.-rispose nervosamente Hanna. -Non fuggirò, te lo prometto, ma preferisco attendere che le acque siano tranquille. Ho troppe cose per la testa.-

 

-Tipo?-chiese poco convita Susan.

 

-Devo trovare la mia strada, inventarmi un mestiere o ritornare ad Hogwarts, vivere da sola o restare dai miei, uscire o meno con Neville, decide...-

 

-Neville?- la fermò Susan. -Neville Paciok?-

 

Hanna arrossì vistosamente. -Ehm...Pare di sì.-

 

-Tu mi stai dicendo che sei passata da Zacharias Smith a Neville Paciok?- gracchiò la ragazza.

 

-Non è il caso di metterla su questo piano...- Hanna buttò un occhio al piccolo orologio da polso. -Devo andare. Mia madre mi aspetta.-

 

-Già, allora aspetterò la tua prossima visita.- rispose sorridendo Susan.

 

Entrambe mossero un passo l'una verso l'altra, imbarazzate si fermarono.

 

-Amiche?-

 

-Amiche.-


 

   
 
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