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Autore: Kaho    29/03/2011    0 recensioni
Attorno a lei c’era un buio così fitto, che cominciò a temere di aver mancato il bersaglio ed essersi persa.
I labirinti della mente.
Rispondo all'iniziativa indetta dal « Collection of Starlight »: The Fandom Show.
[Crossover Soul Eater/Naruto]
Genere: Horror, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Soul Eater Evans
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando il fandom ti chiama non puoi non rispondere! The Fandom Show, è un'idea del « Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »



Disclaimers: Soul Eater e Naruto non mi appartengono. :3

 

 

 

 

In the shadow of your heart

 

 

 

 

 

Attorno a lei c’era un buio così fitto, che cominciò a temere di aver mancato il bersaglio ed essersi persa.

Si toccò il lobo dell’orecchio, alla ricerca dell’orecchino di argento. Non percependo la superficie liscia e curva sotto le dita, strinse le labbra: la sua anima aveva lasciato il suo corpo. Lo Shintenshin no Jutsu aveva funzionato.

Sentì un brivido attraversarle la schiena mentre camminava nelle tenebre, allungando le braccia per orientarsi a tentoni.

Il freddo innaturale – portato da spifferi che, sibilando, sembravano suggerirle di andarsene –rendeva ancora più difficile ignorare l’apprensione che, come un paio di mani scheletriche, le stringeva la gola.

Eppure, era sicura di aver eseguito in modo corretto lo Shintenshin.

Era arrivata all’alba dalla cliente che l’aveva assoldata, con una squadra di chuunin al seguito. Aveva chiesto di essere portata immediatamente dal ribelle per cui Aracne-sama – una donna con braccia e gambe smisuratamente affusolate – l’aveva contattata.

Doveva essere un lavoro veloce e pulito: entrare nella sua mente, prenderne il predominio.

Però poi si era trovata in un buio senza spirargli di luce, così assoluto che, se non fosse stato per la sua carne sotto le dita, Ino si sarebbe scorata ben prima.

Dopo aver vagato per una quantità imprecisata di tempo, il dubbio si era insinuato come una zecca, insediando la sua sicurezza.

Poi, finalmente, una nota storta, vibrante, le arrivò all’orecchio, e un piccolo bagliore apparve di fronte a lei.

Con prudenza, Ino si avvicinò fino a raggiungere una piccola sala riscaldata da un focolare, con un pianoforte e il ribelle che aveva intravisto nella cella: sebbene giovane, aveva una zazzera di capelli bianchi simili a quelli di Jiraya-sama, e portava un abito gessato al posto di jeans e felpa. Ghignava, mostrandole una fila di denti da squalo.

«Abbiamo visite» disse, quasi ridendo.

Ino lo ignorò, studiando attentamente la stanza.

Suo padre aveva insistito per anni che uno Shintenshin no Jutsu eseguito bene necessitava, da parte dell’invasore, uno studio metodico di tutto ciò che lo circondava, in modo da manipolare al meglio i pensieri del posseduto, senza lasciare tracce apparenti: requisito necessario per una riuscita missione di spionaggio.

La stanza era un po’ retrò ma accogliente. Tuttavia Ino non poteva certo ignorare il buio soffocante in cui aveva annaspato. Era come se ci fosse una natura ambivalente a contendersi quello spazio, e lei era grata di aver trovato quel caminetto acceso.

Girando leggermente il collo, guardò senza espressione il volto del giovane, quei denti aguzzi, la baldanza che trapelava dagli occhi amaranti.

E si arrabbiò, perché aveva l’impressione che qualcosa non tornasse.

A piccoli passi, doveva prendere possesso della sua mente. Cominciò manipolando la propria immagine: abbassando gli occhi, si era resa conto di essere completamente nuda.

Alzò un sopracciglio, con aria di sfida, mentre un corto vestito chiaro la ricoprì in un battito di ciglia.

«Ti preferivano prima», ghignò il ragazzo.

Aveva la curiosa abitudine di parlare al plurale.

«Lo immaginavo», commentò maliziosa. Ora aveva bisogno di stabilire un contatto. «Il tuo nome?», domandò in tono amichevole.

Il ragazzo pareva divertito. «Sei bionda, ma non sei Maka», commentò, evitando di rispondere.

Ino lo ignorò a sua volta e, dopo essersi avvicinata al pianoforte, premette qualche tasto. Un paio di note rimbombarono nel vuoto.

Sorrise, compiaciuta: riusciva già a manipolare la parte più intima del suo animo.

Sarà facile.

Sentì il calore di un corpo estraneo accanto, una presenza vibrante e stonata quanto la prima nota che l’aveva guidata fin lì.

«È carino qui», si complimentò, senza voltarsi.

Una mano le toccò la spalla nuda.

«Soul.»

Ino – un po’ stupita dal dipanarsi degli eventi – si girò di tre quarti, la fronte corrugata in un’espressione perplessa. «Cosa?»

«Soul», il ragazzo sorrideva. «Questo è il mio nome.»

Da dietro la porta della stanza, che si era richiusa al suo ingresso, sentì i bisbigli del buio farsi sempre più forti, come grida disperate, via via vattene via!

«È molto carina.»

Una voce fuori campo le giunse alle orecchie.

Avrebbe dovuto percepire un’altra presenza, si disse Ino, panicata, cercando con lo sguardo l’intruso: un piccolo gnomo rosso come la sabbia di Sunagure dall’aspetto maligno.

«Sì, lo è», assentì Soul, accarezzandole una guancia. Ino si scostò, decisa a completare la missione e andarsene al più presto.

Immaginò un kunai fra le mani, e quello apparve: con il metallo freddo sotto le mani, Ino avvertì un’ondata di sicurezza avvolgerla, calda come una coperta.

«Soul, questa frase suonerà un po’ ridicola», disse, concentrata. «Ma sono venuta a prendere il controllo sulla tua mente.»

Soul mise in mostra i suoi canini da squalo, mentre il piccolo gnomo cominciò a ridere.

«Non sei nel luogo giusto, non hai voluto ascoltare.»

Per la seconda volta, Ino non capì quello che intendesse quel ribelle così strano, misterioso. Qualcosa le era sfuggito nel tragitto, ma non riusciva a capire cosa fosse.

«Lei ti aveva avvertito.»

«Lei?», ripeté stordita.

Le urla del buio, ora, erano ben distinte, e avevano la stessa voce di Soul.

Ino allargò gli occhi, mentre un liquido, viscoso e nero come il catrame, scivolava lungo le pareti della stanza.

Soul rideva.

«Sì, lei: la Ragione».

L’urlo di Ino fu soffocato dal liquido melmoso che le riempiva la gola.

 

 

 

 

 

La mia prima fan fiction su Soul Eater non doveva essere un crossover; ma, approfittando del contest indetto dal forum Collection of Starlight, a cui ho partecipato per darmi un po’ una spintarella a scrivere XD, era uno degli obblighi, indi per cui, è stata partorita questa.

Non ho nemmeno rispettato tutti gli avvertimenti (come l’obbligo di creare una SuperFlash!Fiction e il friendship), ma la flash mi piaceva, sebbene lunghina, e non ho trovato il coraggio di tagliarla. Avevo in mente di scriverne un’altra, ma l’ispirazione è fuggita (come sempre!), per cui ho deciso di portare ugualmente questa al concorso. XD

A proposito, vi consiglio di dargli un’occhiata, è davvero molto particolare e può essere d’aiuto se avete voglia di produrre qualcosa ma non ci riuscite: avere dei limiti può aiutare a scrivere! Il link al concorso è in alto! ^^

Come sempre, ringrazio gli avventurieri che leggono i miei scarabocchi. *inchino*

Bye,

Kaho

 

  
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