Non sono stata io U.U
***
La pioggia scendeva copiosa
giù dal cielo senza stelle. Solo la flebile luce di
un quarto di Luna offuscata da nere nubi illuminava, con il suo debole
bagliore, il volto paffuto e sorridente, perfettamente vigile, del
bambino.
I suoi occhi dorati continuavano ad osservare frementi le lancette luminescenti dell’orologio sul comodino, bramando con impazienza quell’ultimo ticchettio.
Le corte gambette salirono sulla piccola scaletta di legno chiaro del grazioso letto a castello e le sue piccole braccia si mossero sul materasso superiore cercando tentoni il corpo del fratello maggiore.
“Sam! Sam! Sa-am!”
“Jim! Che vuoi?!”
“E’ mezzanotte!”
“Appunto! Vorrei dormire!”
“Buon compleanno Sammy…”
La fievole luce permise al bambino di vedere il volto del ragazzo sorridere dolcemente, avvolto in quella penombra.
Samuel si scostò verso la parete alzando il piumone in direzione del piccolo, che non si lasciò ripetere due volte il tacito invito e corse sotto le coperte, rannicchiandosi intirizzito contro il corpo del ragazzo.
Si addormentò, come sempre, in pochi minuti, stretto in quell’abbraccio, mentre il suono della pioggia continuava pigramente a cullarlo con la sua melodia.
§°°°°°§
La mano del capitano consegnò un singolo fiore scarlatto alla fredda pietra di marmo chiaro, proprio nel mezzo del piccolo camposanto che si ergeva quieto e silenzioso appena fuori il paese natio.
“Buon compleanno Sammy…”
Sussurrò sorridendo infagottandosi infreddolito nel lungo soprabito nero.
Indugiò lì ancora qualche minuto, stretto nel suo calore, avvolto nel ricordo di un abbraccio troncato.
E la pioggia cominciò a scendere copiosa giù dal cielo senza stelle e il suo suono continuava a scandire gli infiniti brandelli di una realtà impedita, con la sua melodia.
I suoi occhi dorati continuavano ad osservare frementi le lancette luminescenti dell’orologio sul comodino, bramando con impazienza quell’ultimo ticchettio.
Le corte gambette salirono sulla piccola scaletta di legno chiaro del grazioso letto a castello e le sue piccole braccia si mossero sul materasso superiore cercando tentoni il corpo del fratello maggiore.
“Sam! Sam! Sa-am!”
“Jim! Che vuoi?!”
“E’ mezzanotte!”
“Appunto! Vorrei dormire!”
“Buon compleanno Sammy…”
La fievole luce permise al bambino di vedere il volto del ragazzo sorridere dolcemente, avvolto in quella penombra.
Samuel si scostò verso la parete alzando il piumone in direzione del piccolo, che non si lasciò ripetere due volte il tacito invito e corse sotto le coperte, rannicchiandosi intirizzito contro il corpo del ragazzo.
Si addormentò, come sempre, in pochi minuti, stretto in quell’abbraccio, mentre il suono della pioggia continuava pigramente a cullarlo con la sua melodia.
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La mano del capitano consegnò un singolo fiore scarlatto alla fredda pietra di marmo chiaro, proprio nel mezzo del piccolo camposanto che si ergeva quieto e silenzioso appena fuori il paese natio.
“Buon compleanno Sammy…”
Sussurrò sorridendo infagottandosi infreddolito nel lungo soprabito nero.
Indugiò lì ancora qualche minuto, stretto nel suo calore, avvolto nel ricordo di un abbraccio troncato.
E la pioggia cominciò a scendere copiosa giù dal cielo senza stelle e il suo suono continuava a scandire gli infiniti brandelli di una realtà impedita, con la sua melodia.
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Buon Compleanno Matty ^^