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Autore: visbs88    03/04/2011    7 recensioni
Degli spaccati sulla vita dei miei due personaggi preferiti della Squadra dei Sette, gruppo che adoro... Bankotsu e Jakotsu!
Genere: Azione, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bankotsu, Jakotsu, Squadra dei Sette
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'Vita da mercenari'
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Sono indecisa: meglio descrivere la scena di lettrici infuriate che cercano di linciarmi con tanto di forconi e torce, oppure un tripudio di fuochi d’artificio e felicità? A voi la scelta…
DAL 3 GENNAIO! VI RENDETE CONTO? DAL 3 GENNAIO CHE NON AGGIORNO! ORRORE!
Mio Dio, per favore, per favore, PER FAVORE PERDONATEMIIIIII! *.*
Consoliamoci: il nuovo cappy è arrivato! *.* Vendetta!
La smetto di tormentarvi!
Buona lettura!
 
Aspettava. Perché affannarsi? Sarebbe arrivato, doveva pur uscire ad affrontarlo. Non poteva scappare. La cieca rabbia di Bankotsu aveva lasciato posto ad una gelida furia interiore, forse ben peggiore dell’ira sfrenata. Non avrebbe avuto senso uccidere Renkotsu cedendo a quell’istinto che gli urlava di farlo a pezzi, di trovarlo, di mutilarlo. Non era quella la punizione che gli spettava. Al primo dei Sette piaceva far provare terrore alle proprie vittime. E non c’era niente di meglio che fingersi indifferenti. Sorridere prima di uccidere, arricciare le labbra in un ghigno insensato, beffardo, che sul suo viso in altre situazioni sarebbe sembrato solo una smorfia divertita, ma che diventava molto di più. Che spaventava più di un ringhio da belva feroce.
Aspettava. Jakotsu era morto, non aveva tutta questa fretta di concludere la propria missione per ritrovarsi per sempre solo, senza uno scopo, senza un compagno che malgrado fosse più debole di lui era qualcuno con cui condividere la vita, a cui appoggiarsi, se necessario. Renkotsu l’aveva privato di quell’unica persona che avrebbe potuto sorreggerlo. Seduto su un masso, la Banryu al suo fianco, attendeva semplicemente che il traditore arrivasse, perché sapeva sarebbe arrivato. Non solo grazie ai Saymiosho, che lo avvisavano dei suoi spostamenti. Anche senza gli insetti demoniaci, l’avrebbe avvertito per istinto. E difatti non gli servì il ronzio delle api di Naraku per capire che era uscito dal Monte Hakurei. Che era dietro di lui.
Che alla fine era arrivato, come aveva previsto.
Si voltò. Lo vide nella nebbia, inconfondibile. La sua figura alta ma non troppo sottile, il cannone sotto il braccio, lo zaino sulle spalle.
Renkotsu.
Il volto di Bankotsu rimase perfettamente impassibile. Una coltre gelida l’aveva offuscato, e stava senza troppo sforzo soffocando l’impulso di urlare contro a traditore.
Traditore.
Di urlare contro a colui che aveva ucciso Jakotsu.
Jakotsu.
Di scagliarsi contro di lui senza perdere nemmeno un istante, di ucciderlo prima di fargli comprendere i propri errori. E questa sarebbe stato sbagliato. Renkotsu doveva capire. Capire che era stupido. Capire che non avrebbe mai dovuto tradirlo.
- Guarda chi c’è. Continui a salvarti la pelle, eh, Renkotsu?
Il suo tono era affabile. La perfetta imitazione di come l’avrebbe salutato normalmente. Un’imitazione, nulla più. Bankotsu non era più un semplice capitano che salutava un suo soldato. Era un vendicatore, che sapeva però recitare la sua parte. Inuyasha non aveva ucciso Renkotsu. Quel tizio era particolarmente in gamba. I suoi compagni morivano per lui, debole ed incapace, senza che provasse a muovere un dito per difenderli o fermarli. Era successo così anche a Ginkotsu, no?
- Già…
Aveva il coraggio di rispondere. Lodevole, senza alcun dubbio. Aveva il coraggio di avvicinarsi a lui, di parlare, di ammettere di essere sopravvissuto sul sangue di Jakotsu.
Era precisamente alle sue spalle. Bankotsu non si sprecò nemmeno di lanciargli un’altra occhiata. Tenne lo sguardo fisso davanti a sé, il volto privo di espressione, gli occhi blu che non esprimevano nulla. Solo qualcosa di forse simile a noia. E sempre senza nemmeno voltare il capo, strinse nella mano sinistra il fermaglio di Jakotsu.
La parola rimbombò nella sua mente, improvvisamente urlata.
Vendetta.
Quanti traditori aveva incontrato nella sua vita. I primi erano stati bravi, erano riusciti ad ucciderlo. Renkotsu non sarebbe stato capace di fare altrettanto. Poco importava. La vendetta era arrivata per il signore e il generale. Era incombente per quello che aveva creduto fosse suo amico.
Il braccio destro di Bankotsu scattò.
Dritto verso la gola del traditore, che non riuscì nemmeno a muoversi. Sentì sotto le proprie dita il sangue caldo di Renkotsu, e il freddo cristallo dei frammenti di Sfera. Ne aveva due nel collo. Li strappò.
- Bene, e con questi ci sono quasi tutti e sette. Ah no, giusto, ne rimane ancora uno. Mi stavo quasi dimenticando del tuo.
Gli venne una voglia irrefrenabile di ridere, e non poté lasciarsi sfuggire un risolino mentre pronunciava quelle parole con un tono spaventosamente beffardo e calmo. Tutto sommato era tranquillo. Per ora. I frammenti avevano un valore del tutto secondario. Gli servivano a ben poco per potenziarsi, lui era già forte. Molto più forte. Li fissò appena per un istante. Qual era quello di Jakotsu? Avrebbe voluto saperlo, ma non gli era concesso. L’avrebbe messo vicino al proprio, potendo. Oh, ma ci avrebbe pensato più tardi. Rimaneva ancora quello di Renkotsu.
Aveva ancora una vendetta da compiere.
- Ma-maledetto…
“Cominci  a capire?” non poté evitare di pensare. Lui era il maledetto? Lui, che altro non aveva fatto che chiedere che i frammenti gli venissero consegnati? Se non ricordava male, era Renkotsu quello che aveva ucciso appositamente un compagno pur di impossessarsene. Mah, forse il traditore non aveva memoria lunga. Stava diventando troppo cinico, se ne rendeva conto e ne era felice. Perché il traditore doveva avere paura, prima di morire.
- Non è incredibile? Più uno è intelligente, più agisce da stupido. Per pensare alle tue strategie hai perso il momento giusto per attaccare.
Oh, quanto ci teneva a rinfacciarglielo. A dirgli come ogni suo atto fosse così dannatamente sciocco, come la sua genialità fosse in realtà soltanto un inutile pretesto per venire considerato migliore, perché chi era Bankotsu? Bankotsu era stupido, no? Non era che uno stupido ragazzino impulsivo, vero? Desideroso solo di uccidere, incapace di ragionare e provare sentimenti, non in grado di capire il pericolo che si celasse dietro Naraku. Chissà quante volte Renkotsu l’aveva pensato, e si era sentito superiore, l’unico vero degno di essere il capitano della Squadra dei Sette. Ma quanto sbagliava, quanto.
- Che intenzioni hai? Mi vuoi uccidere?
No, voleva solo fare quattro amabili chiacchiere. Quella non era altro che un’ulteriore dimostrazione della stupidità di quel mercenario. Cos’altro avrebbe dovuto fare?
Perdonare, forse?
Non era nel suo stile.
Sarebbe stato però arrogante passare avanti senza chiedere l’altissima opinione del genio dei Sette.
- Tu che dici? Non dovrei farlo forse? – disse con un vago sorriso, che si spense in poco più di un secondo mentre gli mostrava un piccolo oggetto così insignificante che forse Renkotsu, da schifoso ipocrita qual’era, non aveva mai notato. Gli era mai importato qualcosa, dei suoi compagni? Avrebbe riconosciuto fra milioni il fermaglio fra i capelli di Jakotsu, come lui? Aveva imparato ogni espressione di quel viso effeminato, dalla più infuriata alla più idiota?
- Tu però Jakotsu l’hai ucciso per avere il suo frammento, non è così?
Sputò quelle parole come veleno. Nominare il suo amico perduto gli faceva male. Dannatamente male. La furia cominciava a ritornare, celata dietro quello sguardo blu così tranquillo nell’osservare Renkotsu, che sembrò arrabbiarsi. Strano.
- Avresti fatto lo stesso anche tu, ammettilo!
Una vampata di rabbia invase il suo corpo. Avresti fatto lo stesso anche tu. Tremò impercettibilmente, serrò il pugno destro tentando di contenersi, mentre nei suoi occhi passava un lampo irato che il traditore non notò.
Lui non avrebbe MAI ucciso Jakotsu per una questione del genere!
LUI NON AVREBBE MAI UCCISO IL SUO MIGLIORE AMICO!
La voce dentro di lui urlava, gridava furibonda di fare a pezzi quell’uomo così rivoltante…
- Alla fine l’unica cosa che conta è la forza!
L’aveva ammesso. Era la forza ciò che gli importava. Non i propri compagni, non la libertà da Naraku, non l’essere giusto o meno. La forza. Non gli amici. La forza.
- E la forza dipende dal numero di frammenti che si possiedono!
Bankotsu rise. Rise beffandosi della rabbia insensata del’uomo che aveva davanti. Rise perché era così debole, colui che aveva di fronte. La forza non dipendeva dai frammenti. Poteva essere migliorata, ma poco. La forza era qualcosa di innato, qualcosa che Renkotsu, di suo, non possedeva. Uccidere un compagno inerme, sfruttando un nemico, non era forza, era vigliaccheria. Non aveva nemmeno affrontato Jakotsu, consapevole della propria inferiorità. Jakotsu era forte. Era.
- Beh, che cos’hai da ridere? Non ti sei forse impiantato frammenti in tutto il corpo per diventare più forte, e non ci hai forse ingannati tutti facendoteli consegnare?
Ma Bankotsu era già forte. In effetti, non aveva notato particolari differenze in base al numero di frammenti. E sarebbe stato bello ingannare tutti facendoseli consegnare, se tutti glieli avessero consegnati. Ma ricordava solo una persona che l’avesse fatto. E il ricordo era doloroso.
 
- Per quanto strano tu possa sembrarmi sei l’unico di cui mi fidi a questo mondo! E’ davvero così, credimi! – gridò, al colmo della contentezza.
- Dici sul serio? – domandò Jakotsu, felice.
Bankotsu annuì.
I due scoppiarono a ridere, mentre sentivano le catene della loro amicizia farsi più che mai strette…
 
Non vedeva che razza di inganno fosse chiedere la fedeltà dei suoi uomini. Spingere un compagno fra le braccia di un nemico, con la speranza che questo lo uccida per approfittarne, quello era un inganno. Forse Renkotsu aveva un concetto diverso della parola. Altra dimostrazione di stupidità.
- D’accordo, hai ragione. Proviamo allora.
Tanto valeva assecondarlo. Sarebbe stato divertente godersi i suoi sforzi disperati per rimanere in vita, combattere contro qualcuno di immensamente più debole. Non solo per la forza fisica, ma anche per il cuore. Cedere al desiderio di potere non era forza.
- Che stai dicendo?!
Parve stupito della scelta di Bankotsu. Non era poi così strano. Il primo dei Sette gli stava dando la possibilità di provare a difendersi. Jakotsu non aveva avuto quella possibilità.
Lanciò al traditore i frammenti che gli aveva strappato dalla gola, e lui fu lesto ad afferrarli.
- Tieni. Avanti, usali, non fare complimenti.
Sapeva essere gentile, se voleva. Renkotsu lo riteneva rozzo, stupido e ignorante, ma alla fine sapeva usarle, le buone maniere.
Vide gli occhi del traditore scattare verso la Banryu.
- Oh, no, sta’ tranquillo, non intendo servirmi di Banryu.
Un tale spreco non poteva essere tollerato. Bastava Bankotsu da solo senza la sua alabarda per eliminarlo, ne era più che certo. Se avesse usato Banryu, non ci sarebbe stato nessun divertimento, l’avrebbe ucciso troppo in fretta per godersi il suo terrore. Perché già Renkotsu gli pareva spaventato, anche mentre rimetteva al loro posto – pur non essendo quello il loro vero posto – le schegge di Sfera.
- Voglio uno scontro alla pari. Ti farò capire la differenza fra me e te.
Era una differenza enorme. Ma Renkotsu era troppo stupido per capirla. Eppure era così semplice.
- Allora, che aspetti? Fatti sotto, coraggio.
Forse era pretendere troppo, da un codardo simile. Aveva ucciso Jakotsu per avere la forza necessaria per battersi contro Bankotsu, e ora esitava. No, non avrebbe lasciato che quel sacrificio fosse così vano.
- Guarda che se non lo fai tu, lo farò io per te!
Così dicendo, scattò. Ne aveva abbastanza. Iniziava il combattimento, ma non aveva il benché minimo dubbio su come si sarebbe concluso.
Con un grido, Renkotsu sparò con il suo cannone. Esplosione potente, nulla da dire. Di certo sarebbe stata micidiale, se non fosse stata lenta, troppo lenta. Bankotsu fece in tempo ad atterrare a pochi metri dal traditore, prima che esplodesse.
Debole, Renkotsu era debole.
E pensare che Inuyasha si era fatto mettere in difficoltà da lui. Da uno che stava iniziando a tremare semplicemente vedendo Bankotsu davanti a sé. Il traditore era terrorizzato, lo si capiva dal suo sguardo, dalle sue esclamazioni, dal suo modo di muoversi, decisamente meno austero della sua solita camminata.
Non era affatto superiore solo perché più intelligente.
Uno, due, tre, quattro colpi di cannone, in rapida sequenza. Evitati senza nessuno sforzo.
- MUORI!
“Non sono io che devo morire” pensò il ragazzo con la treccia. “Non sono io che ti ho tradito, Renkotsu. Sei tu che hai ucciso Jakotsu”.
Bankotsu balzò direttamente davanti all’altro mercenario. Lo fronteggiò qualche istante. Non riusciva nemmeno più a muoversi.
Patetico. Insulso.
Il primo dei Sette appoggiò una mano sul cannone, abbassandolo.
- Allora, Renkotsu? È tutto qui?
Dovette ammettere di essere deluso. Sperava che almeno in minima parte Renkotsu si sarebbe fatto valere. Invece era soltanto uno stolto incapace. Il sangue ribollì nelle vene di Bankotsu. Se solo Inuyasha non avesse steso Jakotsu… il mercenario dagli occhi neri non sarebbe mai morto, o almeno non ucciso da uno come Renkotsu. Sarebbe bastato un colpo di Jakotsu-to per tagliarlo il due. Al massimo un paio. Un movimento deciso del polso, il serpeggiare della lama, il sangue che zampillava. Sarebbe andata così. Inuyasha avrebbe pagato.
Tornò a dedicare la propria attenzione al traditore, che cadde per terra tentando di indietreggiare. Che goffaggine. I movimenti di Jakotsu avevano sempre un che di aggraziato, sinuoso come il serpente di cui portava il nome. No, non c’era nessun confronto, nessuno.
“Proviamo a incoraggiarlo ancora un po’” si disse Bankotsu, quasi stupendosi della propria benevolenza. Forse Renkotsu era solo timido, quando si trattava di combattere apertamente.
Però non esitava ad uccidere qualcuno di inerme.
- Ma che ti prende adesso? Rimettiti in piedi. Se non ti decidi a muoverti, prenderò di nuovo io l’iniziativa.
Vide un lampo passare nei suoi occhi. Forse aveva capito. Forse aveva deciso di provare a combattere. Forse aveva solo più paura.
- DANNAZIONE!
Cominci a capire?” si domandò di nuovo il primo dei Sette, distraendosi qualche istante. Renkotsu balzò all’indietro, tirando fuori quel briciolo di agilità che possedeva. Quindi, prima che Bankotsu potesse seguirlo di nuovo, bevve dalla sua borraccia e sputò una fiammata dritta contro il suo capitano, che ne fu travolto.
Dopo un primo momento di sgomento, il ragazzo con la treccia rimase immobile, in mezzo al fuoco. Quando era semplicemente umano, il calore lo irritava notevolmente, pur non bruciandolo. Ma ora che era un non-morto, le fiamme non gli provocavano altro che solletico. Fastidioso a dir poco, ma non nocivo.
Lo sentì ridere.
- Non posso crederci, ce l’ho fatta!
Illuso, dannatamente illuso.
Non bastava un mangiafuoco a sconfiggere il primo dei Sette. In mezzo alle fiamme, Bankotsu guardò il fermaglio di Jakotsu nella sua mano destra per attimi che gli parvero quasi infiniti.
Jakotsu.
“Amico mio… conoscendoti, ti piace farti vendetta da solo, uccidere tu stesso le tue prede. Posso aiutarti, fratello”.
Gli occhi neri, le labbra rosse, i segni azzurri sotto agli occhi, i capelli castani, quel fermaglio. Quei dettagli invasero la sua mente, nitidi. Jakotsu sorrideva. Ma la luce nelle sue pupille si spense, il suo volto iniziò a disintegrarsi, a tornare polvere.
Era rimasto solo quel fermaglio di lui, del suo migliore amico.
Era l’unico modo per vendicarlo a dovere.
- Fai bene a non crederci.
 
- Oh, Jakotsu, fratello mio…
Di scatto, il ragazzino mise un braccio attorno alle spalle dell’amico, sentendosi invaso da una gioia incredibile.
- Tu sei veramente una brava persona! – disse poi, gioioso. Poi continuò sorridendo a trentadue denti, dandogli delle pacche sulla spalla:
- Per quanto strano tu possa sembrarmi sei l’unico di cui mi fidi a questo mondo! E’ davvero così, credimi! – gridò, al colmo della contentezza.
- Dici sul serio? – domandò Jakotsu, felice.
Bankotsu annuì.
I due scoppiarono a ridere, mentre sentivano le catene della loro amicizia farsi più che mai strette…
 
VENDETTA.
La spilla volò nell’aria, come una piccola freccia. Bankotsu la scagliò con rabbia, un gesto furioso che finalmente sfogava tutta la sua collera.
Centrò Renkotsu in pieno petto. Un frammento della Sfera si staccò dal corpo del traditore, per poi cadere per terra mentre questo si accasciava.
Il primo dei Sette uscì dalla fiamme. Era l’ora di ucciderlo.
Di ucciderlo per Jakotsu.
Arrivò davanti a lui. Si fermò. Gli occhi blu illuminati dalla luce del fuoco fissi e duri come gelidi zaffiri.
- Spiegami qual è la differenza fra noi!
Con un gemito di dolore, Renkotsu afferrò la spilla incastrata nel suo petto.
Un pensiero attraversò la mente di Bankotsu.
Tu non meriti di toccare quel fermaglio.
Avrebbe voluto urlarlo, se il traditore avesse smesso di parlare.
- Cos’è che ti rende tanto diverso, cosa cambia tra quel che faccio io e quel che fai tu, DIMMELO!
E Bankotsu decise che non l’avrebbe mai saputo.
Mai.
Non l’aveva capito, e sarebbe morto senza conoscere quella differenza.
Prima che il traditore potesse aggiungere altro, il braccio di Bankotsu scattò verso la sua gola, piantandoci le dita.
Lo guardò per quella che sapeva sarebbe stata l’ultima volta negli occhi.
 
- Andiamo, Bankotsu! – esclamò Renkotsu, esasperato – Vallo a chiamare! Perché gli hai salvato la vita, se poi l’hai cacciato?
- Lasciami in pace! Ho deciso, e ora basta! Non ci ripenserò! – urlò Bankotsu – L’ho salvato perché non lo voglio morto, non lo posso semplicemente più vedere!
Stavano tornando al palazzo. Jakotsu se n’era appena andato e loro andavano a riscuotere il compenso. Bankotsu e Renkotsu stavano litigando. Il mercenario calvo cercava disperatamente di convincere il ragazzino a cambiare idea, ma non c’era nulla da fare.
- Ti ha fatto male guardarlo andare via, ammettilo! – gridò Renkotsu.
- Smettila! Se non vuoi accettare la situazione, vattene pure tu!
 
Bankotsu sentì di perdere il contatto con Renkotsu.
- NO! – gridò, guardando gli uomini che lo portavano via.
Si fece largo, con la forza della disperazione, e riuscì ad uccidere il boia. Troppo tardi, però. L’ascia era già stata calata. Ed ora rimanevano solamente in due.
 
No. Renkotsu non era più un suo compagno.
Renkotsu non era più un suo amico.
Renkotsu aveva ucciso Jakotsu.
Con un gesto deciso, tolse i frammenti dalla gola del traditore.
Il volto di Renkotsu iniziò a disintegrarsi come aveva fatto quello di Jakotsu nella sua mente. E mentre lo guardava tornare ad essere uno scheletro, ricadere sulle proprie ginocchia facendo scricchiolare le grigie ossa per poi accasciarsi, decise di svelargli la verità. Era così semplice. Chissà se l’avrebbe sentita, nell’oltretomba.
- Cambia tutto, Renkotsu. Perché io non tradisco mai i miei compagni.
Era tutto finito. Il traditore era morto, Jakotsu era stato vendicato. Perfino le fiamme si diradarono, per tornare a lasciare il posto alla nebbia surreale del monte Hakurei.
Respirò.
Era tutto finito.
- Che tristezza. Alla fine, di tutti sono rimasto soltanto io.
Era solo. Il vuoto cominciò ad allargarsi dentro di lui, facendogli in parte comprendere di aver appena eliminato l’ultima persona cara che aveva al mondo. In parte, solo in parte. Perché avrebbe voluto avere Jakotsu al proprio fianco, non Renkotsu, sentirlo di nuovo ridere e arrabbiarsi quando gli diceva che era un bel ragazzo. Combattere insieme a lui contro i nemici, guardarlo ingelosirsi e fulminare con lo sguardo le ragazze che provavano a toccarlo, litigare e poi sorridergli e mettergli un braccio attorno alle spalle, bloccando intanto la sua mano che voleva tastargli il fondoschiena.
Semplicemente, voleva il suo migliore amico con sé. Non era possibile.
Il ronzio di un Saymiosho lo riscosse.
- Sì, sì, lo so, devo comunque finire il lavoro.
Non era altro che un mercenario, in fondo. Non giurava fedeltà a nessuno, e soltanto una persona aveva giurato vera fedeltà verso di lui. E anche per questo Jakotsu era stato speciale.
Tese una mano, e l’insetto di Naraku vi depositò il frammento di Renkotsu caduto per terra. Lo infilò insieme agli altri due nel proprio braccio sinistro. Quantomeno sapeva che uno di essi era quello di Jakotsu, e che era lì. Prese la Banryu e se la caricò in spalla.
I volti dei suoi compagni riaffiorarono nella sua mente. Gli… gli sarebbe mancati. Di nuovo sentì la solitudine crescere dentro di sé. Gli era sempre importato poco di Mukotsu e Kyokotsu. Ginkotsu era stato più che altro legato a Renkotsu. Suikotsu era stato un compagno tutto sommato leale, pronto ad aiutarlo. Ma erano gli ultimi due quelli che veramente avevano trovato posto nel suo cuore. Uno l’aveva distrutto, tradendolo. Proprio Renkotsu doveva scegliere di voltargli le spalle, tra tutti. Certo, il peggio sarebbe stato Jakotsu, ma il suo migliore amico mai avrebbe fatto qualcosa di simile, l’aveva sempre saputo, perfino quando avevano passato la prima notte insieme. Bankotsu si era addormentato con fatica, temendo qualche brutto scherzo da parte di quel pazzo che aveva deciso di seguirlo, ma al suo risveglio l’altro era tranquillamente disteso al suo fianco. Piuttosto vicino sì, ma senza aver fatto nulla.
Tutta quella realtà non esisteva più.
Si voltò a guardare il monte Hakurei e i fulmini che lo circondavano.
Mancava solo Inuyasha, e poi Jakotsu sarebbe stato del tutto vendicato.
- Sia questa l’ultima battaglia della Squadra dei Sette!
 
To Be Continued…
 

L’ho… finito… *.*
Non ci posso credere, l’ho davvero scritto tutto! *.*
Allora, prima che mi metta a sclerare, scrivo le note ^^ intanto, scrivere questo capitolo dopo essermi dedicata a tutte quelle Bankotsu x Jakotsu (a proposito, ho mollato i pronti) è stata una tortura xD pensate soltanto che volevo far pentire Bankotsu di aver rifiutato il bacio di Jakotsu xD scrivere “Amico mio” mi è costato uno sforzo estremo xD dico sul serio, mi sono troppo abituata a scrivere “amore” e “tesoro”… xD poooi… sigh, Renkotsu T.T io che me ne sto innamorando lo faccio crepare T.T nelle mie prossime ff sarà molto migliore! *.* qui però è stato davvero un bastardo. Poi… flashback 2, la vendetta xD siccome non erano stati del tutto odiati nello scorso capitolo, ho deciso di riproporli, un po’ qui e un po’ lì. Ah, e per chi non lo sapesse, Jakotsu significa “Osso di serpente”. Potrei tradurvi tutti i nomi dei Sette, ma al momento non è importante ^^ D’accordo, mi pare non ci sia altro…
 
RINGRAZIAMENTI
 
Innanzitutto, grazie a eien91yurei, My Pride, Hana Angel, Ivanoe e Alys93 per aver recensito “Unico”, e all’ultima per averla messa nelle preferite ^^
Poi… voglio farmi perdonare e quindi ringraziamenti generali! *.*
 
GRAZIE A:
ANNA_ROXY_3, Blind_Death_89, Blu Notte, Hana Angel, Harte, harua_96, Lily_chan98 e VaniaMajor che hanno messo la ff nelle preferite!
Eien91yurei e Lily_chan98 per le ricordate!
Alys93, DivinaKagome, Hana Angel, legy925, Miss Adler, Piccola_Lady, RikaRed, sesshoyue e VaniaMajor per le seguite!
 
Quindi, grazie SPECIALISSIMO a:
 
ale_chan19, Alys93, ANNA_ROXY_3, Deliranza, eien91yurei, Ellis_chan, fmr18_onepiece, Ginny2301, Hana Angel, Harte, iron_misi, Ivanoe, Katy93, Lorenz_123, mokomoko, mokomoko_sama, My Pride, Piccola_Lady, Sanguccia, Sosy_chan, Vale_Veronicas e ZoeyeJames
 
per avermi messa tra gli autori preferiti! *.*
 
Infine, grazie mille a eien91yurei, Alys93, Harte, DivinaKagome, Blu Notte, Lorenz_123, ANNA_ROXY_3, Lily_chan98, RikaRed, harua_96, VaniaMajor, Hana Angel e Matiux per le recensioni allo scorso capitolo!
 
Allora. Nel prossimo cappy… sigh, probabile morte di Bankotsu T.T sì, decisamente. Non so di preciso come mi muoverò, devo rifletterci un pochettino.
Infine, mie care… mi avete stressato l’anima per un bel pezzo, chiedendomi aggiornamenti… ora non deludetemi, se non ho deluso voi ;-) spero che vi sia piaciuto il capitolo, e che vogliate lasciare un commentino! *.*
Visbs88
   
 
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