Titolo:
In
(y)our shoes
Fandom:
The Vampire
Diaries
Personaggi/Pairing(s):
Katherine/Elena; implied
Katherine/Stefan/Elena
Rating:
verde
Avvertimenti:
femslash, oneshot, what if?, fanservice a palate, UST
(unresolved
sexual tension – ah,
erano secoli che volevo usare questo warning XD)
Timeline:
post
2x16, ergo post pseudo-alleanza
con Katherine, yay.
Genere:
Commedia, Generale
Note
iniziali: questa storia vince il
premio per il titolo più
idiota
di sempre *si applaude da sola* Ma ora che ci penso, il premio
idiozia può estendersi anche a tutto il resto *mumble*
In (y)our shoes
A
Sekunden,
la nostra Isobel,
nonchè accanita shipper Kelena ♥
"Preparami
i vestiti”
"Non sono la tua schiava”
"Muoviti. O
hai dimenticato che oggi dobbiamo essere identiche,
mocciosa?”
"...”
"Per
la cronaca, nemmeno io muoio dalla voglia di indossare di
nuovo
qualcosa di tuo, credimi”
Katherine riemerge dal bagno in una
nube di vapore, con un asciugamano in vita, mentre Elena incrocia le
braccia al petto e mette il broncio, facendole strada verso la
propria camera al passo di un condannato al patibolo.
Si è
imposta di pazientare e stare calma, quel giorno, ma dover scendere a
patti con Katherine, oltre ad essere potenzialmente pericoloso,
è
sempre qualcosa di profondamente, odiosamente disarmante.
Non ci
si abituerà mai.
In automatico le viene da battibeccare e pestare
i piedi come una bambina che fa i capricci, senza capire bene
perché.
No, d'accordo.
Il motivo lo sa, e non si tratta solo
del fatto che, nella migliore delle ipotesi, i vestiti le verranno
restituiti macchiati di sangue o strappati.
È la possibilità che
Katherine possa diventare ancor più simile a lei, che il suo
profumo
si mescoli a quello caldo e confortante di famiglia, di casa e panni
puliti, che l'intimità e l'intesa fra loro possano definirsi
anche
solo in quei pochi, piccoli momenti in cui sono costrette a
collaborare per cause di forza maggiore.
"Tieni questi”
sbuffa alla fine Elena, dopo una rapida selezione nel proprio
armadio.
Lascia sul letto dei vecchi jeans e un golfino blu, e
poggia a terra un paio di Converse nere consunte: un abbigliamento
semplice, identico a quello che porta ora, ma che di
sicuro a
Katherine starà meglio che a lei – Katherine
starebbe
meglio di
lei perfino con un sacco dell'immondizia addosso, ecco la
verità.
"In
quanto a pessimo gusto non ti smentisci mai, eh?” commenta
acida
la
vampira, storcendo il naso, come era prevedibile.
Solleva il
golfino tra l'indice e il pollice, squadrandolo disgustata come se
fosse un qualcosa di infetto, ed Elena alza gli occhi al
cielo.
"Katherine...”
"Fortuna che almeno la
biancheria intima me la risparmio”
"Quella non te l'avrei
prestata neanche morta”
Con un ghigno, Katherine scuote la testa
e, senza preavviso, scioglie il telo dai fianchi, rimanendo
completamente nuda.
Elena deglutisce piano.
È la prima volta
che vede Katherine così - così,
e basta
– e, con un
certo stupore, si accorge di provare un'invidia vaga e un po'
morbosa.
Lei sa portare con eleganza ogni indumento proprio
perchè, perfino da svestita, è avvolta da
sicurezza e
sensualità
come da una seconda pelle.
Elena, che non ha mai visto nessuno -
men che mai se stessa - indossare la nudità con tanta
naturalezza,
vorrebbe quasi intimare a Katherine di smetterla
di muoversi
nel suo
corpo in quel modo indecentemente perfetto.
È a
dir poco frustrante.
Un attimo dopo, a colpirla è un altro
pensiero stupido, infantile e banale.
Stefan deve averlo notato
subito quanto siano diverse, loro due, quanto Katherine sia -
Più
bella pur essendo identica a me, più affascinante,
più
donna,
più... tutto.
La ragazza si perde nei movimenti fluidi e
misurati con cui Katherine si china e piega le gambe per sollevarsi
le mutandine, sulla curva dei fianchi e in quella della schiena che
si inarca leggermente mentre le dita agganciano il reggiseno di pizzo
nero, nei capelli ancora umidi che sfiorano le spalle e che lei si
sistema osservandosi allo specchio.
Sbatte le ciglia e si riscuote
all'improvviso quando incrocia lo sguardo sulla superficie
riflettente – uguale al suo in ogni
dettaglio, eppure diverso - perchè Elena non riuscirebbe
mai,
nemmeno volendo, ad esibire un'espressione così piena di
malizia.
"Qualcosa non va?” domanda Katherine, le
parole che traboccano di affettazione e falsa innocenza.
"No”
replica stancamente Elena, porgendole i jeans.
La sua doppelganger
si volta, con un sorriso quasi troppo ampio per essere vero.
"Ti
imbarazza vedere il mio – il tuo
– corpo,
Elena?”
insiste, deliziata.
Ignora il suo braccio teso e si avvicina,
mordicchiandosi il labbro inferiore – una ragazzina che ha
trovato
un nuovo divertimento e non vuole lasciarselo sfuggire.
"O ti
disturba il pensiero che Stefan abbia toccato, posseduto,
me
prima
di te?” chiede
ancora, in un sussurro roco, mentre Elena indietreggia di un
passo.
Sì, non può negarlo.
Anche se, a dire il vero, la
infastidisce di più il pensiero che Katherine riesca
indovinare
così
tanto, di lei, come se loro due fossero – o potessero
diventare -
la stessa persona solo condividendo la stessa aria, lo stesso spazio
vitale e lo stesso amore.
È una sensazione indefinita, incoerente
- un brivido inquieto che la sorprende nei momenti più
inaspettati e
inopportuni, quando Katherine le è vicina, le parla, la
guarda,
la
sfiora - e che lei non riesce a contrastare.
Ma piuttosto che
farle intuire tutto ciò, o anche solo suggerirlo, Elena si
consegnerebbe a Klaus per il sacrificio seduta stante.
"Vestiti
ed esci dalla mia camera, Katherine” ordina, alzando il viso
con
fierezza, imponendosi fermamente di non arrossire e mantenere fermo
il tono di voce.
Inutile – le occhiate penetranti di Katherine e
la sua semplice vicinanza hanno già mandato a farsi benedire
quel
nobile proposito una buona manciata di secondi fa.
La sua copia si
avvicina di qualche centimetro in più, socchiudendo gli
occhi,
ed
Elena si irrigidisce d'istinto, aspettandosi uno scatto d'ira, un
morso, magari – o qualcos altro - , che però non
arriva.
Katherine
si stringe nelle spalle, tranquilla, e fa come Elena le ha chiesto,
lasciandola finalmente libera di tornare a respirare
regolarmente.
"Qualunque sia il motivo, Elena... Guardami
pure quanto vuoi, ma non consumarmi troppo” è la
sua
ultima,
ammiccante provocazione.
Furiosa, Elena si fionda fuori dalla
stanza sbattendo la porta, seguita dalla risata cristallina di
Katherine.
*
Note finali: Come avevo anticipato, è puro fanservice. Ma è stato terribilmente divertente, scriverla :3 Bye!