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Autore: Lizzie_Siddal    04/04/2011    4 recensioni
[Katherine/Elena]
"Preparami i vestiti”
"Non sono la tua schiava”
"Muoviti. O hai dimenticato che oggi dobbiamo essere identiche, mocciosa?”
"...”
"Per la cronaca, nemmeno io muoio dalla voglia di indossare di nuovo qualcosa di tuo, credimi”
Katherine riemerge dal bagno in una nube di vapore, con un asciugamano in vita, mentre Elena incrocia le braccia al petto e mette il broncio, facendole strada verso la propria camera al passo di un condannato al patibolo.
Si è imposta di pazientare e stare calma, quel giorno, ma dover scendere a patti con Katherine, oltre ad essere potenzialmente pericoloso, è sempre qualcosa di profondamente, odiosamente disarmante.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Elena Gilbert, Katherine Pierce | Coppie: Elena/Katherine
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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TVD in your shoes

Titolo: In (y)our shoes
Fandom: The Vampire Diaries
Personaggi/Pairing(s): Katherine/Elena; implied Katherine/Stefan/Elena
Rating: verde
Avvertimenti: femslash, oneshot, what if?, fanservice a palate, UST (unresolved sexual tensionah, erano secoli che volevo usare questo warning XD)
Timeline: post 2x16, ergo post pseudo-alleanza con Katherine, yay.
Genere: Commedia, Generale
Note iniziali: questa storia vince il premio per il titolo più idiota di sempre *si applaude da sola* Ma ora che ci penso, il premio idiozia può estendersi anche a tutto il resto *mumble*


In (y)our shoes




A Sekunden,
la nostra Isobel,
nonchè accanita shipper Kelena ♥


"Preparami i vestiti”
"Non sono la tua schiava”
"Muoviti. O hai dimenticato che oggi dobbiamo essere identiche, mocciosa?
"...”
"Per la cronaca, nemmeno io muoio dalla voglia di indossare di nuovo qualcosa di tuo, credimi”
Katherine riemerge dal bagno in una nube di vapore, con un asciugamano in vita, mentre Elena incrocia le braccia al petto e mette il broncio, facendole strada verso la propria camera al passo di un condannato al patibolo.
Si è imposta di pazientare e stare calma, quel giorno, ma dover scendere a patti con Katherine, oltre ad essere potenzialmente pericoloso, è sempre qualcosa di profondamente, odiosamente disarmante.
Non ci si abituerà mai.
In automatico le viene da battibeccare e pestare i piedi come una bambina che fa i capricci, senza capire bene perché.
No, d'accordo.
Il motivo lo sa, e non si tratta solo del fatto che, nella migliore delle ipotesi, i vestiti le verranno restituiti macchiati di sangue o strappati.
È la possibilità che Katherine possa diventare ancor più simile a lei, che il suo profumo si mescoli a quello caldo e confortante di famiglia, di casa e panni puliti, che l'intimità e l'intesa fra loro possano definirsi anche solo in quei pochi, piccoli momenti in cui sono costrette a collaborare per cause di forza maggiore.
"Tieni questi” sbuffa alla fine Elena, dopo una rapida selezione nel proprio armadio.
Lascia sul letto dei vecchi jeans e un golfino blu, e poggia a terra un paio di Converse nere consunte: un abbigliamento semplice, identico a quello che porta ora, ma che di sicuro a Katherine starà meglio che a lei – Katherine starebbe meglio di lei perfino con un sacco dell'immondizia addosso, ecco la verità.
"In quanto a pessimo gusto non ti smentisci mai, eh?” commenta acida la vampira, storcendo il naso, come era prevedibile.
Solleva il golfino tra l'indice e il pollice, squadrandolo disgustata come se fosse un qualcosa di infetto, ed Elena alza gli occhi al cielo.
"Katherine...”
"Fortuna che almeno la biancheria intima me la risparmio”
"Quella non te l'avrei prestata neanche morta”
Con un ghigno, Katherine scuote la testa e, senza preavviso, scioglie il telo dai fianchi, rimanendo completamente nuda.
Elena deglutisce piano.
È la prima volta che vede Katherine così - così, e basta – e, con un certo stupore, si accorge di provare un'invidia vaga e un po' morbosa.
Lei sa portare con eleganza ogni indumento proprio perchè, perfino da svestita, è avvolta da sicurezza e sensualità come da una seconda pelle.
Elena, che non ha mai visto nessuno - men che mai se stessa - indossare la nudità con tanta naturalezza, vorrebbe quasi intimare a Katherine di smetterla di muoversi nel suo corpo in quel modo indecentemente perfetto.
È a dir poco frustrante.
Un attimo dopo, a colpirla è un altro pensiero stupido, infantile e banale.
Stefan deve averlo notato subito quanto siano diverse, loro due, quanto Katherine sia -
Più bella pur essendo identica a me, più affascinante, più donna, più... tutto.
La ragazza si perde nei movimenti fluidi e misurati con cui Katherine si china e piega le gambe per sollevarsi le mutandine, sulla curva dei fianchi e in quella della schiena che si inarca leggermente mentre le dita agganciano il reggiseno di pizzo nero, nei capelli ancora umidi che sfiorano le spalle e che lei si sistema osservandosi allo specchio.
Sbatte le ciglia e si riscuote all'improvviso quando incrocia lo sguardo sulla superficie riflettente – uguale al suo in ogni dettaglio, eppure diverso - perchè Elena non riuscirebbe mai, nemmeno volendo, ad esibire un'espressione così piena di malizia.
"Qualcosa non va?” domanda Katherine, le parole che traboccano di affettazione e falsa innocenza.
"No” replica stancamente Elena, porgendole i jeans.
La sua doppelganger si volta, con un sorriso quasi troppo ampio per essere vero.
"Ti imbarazza vedere il mio – il tuo – corpo, Elena?” insiste, deliziata.
Ignora il suo braccio teso e si avvicina, mordicchiandosi il labbro inferiore – una ragazzina che ha trovato un nuovo divertimento e non vuole lasciarselo sfuggire.
"O ti disturba il pensiero che Stefan abbia toccato, posseduto, me prima di te?” chiede ancora, in un sussurro roco, mentre Elena indietreggia di un passo.
Sì, non può negarlo.
Anche se, a dire il vero, la infastidisce di più il pensiero che Katherine riesca indovinare così tanto, di lei, come se loro due fossero – o potessero diventare - la stessa persona solo condividendo la stessa aria, lo stesso spazio vitale e lo stesso amore.
È una sensazione indefinita, incoerente - un brivido inquieto che la sorprende nei momenti più inaspettati e inopportuni, quando Katherine le è vicina, le parla, la guarda, la sfiora - e che lei non riesce a contrastare.
Ma piuttosto che farle intuire tutto ciò, o anche solo suggerirlo, Elena si consegnerebbe a Klaus per il sacrificio seduta stante.
"Vestiti ed esci dalla mia camera, Katherine” ordina, alzando il viso con fierezza, imponendosi fermamente di non arrossire e mantenere fermo il tono di voce.
Inutile – le occhiate penetranti di Katherine e la sua semplice vicinanza hanno già mandato a farsi benedire quel nobile proposito una buona manciata di secondi fa.
La sua copia si avvicina di qualche centimetro in più, socchiudendo gli occhi, ed Elena si irrigidisce d'istinto, aspettandosi uno scatto d'ira, un morso, magari – o qualcos altro - , che però non arriva.
Katherine si stringe nelle spalle, tranquilla, e fa come Elena le ha chiesto, lasciandola finalmente libera di tornare a respirare regolarmente.
"Qualunque sia il motivo, Elena... Guardami pure quanto vuoi, ma non consumarmi troppo” è la sua ultima, ammiccante provocazione.
Furiosa, Elena si fionda fuori dalla stanza sbattendo la porta, seguita dalla risata cristallina di Katherine.


*




Note finali: Come avevo anticipato, è puro fanservice. Ma è stato terribilmente divertente, scriverla :3 Bye!


   
 
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