CAPITOLO UNO:
Piacere Martina!
Sono sdraiata su di un letto in
posizione fetale. Le lenzuola di seta nera profumano di
pulito, davanti a me una mensola piena di dvd e libri sconosciuti ai più, la
parete dietro è ricoperta da strani oggetti spaventosi.
Al mio fianco un uomo, sento il suo
respiro profondo, ma non percepisco nessun movimento.
Non so cosa stia facendo, non so cosa stia pensando, ma dalla mano che ha
appena allungato verso di me so cosa vorrebbe fare.
Scoppio a piangere, mi raggomitolo
ancora di più su me stessa e continuo a singhiozzare.
Stop!
Basta così… forse sarebbe il caso di smetterla. Insomma, voi siete là, seduti belli comodi a
leggere in trepida attesa di qualcosa di piccante, ma devo deludervi: prima di
raccontarvi cosa accadrà su quel letto mi sembra il minimo che vi sorbiate
l’intera storia. Però con calma, non preoccupatevi, non ho intenzione di
cominciare con qualcosa tipo: “era una notte buia e
tempestosa quando Martina decise di venire al mondo”. Non c’è bisogno di
prenderla da così lontano!
Per
iniziare vi basterà sapere che mi chiamo Martina, ho
ventidue anni e frequento il secondo anno di lingua e letteratura Giapponese.
In realtà, ai fini della storia, è sufficiente che sappiate che sono un’amante
del Giappone, ma mi piace vantarmi della mia facoltà.
Diciamo
che per raccontarvi la mia storia posso benissimo iniziare da questo: il
Giappone! Per chi avesse saltato qualche riga, ripeto
che io amo il paese del Sol Levante. Amo il suo popolo (mai incontrato un
giapponese), amo la sua cultura (non conosco bene neanche quella
italiana), la sua cucina (anche se non mangio piccante) e i suoi libri
(i fumetti sono libri vero?). Insomma, tutto ha
inizio dal fatto che, se mi parlate del Giappone addrizzo le antenne e mi metto
in ascolto.
Ora,
per quelli di voi innamorati come me di questo affascinante
paese, che continuano questo racconto perché sperano in un coinvolgente
resoconto su un altrettanto appassionante viaggio nel paese del Sol Levante, vi
consiglio di ciccare su “back” e andare a cercare altro, perché qui non
troverete niente di simile.
Se, e dico se, vi va di andare avanti e continuare
a leggere, per dare una piccola opportunità alla mia storia, mettetevi ben
comodi sulle vostre poltroncine (chi ha le sedie… beh, cercate
di sistemarvi come potete) perché state per intraprendere un viaggio
emozionante, coinvolgente, travolgente, doloroso, passionale…
Ok,
ok, forse sto un po’ esagerando; l’unica cosa che farete sarà impicciarvi un
po’ dei fatti miei, perché tutto ciò che sto per
raccontarvi giuro essere la verità, tutta la verità, nient’altro che la
verità!