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Autore: pizzigri    05/04/2011    6 recensioni
By Pizzigri
Disclaimer: Urusei Yatsura and all characters (C) Rumiko Takahashi, Shogakukan/Kitty.
Qualcosa di più vicino allo spirito di UY, almeno inizialmente. I personaggi cercherò di descriverli più IC possibile, nonostante la storia concettualmente non lo permetta più di tanto!
Questa volta voglio provare a descrivere una situazione già esplorata tanto nell’Anime che nel fumetto, oltre sicuramente in altre FF; parlo dell'episodio dei famosi scaldaorecchie. Pongo questa storia in un AU rispetto a quelle che ho già scritto (in inglese) e potremmo pensare a questa come ad una possibile continuazione di UY, essendo ambientata due mesi dopo The Second Tag Race.
La storia sarà leggermente più piccante rispetto a quanto ho scritto finora… e mi scuso per l’ingenuità del mio italiano, pessimo per cominciare, e peggiorato dal fatto che questa storia è tradotta (male) dal sottoscritto dal mio originale in Inglese, lingua che per vari motivi riesco ad usare meglio per scrivere.
Aggiornamento. La presente fanfiction NON è abbandonata. Ma trovo che l'interesse mostrato fino ad oggi non è sufficiente per per giustificare l'impegno profuso nella traduzione. Pertanto, chi vuole... sapere come va a finire, è pregato di leggere, in INGLESE, la fanfiction con lo stesso nome (ed autore, ovviamente) su fanfiction.net. Se invece qualcuno vuole aiutare a tradurre per continuare la pubblicazione su EFP, sono a disposizione. Saluti!
Commentate! Per favore! Grazie…
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Atarù Moroboshi, Benten, Lamù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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The great switch
Rel 1.1
By Pizzigri
Disclaimer: Urusei Yatsura and all characters (C) Rumiko Takahashi, Shogakukan/Kitty.
 
Aggiornamento. La presente fanfiction NON è abbandonata. Ma trovo che l'interesse mostrato fino ad oggi non è sufficiente per per giustificare l'impegno profuso nella traduzione. Pertanto, chi vuole... sapere come va a finire, è pregato di leggere, in INGLESE, la fanfiction con lo stesso nome (ed autore, ovviamente) su fanfiction.net. Se invece qualcuno vuole aiutare a tradurre, sono a disposizione. Saluti!
COMMENTATE, COMMENTATE, COMMENTATE, e ancora COMMENTATE! Anche se non vi piace… anche se non vi va! Pensate alla fatica che faccio a scrivere in inglese e poi tradurre in italiano tutta sta roba!
 
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Capitolo 3 – Che il Caos sfidi l’Entropia!
 
 
Lamù è preoccupata. Dopo il bagno, si è vestita di nuovo con abiti puliti ed ha pazientemente aspettato nella stanza di Tesoruccio. È quasi ora di cena; il sole è calato, Ataru è ormai scomparso e Ten ancora non torna.
La sua mente è costantemente distratta da pensieri a sfondo… sessuale, e Lamù non può fare a meno di concludere che, effettivamente, ha ereditato questa cosa da Tesoruccio. Che enorme seccatura.
Il campanello dell’ingresso suona insistentemente.
“Madre, vado io!”
Lamù corre giù per le scale ad aprire la porta, con una luce di speranza che le fa scintillare gli occhi.
“Ah, ciao Megane. Ma entra, non stare sulla porta.”
Megane è sorpreso. Anche Ataru si comporta in maniera del tutto anomala! Lo ha accolto con… gentilezza? Non è che una ulteriore conferma di quanto già sospettava! Ataru è colpevole, e qualcosa di rivoltante è ormai accaduto a Lamù!
“Ciao Ataru. No, ti ringrazio, sono passato solo per scambiare quattro chiacchiere… puoi uscire un momento?”
“Certo.”
Lamù non sospetta minimamente di Megane. Si infila le scarpe ed esce nel giardino.
Appena si chiude la porta alle spalle, gli amici di Megane in attesa ai lati dell’ingresso le saltano addosso e la bloccano faccia a terra, mentre Chibi le infila un sacco di iuta sulla testa!
Lamù strilla e cerca di fuggire, ma Kakugari la blocca torcendole ferocemente il braccio dietro la schiena.
“Signori, portiamo questo rifiuto umano nella stanza delle torture!”
Lamù, completamente impacchettata e legata dalla testa ai piedi è incerimoniosamente scaraventata sul pianale posteriore di una Kubelwagen Tipo 82, ovviamente presa in prestito da Mendo.
Con un fazzoletto che le stringe la bocca e le impedisce di gridare, Lamù è confusa e terrorizzata, mentre Megane e gli altri la portano velocemente verso la torre dell’orologio del liceo Tomobiki.

Pochi minuti dopo, la buttano sul duro e polveroso pavimento della piccola cella e le tolgono il cappuccio e il fazzoletto dalla bocca.
Lamù riesce a strisciare verso un angolo della stanza e a poggiarsi seduta con la schiena al muro.
“Megane! Cosa diavolo stai facendo! Lasciami andare immediatamente!”
“Moroboshi… confessa! Hai commesso qualche immondo crimine nei confronti della nostra adorata Lamù. Sei colpevole!”
“Ma… come…”
La frase le muore in gola. Lamù si rende immediatamente conto che Megane non ha la più pallida idea dello scambio, e che con ogni probabilità ha semplicemente preso nota del loro comportamento bizzarro e chissà cosa può aver immaginato! Ma ormai si è tradita…
“Ah-HA! Allora é vero! Confessa, bastardo! Cosa le hai fatto!”
“Megane, è tutto un malinteso! Non ho fatto nulla a Lamù, ti assicuro! Piuttosto, lasciami andare, altrimenti…”
“Si? Altrimenti… che? Ataru! Sono assolutamente certo che hai compiuto qualcosa di totalmente ributtante nei confronti di Lamù. Io… so, perché ho personalmente assaggiato la sua ira, collera e disprezzo! A questo punto, l’unico atto che potrebbe giustificare il suo comportamento é… un abuso sessuale! Confessa! L’hai VIOLENTATA!”
Lamù scuote energicamente la testa.
Si… Magari l’avesse fatto, Tesoruccio!
“Non penserai certo che userei violenza su Lamù, vero? Voglio dire, parliamo di Lamù! Avrei potuto portarmela a letto ogni singola notte da ché è arrivata qui, Megane! E ne sarebbe stata contenta! Lamù mi è sempre addosso, è sempre alle mie costole, soffocandomi, tentando di dominarmi… violentare Lamù, IO? Ma dai!”
Lamù si meraviglia delle sue stesse parole. Ha iniziato cercando di imitare Tesoruccio… ma l’ultima frase, quella è uscita spontaneamente!
Possibile che…
Megane pondera le sue parole per un momento. Poi però il suo sguardo cade sulla mano di “Ataru”. Nota finalmente l’anello.
Senza alcun preavviso, Megane le sferra un poderoso calcio alla faccia.
Lamù cade all’indietro, battendo la testa, completamente scioccata da quanto Megane le ha appena fatto. Scivola a terra. Il suo sguardo stupefatto fissa per alcuni istanti il soffitto buio, mentre la sua mente cerca di razionalizzare quanto sta succedendo intorno a lei; improvvisamente, il gruppo di ragazzi comincia a picchiarla furiosamente, con calci e pugni.
Colpi alle gambe. Alle costole, con scarponi da lavoro. Allo stomaco! Alla testa! Paura! Dolore!
Il pestaggio continua per alcuni minuti. Lamù si raggomitola inerme sul pavimento.
“Bene, Signori, basta così.”
Lamù è terrorizzata. Non si è mai sentita così vulnerabile, così… indifesa.
Ha così paura che non ha nemmeno notato la quantità di dolore fisico.
Per essere più precisi, l’assenza di dolore.
I colpi, portati su punti anche vitali. Non hanno fatto neanche male!
Il suo corpo ha registrato il dolore che avrebbe sentito il corpo di un pugile professionista colpito da un gruppetto di bambini delle elementari. E’ ovvio che il corpo di Ataru è in grado di resistere facilmente a violenze e atrocità che causerebbero anche la cessazione delle funzioni vitali di un uomo medio.
Ma Lamù non se ne accorge. La pressione psicologica è tremenda. Percepisce l’impatto dei colpi e la sua mente semplicemente le suggerisce che deve esserci dolore! La suggestione è terribile, sente la propria testa che le scoppia. C’è, però, una parte della sua mente che è ancora razionale. E riesce a comprendere che, sebbene il corpo è in grado di sopportare senza conseguenze queste sevizie, la propria psiche non lo é.
“Per quanto mi costi doverlo ammettere, Ataru, probabilmente hai ragione. Cionondimeno, so che hai causato un dispiacere egualmente grande alla nostra adorata Lamù. La punizione non può essere che la medesima.”
“Megane! M-mi stai facendo paura! Io non ho fatto nulla a Lamù! Come avrei potuto, fino a poche ore fa è stata su Nettuno, in compagnia di Sua Altezza la Principessa Oyuki, questo lo so per certo!”
“Ma Ataru, se anche ciò fosse vero, tu devi essere punito. Ho notato che porti un anello sul tuo anulare sinistro. Il pegno di un qualche patto scellerato con un’altra donna, senza dubbio. Posso solo assumere che la nostra adorata Lamù fosse adirata, quando l’abbiamo incontrata oggi al parco, per questo motivo. Accetti di confessare il tuo peccato?”
“Lamù! Ma é stata Lamù a darmelo! Lui… Lei porta un anello identico, all’anulare, ma non te ne sei accorto?”
Megane sferra un altro fortissimo calcio alla sua faccia. Lo scarpone da lavoro rinforzato colpisce violentemente Lamù sulla guancia e sul naso! Stelle dappertutto. La sua testa è spinta all’indietro, colpendo violentemente prima il muro e poi, a faccia avanti, il pavimento.
Lamú sente un forte odore di bruciato, e cercando di tirarsi su tremando visibilmente, si accorge di grosse gocce nere che appaiono sul pavimento. È sangue. Gli occhi le bruciano, un velo cala offuscando la sua vista e il sangue si mischia alle lacrime.
“Tu… tu… la pagherai, Megane! A-aspetta che dico a Lamù cosa mi hai fatto! S-sará così arrabbiata… te la fará pagare, vedrai!” La sua voce è singhiozzante, impaurita.
Ad un tratto, Megane si accorge del sangue sul pavimento.
Un’espressione di genuina sorpresa gli si dipinge in volto.
Sangue? Impossibile! Ataru è praticamente invulnerabile e pressoché immortale! Dei del Cielo, ma cosa sta succedendo?
“Ha, ha! Ataru, affronterei mille volte la collera della nostra adorata Lamù, se fosse per il suo bene! Ma, Signori, sono del parere che per oggi, abbiamo finito. Ataru, non so cosa ti ha preso, ma oggi ti sei comportato come una femminuccia. Mi fai pietà! Chiudiamola qui! Signori, andiamo.”
Il tono arrogante di Megane riesce a stento a nascondere il suo turbamento.
Ho… ho forse passato il segno, oggi?

Il gruppo di ragazzi esce in fila indiana dalla stanza, lasciando solamente Perma in compagnia di Ataru, inginocchiato a fianco del compagno di scuola.
“Ataru, ma stai bene? Hai perso sangue solo per due miseri, piccoli calci in volto, ma dai, puoi sopportare cinque volte un pestaggio come questo senza nemmeno un livido e pure ridendoci in faccia! Lo facciamo ogni settimana! Megane non poteva perderci la faccia, ma anche lui se n’è accorto e si è preoccupato. Hai bisogno di aiuto?”
Perma scioglie i nodi che legano Lamù.
Lamù si gira e fissa Perma negli occhi. Le lacrime continuano a rigarle il volto.
Tesoruccio… pestato ogni settimana? Sopporta queste sevizie… tutte le volte, con un sorriso? Per le Sacre Paludi!
Soffocata dalle lacrime e dal pianto, non riesce a rispondere.
“Ataru! Riprenditi! Ma che diavolo fai, non sei un moccioso piagnucolante!”
Poi, abbassando la voce.
“Cazzo, Ataru, non piangere, mi fai venire i brividi! Co… cosa ti è successo, amico? Non ti ho mai visto così. Miseria… ma non sarà che… Lamù ti ha forse piantato? Se n’é andata, con un altro?”
Lamù cerca di controllarsi. Respira lentamente, soffocando i singhiozzi.
Devo essere forte.
“K-Kosuke, grazie. No, sto bene… Lamù mi ama ancora, anzi… forse adesso più che mai, e ti posso assicurare personalmente che non ha lasciato la Terra. Ecco… é solo che… vorrei rimanere da solo per un po’. P-per favore, vai via… Grazie ancora. Sto bene… si.”
“Sicuro, eh? Cielo, mi dispiace Ataru. Davvero. Ok, ci vediamo allora… ciao.”
Lamù è finalmente sola nella buia e sporca stanzetta nella torre dell’orologio. Il dolore fisico è completamente scomparso, salvo un leggero indolenzimento alle costole. Il sangue dal naso si è fermato quasi subito. Nemmeno un livido… senza dubbio, grazie alle sovrumane capacità di recupero e di resistenza del corpo di Ataru. Ma questa esperienza ha lasciato una cicatrice profonda nella sua anima. Sequestrata, e pestata dai suoi amici! Per un capriccio, solo perché pensavano che Tesoruccio potesse averla offesa! Stupidi…! Che stupidi! Stupida e sciocca venerazione per Lamù, la ragazza aliena!
Questa volta ha avuto paura. Non può trattenersi; ricomincia a piangere.
Un pensiero ironico le viene in mente.
Frignare come una femminuccia… ma che Uomo sei, Tesoruccio.

 

“Ehi, bella bimba!”
Ataru salta sul letto!
“Cosa! Chi?”
Assorto nel suo dormiveglia, perso nei suoi pensieri su cosa possa fare Lamù ora nel suo corpo, e dannandosi perché non ha pensato di evitare completamente il ‘sequestro’ da parte di Benten, finché poteva, sui cieli di Tomobiki, Ataru non si è accorto che sono oramai passate alcune ore.
“Siamo atterrati sul mio spazioporto privato. Ci dobbiamo fare una bella doccia e vestirci… i Ragazzi ci aspettano!”
Ataru fissa Benten con uno sguardo disorientato.
“Miseria, Lamù, che aspetti? Ma cos’hai? Ma che, quel testa di cazzo di Tesoruccio ti ha fatto piangere ancora? Me ne dovrò occupare in modo… permanente, appena rientriamo a Tomobiki.”
No! Lamù è nel mio corpo!
“Tu non oserai!!”
Ataru sente montare una rabbia incontenibile e le sue parole sono ringhiate con un tono cupo e minaccioso. Ha inconsciamente assunto una posizione raccolta e aggressiva mostrando i canini, mentre una energia primordiale lo attraversa, facendo scoccare scintille tra la sua pelle, il pavimento e le paratie di metallo della nave. Il suo sguardo deve essere davvero pauroso, perché Benten inconsciamente arretra di due passi!
“Ehi, ehi, bella, calma! Va bene, non toccherò il tuo prezioso Tesoruccio. Almeno adesso ti riconosco, Lamù … uh?”
Ad un tratto, Benten afferra la mano sinistra di Lamù.
“Simpatico. Che cos’é? Un anello? Chi te lo ha dato? Non mi dire che lo hai avuto da Ataru.”
Istantaneamente, Ataru passa dalla rabbia cieca all’imbarazzo, tirando via la mano!
“Ecco… beh, è un veeeecchio anello che… ah, avevo nel mio portagioie. Non significa nulla… hahaha, vedi, è che, tipo, mi andava di metterlo… e…”
“Certo. Come no. Sembra bigiotteria di bassa lega, peró… non è che sia proprio… chic. Ma, se a te piace…”
Banten comincia a spingere Ataru verso il bagno.
“Basta chiacchiere. Dai, dobbiamo prepararci, non abbiamo nemmeno incominciato a farci la doccia. E vai! Forza!”
Ataru sente la porta automatica della doccia chiudersi alle sue spalle. Benten, nello spazio di alcuni secondi si libera del suo bikini da combattimento in metallo e delle sue catene, rimanendo completamente nuda.
Ataru rimane a bocca aperta a vedere il suo corpo, tutto curve ma atletico e muscoloso al tempo stesso, e arrossa in viso.
“Ehi! Ma che… che corpo magnifico!” esclama, senza rendersi conto di aver dato voce al proprio pensiero.
Con nonchalance Benten si scioglie i capelli corvini, togliendosi l’ultima catena.
“Beh, grazie, bimba. Si, lo so, sono una statua, ma penso che tu sia molto più sexy di me. Io sono fatta per il combattimento… tu sei fatta per il sesso.”
Questa volta, nonostante tutto, Ataru diventa rosso come un peperone.
Benten si gira verso di lui.
“Che cosa stai aspettando?” gli chiede.
Benten si avvicina pericolosamente, scuotendo la testa, e fa come per abbracciarlo. Ataru si congela. Le braccia di Benten lo avvolgono e le mani raggiungono il fermo del reggiseno sulla sua schiena, slacciandolo. Per un momento, la guerriera aliena strofina il proprio seno nudo contro quello di Ataru. Il ragazzo vorrebbe morire.
Benten fa un passo indietro con in mano il reggiseno tigrato.
“Bella, hai davvero qualcosa che non funziona. Non ti ho mai vista così distratta e persa nei tuoi pensieri. Dai, vieni a fare la doccia. Hai ancora il pezzo sotto; se vuoi, posso aiutarti a togliertelo io…”
“E… ehm, p-p-perché non vai tu per prima… e-e-e io poi… uh…”
“Ma non dire cazzate! Vieni qui, bella tigrotta!”
Benten afferra giocosamente Ataru e lo tira a se dentro l’ampio spazio doccia. L’improvviso impatto con l’acqua… chiude gli occhi e si accorge che Benten gli ha tirato giù il pezzo di sotto del suo bikini tigrato.
Per gli Dei… sono nudo!
Poi, da dietro, si sente insaponare la schiena. Benten comincia a lavargli e massaggiargli anche i lunghi capelli, mentre Ataru, goffamente e con grande imbarazzo, si insapona il corpo. Non si è mai sentito così a disagio a toccare il corpo di una donna… perché è il corpo di Lamù. Ma… la combinazione del leggero tocco delle mani di Benten, simili a carezze, e le proprie…
Mmmmmhhhh…
“Attenta, Lamù. Diffondere elettricità sotto l’acqua non è esattamente salutare…”
Istantaneamente Ataru ritorna alla realtà e si rende conto che si sta eccitando!
No! Mi serve una distrazione! I contratti derivati Exchange-traded sono strumenti finanziari standardizzati basati sui contratti derivati a termine, il cui prezzo è basato sul valore di mercato di altri beni, che sono negoziati su uno scambio organizzato di Futures; questi contratti possono includere Futures, con opzioni Call e Put-
“Ehi, piccola, tocca a te.”
Benten si gira, comincia ad insaponarsi dando le spalle ad Ataru, il quale si ritrova con una saponetta in una mano e una spugna nell’altra.
Cielo Benedetto, quante volte avrò sognato che Benten mi chiedesse di lavarle la schiena… e quando succede per davvero, io… sono Lamù! Se… se perdo il controllo ora, sono morto!
La sua mano trema, al primo leggero passaggio di spugna sulla schiena della atletica Dea della Fortuna.
I-il Global Tactical Asset Allocation, o GTAA, é una… uh, strategia finanziaria che cerca di sfruttare le inefficienze di mercato – o le deviazioni del valore equo - in un orizzonte di investimento a breve termine, stabilendo posizioni sessuali implementate in un assortimento di punti G - sensibili del mercato – anziché singoli titoli – con l’obiettivo di raggiungere un orgasmo… ma a che cazzo sto pensando?
Ataru si rende conto che con una mano sta delicatamente accarezzando il seno insaponato di Benten mentre con l’altra…
Benten si volta lentamente verso Ataru, con un sorriso felino. Con dolcezza gli mette le braccia al collo e lo fissa intensamente negli occhi, tirandolo dolcemente verso di sé, fino ad abbracciarlo, stringendolo. Ataru ha un brivido che gli scende giù per la schiena, sentendo il ginocchio di Benten incunearsi tra le sue gambe.
“Ehi, Lamù, mi piace come mi insaponi. Molto sexy. Devo interpretarlo come un invito aperto, o preferisci ancora i ragazzi alle ragazze? Uhm… lo vuoi un bacio?”
La mente di Ataru va in sovraccarico, e per un pelo non sviene, nel momento in cui Benten lo bacia appassionatamente, afferrandolo saldamente in una presa d’acciaio. Per un miracolo riesce a tenere sotto controllo l’esplosione di tensione elettrica che naturalmente sarebbe eruttata, ricacciandola con grande sforzo di nuovo dentro di sé.
Pochi minuti dopo, entrambe escono dalla doccia, con un accappatoio indosso. Benten ha un’espressione divertita e allegra, mentre Ataru è imbarazzatissimo e rosso come un peperone.
“Ma dai, Lamù, stavo solo scherzando! Quanto te la sei presa solo per un bacio! E poi, ricordati cosa abbiamo fatto alla festa di un paio di anni fa… quella volta non ci siamo mica fermate! Hahaha!”
COSA ABBIAMO FATTO DUE ANNI FA? Lamù mi dovrà spiegare, e dovrà anche essere convincente!
L’accappatoio di Benten scivola a terra. Con cura inizia a indossare dell’intimo scuro.
“Forza, Lamù! Pensa a tutti i ragazzi che ci aspettano, alla festa!”
“Ma… ma… Ataru, voglio dire, Tesoruccio! Io, uh… ecco, lo amo, e… lui… lui…”
“Certo, come no. Anche se quanto dici fosse vero… beh, sulla Terra c’è un posto chiamato Las Vegas, sai ci sono stata una volta. Il motto di quel posto e’: quello che succede a Vegas, rimane a Vegas. Beh, qui è lo stesso. Aspetta, ti aiuto. Ma sí, questo straccio ti dovrebbe stare bene, è abbastanza sexy.”

 

“Ma chi diavolo c’è qui dentro?”
Onsen Mark spalanca improvvisamente la porta in metallo della cella dell’orologio. Lamù balza in piedi con il cuore in gola.
“Moroboshi! Lo sapevo! Sei sempre tu! Una settimana a lavare i cessi, Moroboshi, e ora TU vieni con ME!”
Onsen si avvicina minaccioso a Lamù.
Prima che l’insegnate di inglese possa afferrarla, Lamù si trasforma in un’ombra indistinguibile che sfreccia intorno e dietro al professore seguendo una traiettoria impossibile, letteralmente volando fuori dalla stanza.

Pochi secondi dopo, Lamù è già fuori dalla scuola.
Ormai si è fatto scuro. Alla fioca e deprimente luce dei lampioni stradali, Lamù cammina mestamente verso casa con gli occhi arrossati dalle lacrime versate.
Il suo mondo si sta sgretolando sotto il peso delle verità che ha scoperto su Tesoruccio. Occasionalmente, la sua attenzione è attratta da qualche graziosa ragazza che passa, e i pensieri che attraversano la sua mente in quei momenti la fanno stare ancora più male.
Arrivata in casa, si toglie le scarpe e cammina silenziosamente verso la cucina. I genitori di Ataru non la degnano nemmeno di uno sguardo, assorti di fronte al televisore, uno dei rari momenti in cui il padre di Ataru mette giù il giornale e volge lo sguardo altrove.
Un piatto di avanzi è sul tavolo per lei.
Senza pensarci, lo copre completamente con uno strato di un paio di centimetri di Wasabi, Tabasco e pasta di peperoni piccanti Pimento. Al primo boccone, quasi soffoca. Una colata di acciaio fuso al calor bianco, che le esplode come un vulcano in bocca, corrodendole la gola come fosse acido.
“ARGH! Acqua! Ah-hhh! Fa male! MALE!”
Ci vogliono forse tre minuti per riuscire di nuovo a respirare e almeno altri dieci minuti per stemperare le fiamme che ha in gola. Gli occhi bruciano tanto da non riuscire quasi a vedere.
Non può fare a meno di pensare a Tesoruccio.
Alle cose che gli ha fatto.
Se la mistura appena saporita che usa qui è così insopportabile… allora, cosa possono fare le ‘specialità’ che riporta da Oniboshi e che, di volta in volta, gli rovescia con tanta noncuranza in gola?
E… e… cosa prova Tesoruccio, ad essere folgorato?
E’ per lei un sottile e intimo piacere, rilasciare energia.
A molti Oni Raijin, come lei e sua mamma, piace anche scambiarsi energia facendo all’amore.
Ha sempre saputo che, però,  in dosi elevate l’elettricità può essere dannosa per gli esseri umani.
Ma… se la sensibilità di Tesoruccio all’elettricità fosse simile a quella del gusto al piccante?
Persino scosse leggere, come quelle date ai bambini piccoli del suo pianeta come rimprovero, potrebbero essere insopportabili! E… le scosse un poco più forti? O quelle… quelle forti davvero, come quando è arrabbiata…


Lamù si trascina stancamente su per le scale, sentendosi depressa e in colpa. Apre lentamente la porta scorrevole della stanza di Ataru.
“Tesoruccio…?”
Non c’é risposta.
Dovrò farmi di nuovo una doccia, prima di andare a dormire, grazie a Megane. Spero che Tesoruccio torni a casa presto, sono così preoccupata… e chissà dov’è ora Ten?
Inaspettatamente, Ten vola fuori dal suo armadio e lancia una palla di fuoco verso di lei. Con riflessi fulminei, Lamù raccoglie dal pavimento una pesante padella per fritture e para abilmente le fiamme, prima di lanciarsi a terra e rotolare sul tatami ritrovandosi raccolta in una perfetta posizione difensiva! Si stupisce della incredibile velocità e coordinazione con cui è riuscita a fare tutto questo, senza nemmeno un pensiero cosciente.
Queste devono essere le abilità di tesoruccio, le sto usando inconsciamente!
“Ten! Ora basta! Se no…”
“Hu hu hua ha ha! Se no, cosa? Dai, idiota! Prova a prendermi!”
“Ho detto basta! Sono Lamù, non Tesoruccio! Hai capito?”
Ten si ferma immediatamente, un’espressione di sgomento sulla faccia.
Galleggiando dolcemente si avvicina al volto di Lamù.
“Beh… di tutte le tue scuse… questa è di gran lunga la più cretina.”
La fiammata esplode praticamente a contatto del volto di Lamù, che urla di dolore.
Una frazione di secondo più tardi, la padella ha un nuovo bozzo e Ten sta volando senza controllo fuori dalla finestra.
Lamù è fuori di sé. Stropicciandosi la faccia annerita, grida:
“Questa me la pagherai cara, dannato moccioso!”
Ten, a distanza di sicurezza, gli urla piangendo di rimando:
“Ahia… mi hai fatto male, deficiente! Mi hai fatto malissimo! Guarda, mi è uscito il sangue! Sniff… Ora… ora… lo dico a Lamù! E lei ti punirà, ti brucerà con i suoi fulmini! Ecco! Oohh! BWAHHH!”
“Come no, brutta peste! Non ti sforzare a dirglielo, comunque, lo sa già!”
Lamù lascia cadere a terra la padella.
Ma questo è un incubo. È assolutamente incredibile! Tesoruccio è aggredito da ogni lato e da chiunque. Come diavolo fa a sopravvivere a tutto questo? Come diavolo farò, io, a sopravvivere un altro giorno di tutto questo?

Pochi minuti dopo, Lamù vede decollare la piccola nave spaziale di Ten. E con lui, se ne va anche la sua ultima speranza di chiedere aiuto.
Quella peste viziata. Appena… appena avrò indietro il mio corpo, gli faccio vedere io… se ne pentirà!
Lamù scivola contro il muro e si siede a terra sconsolata. Incrocia le gambe, si nasconde il viso tra le mani e cullandosi ricomincia a piangere sommessamente.

 

Ataru si infila con rassegnazione lo slanciato stivaletto tigrato nero. Ecco fatto, è vestito.
Per un momento si sente imbarazzato, come se fosse una specie di travestito.
Si volta verso Benten. Wow. Che bella. Sfoggia un succinto, elegante e marziale completo scuro in metallo e cotta di maglia, con ampi spacchi che lasciano ben poco all’immaginazione.
Il dubbio lo assale nuovamente, pensando a dove Benten vuole portarlo.
Non ce la faccio.
“Benten. Davvero, non mi sento bene, voglio andare a casa. Ti prego.”
Anche lei ha appena finito e si volta. E rimane a bocca aperta.
“Lamù. Sei assolutamente straordinaria. Sarai la regina stasera. Vieni, dai un’occhiata!”
Lo porta di fronte ad uno specchio a parete.
La donna che lo fissa dallo specchio è incredibilmente bella e spaventosamente provocante.
Ataru è semplicemente abbagliato dal proprio aspetto.
Benten ha scelto un vestito dal guardaroba di Lamù, un abito da sera nero iridescente molto attillato, ornato da una cupa tigratura intessuta in filo metallico d’oro leggerissimo, con uno spacco a V per rivelare un decolleté perfetto, e vertiginosamente corto per sottolineare le meravigliose gambe, inguainate in un collant nero lucidissimo.
Sempre Benten ha scelto per lui i gioielli da indossare, ha leggermente ritoccato il suo viso con un po’ di trucco e acconciato i suoi capelli, ora verdi con riflessi blu cobalto.
Che occhi…!
Sbatte le palpebre un paio di volte e fissa nuovamente quelle pupille blu.
Accenna ad un sorriso.
Grazia divina!
P-potrei innamorarmi perdutamente in questo momento di questa donna. Non ho mai visto Lamù cosí… ma… sono IO questa donna ora.
Si volta nuovamente verso Benten.
“Voglio andare a casa. Ora.”
“Nh-nh. No, Bella. Tu ora verrai con me, e vedrai i Ragazzi. Per la prima volta quest’anno sono finalmente riuscita a trascinarti qui! E solo dopo che avrai visto i pretendenti, allora, ti lascerò andare. Sei sul mio pianeta, ora, e non puoi decollare se non lo decido io.”
Benten afferra il polso di Ataru e lo trascina fuori della sua astronave.


Ataru guarda sbalordito l’astroporto privato di Benten. È scuro, probabilmente notte, sul pianeta, con una moltitudine di colorate aurore fosforescenti nel cielo sopra di loro. Una corte principesca colossale, brillante di luci e connotata da architetture impossibili, si erge di fronte: è il palazzo di famiglia di Benten.
Qualcosa di simile ad un tapis roulant le trasporta velocemente attraverso una immensa porta e all’interno di una enorme sala da ballo. Servitori e guardie salutano riverenti al loro passaggio.
Ataru e Benten appaiono in cima ad una monumentale scalinata.
La musica si interrompe, ed entrambe sono annunciate da un maestro di cerimonie.
L’intera sala le acclama come se fossero imperatrici.
Ataru non riesce a credere all’incredibile numero di uomini e ragazzi che celebrano il nome di Lamù.
Ma come diavolo fanno a conoscerla?
Osserva, rapito e con gli occhi spalancati, qualcuno dei ‘ragazzi’ più vicini. Molti sono più belli di Rei. Persino Ataru li trova attraenti.
Che ironia! Dopo tutte le sue scorribande dietro alle ragazze, Lamù è comunque rimasta fedele a lui… e il momento stesso in cui lui la sostituisce, sta per… per…
Prova imbarazzo, vergogna e un incredibile senso di colpa.
No. Per fortuna, sono un UOMO. Ugh. Non posso neanche lontanamente concepire di stare con un altro uomo, nemmeno se possiedo il corpo di una donna!
Moltissime belle donne sono presenti, molte delle quali senza pari con le ragazze terrestri che conosce.
Ma per la prima volta, non ne è minimamente attratto, registrandone e catalogandone solamente la bellezza.
Come farebbe una donna.

Non vi è alcun dubbio che gli invitati, comprese le ragazze, siano qui per Lamù. Per vederla. Anche solo di sfuggita.
Mentre scende la scalinata e poi cammina sul pavimento della grande sala, gli invitati si dividono facendo ampio spazio. Ataru può percepire il loro desiderio, la bramosia e l’eccitazione. Per Lamù. È opprimente, quasi tangibile. Un brivido totalmente sconosciuto lo attraversa.
Non se ne rende minimamente conto, ma Ataru si sta muovendo in modo incredibilmente sensuale e provocante, ed allo stesso tempo estremamente elegante e nobile. Ataru ha totalmente ereditato il linguaggio del corpo di Lamù, le sue movenze, la sua grazia, e ha rubato in un attimo la scena semplicemente camminando!
Ma non è solo l’aspetto. Un potere nascosto, del quale Ataru non è nemmeno a conoscenza, è in azione diffondendo feromoni e una sottile forza telepatica, rendendo Lamù incalcolabilmente più attraente; l’arma di seduzione definitiva.
Osservando l’effetto che la sua presenza causa sugli invitati, per la prima volta Ataru comprende pienamente chi ha vissuto con lui per questi due lunghi anni.
E pensando a se stesso, si trova inadeguato, in difetto. Indegno. Nemmeno lontanamente paragonabile al livello del più umile fra i pretendenti che sono stati invitati a questo ricevimento.
Benten e Megane avevano ragione, dopo tutto.
Ma… in fondo, Ataru ha sempre sospettato la propria inadeguatezza. Ha quindi respinto Lamù, mantenendola a distanza, per evitare di corromperla. Cercando di proteggerla… da se stesso. Per evitare di contaminarla, con la sua lussuria, con la sua infetta depravazione.
Delle vertigini, la testa gli gira. Si sente nauseato, pensando a se stesso. Che pena…
Quindi, finalmente rendermi conto di non essere minimamente all'altezza di poter stare al fianco di Lamù, è quanto serve per ammettere a me stesso il mio totale e assoluto amore per lei?
Benten si avvicina e sussurra al suo orecchio.
“Vedi, Lamù? Sei il più ambito premio sessuale di questo quadrante della Galassia. Migliaia dei più facoltosi e potenti individui delle principali razze umanoidi biocompatibili – e non solo – sarebbe pronto a commettere i più atroci crimini, incluso il genocidio, pur di passare una sola notte con te. Ancora non riesco a capire perché ti ostini così tanto a restare con quel povero deficiente.”
“Non lo capisco nemmeno io. Lei merita di meglio.”
“Scusa? Che hai detto?”
“Ah- volevo dire, OK, ho visto i Ragazzi. Adesso, per favore… ti imploro, riportami a casa, sulla Terra. Ti prego…”
“Mi dispiace. Sai perfettamente che non te ne puoi andare via così… c’è un cerimoniale diplomatico da rispettare! Non puoi mica entrare in un posto come questo senza intrattenere dei rapporti di pubbliche relazioni con i rappresentanti dei governi dei Pianeti Federati a meno che non vuoi iniziare una qualche cazzo di guerra! Eppoi, senti cara, se a te non va di divertirti, problema tuo. A me invece, va!”
“Ecco… che… che cosa dovrei fare? Come…?”
“Senti Lamù. Non capisco cosa ti prende. Dovresti ben sapere cosa devi fare. Non sembri proprio tu, oggi… mmh.”
Benten lo studia intensamente per qualche momento.
Ataru accenna un sorriso innocente.
“Aahh… vuoi giocare! E va bene, giochiamo, allora… Farò io le introduzioni e le presentazioni.”
 
 
 
 
------------continua
 
Edited for some spelling and strong language --sorry, I had translated too literally the sense of Benten's dialogue! Enjoy!
  
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