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Autore: Abraxas    27/03/2011    6 recensioni
“Dovrò farmi perdonare, allora…”, sussurra con un sorriso che però svanisce subito. “Mi mancherai. Più di quanto tu possa immaginare… sarà come se spegnessero il sole. Io… io ti aspetterò per sempre, lo sai, vero? Aspetterò che tu torni, giorno dopo giorno. Perché tu tornerai, vero? Tornerai da me?”
A volte sembra ancora un bambino.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Seth Clearwater
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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N.d.A.: Una lemon-che-non-è-propriamente-una-lemon, dato che in questo periodo mi sto buttando a pesce su generi sempre diversi. Senza strafare, eh, non c'è nemmeno il rating rosso! Prima di gridare allo scandalo avrete tempo.
Come tutte le Seth/Eva, può essere letta come one-shot a sé stante supponendo che Seth abbia avuto l’imprinting con una ragazza verso la fine di New Moon, come Da mi basia mille e Va bene così. Ci sono spoiler per la fine di Aeon, ma è comunque roba abbastanza ovvia. Non vi svelerò chissà quale colpo di scena, ma preferisco avvisare u.u

Shot gentilmente betata da Kagome_86.




“Abbracciami.”

E’ solo una parola sussurrata con lo sguardo fisso nell’oceano, ma lui l’accontenta subito. Due calde braccia la stringono dolcemente da dietro, e la calma arriva quasi all’istante, accompagnata dal vago odore di foresta della sua pelle. E’ assurdo quanto quel gesto le sembri… naturale, ecco. E’ assurda la facilità con cui riesce a tranquillizzarla. Sembrerebbe quasi che Seth sia stato creato apposta per starle accanto. A sentire le leggende dei Quileute è proprio così… l’ennesima assurdità, in una storia che di assurdo ha fin troppo.

“Te ne vai, vero?”, le domanda a bassa voce. E’ gentile e premuroso, come sempre, ma anche impaurito. Lo sente, non è mai stato bravo a nasconderle le cose.

“Sì”, risponde con una calma che sembra innaturale a lei per prima. “Domani. Matt dice che abbiamo esaurito le scuse per prolungare la nostra permanenza quaggiù, e la Novikova comincia ad innervosirsi. Ci rivuole indietro il prima possibile.”

Lo sente irrigidirsi, trattenere il respiro, tremare un poco.

“Mi dispiace, Seth”, mormora. “Mi dispiace tanto.”

“Lo so.”

Qualcosa di bagnato le sfiora i capelli.

“Seth, non piangere, ti prego.”

“Non sto piangendo”, borbotta lui, tirando rumorosamente su di naso. Nonostante tutto, Eva non può fare a meno di sorridere. In certe cose è ancora un ragazzino troppo cresciuto che gioca a fare l’uomo.

“Certo, come no…”

Gli lascia il tempo di asciugarsi le lacrime, prima di voltarsi con le labbra piegate in una strana smorfia.

“Visto? Non sto piangendo!”, le annuncia orgoglioso.

“No, infatti.”

Eva sorride di nuovo, e si alza in punta di piedi per baciargli il naso. Lo sente fare quel verso strano dal profondo della gola, quello che fa sempre per dirle che vuole di più, e stavolta lo accontenta subito. Scende fino a trovare le sue labbra, per impossessarsene come se fosse l’ultima volta che può farlo. Lo bacia con tutte le sue forze, cercando di imprimere nella mente ogni singolo, insignificante particolare. Le labbra, i denti, la lingua. Il suo sapore, il suo profumo, il suo calore innaturale. I suoi capelli sotto le sue dita. Le sue dita che giocherellano con il bordo della felpa, che la spostano per scoprire un lembo di pelle, che lasciano il freddo dopo averla accarezzata.
Mugola in protesta quando Seth mette fine al bacio. Non è abbastanza, adesso è lei a volere di più.
Cerca di riprendere il contatto, ma lui si limita ad appoggiare la fronte sulla sua, respirando affannosamente.

“Non ti spiace se riprendo fiato, vero?”, mormora mentre strofina il naso sul suo.

“A dire il vero sì, mi dispiace. Moltissimo.”

Seth ridacchia, chinandosi sul suo orecchio.

“Dovrò farmi perdonare, allora…”, sussurra con un sorriso che però svanisce subito. “Mi mancherai. Più di quanto tu possa immaginare… sarà come se spegnessero il sole. Io… io ti aspetterò per sempre, lo sai, vero? Aspetterò che tu torni, giorno dopo giorno. Perché tu tornerai, vero? Tornerai da me?”

A volte sembra ancora un bambino.

Eva si morde le labbra. Appoggia la testa al suo petto, come ha già fatto così tante volte, cerca di tranquillizzarsi ascoltando il battito troppo veloce del suo cuore. Non ce la fa a dirglielo.

“Ci sentiremo ancora”, risponde con un filo di voce, ignorando il gelo dentro di lei che minaccia di scacciare il suo calore. “Ti manderò tante di quelle mail da farmi odiare.”

“Non… non tornerai?”, domanda sorpreso.

“Seth, io lo vorrei, davvero. Dipendesse da me non me ne andrei mai, ma… io… non posso. Vorrei, ma non posso.”

“Non andare, allora. Resta qua con me. Ti prego.”

Non gli occhi da cucciolo. Gea, tutto ma non gli occhi da cucciolo…

“Seth, non… insistere. Sai che non si può fare”, sussurra con lo sguardo fisso su quel ciottolo qualche passo più in là. Ovviamente lui non si accontenta, e la costringe a guardarlo sollevandole il mento con un dito. Occhi da cucciolo, come previsto.

Le mancheranno.

Le mancherà tutto, di lui.

Si lancia di nuovo a cercare le sue labbra, per strappare un bacio che sa di addio. Probabilmente farebbe meglio a cominciare ad abituarsi all’idea di non poterlo più vedere, forse dovrebbe staccarsi, cominciare da subito a prendere le distanze… ma non ci riesce. Perciò niente, continua a baciarlo ancora per un po’ e ricaccia giù quel groppo alla gola.

E vuole di più.

Lo spinge delicatamente a terra, lasciandosi trascinare giù con lui. Seth si siede sulla sabbia, ma lei lo costringe a sdraiarsi, senza smettere di percorrere quei lineamenti così familiari con le dita. Non vuole correre il rischio di dimenticarli.

“Eva, non penso che…”

“Zitto.”

Gli mordicchia il labbro inferiore, facendo sparire ogni dubbio sulle sue intenzioni quando le mani scivolano sul collo, sulle spalle, sul torace, per poi afferrare il bordo della maglietta e cominciare a sollevarla. Come ha già fatto così tante volte, e come probabilmente non farà mai più.
La ferma afferrandole con delicatezza i polsi.

“Poi sarà anche peggio, non pensi?”, le chiede in un soffio, con la voce roca. Si vede lontano un miglio che sta cercando di tenere a bada gli istinti più primordiali del lupo.

“Non mi importa, Seth. Non mi importa.”

Un’ultima volta. Solo una.

Non ci vuole nulla per convincerlo. Seth si lascia sfilare la maglietta e poi si getta quasi con furia sui suoi vestiti. Via la felpa, via la maglietta, e le sue mani calde ispezionano accuratamente ogni centimetro di pelle ora scoperta. E’ diventato davvero bravo.

Si sofferma con lentezza sulla chiusura del reggiseno…

“Ma porc…”, lo sente borbottare mentre la sopraccitata chiusura resiste eroicamente ai suoi tentativi di aprirla.

Come uccidere il sentimento in tre secondi, pensa con un sospiro.

“Seth. Devi premere delicatamente lungo la chiusura, non tentare di strapparla a morsi!”

“Tu ed il tuo intimo futuristico…”

“Sei un disastro.”

“Davvero? A me non sembra…”, mormora sul suo collo, dove lascia una lunga scia di baci fino all’orecchio.

“Sei anche un approfittatore”, gli risponde con gli occhi chiusi ed il respiro corto, cercando di contenere i brividi.

“Allora approfittiamone, no? Per quel poco che ci resta.”

Vorrebbe dirgli scemo, ma lui è più veloce nel tapparle dolcemente la bocca con la sua.

Prevedibile.

Non che si lamenti per questo, eh!

Però, man mano che il bacio si dimostra essere l’inizio di un qualcosa di molto più profondo, sente di nuovo quell’odiosa sensazione di gelo insieme alla consapevolezza che dall’indomani non lo vedrà più. Ed allora ricambia le mosse di Seth con tutta sé stessa, cercando in lui il calore per scacciare il freddo dell’addio. Si aggrappa alle sue spalle come se potessero tenerla lì con lui per sempre, come se l’averlo dentro di sé ora possa dimostrare il loro essere una cosa sola anche quando saranno separati. Come se il sorriso che le rivolge mentre riprendono fiato potesse bastare per tutta una vita.

Alla fine resta comunque la sensazione amara che non sia servito a molto.

Mai più.

Lo guarda con gli occhi lucidi, ora che hanno appena fatto l’amore, e si accorge che non gli è mai sembrato così bello. Neanche un anno fa lo considerava solo un moccioso troppo cresciuto, ed ora…

“Non piangere”, le sussurra, stringendola ancor più forte a sé. Adesso è lui che la rassicura… assurdo, eh? Lei, che odia tanto apparire come quella fragile.
Per un istante può far finta che non esista nient’altro al di fuori del suo abbraccio. Solo loro due, e lo sciabordio delle onde. Niente Aesir, mutaforma e vampiri, solo Seth ed Eva. E’ strano come tutto sembri così… così giusto.

Però è solo un istante. Il peso del mondo esterno torna a farsi sentire, più forte di prima. Adesso sa esattamente cosa sta per lasciarsi alle spalle, e forse, effettivamente, farlo non è stata una buona idea.

Lui la bacia ancora una volta. Un bacio dolce, delicato, così diverso da quelli di prima.

“Ti amo”, dice con semplicità, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

“Lo so. Seth, mi dispiace tanto…”

Lo so. Ma io ti aspetterò per sempre, te l’ho detto.”

“Potrebbe… potrebbe non essere abbastanza. Se non tornassi…”

“Tornerai, invece. Perché è quello che succede quando due persone si amano davvero… prima o poi tornano insieme.”

Le sorride, con quel suo stupido sorriso da bambino innocente, e lei sente qualcosa dentro sé spezzarsi con un secco crac.

Mai più.

“Non funziona sempre così, lo sai.”

“A me non importa il sempre. A me interessa solo il noi due, punto”, replica baciandole via le lacrime.

“E’ quello che sto cercando di farti capire! Il nostro noi due potrebbe non arrivare a domani.”

Seth sbuffa. Le sue mani tracciano lentamente ghirigori sulla sua schiena nuda, distraendola con una facilità a dir poco irritante.

“Eva, per me ci sarà sempre un noi due, finché tu lo vorrai. Non è che l’imprinting mi lasci molta scelta… Tu sei quella giusta per me. Nessun’altra potrà mai sostituirti, sei unica. E tornerai, lo so.”

Cocciuto come non so cosa.

“E se non…”

“Smettila. Tornerai, punto”, ripete con tranquillità. Fissa il cielo insolitamente limpido per qualche secondo, per poi spostare nuovamente lo sguardo su di lei. E’ quello sguardo, quello che riesce ancora ad imbarazzarla, anche se non l’ammetterebbe mai. Lo si può riassumere in una sola parola… adorazione.

E lei lo detesta.

Odia essere messa su un piedistallo, odia che si fermi a guardarla ogni volta che pensa di non essere visto, odia che la tratti come se si potesse rompere da un momento all’altro. Odia il modo assolutamente innaturale con cui è cominciata la loro relazione, odia l’essere la forza preponderante nel loro rapporto, odia che lui sia sempre pronto ad esaudire ogni suo desiderio senza farsi troppi problemi, come un cagnolino scodinzolante fin troppo cresciuto.
Odia doversi sentire così male solo perché ha deciso di darsi una possibilità e lasciar nascere qualcosa tra loro due, nonostante la consapevolezza che non sarebbe mai potuto durare. Per una volta, una sola, ha voluto rischiare. E’ rimasta scottata, proprio come si aspettava… ma ne è valsa la pena, perché ama davvero Seth.

Ama il suo modo di fare, ama il suo sorriso, ama la sua spensieratezza. Ama come sia riuscito a conquistarla quasi senza che lei se ne rendesse conto, ama come riesca sempre a farla ridere, ama il suo essere spavaldo ed impacciato allo stesso tempo. Ama il suo essere così… così Seth.

“Tu tornerai”, le dice per la terza volta, e la bacia di nuovo. Con estrema delicatezza.

Tornerai.

Vorrebbe avere anche solo un briciolo del suo assurdo ottimismo.
   
 
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