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Autore: The Red One    02/04/2011    5 recensioni
Piccola One-Shot su due piccoli Edward e Bella alle prese con le meraviglie infantili che possono trovare nel negozio di giocattoli più grande e attrezzato della loro città.
Quel piccolo incontro avverà di nuovo in età adulta come un Deja-vu, ma in una situazione più drammatica.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Deja-vu Of Childhood

 

 

 

Il bambino aveva le mani premute contro la vetrina come il resto del suo corpo e persino il naso.

Indossava dei pantaloncini blu e una maglietta a righe orizzontali bianche e blu, completo appena comprato, ma niente eguagliava quello che stava osservando da più di un quarto d’ora.

Sua madre lo intimava a staccarsi da quella vetrina, ma lui proprio non poteva fare a meno di guardarlo.

 

Nella vetrina del negozio di giocattoli più antico e bello dell’intera città stava troneggiando un piccolo cavallo di legno che misurava si e no quindici centimetri da terra.

Agli adulti poteva sembrare un normale giocattolo e anche per alcuni bambini poteva essere indifferente, ma per il piccolo Edward quello era il giocattolo più bello che avesse mai visto.

Era perfetto nei minimi dettagli. Aveva persino la criniera più folta dei cavalli veri e così anche per la coda. Era color rame come il colore dei capelli di Edward stesso, ma il bambino quasi non si ricordava come fosse fatto da come era rapito ad osservare quella meraviglia.

 

«Su, entriamo!» mormoro la madre carezzando i capelli del figlio che si girò di scatto verso la madre raggiante.

«Veramente?» balbettò il piccolo felice come non mai.

La madre gli sorrise facendo cenno di si con la testa e Edward la prese velocemente per mano e la tirò verso la grande porta del negozio.

Il cavalluccio che prima aveva visto in vetrina era ovunque nel negozio.

Era l’attrazione del momento.

Edward cominciò a correre verso lo scaffale dove c’erano tante copie del suo amato cavallo di legno, ma per la fretta con cui aveva corso fece cadere una bambina che raggiante teneva in mano una bambola di stoffa.

La piccola si mise a piangere e Edward andò nel pallone sentendosi in colpa.

«Mi-mi dispiace» biascicò Edward porgendole la sua piccola mano aperta per aiutarla ad alzarsi.

La bambina fece il broncio e scosse la testa incrociando le braccia al petto.

Si alzò senza fare affidamento a nessuno e cercò di sistemarsi il vestitino, ma quando vide uno strappo su di esso si girò verso Edward con sguardo carico d’odio infantile.

«Mi hai strappato il vestito!» gridò su tutte le furie.

«Te ne comprò una più bello!» promise lui sentendosi in torto.

«Ma questo era il mio preferito…» sussurrò mettendosi quasi a piangere. Edward si avvicinò a lei e disse: «Non piangere, mia madre te lo cucirà. È bravissima con ago e filo!».

«Va bene.» affermò la bambina e detto questo Edward la prese per mano e la portò da sua madre che aveva guardato, insieme alla madre di lei, tutta la buffa scena.

«Mamma, le puoi aggiustare il vestito?» chiese Edward titubante e sua madre le sorrise.

«Come ti chiami?» chiese la madre di Edward accucciandosi all’altezza del viso della bambina.

«Isabella…» era imbarazzata e le sue gote le si imporporarono buffamente. Edward, che era abituato ad accarezzare le gote della madre quando le si imporporavano, accarezzò anche quelle di Isabella con un gesto innocente e dolce.

La bambina lo fissò a lungo mentre la madre risistemava la gonna del vestito con ago e filo che aveva estratto dalla sua capiente borsa.

 

«Ecco, fatto!» esclamò la madre spezzando quella scena tanto assurda quanto elettrizzante per i due bambini.

Isabella mormorò un grazie e poi cercò con lo sguardo sua madre.

Quest’ultima la prese per mano e così fece anche la madre di Edward. Li portavano in direzioni diverse mentre entrambi avevano la testa girata dalla parte opposta per guardarsi un ultima volta negli occhi.

 

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Isabella si stringeva nel suo cappotto mentre guardava il negozio di giocattoli più antico e grande di un tempo lontano mentre lo stavano demolendo pezzo per pezzo e fu come demolire la sua infanzia, fu come demolire il ricordo di quel bambino tanto gentile.

Un ragazzo per la fretta gli andò addosso.

«Mi-mi dispiace.» mormorò rosso dalla vergogna. Isabella le sorrise e aveva la sensazione che quello fosse un deja-vu.

Il ragazzo tolse lo sguardo da quella splendida ragazza per prestare attenzione al negozio che stavano demolendo.

«Non ci credo…» biascicò con le lacrime agli occhi. Era la sua infanzia che veniva demolita come quella di Isabella.

«Edward.» balbettò Isabella notando la somiglianza con il bambino di molti anni prima.

«Isabella…» mormorò lui sorridendole.

 

 

 

Writer's corner:

Okay, cosa devo dire?

Credo che l'infanzia sia il periodo più importante nella nostra vita perchè le conseguenze delle azioni che fai durante l'infanzia si ripercuoteranno nella tua vita di adulto.

Anche se non interessa a nessuno, ho scritto questo racconto grazie alla foto che ho messo come "Banner". Questa foto è presa da un vecchio libro scolastico di mia madre.

Edward e Bella da bambini gli ho sempre immaginati così!

Non so nemmeno io dov'è ambientata. San Francisco sarebbe un bel posto, ma non so nulla della sua storia quindi ho preferito stare sul vago con il luogo di ambientazione.

Lasciate una recensione se volete farmi veramente felice.

Alla prossima One Shot! (Ormai riesco a scrivere solo queste xDD)

 

The Red One

 

P.S. Ringrazio GingerS che ha avuto una pazienza allucinante per aiutarmi a scegliere il titolo e tutto il resto!

  
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