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Autore: Good Old Charlie Brown    06/04/2011    3 recensioni
Non c'è dolore più grande che rischiare di perdere una persona che si ama.
"Già. “Mendekouse”-Seccatura quante volte l’aveva chiamata con quello stupido nomignolo. Lo divertiva immensamente farla arrabbiare, ne valeva la pena anche se rischiava di passare diversi giorni all’ospedale della foglia.
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre le Nuvole'
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Non morire mendkouse


Non morire, Mendekouse….

CAPITOLO SESTO.

LA PERSONA PIù IMPORTANTE

   
 
    Nella sala d’attesa Shikamaru era di nuovo solo: da tre lunghe ore stava in quel luogo, aspettando che qualcuno uscisse dalla sala operatoria. Era stanco e preoccupato. La lunga attesa lo aveva completamente snervato, continuava a fissare il muro di fronte a se ripercorrendo nella mente gli avvenimenti delle ore precedenti. E dentro di lui il vuoto cresceva.
    Finalmente si senti il cigolio delle porte che si aprivano, Shikamaru balzò immediatamente in piedi e si voltò verso Sakura Haruno che usciva dalla sala. Sembrava molto provata dalla fatica del lungo intervento, ma non preoccupata o triste, Shikamaru sentì come se un grosso peso che gli opprimeva il cuore fosse stato rimosso quando udì le parole del Ninja medico
    «È salva!» aveva detto. Poi continuò «L’intervento è stato incredibilmente complicato è ha avuto bisogno di molte trasfusioni, ma ora è del tutto fuori pericolo. Le abbiamo anche somministrato l’antidoto per il veleno. Ora avrà bisogno di qualche giorno di riposo a letto e di un po’ di convalescenza lontana dalle missioni. Ma tornerà la Ninja di prima»
    «Grazie Sakura! Non so davvero cosa avrei fatto se lei…» Sakura lo interrupe abbracciandolo all’improvviso e scoppiando in lacrime.
    «Sakura…insomma…non è proprio il caso di abbracciarmi in questo modo!» le disse Shikamaru piuttosto imbarazzato da quell’inatteso gesto di affetto. «E poi, se Lee ci vedesse abbracciati diventerebbe geloso e cercherebbe di ammazzarmi e questo sarebbe una vera seccatura».
    Sakura, sorridendo gentilmente e asciugandosi le lacrime gli rispose «Scusa Shikamaru-kun. Volevo solo dirti che prima di addormentarsi ha chiesto di te»
    «Dove si trova ora?»
    «Ha bisogno di riposare. L’abbiamo portata in una stanza e le abbiamo dato qualcosa per farla dormire».
    «Vorrei vederla, Sakura-kun ti prego.»
    «Ma certo, seguimi»
    Lo condusse nella corsia di degenza e aprì la porta della stanza in cui si trovava Temari. La stanza era spaziosa e ben illuminata, c’erano due letti dei quali solo uno dei quali era occupato, da Temari, naturalmente. Appoggiato sulla parete di fianco al letto c’era il suo Ventaglio: evidentemente qualcuno lo aveva già recuperato dalla radura in cui era stato lasciato. .Shikamaru entrò e presa una sedia si sedette accanto al suo letto tutta la stanchezza, la preoccupazione e la paura che aveva provato quel giorno scomparvero quando vide il viso di lei tranquillo e rilassato, immerso in un sonno ristoratore. Il sole era ormai tramontato da un pezzo su Konoha la notte con il suo manto di stelle era calata sul villaggio.
    «Mendekouse, mi hai fatto preoccupare!» le sussurrò Shikamaru benché fosse conscio che lei non poteva sentirlo. O forse proprio per questo. «Come ti è venuto in mente di affrontare da sola dieci Ninja?» Tacque, non trovava le parole per esprimersi, come se qualcosa gli bloccasse il cervello e gli impedisse di pensare. Stette lì, seduto a fissare il suo viso i capelli ancora insolitamente sparsi e non legati, come di consueto in quattro trecce, le palpebre chiuse a coprire quegli straordinari occhi verdi che poche ore prima aveva desiderato rivedere e che ancora gli erano negati, la bocca chiusa sulla quale avrebbe voluto vedere un sorriso; la fronte spaziosa, libera dal copri fronte della sabbia che era stato perso nella foga del combattimento.
    «Ricordi, Mendekouse, quanto tu mi salvasti da quel demonio del suono, tanti anni fa? Allora tu arrivasti in tempo. E me la cavai con un dito rotto. Questa volta tu hai rischiato la vita sul serio».
    Improvvisamente Temari mormorò qualcosa nel sonno. «Shikamaru…aiutami».
    «Sono qui, Temari, sono qui. Non devi temere!». Le sussurrò il ragazzo. Poco dopo si alzò e, fissatala un’ultima volta uscì dalla stanza. Incontrando Sakura le disse   «Credo che sia ora che vada. Ormai non c’è che da aspettare che si svegli. E anche io ho bisogno di riposare.».
    «Fai bene, Shikamaru, è stata una giornata dura anche per te. Comunque, quando si sveglierà le dirò che sei stato qui».
    «Grazie Sakura»
    Uscì  dall’ospedale, la notte era ormai scesa da un pezzo. Guardò in alto e osservò le stelle per qualche istante: il cielo terso risplendeva della loro luce, dolce e soffusa, solo nel deserto di Suna aveva visto un tale numero di stelle. Proseguì verso casa, camminando lentamente e fermandosi spesso, forse in qualche posto particolare, a lui molto caro. Quando entrò i suoi genitori erano già andati a dormire da un pezzo. Shikamaru tuttavia non riuscì ad addormentarsi. Passò la notte a fissare il soffitto mentre il buio della notte invadeva totalmente la stanza. E lo lasciava solo con i suoi pensieri. Ciò che era successo lo aveva messo di fronte a qualcosa che aveva sempre cercato di respingere e di negare: il fatto che teneva immensamente a Temari, più che ad ogni altra persona che avesse mai conosciuto. Rifletté a lungo su ciò che avrebbe potuto fare, poi prese la sua decisione. Nei giorni successivi non andò a trovarla che una sola volta, la mattina seguente, non appena si era svegliata. Poterono parlare solo per qualche minuto durante l’orario delle visite, prima che l’infermiera li separasse.
****
    Sei giorni dopo, Shikamaru uscì di casa all’alba, senza nemmeno fare colazione. Uscì dal villaggio dirigendosi verso il cimitero fermandosi davanti ad una tomba semplice, un cippo di pietra posto nel prato verde, qualche fiore davanti ad esso. Sul cippo solo un nome Asuma Sarutobi. Shikamaru si fermò, stando in piedi di fronte alla tomba del suo maestro, da qualche tempo ormai veniva a trovarlo almeno una volta a settimana, e anche ogni volta che terminava una missione importante: si sedeva di fronte a lui, come quando giocavano insieme a Shogi; a volte gli parlava della sua missione o della sua vita, altre volte stava semplicemente in silenzio per qualche minuto, prima di tornare nel villaggio.
    Dopo qualche istante di silenzio, Shikamaru parlò: «Salve Asuma-sensei! Qualche giorno fa ho svolto un’altra missione.     Durante la missione una persona a cui tengo molto è stata in pericolo mortale.». Si fermò un attimo, sospirò e poi continuò. «Ricordo ancora quando mi hai parlato per la prima volta di te e di Kurenai. Sono stato molto felice per te quel giorno; ora sono io ad essere innamorato, proprio io che ritenevo tutte le donne delle seccature»
    «Però, maestro, non so cosa fare. Lei è di Suna, è di un altro villaggio e questo rende il tutto troppo difficile. Ho paura, maestro. Penserai che è stupido. Mio padre dice sempre che un uomo non è nulla senza una donna al suo fianco. Ora capisco che ha ragione. Però…se succedesse qualcosa. Se scoppiasse una guerra. Che cosa potremmo fare? In questo momento vorrei averti al mio fianco, Asuma. So che mi daresti il consiglio giusto.» aveva parlato lentamente, con lunghe pause di silenzio tra una frase e l’altra ed era passato un po’ di tempo da quando era giunto lì.
    Improvvisamente una voce interruppe le riflessioni di Shikamaru: «Non devi avere paura di amare, Shikamaru.» disse Kurenai che era venuta a sua volta a trovare il suo vecchio fidanzato. «Non esistono difficoltà che non si possono superare. Perdonami non ho potuto fare a meno di sentire. ».
    «Oh, salve Kurenai-san. Non ti devi scusare stavo qui a parlare con Asuma. È come se fosse ancora qui, in fondo» le rispose Shikamaru, voltandosi verso di lei.
    «La ragazza…è Temari della Sabbia, vero?»
    «Si, proprio lei. Vorrei che non fossimo di due villaggi diversi, sarebbe più facile»
    «Noi e la Sabbia, siamo alleati» osservò Kurenai
    «Lo so bene anche io, Kurenai» le rispose Shikamaru con un sospiro. «Ma le alleanze e i trattati tra villaggi Ninja sono sempre relativi: eravamo alleati della Sabbia anche quando il Terzo morì, durante l’attacco di Orochimaru. Suna era stata ingannata, certo, ma lo aveva sostenuto. Non voglio dover combattere contro la mia gente. O costringere lei a fare altrettanto».
    «Shikamaru.» gli disse Kurenai, mettendogli una mano sulla spalla. «So che ti piace prevedere tutto e avere tutto sotto controllo. È la tua grande forza e il tuo modo di agire. Ma ci sono casi in cui bisogna solo affidarsi al proprio cuore. Dille ciò che provi, punto. Il resto lo affronterete insieme. Se lei vorrà».
    «Grazie, Kurenai. Proverò a seguire il tuo consiglio. Salutami tanto Hiru e ricordati che non lo lascerò mai solo. Qualunque cosa succeda. Ho fatto una promessa»
    Shikamaru si allontanò dalla tomba di Asuma, rendendosi conto che Kurenai aveva bisogno di stare sola con lui. Aveva preso la sua decisione.
***************
    Temari era seduta nella sua stanza,  erano quasi sei giorni che stava in convalescenza a Konoha, ma presto quel periodo sarebbe finito e sarebbe potuta tornare al suo villaggio, rivedere la sua gente, come desiderava. Uscì dalla stanza per respirare un po’ di aria fresca nel parco vicino all’ospedale: la primavera a Konoha era sempre meravigliosa, ma quella giornata, soleggiata, ma non troppo calda era la migliore per trascorrere una convalescenza. Mentre stava seduta su una panchina le si avvicinò Sakura.
    «Ciao, Temari-chan, stai bene?»
    «Oh, si. Non ti ho ancora ringraziato abbastanza per avermi curato. Senza di te sarei morta di certo. Sakura».
    «Dovresti ringraziare Shikamaru. È lui che ti ha portato qui.» rispose modestamente Sakura. Poi, appena esitante aggiunse. «A proposito come va tra voi due? Non si è visto molto in questi giorni»
    «Come dovrebbe andare? Non c’è niente tra me e Nara. Niente. E non ci può essere niente, siamo troppo diversi. Apparteniamo a due mondi diversi»
    «Eppure…sono certa che tu gli sei molto cara, Temari: Era sconvolto all’idea che tu morissi. Ha aspettato per ore l’esito dell’operazione».
    «Non so cosa fare, Sakura. Sai com’è lui. Non è il tipo di persona che si espone in queste cose. E io non ho la minima intenzione di pregarlo in ginocchio o robe simili».
    «Io credo che gli dovresti dare un’opportunità Temari. Vi dovreste parlare. Scusa so che non mi dovrei impicciare tanto ma… credo che siate fatti l’uno per l’altra».
    «Non lo so, Sakura-chan, vedremo»

**************************

    Quello stesso giorno Shikamaru, dopo essere tornato a casa e avere fatto colazione si recò, come di consueto al suo posto speciale, approfittando degli ultimi spazi della settimana di riposo che Rokudaime gli aveva concesso. Quando salì le scale, scoprì con un certo stupore che il posto non era vuoto come si aspettava.
    Seduti sulla panchina, l’uno accanto all’altro in atteggiamenti intimi stavano Choji e Ino. Da un paio di anni i due si erano fidanzati, ma non era mai capitato che venissero a coccolarsi proprio lì, anche perché la cosa metteva in imbarazzo Shikamaru, che si sentiva un terzo incomodo e quindi il più delle volte si allontanava con qualche scusa, per lasciare soli i “piccioncini”.
    «Ciao Shikamaru!» dissero quasi all’unisono Choji e Ino. «Ti stavamo aspettando!».
    «Ciao Ino! Ciao Choji! Stavate aspettando me? È forse successo qualcosa di grave?». Ma la risposta divenne chiara, agli occhi di Shikamaru, non appena osservò con più attenzione il viso degli amici. Ino pareva il ritratto stesso della felicità: i suoi occhi azzurri risplendevano quasi di luce propria ed un immenso sorriso le illuminava il volto. Choji era, se possibile, ancora più felice: guardava la sua Ino con un sorriso appena accennato, ma tenero e affettuoso, con un braccio le circondava le spalle, come per proteggerla. Aveva già visto quei sintomi qualche giorno prima, in Naruto, ma questa volta decise di non anticipare niente e di lasciare che fossero loro a dare la lieta notizia.
    «Volevamo che tu fossi il primo a saperlo Shikamaru-kun!» rispose Choji. «Ci è successa una cosa bellissima»
Tacque, alzandosi in piedi, sempre reggendo la sua ragazza. Dopo qualche istante di silenzio. «Sono incinta!» esclamò Ino, con un sorriso felicissimo. «L’ho scoperto proprio oggi!» e saltò al collo di Shikamaru, abbracciandolo.

************************

Temari uscì dall’ospedale, decisa ad incontrarlo. Non sapeva ancora che cosa gli avrebbe detto o fatto e questo la disturbava. Ma era ora di prendere una decisione o lo avrebbe rimpianto per tutta la vita. Decise di cercarlo, prima di tutto, nel suo famoso “posto speciale” che aveva visitato con lui prima della missione. Salì le scale velocemente, con il cuore in gola per l’emozione.
 Giunta sul terrazzo vide Shikamaru e di fronte a lei, la sua compagna Ino. Udì questa esclamare «Sono incinta». La vide
abbracciare Shikamaru. Si sentì improvvisamente persa.

*******************

    Shikamaru si sciolse dall’abbraccio di Ino sorridendo. Ma dietro di lei vide qualcosa che non avrebbe voluto vedere. Temari lo aveva visto abbracciato a Ino e sembrava sconvolta, la vide mentre con rabbia gli lanciava uno Shuriken che lo mancò di parecchi centimetri, ma fu come se lo avesse preso in pieno. La vide fuggire senza dire una parola.
    Allora scese le scale di corsa, a rotta di collo, inseguendo la ragazza che correva sempre più lontano. Sempre inseguendola si ritrovò nella piazza maggiore del villaggio. Temari si era fermata e lo guardava: sembrava che stesse piangendo. Mentre si stava voltando Shikamaru prese una decisione improvvisa: compose i sigilli e mise in azione la sua tecnica preferita: Kagemane no Jutsu (Tecnica del controllo dell’ombra). L’ombra di Shikamaru si strinse e balzando da un luogo all’altro, sfruttando le ombre dei passanti e degli edifici raggiunse la ragazza bloccandone i movimenti. Temari si accorse di non potersi più muovere, ancora mezza girata verso di lui.
    «Lasciami andare subito, Nara! Lasciami, maledetto str…! Giuro che quando mi libero ti ammazzo, brutto…» gli urlò Temari.
    «No.» rispose semplicemente Shikamaru e iniziò ad avvicinarsi obbligando anche la ragazza a fare lo stesso. «Prima ci sono delle cose che ti devo dire, poi mi ammazzerai!». Giunsero a poco più di un metro l’uno dall’altra. Shikamaru la fissò negli occhi senza parlare, assaporando la gioia di annegare finalmente in quel verde meraviglioso.
    Temari cercò il suo sguardo e lo ricambiò e non si accorse nemmeno che da tempo Shikamaru aveva sciolto la tecnica e che nulla ormai la poteva trattenere dallo scappare o dall’ammazzarlo di botte. Invece continuarono a fissarsi. E quei secondi parvero loro lunghi come ere, come se fossero vittime di una dolce illusione che balzava dagli occhi dell’una a quelli dell’altro. Dopo un tempo che parve infinito, finalmente Shikamaru parlò.
    «Temari» le disse in tono basso, dimesso ed insieme dolce che gli era così estraneo. «In questi giorni ho compreso quanto tengo a te, quanto tu sei importante. Ho rischiato di perderti Temari-chan. Ho rischiato di perderti e non l’avrei potuto sopportare. Quando ti ho visto a terra, ferita, in punto di morte, mi sono sentito morire dentro. Temari io non sono bravo in queste cose. Tutta la mia intelligenza non serve a trovare le parole che vorrei dirti. Io ho sempre pensato alle donne come seccature, come fastidi da evitare. Ma se proprio devo dividere con una seccatura la mia vita, vorrei davvero che quella seccatura fossi tu. Io Ti amo, Temari. Ti amo con tutti i tuoi dannati difetti, ti amo perché sei la seccatura più grande e più bella che mi sia capitata. Amo i tuoi occhi verdi come l’erba delle radure nella foresta del mio Clan, e i tuoi capelli biondi, con quei quattro buffi codini. Amo il tuo caratteraccio e la tua prepotenza. Ti amo così come sei.» Tacque di nuovo.
    Infine Shikamaru si chinò accarezzandola e le diede un bacio, leggero, come il tocco di un petalo sulla pelle. Si staccò subito. Sorridendo le disse «Ecco, ora mi puoi ammazzare se vuoi, giuro che non farò resistenza.»
    «Ammazzarti?» disse Temari sorridendo dolcemente e cingendogli la testa con le braccia, «E se ti ammazzo, dove lo trovo un altro cretino che si prende una seccatura come me?».
    Allora si baciarono di nuovo, un bacio lungo e appassionato, nel mezzo della piazza assolata, incuranti degli sguardi della gente che da tempo ormai li guardava incuriosita. Dopo molto tempo si staccarono e tornarono a guardarsi negli occhi. Fino a che una voce petulante interruppe l’incantesimo.
    «Zio Shikamaru! Ma stai baciando una ragazza!!!! Che schifo!!» strillò Hiruzen Sarutobi, che pareva sul punto di scoppiare a ridere. E non era il solo. Sembrava che tutti i membri delle vecchie squadre di tanti anni prima si fossero dati appuntamento in quella piazza apposta per vedere Shikamaru in quella situazione.
    «Hiruzen insomma! Ti sembra il modo di comportarti?» Kurenai era intervenuta a bloccare il figlio, sorrideva anche lei contenta. Shikamaru e Temari risero.
    «Beh, sorellina. Sembra che tu finalmente abbia trovato un pazzo disposto a prenderti». Gaara e Kankuro erano appena giunti a Konoha. «Siamo venuti appena abbiamo potuto per vedere se nostra sorella sta bene. Ma a quanto pare non dovevamo preoccuparci» spiegò Gaara che aveva parlato anche prima.
    Kankuro, invece, si rivolse direttamente a Shikamaru dicendogli «Beh, Nara, sembra che mia sorella ti voglia proprio bene. Anche se non capisco cosa ci trovi in te. Ma sappi che se la farai soffrire te la vedrai direttamente con me!»
    «Non ho bisogno della tua protezione, Kankuro!» intervenne Temari, seccata «se mi tradisce io lo ammazzo con le mie mani!»
    «Che seccatura» borbottò Shikamaru «Comunque il figlio è di Ino e di Choji. Credevo di averti detto che stavano insieme».
    Sorrisero entrambi e si allontanarono dalla piazza cercando di liberarsi dalla folla di importuni curiosi che si era assiepata. Invano. Non poterono fare a meno di dare retta a tutti i vecchi compagni di Konoha: Naruto (con al seguito un’Hinata più bella che mai) e Choji (con Ino, ovviamente), che reclamavano al più presto un altro Nara, per fare compagnia ai loro piccoli; Kiba, come sempre un po’ troppo espansivo nel complimentarsi con Shikamaru per la bellezza della sua ragazza; Sai, che insisteva nel dire che non capiva come esprimere le sue emozioni a Shiho; Shino, come al solito burbero e silenzioso, che non sopportava di essere ignorato; Ten Ten che consigliava a Temari come smuovere un po “quel poltrone di Shikamaru”; Lee urlava frasi sconnesse sull’importanza della giovinezza per l'amore, persino Neji si ritenne in dovere di complimentarsi con Shikamaru.
    Finalmente dopo molta, molta fatica e grazie al decisivo intervento di Choji e Gaara, i due si ritrovarono soli. Camminavano insieme per un sentiero quasi deserto, l’uno accanto all’altra, in quasi totale silenzio. Ad un certo punto Temari disse.
    «Ci sono ancora un sacco di problemi da affrontare, Shikamaru. Non sarà facile.»
    «Hai ragione! È vero!» rispose lui «Ma ora li affronteremo insieme, noi due, ed è tutta un’altra storia.»
    .Il sole stava tramontando su Konoha e le loro ombre si allungavano e si fondevano in un’unica ombra.

FINE…


Finalmente abbiamo finito. Come avete visto non  ho ucciso Temari. Non ne ho mai avuto l'intenzione in effetti, questa era una storia romantica non poteva mica finire male.  Forse alla fine mi è uscita un po' banale. Vi chiedo scusa ma in queste cose romantiche non sono proprio bravo. Mi vergogno, diciamo.... Comunque quel che è fatto è fatto.

A questo punto andiamo con i ringraziamenti.

1) A Telesette. di nuovo. per avermi convinto a Pubblicare.
2) Al mio amico "Dreamer" che mi aveva assistito nella scrittura.
3) A chi ha messo la mia storia tra le preferite e cioè
1 - Dolly_97 2 - Ramiza 3 - Sumire 90  4 - _aprilfly_ 
4) A chi l'ha messa tra le storie da ricordare.
1 - Amy Uzumaki 2 - Hinata_sama 3 - Lambo566 
5) A chi l'ha messa tra le seguite.
1 - cat009 2 - DirtyCharity  3 - Dolly_97 4 - Lilla95 5 - Scemafranci 
6) A chi ha semplicemente recensito in particolare a Vaius e a tutti quelli che hanno letto e apprezzato.


Spero che tutti voi vorrete seguire il "seguito" di questa storia ossia,

La volontà ardente

prossimamente...su EFP...


   
 
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