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Autore: Kimberly Anne    31/03/2011    12 recensioni
«Per la trentaseiesima, sacrosantissima volta, Nardo: io quel Chiarolite non lo volevo neanche accettare! Avete finito di rompere le scatole, tutti quanti?»
Una terribile disgrazia sta per abbattersi sulla regione di Unima.
Ma gli Eroi non hanno alcuna intenzione di sventarla.
Direttamente da Pokémon Bianco e Nero: Unruly Heroes - Gli eroi che non avevano mai chiesto di diventare tali.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, N, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Unruly Heroes' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Unruly Heroes

The Curse of the Black Stone

 

***

Ehilà, popolo (?)  di EFP! È passato del tempo dall’ultima volta che ho aggiornato qualcosa (chiedo scusa in particolare a chi aspetta il seguito di “Don’t Ever Trust Fate”; la parte quarta è in lavorazione, ma continuo a riscriverla e non riesco a farla venire come vorrei xD), ma sono tornata più in forma di prima! <-- o così dice *COFF* <-- Ehi!

Ultimamente mi sono fatta prendere parecchio da Pokémon Bianco&Nero, quindi ho dovuto scrivere una FF a tema =D

I protagonisti sono personaggi originali (la versione su carta di me stessa e dell’amico che mi ha trascinata nell’insana follia di Pokémon B&W) e quindi un tantino stravaganti, ma non lasciatevi spaventare!

Spero che vi faccia piacere leggere questa storia, o almeno vi strappi un sorriso e non la consideriate una completa perdita di tempo.

E ricordate: una recensione è uno spreco di cinque minuti per voi, ma una gioia immensa per tutti gli scrittori ^-^

 

AVVISO A TUTTE LE FANGIRLS DI N: IN QUESTA FF NON È TRATTATO AFFATTO BENE.

(l’ufficio lamentele si trova in fondo a destra, assomiglia un po’ a una finestra, ma non preoccupatevi, il salto è di soli tre metri.)

 

***

 

Capitolo 1

Prevedibili Imprevisti

 

Il profumo di resina permeava l’aria; un odore fastidioso a cui non si sarebbe mai abituata.

«Ne ho trovato uno.» sussurrò all’Interpoké che portava al polso. «È piuttosto vicino all’evoluzione. Potremmo prendere due piccioni con una fava.» Scostò nuovamente un ramo del cespuglio dietro cui era accucciata, per tenere sott’occhio il Deerling che brucava l’erba a pochi metri di distanza.

«Ricevuto.» rispose una voce maschile al suo auricolare. «Ho la tua posizione. Posso essere lì in trenta secondi.»

«Ti aspetto.»

Sempre tenendo d’occhio la preda, Kim infilò una mano nella borsa e accarezzò con la punta delle dita le pokéball al suo interno. Ne tirò fuori una, contrassegnata da un’incisione a forma di smile. Era la volta buona, lo sentiva.

Il suo auricolare tornò a ronzare. «Ci sono. Ti copro.»

«Ok.» rispose, senza quasi muovere le labbra. Si concesse ancora qualche istante per concentrarsi. Molleggiò un paio di volte sulle caviglie, spostò il peso da un piede all’altro. Il Deerling continuava tranquillamente a brucare l’erba, ignaro della presenza dei suoi cacciatori.

Kim prese un respiro e rotolò fuori dal cespuglio.

Il Deerling si allarmò immediatamente, ma era già troppo tardi: la pokéball che un momento prima era nella mano di Kim era adesso aperta in mezzo all’erba.

«Porchetta, usa Lanciafiamme!» ordinò la ragazza al piccolo esemplare di Tepig che si era appena materializzato in mezzo alla radura.

Porchetta spalancò la bocca e da essa uscì un potente getto di fuoco, che andò ad abbattersi contro il Deerling terrorizzato.

Coglierlo di sorpresa non era stato particolarmente complicato; il difficile veniva adesso.

Il Deerling aveva riportato diverse bruciature su tutto il corpo e il fuoco aveva attecchito su una piccola porzione di pelliccia, da cui ora saliva un sottile filo di fumo. Ciononostante, il pokémon non mostrò segni di cedimento. Sbuffò e gemette, ma si lanciò alla carica contro Porchetta, in un inconfondibile attacco Riduttore.

Kim strinse i denti di riflesso. I Tepig erano sicuramente avvantaggiati contro i pokémon di tipo Erba, ma non erano veloci quanto i Deerling. L’impatto sarebbe stato inevitabile.

«Verdebufera!»

Dal nulla, una miriade di foglie trasportate da un vento impetuoso colpirono il Deerling, ferendolo lievemente e fermando la sua carica. Da dietro gli alberi, erano spuntati un maestoso Lilligant e il suo allenatore.

Kim strizzò loro l’occhio in segno di riconoscenza, ma non perse tempo in convenevoli. «Vai con Nitrocarica, Porchetta!»

Il pokémon ci mise qualche secondo a far prendere fuoco al suo intero corpicino, ma poi si scagliò con tutte le sue forze contro il Deerling, ancora intontito dall’attacco inaspettato di Lilligant.

L’impatto fu tremendo e, con il più delle probabilità, fatale.

Il Deerling lanciò uno strillo acuto e le sue zampe cedettero, lasciandolo a terra, ansimante.

Era fatta.

Kim si voltò verso il suo amico, con un sorriso trionfante. «Hai visto, Lee?» gli urlò. «Così impari a dire che Porchetta è inutile! Non me lo sogno nemmeno di farlo evol- »

Fu interrotta da alcuni colpi di tosse ai suoi piedi.

«Che cos’hai, Porchetta?» chiese Kim, perplessa, sollevando il suo pokémon per osservarlo meglio. «Hai ingoiato qualcosa?»

Gli aprì la bocca e gli controllò l’interno della gola, ancora lievemente luminosa a causa delle fiamme che aveva sputato poco prima. Le sembrò di scorgere qualcosa vicino all’ugola, così infilò la mano con cautela e, facendo del suo meglio per non scottarsi, staccò qualcosa di più o meno sferico dalla gola del suo Tepig.

«Piccolo pasticcione, vediamo un po’ cos’hai... oh, merda, no!»

Era troppo tardi. Kim lasciò cadere il parassiseme per far scattare la mano nella borsa, verso la pokéball più vicina, ma il Deerling si stava già rialzando, avvolto da un tenue bagliore verde. Porchetta gemette, l’energia che gli veniva drenata dai numerosi parassisemi che aveva tra la pelliccia.

Kim lo strinse a sé, ma il suo sguardo era puntato sul Deerling, che a sua volta la stava fissando. I suoi erano occhi pieni di paura, dolore e rabbia. Kim avrebbe potuto giurare che fossero perfino colmi d’odio, se non avesse saputo che era un sentimento di cui i pokémon non erano capaci. Non riuscì a smettere di fissarli, nemmeno quando il Deerling si lanciò alla carica contro di lei.

«Kim! Cosa stai facendo? Spostati!»

La ragazza tornò in sé appena in tempo per buttarsi di lato, in una caduta che le sbucciò entrambe le ginocchia. Il dolore pose fine al suo intontimento. Approfittando dei pochi attimi in cui il Deerling inchiodò per girarsi e riprendere la carica in sua direzione, fece rientrare Porchetta nella sua pokéball. A quel punto, però, il Deerling le era praticamente adosso.

«Lilligant, usa Paralizzante!»

La polverina gialla che scese sul pokémon non servì a paralizzarlo, ma sicuramente lo intorpidì, perché fu costretto a fermarsi per scrollarsela di dosso. Kim ne approfittò per alzarsi in piedi e raggiungere con la mano la sua ultraball preferita. «È stremato, ma dobbiamo farcela in un solo colpo o si riprenderà!» urlò a Lee.

Il ragazzo, seppure con un’espressione preoccupata, annuì. Si rivolse al suo pokémon: «Giornodisole, Lilligant!»

Lilligant obbedì, incominciando a generare uno schermo trasparente, quasi invisibile all’occhio, se non fosse stato per i suoi riflessi lucenti, e ad alzarlo lentamente verso il cielo.

Era una mossa rischiosa. L’intensificazione dei raggi solari avrebbe di certo favorito le mosse di tipo Fuoco, garantendo la vittoria in un colpo solo, ma il processo richiedeva tempo. Tempo che Kim non era certa di avere.

Appena ebbe finito di scrollarsi di dosso la polvere paralizzante, il Deerling selvatico indugiò, indeciso su quale dei due nemici concentrarsi. Scelse quasi subito, forse perché Kim pareva la più debole e indifesa, senza nemmeno un pokémon al suo fianco. Anche lui decise di rischiare il tutto per tutto: fissò lo sguardo sulla ragazza ed incominciò ad accumulare energia.

«Kim!» esclamò Lee, allarmato. «Vuole lanciarti un’Energipalla, levati di lì!»

«No!» urlò Kim in risposta, stringendo la sua ultraball. «Finché lo tengo occupato, Lilligant potrà lavorare in pace a Giornodisole. Ho un piano, non ti preoccupare!»

In realtà, il suo non era tanto un piano quanto una scommessa. La scommessa che Lilligant sarebbe stata più veloce del Deerling a completare la sua mossa.

L’aria si stava facendo sempre più calda e l’ambiente luminoso. Il sole picchiava come non mai. La sfera di energia di Deerling si faceva man mano più consistente.

Quando ebbe l’impressione che il calore fosse ormai insopportabile, Kim inspirò e lanciò la sua ultraball. «Victini, Lanciafiamme!» gridò, prima ancora che il pokémon si materializzasse. Nello stesso istante, l’Energipalla prese il volo.

Il resto fu confuso.

Kim si sentì sbalzare lontano da un’energia più grande di lei e d’un tratto non ci vide più. I suoni si fecero ovattati. C’erano solo il crepitio delle fiamme, una voce e un dolore pulsante. Si ritrovò ad oscillare tra realtà e incoscienza, come in una strana altalena, finché, dopo chissà quanto, trovò la forza di riaprire gli occhi.

«Kim!» La voce di Lee le rimbombò nelle orecchie, un frastuono assordante e innaturale. «Kim, stai bene?»

Lei dovette battere le palpebre diverse volte, prima di recuperare del tutto la vista. Il mondo aveva assunto una sfumatura bluastra. Compresa la mano di Lee, che, nel panico, gliela stava sventolando davanti alla faccia. La dovette afferrare, prima che le facesse girare la testa. «Sto bene... credo.» biascicò, rauca, e si puntellò sui gomiti per raddrizzarsi un po’. «Il Deerling?»

«Ti sei fatta colpire in pieno da un’Energipalla! Sei completamente impazzita, per caso?»

Kim sospirò e ripeté, insistente: «Il Deerling?»

Lee fece una smorfia, ma poi le mostrò una megaball, con un sorrisetto soddisfatto.

«Sì!» esclamò Kim, gettandogli le braccia al collo. Quel semplice gesto le provocò una dolorosa fitta alla testa, ma non le importava. «Ce l’abbiamo fatta, finalmente! Questa sarà una storia da raccontare ai figli dei figli dei miei figli!»

Lee rise e le diede una mano ad alzarsi. Era un po’ malferma sulle gambe, ma ce la faceva a stare in piedi. «Come lo chiamiamo?» continuò, eccitata. «Ci vuole per forza un nome!»

«Ah, basta che non lo chiami “Bistecca” e per me fa lo stesso.» disse Lee.

«E perché mai dovrei? “Lombata”, magari...»

«KIM!»

«“Bocconcino”...?»

«Piantala di dare ai pokémon nomi di roba da mangiare!»

Kim rise e quasi perse l’equilibrio, rischiando di cadere. Per fortuna, qualcuno l’afferrò per il gomito prima che questo accadesse.

Ma non era Lee. Era un ragazzo dai lunghi capelli verdi, che sorrise loro amichevolmente. «Ma guarda un po’ chi si rivede!»

Kim strillò per lo spavento e si liberò dalla sua presa all’istante. «AH! È di nuovo quel maniaco!» esclamò, tentando di nascondersi dietro a Lee, il quale a sua volta stava tentando di nascondersi dietro di lei, così finirono per darsi una testata e rimanere entrambi completamente visibili. Il ragazzo misterioso ne approfittò per circondare le spalle di entrambi con le braccia.

«Che cosa vuoi, N?» chiese Lee, scontroso.

«Ma come? Solo abbracciarvi un po’ come ai vecchi tempi, no?»

«Beh, grazie, ma no grazie.» replicarono all’unisono Lee e Kim, scivolando fuori dalla sua stretta.

«Abbiamo da fare. Siamo dei professionisti, sai.» disse Kim.

N parve molto deluso. «E questi impegni...» ragionò, vago. «Potrebbero avere a che fare con questa?» Mostrò loro una megaball molto familiare.

Lee si guardò le mani, incredulo. «Ehi!» esclamò. «È nostra, ridaccela!»

«Ah-ah.» fece N, scuotendo la testa. «Sarebbe così facile liberare questo piccolino, non l’avete ancora addestrato...» Il suo indice indugiò sul pulsante di apertura della pokéball.

«Provaci soltanto e ti meno a sangue.» ringhiò Kim, che evidentemente non si era fatta colpire da un’Energipalla per divertimento.

«Ma come siamo focose, oggi.» la prese in giro N, con un che di accondiscendete, e le abbassò la visiera del cappellino fino al naso. «Ma oggi non mi sembri in grado di farlo, non credi, peperoncino?» Ridacchiò. «Davvero non siete disposti ad ascoltare la semplice richiesta di un vecchio amico?»

Lee gli lanciò un’occhiataccia. «Ovvero? Che cosa vuoi?»

«È davvero una sciocchezza.» sorrise N. «Un appuntamento.»

«CHE CO-»

«Aspetta, Kim. Con chi dei due?»

«Beh, uno vale l’altro. Anzi, perché non tutti e due?»

«E ci restituirai Deerling?»

«Certamente.»

«Non provarci.» sibilò Kim. «Se solo ci provi, io...»

«Va bene, accettiamo.»

«LEE!»

«Ottimo, allora.» concordò N, tutto contento. «Verrò a prendervi io. Sarà divertente, promesso!»

E, con un ultimo, inquietante occhiolino, sparì nuovamente nella foresta.

«Io lo uccido.» disse Kim, nera di rabbia. «Vado a quello stupido appuntamento, recupero Deerling e lo UCCIDO.»

 

   
 
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