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Autore: Kary91    01/04/2011    5 recensioni
[Tyroline. Post 2x14]
Sospesa
“Va bene se ho paura?”
Quella domanda infantile scaturì ingenuamente dalle labbra di Tyler, mentre il ragazzo si sforzava di controllare il tremolio della sua voce.
La vergogna si diffuse dentro di lui con insolenza, ma Cady la spazzò via all’istante stringendo con più energia la mano del ragazzo.
“Anche io ho paura.”
Ammise sorridendo con dolcezza.
“Ne ho sempre avuta e non provo vergogna a riguardo. Prima ti ho detto che trasformarsi diventerà un’abitudine, ma questo non significa che finirai per accettare ciò che la maledizione comporta. Noi siamo umani, Tyler. Se soffriamo, la nostra natura ci porta a domandarci perché siamo costretti a sopportare tutto quel dolore. Non è facile affrontarlo, ma sappi che quando succederà io sarò lì con te. Sono sufficientemente in grado di gestire al tempo stesso la paura di entrambi. Non sarai da solo Tyler. Questo posso promettertelo.”
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Gilbert, Mason Lockwood, Nuovo personaggio, Tyler Lockwood | Coppie: Caroline/Tyler
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'For better or Worse (I got you).'
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In need of Healing


Avvertimento: i fatti di questa storia si svolgono a partire dalla puntata 2x14, senza seguire la trama degli episodi successivi.

 

 

Prologo

It’s complicated.

 

I was only looking for a short cut home.

But it’s complicated.

So complicated.

 

It is what it is. Lifehouse

 

“Questo è l’accampamento, Tyler.

Il mio branco, il nostro branco, si è stabilito qui da poco.

Sai come funziona un branco? Ci muoviamo in gruppo e non permettiamo mai a nessuno di rimanere indietro se non è lui stesso a deciderlo. Ti prego di considerare questo posto come un luogo a cui appartenere. Non dobbiamo essere un  rifugio temporaneo dalle tue paure, né tanto meno un leggero attimo di debolezza. Tu sei un licantropo, Tyler. Le scelte che fai devono essere influenzate da ciò che hai ereditato assieme al sangue; è nel tuo DNA. Con il tempo, imparerai che lo scopo di vivere in branco non è solo quello di riunire più creature della stessa specie. Non siamo solo un gruppo persone appaiate per categoria, Tyler. Noi siamo una famiglia.

Imparerai presto a scendere a patti con la tua nuova natura. Ti insegneremo a comprenderti, ad accettarti. Ad affrontare quel dolore che si sta prendendo gioco di te con prepotenza, lasciandoti spaventato e solo…

 

Spaventato e solo..

Spaventato e solo…

 

Le ultime tre parole di Jules erano inserite come segnalibri fra le pagine dei pensieri di Tyler.

E si trovavano ancora lì a qualche giorno di distanza dal suo arrivo all’accampamento.

 

Il ragazzo si accovacciò ai piedi di una quercia osservando con disinteresse il cielo tingersi di rosso e la luce del sole sfiorire, prosciugata dalle ombre.

Inspirò profondamente un paio di volte, avvertendo con una leggera sensazione di benessere l’aria inebriargli pienamente i polmoni.

 

L’impressione di riuscire respirare a fondo, più a fondo del solito, lo faceva stare bene, almeno per qualche manciata di minuti.

 

Dopodiché la paura tornava a picchiettare con forza sul suo sterno e i polmoni perdevano fiato, recuperando il loro volume attuale.

 

E Tyler tornava a sentirsi semplicemente “Tyler.”

 

Il ragazzino spaventato.

 

Il vigliacco scappato di casa.

 

Lo stronzo che aveva tradito un’amica.

 

Chinò il capo verso il terreno per inseguire con lo sguardo le ombre tracciate dai confini dell’accampamento; era una sorta di “villaggio-mobile”, una “città fatta di tende”: un insediamento del genere era il perfetto compromesso per un gruppo di creature in parte uomini e in parte lupi.

 

A Tyler, quel posto ricordava un po’ il campeggio in cui suo padre lo portava da piccolo, nei fine settimana estivi. Richard Lockwood non era mai stato il tipo di persona che amava trascorrere del tempo con la famiglia – per lui c’era sempre qualche faccenda più importante da sbrigare - , ma il campeggio gli piaceva. Lo considerava educativo.

Richard voleva che Tyler imparasse a cavarsela da solo. Voleva esasperare il suo spirito di sopravvivenza.

 

Se non comporta conseguenze per te, allora è la scelta migliore.

 

Questo era ciò in cui credeva Richard e nel campeggio, l’uomo aveva trovato lo strumento didattico perfetto per aiutare il figlio ad assorbire il concetto.

 

Tyler, d’altro canto, adorava quei momenti. Sebbene non amasse particolarmente le attività da svolgere all’aria aperta, quelli erano gli unici giorni in cui tutto il tempo di Richard veniva speso in parole per lui. In sguardi per lui.

 

In quei momenti, Tyler si accorgeva improvvisamente che le parole “Sindaco” e “Padre” non si escludevano a vicenda, come aveva sempre immaginato.

 

Tuttavia, quei brevi attimi di accortezze, non erano sufficienti a lenire la delusione che il Tyler bambino aveva finito per riporre in lui.

 

Un improvviso brivido di freddo lo riportò al presente, mentre sollevando lo sguardo, il ragazzo si accorse che le prime stelle avevano preso a fare capolino nel cielo sempre più nero.

 

“Trovati un altro albero, omega.”

 

Un dolore sordo alla nuca lo costrinse a gemere più per la sorpresa, che per il dolore.

 

Tyler si sollevò in piedi istantaneamente, le pupille dilatate per lo sgomento.

 

“Chi è là?”

 

La sua voce risultò piuttosto tremula e scarna rispetto a come se la era aspettata. D’un tratto si rese conto che non utilizzava le corde vocali da giorni.

 

“Questa quercia è mia.”

 

 

 

 

 

 

A parlare era stata una ragazza.

Una ragazza all’apparenza poco più piccola di lui.

 

Il tono di comando nel suo timbro di voce sfiorò gli angoli delle labbra di Tyler, minacciando da far sorgere un sorriso vagamente sarcastico sul suo viso.

 

Era stata lei a colpirlo?

 

 

 

Nota dell’autrice.

Premetto che per chi mi conosce questo potrebbe sembrare perfettamente un pesce d’Aprile, poiché  io e le Long Fiction non andiamo molto d’accordo: non le so seguire e, principalmente, non le so scrivere.

Ma ci tenevo e alla fin fine ho concluso per voler fare un tentativo comunque  –chissà come andrà a finire-.

Premetto anche una seconda cosa: questa storia non è una Delena. Damon, Elena e Stefan saranno a malapena presenti. (E con ciò mi sono appena garantita la totale assenza di letture/eventuale seguito, ma questi sono dettagli). I personaggi principali su cui verrà incentrata questa storia sono Tyler e Cady, (quest’ultima inizierete a conoscerla nel prossimo capitolo) . Jeremy e Caroline avranno entrambi un ruolo di rilievo nel corso della vicenda.

Detto questo,non ho voglia di annoiarvi sin dal prologo.  Mi limito a ringraziare di cuore le persone che hanno reso possibile questo mio timido tentativo di lanciarmi nel mondo delle long (incrocio le dita affinchè la cosa vada in porto).

Innanzitutto ringrazio la mia Beta-Reader, Fiery, per aver letto e controllato il capitolo e per aver sopportato i miei continui “ma non voglio disturbarti” o “mamma mia sono agitata!”. Il banner che troverete a breve ainizio capitolo è suo, perciò un doppio grazie per lo splendido lavoro.

Un secondo ringraziamento va alle ragazze del forum Delena che hanno letto il primo capitolo in anteprima e mi hanno dato l’ok per passare alla pubblicazione.

 

Concludo ringraziando gli stessi Tyler e Cady per avermi dato l’ispirazione nella speranza che questa storia non vada a finire nel dimenticatoio come tante prima di lei. In questo potreste aiutarmi voi. ^^

 

Un abbraccio forte

 

Laura

   
 
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