CRAZY
SCHOOL
Di Riccardo
AVVERTENZE
So che Crazy School
è un manga (senza immagini) comico, eppure come
lo stesso Fujisawa in GTO ha ideato episodi particolarmente seri e drammatici,
così anch’io ne sono costretto per esigenze di trama.
Troverete quindi uno
stile differente, un ritmo più lento, un’ambientazione diversa dal
solito. Spero l’apprezzerete lo stesso. Ma non
temete: un po’ di comicità la manterrò sempre. In fondo
è Crazy School, no?
Episodio 18:
Ricordi Cinesi
Era da molti giorni
che camminava.
Ci si aspettava
molto da lei, unica erede di una famiglia di esperti di
arti marziali con millenni d’esperienza alle spalle.
La ragazza si
sedette su un enorme masso, che costeggiava la mulattiera stretta in cui si
trovava.
Aveva i capelli nero
corvino, leggermente abbronzata, pur avendo la carnagione chiara, dovuta agli intensi allenamenti all’aperto che aveva effettuato
nel corso della sua vita; si percepiva malinconia nel suo sguardo, nei suoi
occhi una scintilla di curiosità.
Curiosità per
i posti che stava vedendo, luoghi che sarebbero divenuti la
sua casa.
Come non innamorarsi
dei monti, che si ergevano dietro di lei, dai perenni ghiacciai? Come non
meravigliarsi del panorama maestoso davanti a lei? Panorama da cui spiccavano una serie di piccole sorgenti.
Quelle fonti erano davvero misteriose, si disse.
Sembrava che si
trattasse di un antico campo d’addestramento, ma aveva avuto la
raccomandazione di non andarci, perché pare che
nascondessero parecchi pericoli e strane maledizioni. No, non le avrebbe affrontate,
non erano certamente utili al miglioramento delle sue capacità.
Yuri Ai Ling, questo
era il suo nome, attendeva con trepidazione l’incontro con il suo nuovo
maestro: tra tanti ragazzi della sua età, lei era stata l’unica ad
essere ammessa.
Dacché vi era
memoria umana, era la più giovane - aveva infatti
solo dodici anni - mai ammessa alla scuola dei monti di Tao Chuan e questo era
per lei fonte d’orgoglio.
Ma anche l’invidia da parte dei compagni,
pensò con una leggera soddisfazione.
Bè….in verità ci sarebbero stati anche aspiranti allievi
ben più degni, ma “non si sa come” avevano avuto prima delle
prove degli strani incidenti.
”Chissà come mai” pensò con finta innocenza la
ragazzina.
Un piccolo sasso la
colpì alla schiena.
“ Siamo pigri
a quanto pare, male male.”
“ E’ lei
il maestro Jiang?” chiese la giovane.
Fu Bai Jiang, questo
era il nome del maestro, fece un cenno di assenso, poi
la osservò con uno sguardo altero. La sua altezza, unita ad una magrezza
superiore alla norma, conferiva all’uomo un aria
inquietante e severa: aveva dei capelli bianchi come la neve, legati in
un coda lunghissima che gli scendeva per tutta la schiena; gli occhi,
magnetici, da cui traspariva tutta la sua forza. Quegli occhi. Ne fu
impressionata. Quegli occhi penetranti che volevano di certo esaminarla, sicuramente
per comprendere le potenzialità della sua nuova allieva.
” Male, non era ciò che mi aspettavo.”
“Maestro, mi
scusi se non sono un’allieva degna di lei. Mi impegnerò
con tutta la mia anima, a scapito della mia stessa vita.” rispose con
impeto. Aveva fatto tanto per essere lì e non voleva rinunciarci.
“ Non è
questo il punto!” esclamò seccamente il maestro “ Io mi
aspettavo una bella ragazza con un bel seno, non posso certo provarci con te,
non sono certo un pedofilo.”
Ai Ling rimase
scioccata.
“ Non posso
mica avere guai con la legge.” continuava a
rimuginare Fu Bai Jiang.
“
Ma-maestro….”
“ Ma se questo
passa il convento, mi adeguerò, sarai la mia allieva. Ma
prima una cosa.”
“ Tutto quello
che desidera.”
“ Allieva,
dimmi…”
“Sì?!”
La ragazza era in
preda all’ansia. Cosa le avrebbe chiesto? La sua preparazione di base?
Una prova della sua forza? L’avrebbe costretta a combattere con qualche
animale feroce? O addirittura con lui stesso?
“…quello
che ti chiedo è fondamentale per il prosieguo degli allenamenti…”
Il timore crebbe nel
cuore di lei.
“ Hai per caso una sorella
più grande da presentarmi?” chiese, sbavando per
l’eccitazione.
“ Cooosa?!!!!” rispose Ai colpendo il maestro con un martello
gigante.
Si girò,
incamminandosi per la strada di casa: “ Io me ne vado.”
Aveva deciso di
andarsene. Ma in che posto era capitata?
Sentì un
sibilo.
Alzò la mano
destra e prese al volo una pietra.
“
C’è del talento” esclamò con soddisfazione il maestro
“ Mi piace anche il tuo carattere, si vede che vuoi imparare. Ed ora di
corsa sino al tempio!”
“ Sì.”
Ai incominciò a correre.
“ Ho detto forse
che potevi partire?” disse e le mise dei pesi ai polsi e alle caviglie:
“Ora puoi iniziare.”
Quello fu il suo
primo allenamento.
Ben altro dovette
affrontare in seguito. Le prove divennero sempre più dure, le lezioni
sempre più difficili.
Il maestro era
severo e pretendeva l’impossibile da lei, che cercava di accontentarlo in
tutti quegli atroci esercizi.
E mentre lei faticava,
lui godeva spesso delle grazie di diverse donne.
Che rabbia! Era come
se la prendesse in giro.
Aveva il sospetto
che il maestro godesse nel vederla tormentarsi sotto il
peso di quegli addestramenti. Si convinse così che non vedeva
l’ora che lei tornasse a casa.
Ma non l’avrebbe permesso.
Lei otteneva sempre
ciò che voleva.
Soccombere non era nei suoi progetti.
Gliel’avrebbe
fatto vedere.
Scalò anche
le montagne più impervie; affrontò, sotto la guida del maestro,
anche le bestie più feroci. Doveva sentire ogni minima parte del suo
corpo, percepire ogni singolo movimento del suo avversario, riuscire a
sviluppare l’istinto e a non affidarsi esclusivamente ai sensi.
Erano
passati degli anni, ben quindici primavere aveva alle sue spalle.
Quel giorno scoprì che aveva un’altra prova:
le rapide del fiume.
Doveva affrontarle,
a nuoto, con la corrente contraria.
“ Ma non è possibile!”
“ Se ti
concentri potrai farcela, hai il corpo allenato e la mente forte.”
“ Sì
maestro!”
Non era che una
delle tante prove che aveva già affrontato. Perché non era
sicura?
Si immerse in acqua.
Cominciò a
nuotare con fatica, ma riuscì a vincere lo stesso la corrente.
“ Concentrati!”
Non doveva pensare
ai suoi timori, doveva essere tutt’uno con l’acqua, capire ogni
minima caratteristica dell’ambiente in cui si trovava.
Ma la paura era
forte.
Perché la
costringeva a questo? Non c’erano altri modi per imparare le tecniche?
Si distrasse.
La corrente la
trascinò, l’acqua le entrò nei polmoni e le sembrava di
morire.
“ E così questa è la mia fine? Non sono nemmeno
degna di proseguire i miei studi.”
Sentì delle
mani cingerle la vita prima di perdere i sensi…
Aprì a fatica
gli occhi, mentre espelleva dell’acqua tossendo….
“ Ti sei
ripresa, quindi?”
Lentamente il suo
sguardo si fece più nitido e così vide davanti a sé
l’immagine del suo maestro.
“Maestro….”
“Hai fatto
perdere diverse ore di addestramento.”
”Mi scusi.”
“ Quel che
è fatto è fatto, alzati e torniamo al tempio.”
Disse e si girò, incamminandosi verso casa.
Fu allora che notò
una macchia di sangue all’altezza della spalla…si era ferito salvandole la vita? Possibile? Ma di chi erano
quelle mani se non le sue? E come si sarebbe ferito alla spalla altrimenti?
Quelle spalle ferite
rappresentavano ciò che non aveva mai avuto in quei tre anni.
Capì che teneva
a lei e si affezionò a lui.
Da quel giorno
seguì tutte le direttive, non le mise in discussione nemmeno una volta. Nella
disciplina ferrea della scuola, nell’apprendere nuove tecniche, nel
riuscire a superare i suoi limiti cominciò a trovare il suo
divertimento. Il maestro apparve sempre più paterno. Ad ogni suo
successo diveniva sempre più orgoglioso di lei.
Imparò
così molte delle tecniche della scuola, che si aggiunsero a quelle che
già conosceva prima di giungere sui monti.
Un giorno il maestro
le si avvicinò: “ Devi affrontare la
foresta proibita da sola per sette giorni.”
“ Sì,
maestro.”
“ Sono sicuro
che riuscirai a superare con successo questa ardua
prova, ti ho addestrata bene.”
” Non la deluderò.”
E
infatti non lo deluse, i sette giorni passarono in fretta. Tutte le
fatiche, tutto ciò che aveva odiato in quegli anni, tutto questo
l’aveva resa forte, capace di sopravvivere in ogni situazione.
Tornò al
tempio.
“ Maestro,
sono tornata.”
Il silenzio
l’avvolse.
“ Maestro,
dove siete?” domandò perplessa. Dov’era finito? Che fosse
un’altra prova? Che scherzasse? Pensò persino che fosse in
compagnia di qualche donna. Tipico del maestro. Rise fra sé e sé.
Magari aveva approfittato della sua assenza per darsi alla pazza gioia. Altro
che ardua prova!
Ma il sorriso le scomparve immediatamente.
Lo vide.
Steso a terra, in
una pozza di sangue.
Il suo ventre
squarciato da una spada.
Ferito, sofferente,
ma ancora vivo.
Si precipitò
al suo fianco.
“ Ai, perdonami…non ho potuto insegnarti tutto quello che
sapevo...” disse sottovoce in preda a colpi di tosse.
“
Maestro…non può morire…lei sa tanto…vedrà che
riuscirà a cavarsela.”
“ E’
giunta la mia ora…prima o poi sarebbe avvenuto,
avrei solo voluto insegnarti tutto.”
“ Maestro…!!!” gridò
Non poteva lasciarlo
morire. Non poteva permettere che tutte le tecniche di quella scuola cadessero nell’oblio.
Sarebbe stato un peccato.
Capì.
Capì il
motivo per cui era giunta in quei luoghi.
Il suo destino era
quello di salvare quei preziosi tesori di conoscenza e di tramandarli nei
secoli. Anche a scapito della sua stessa vita.
C’era una
tecnica adatta allo scopo.
La tecnica della
trasmigrazione dell’anima*.
Sarebbe morta al suo
posto e avrebbe donato al maestro un nuovo corpo: il suo.
Si concentrò.
Compì i gesti
rituali.
“ Non lo fare
Ai!” svenne.
Ma lei non lo sentì.
Esegui la tecnica.
Percepì la
sua anima uscire dal suo corpo…sentì un
dolore intenso…si sforzò di aprire gli occhi… vide a fatica
il suo corpo come se non fosse il suo…vide le sue mani insanguinate.
C’era
riuscita. Era riuscita ad effettuare lo scambio. Aveva salvato il suo maestro e
le tecniche della sua scuola.
Contenta di questo,
morì.
Sentì la sua
anima uscire dal corpo senza vita del maestro, ma, invece di raggiungere
l’aldilà, si sentì di nuovo pervasa dai sensi.
Aprì gli
occhi e vide la sua mano.
“ Ma è
il mio corpo! Ma dovevo essere morta!”
”No, non lo sei!
“ Ma come è possibile? Come è
possibile che io abbia di nuovo il mio corpo?”
“ Non hai
bisogno di chiederlo. Lo sai già!”
Riuscì a capire.
Anzi era come se lo avesse saputo da tempo. La tecnica
della trasmigrazione dell’anima era molto delicata: qualora uno dei corpi
dei soggetti interessati fosse morto, l’anima avrebbe fatto ritorno al
suo corpo originario.
Le due anime, coabitando
in un unico luogo, si sarebbero fuse sino a restare indistinte…per
sempre.
Ai sì
alzò…
Si allontanò
dal tempio.
Aveva una missione
da compiere.
Quel giorno
un’anima non arrivò nell’aldilà, in
compenso fu sostituita da molte altre.
Ai aprì gli occhi
e si ritrovò nel suo nuovo corpo maschile.
Perché aveva
sognato il maestro? Perché ora?
Che inconsciamente avesse
voluto ricordare quando aveva iniziato ad interessarsi
alle donne?
Che fosse un monito? Che
fosse una risposta alla sua impotenza di uccidere il suo vecchio corpo?
Il suo vecchio
corpo, ora di Roberto.
Di quel ragazzo
aveva ciò che voleva, non si sarebbe certo unita
alla sua anima così insulsa.
Doveva andare a
scuola: per assistere a quel fatidico concorso e alla rassegnazione al suo nuovo
destino dell’unica persona che avrebbe potuto contrastarla.
Rise. Poi
pensò ad Isolde e si affrettò.
Non poteva far
attendere colei che amava.
FINE EPISODIO
Finalmente risolti molti dei misteri che
rimanevano: l’uccisione di Roberto avrebbe provocato una fusione delle
anime che a Yuri Ai non sarebbe piaciuta. E questa passione per le donne?
Probabilmente un retaggio dell’anima del suo vecchio maestro.
Ma perché Roberto ha così tanto
interesse a farsi eleggere miss liceo? Che si sia rassegnato a vivere come
donna come pensa Ai? Oppure cosa?
Non perdetevi il prossimo episodio: “
Miss Liceo”
Buon divertimento!
* SCHEDA: TECNICA
DELLA TRASMIGRAZIONE DELL’ANIMA.
Nata nel
In tal modo il
paziente non soffriva durante l’operazione.
Purtroppo cadde man
mano in disuso, poiché in caso di morte sotto i ferri, si verifica la fusione delle anime, visto che quella
dell’esperto di arti marziali trovava più naturale tornare nel suo
corpo originario che raggiungere l’aldilà.
Venne tuttavia studiata e utilizzata da spie e
assassini per raggiungere le loro vittime in modo da non farsi notare,
sostituendosi a persone fidate.
Al momento della storia solo le scuole del maestro Fu
Bai Jiang e della famiglia Ling ne erano a conoscenza; pur usandola raramente,
erano convinti che non dovesse perdersi, perciò continuarono a
tramandarla agli allievi.
ALTRE NOTE
Questo capitolo come
vi avevo avvertito, è molto diverso dal solito
Crazy School.
Probabilmente se
riuscissi a creare il manga di questo mio capitolo, me lo
immaginerei disegnato più stile Fruits Basket o Kenshin, che ad uno
shonen quale quelli della Takahashi.
L’effetto
collaterale come la tecnica stessa della trasmigrazione dell’anima
è frutto esclusivo della mia mente, non ho avuto alcuna
ispirazione da libri o manga. Era utile alla storia e l’ho
inserito, anche se devo ammettere che scambi di corpi sono avvenuti in
molteplici film e manga.
Capisco che possa
sorprendere come nella stessa storia sia passato dalla comicità assurda
a toni molto più foschi. Ero persino tentato di
creare una spin-off, ma c’erano alcuni quesiti che non potevo lasciare in
sospeso. Spero di essere riuscito a chiarirli e spero che questo mio episodio
vi sia piaciuto.
Non perdetevi la
prossima puntata! Sarà molto più divertente. In puro stile Crazy
School.