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Autore: Flaminia_Kennedy    29/03/2011    2 recensioni
Anno Domini 1191.
E' l'epoca delle Crociate, la Terza per essere precisi.
Riccardo ha con sé una giovane donna, che cambierà per lo più il destino del Re inglese e quello di un uomo, le cui ali spezzate riprenderanno a volare in alto, retto dal credo degli Assassini.
"Nihil est reale, licet omnia...o come dici nella tua lingua -Niente è reale, tutto è lecito"
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Altro personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A qualche miglio da Arsuf mi svegliai di soprassalto, sconvolta dalla visioni di cadaveri di persone a me care, ma capii che era solo il rumore della battaglia in lontananza ad aver creato quei miei incubi.
Il cozzare di mille spade e l’urlo di agonizzanti soldati, che fossero siriani o miei compatrioti non era rilevante: quel lontano rimbombare era la voce della Morte che chiamava.
Guardai oltre la testa ondeggiante del mio cavallo e vidi le fiaccole accese dalle truppe di Riccardo illuminare delle torrette di vedetta.
Per me fu una fortuna che il buio profondo della notte nascondesse ai miei compatrioti le mie fattezze femminili “Non attaccate!” gridai, mascherando la mia voce attraverso la mano.
Sentivo l’Assassino immobile al mio fianco, il suo cavallo innervosito dai rumori della battaglia e dall’odore del sangue che scorreva “Sono Giasone di Galles di ritorno da Acri!” continuai “ho il bisogno di parlare con il nostro sovrano e signore Riccardo! Porto con me un alleato!” e dopo qualche secondo una delle fiaccole -un puntino luminoso nel buio- si mosse per darmi l’accesso al campo di Riccardo, a metà fra la retrovia e le avanguardie.
Parecchi mi salutarono al suono della mia voce e nessuno scoprì che in realtà ero una donna “Riccardo ti aspetta alla sua tenda, oggi ha onorato il nome che porta combattendo come una belva” mi disse uno dei Luogotenenti di mio padre e quella frase tranquillizzò i tremori del mio cuore: era ancora vivo.
M’infilai veloce nella tenda, ringraziando che le mezze ombre del fuoco danzante non facessero notare le mie forme troppo aggraziate al di sotto della tunica che indossavo.
Il mio regnante genitore era in piedi accanto a un tavolo, dove una mappa mostrava le città perse e quelle conquistate, un po’ come quei giochi di società che facevano i signori a corte, solo che lì si giocava con la vita di molti giovani soldati “padre” sussurrai sollevata di vederlo vivo e mi lanciai verso di lui, abbracciandone la forma indurita dalla battaglia ma calda e accogliente come era sempre stata “Caterina, spero tu stia portando buone nuove.
Saladino ci da parecchio terreno da mordere ogni giorno di più” disse ricambiando il mio abbraccio.
La mia mente dimentica dell’Assassino si risvegliò “padre, due dei vostri uomini ad Acri complottavano contro di voi e temo che qualcun altro qui al fronte possa fare lo stesso.
Temo per la vostra vita” dissi, annaspando nelle parole “vi porto un membro di una setta del luogo, detti Assassini, che parla di un agente Templare nelle nostre fila…non so chi siano questi Templari, ma non ho fatto altro che pensarvi deceduto” continuai, affondando ancora una volta il viso nel petto di mio padre e gioendo nel sentire il suo cuore battere forte e fiero.
La sua rauca risata mi rese felice “Caterina, la tua premura nei miei confronti mi rende un genitore felice, ma se ciò che hai detto è vero, devo colloquiare con questo Assassino, per poi chiedere a Saladino di terminare questa lotta inutile.
Oggi ho ucciso parecchi ragazzi che avrebbero potuto avere la tua età e me ne sono rammaricato” e si diresse verso il fondo della tenda, raccogliendo una delle armature ch’erano state forgiate apposta per la mia corporatura, solo che quella mi sembrava in qualche modo più elegante.
Aveva il leone rosso di Riccardo dipinto sulla pettorina frontale “porta questa, altrimenti i nostri sforzi sarebbero stati vani e potresti non essere più al sicuro assieme ai tuoi compagni uomini” me la porse e io la indossai subito.
Mentre stavo per infilare l’elmo, sentii alcune grida al di fuori della tenda e appena scostai un lembo di tessuto spesso e sgualcito dell’entrata, vidi un cerchio di soldati attorniare Roberto e l’Assassino, entrambi concentrati per trovare un punto debole nella difesa dell’altro.
Le lame si scontravano e creavano scintille che si perdevano sul terreno calpestato, ma gli occhi dei contendenti non sembravano farci caso “se quello è l’uomo che indicavi poco prima, di sicuro è un valido guerriero, se incrocia le lame con Roberto” disse lui tranquillo, a dispetto di me.
Conoscevo l’abilità di entrambi e la mia mente stava calcolando chi sarebbe caduto per primo…e io temevo entrambi i risultati “fermi!” tentai di gridare, ma i soldati attorno ai due contendenti chiedevano sangue a gran voce e il mio urlo si perse tra i loro.
Scappai dalla tenda e corsi, spintonai in mezzo ai miei compagni per poter raggiungere i due, fermarli e chiarire ogni cosa, ma da come si muoveva l’Assassino intuivo che era intenzionato a uccidere Roberto.
Non potevo permetterlo “Tu sei solo un burattino. Ti ha tradito, ragazzo, così come ha tradito me” sentii la voce di Roberto salire verso l’alto e i miei occhi stentarono a credere di vedere il mio mentore steso al suolo, parecchie ferite aperte ma ancora il cuore palpitante “Parla chiaro, Templare, o te ne farò pentire” la voce profonda e dura dell’Assassino era come una sciabolata, forse più dolorosa della freccia nella spalla.
Era Roberto il Templare? Per tutto quel tempo aveva aspettato che mio padre si voltasse per trafiggergli la schiena?
Con mani tremanti e nervose afferrai la cotta in maglia del soldato di fronte a me e lo scaraventai di lato liberandomi la vista per guardare l’enorme squarcio che Roberto aveva nel ventre “Ti ha mandato a uccidere nove uomini, vero? I Nove che custodiscono il segreto del tesoro” un rivolo di sangue gli cadde dalle labbra durante quella frase e la sua pelle era cianotica, sotto la lama a scatto dell’Assassino.
Il mio corpo si mosse come se fosse stato in acqua, rallentato dolorosamente fino allo spasimo fino a che, in un balzo che sembrò durare una vita, afferrai la tunica bianca e un po’ logora dell’Assassino per rotolare a terra con lui, lontano da Roberto ancora in vita, ma sulla via della morte.
Non mi ero accorta di aver urlato e di aver estratto uno dei piccoli pugnali dalla cintura dell’uomo, ma me ne accorsi solo quando ripresi fiato, a cavalcioni sopra l’Assassino “sta lontano da lui!” avevo esclamato in un attimo di disperazione, per poi scivolare via nella terra rammollita dal sangue fino al corpo di Roberto.
Gli afferrai il volto tra le mani e cercai di tenerlo sveglio “chiameremo un dottore, sopravvivrai” dissi adoperandomi per bloccare l’uscita di sangue dal suo addome, ormai del tutto inutile: sentivo la sua vita scivolarmi via tra le dita, Roberto di Sable che era stato un fratello e una guida per me stava morendo “Non erano nove coloro che hanno trovato il tesoro, Assassino.
Non nove, bensì dieci…” continuò, senza staccare gli occhi dall’uomo incappucciato di bianco, lontano solo qualche metro.
Sentii il corpo di Roberto irrigidirsi in un attimo di dolore intenso e accorgersi di me solamente perché le mie lacrime colpirono la sua fronte sudata “Ha preso la mia vita e di conseguenza condannato la sua…” mi disse “la mia morte non sarà vana, se riuscirà a sottrarre il tesoro al decimo”.
Mi sentii prendere per il collo e venir brutalmente trascinata via da Roberto, era l’Assassino che -furioso come mai lo avevo visto- stava minacciando il mio mentore di rivelargli il nome di quel fantomatico decimo: ero finita in una questione che nemmeno sapevo cosa fosse “Il tuo Maestro, Al Mualim.
Lui ha interesse nel tesoro e a differenza mia, lui non lo condividerà. Credi che ti lascerà in vita dopo quel che è successo, Assassino? Siamo pedine…nient’altro”.
Spirò lì, nel fango tra i soldati che ormai stavano pensando a chi sarebbe andato il comando del loro battaglione una volta che Roberto di Sable fosse morto.
Io sentii il mio mondo crollare, tutte le certezze che avevo divennero come sabbia su cui soffia un vento talmente forte da disgregarne anche il granello più piccolo.
L’Assassino si era alzato e parlava con mio padre, riferiva che i Templari avevano a cuore la pace, ma cercavano di raggiungerlo in modo orribile “se Roberto era un traditore, così verrà trattato il suo corpo.
Ti ringrazio Assassino” sentii mio padre mentre io rimanevo nel fango, le mani tentavano in ogni modo di strappare via il corpo pesante e senza vita di Roberto dall’abbraccio appiccicoso della terra.
Ero finita, Roberto rappresentava per me l’unico appoggio in quella battaglia, tra i soldati.
Non conoscevo ancora bene l’arte della spada, ogni mio piccolo errore sarebbe diventato oggetto di scherno e poi il mio cuore si era come diviso, mi sentivo tradita.
Avevo imparato a fidarmi di quell’Assassino quel tanto che bastava per affidargli la mia vita durante il breve viaggio verso Arsuf…e in quel momento avrei voluto affondare la mia spada nel suo petto.
Se solo fossi nata uomo, sarei morto prima di vedere lo scempio di un cadavere lasciato a marcire assieme agli altri “dimmi il tuo nome, così da poter ringraziare un valido guerriero”.
Altair Ibn La-ahad, quello era il suo nome.
Avrei voluto gridarlo e accompagnarlo da minacce di morte, ma non potevo far altro che piangere, distrutta.
Ringraziai solo per un momento che almeno a mio padre fosse stata risparmiata la vita.



Angolo dell'Avvocata

Ecco qui, un altro capitolo che include la morte dell'odiato/amato Robby di Sable xD Ringrazio chi ha sparso per il web le citazioni del gioco, mi sono venute veramente bene ^^"

BumBj: E sangue di donna benestare avrà, Altair, molto presto >D Ma non sarà della protagonista xD Dai, prima o poi la morta ci scappa...e sarà cattivaaaa! xD

_Zazzy: Durante la tua recensione credevo di aver sbagliato qualcosa coi nostri amici cavallini -avevo saltato la parentesi chiarificatrice nella foga di leggere xD- e beh, non sarebbe male un po' di lezioni ^^
Mi salvo perchè anche la mia migliore amica ha fatto equitazione e se potesse vivrebbe in una mandria di cavalli xD Grazie per i consigli utili, li terrò a mente -e magari li userò per insultare un po' il nostro arabo presuntuoso nella storia XD-
   
 
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