Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: NemesyBlack    07/04/2011    1 recensioni
Miriam ebbe un tuffo al cuore. La portà della stanza si aprì e lei scattò in piedi, il volto chino.
Tre Mangiamorte fecero il loro ingresso in quella stanzetta, fermandosi ad osservarla. Poi ne entrò un quarto. Era alto , dai capelli neri e ricci e dagli occhi blu. Si fermò davanti a alla ragazza "Miriam Gray?"
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Call Me "Rose"
Miriam sciolse ancora una volta i capelli, che ricaddero come una cascata di riccioli rossi, sulla schiena bianca.
Era stanca, sfinita e persino il semplice gesto di alzare la spazzola per rassettare la matassa ribelle le sembrava più faticoso del solito. Restò ferma a guardare il proprio riflesso nella specchiera ovale, il mento appoggiato sul palmo della mano, le dita affusolate che picchiettavano sulla guancia rosa. Si alzò e con movimenti lenti si diresse all'armadio. Che vestito indossare? Era meglio un verde pastello o un semplice abito bianco latte? Optò per il bianco.
Strinse il petto fra i lacci del corsetto e coprì le gambe con la lunga gonna. Ai piedi i soliti stivaletti bianchi dai bottoni dorati. Ed ora gli accessori. Bloccò la foresta di ricci rossi, intrappolandola sulla nuca con una spilla argentata dalla forma di fiore, e alla vita avvolse un nastro di raso dal colore rosa pallido, sopra al quale legò la piccola borsa di stoffa.
Dopo aver aggiunto qull'ultima cosa si osservò allo specchio.
Si, passabile. Sebbene in molti le facessore le lodi per i capelli e per quegli occhi azzurri, così chiari da sembrare quasi freddi, lei si era sempre ritenuta una ragazza come le altre.
Scese nell'ingresso, soffermandosi solo per mettersi i guanti bianchi ed uscì, immergendosi nella Londra magica del XI secolo.
Camminò a lungo, fino ad arrivare alla libreria dove lavorava. Il padrone era già arrivato, quando la vide entrare le rivolse un saluto brusco e senza troppi complimenti la mandò subito nel retro del negozio.
Certo, doveva cercare di nasconderla. Del resto era una mezzosangue, anche se di seconda generazione. Ovviamente il padrone non la nascondeva per buon cuore, ma perchè non avrebbe trovato altre ragazze disposte a lavorare per la misera paga che lui offriva.
Non che Miriam ne avesse veramente bisogno, il padre le aveva lasciato un'eredità esostanziosa, ma lavorare era per Miriam un modo per distrarsi da quello che le accadeva attorno.
Mezzosangue e Babbani che sparivano ogni giorno.
Miriam viveva con il segreto terrore di vedersi arrivare in casa i Mangiamorte da un momento all'altro.
Sbuffò mentre prendeva i registri delle vendite per ricordinarli. Dopo pochi minuti dal suo arrivo i clienti cominciarono ad affacciarsi nella libreria. Di quando in quando il padre si affacciava per chiederle dove aveva messo un volume o se avevano finito le copie di un determinato libro.
La giornata passava con la solita noiosa velocità. Miriam alzò la testa e guardò l'orologio, ancora le quattro. Solo tre ore e sarebbe tornata a casa. Tornò a chinarsi ui registri mentre sentiva che il campanello della porta nuonava ancora.
Solo che non sentì la voce gentile del padrone che salutava i clienti, ma un ossequioso saluto e poi una voce profonda.
Miriam ebbe un tuffo al cuore. La portà della stanza si aprì e lei scattò in piedi, il volto chino.
Tre Mangiamorte fecero il loro ingresso in quella stanzetta, fermandosi ad osservarla. Poi ne entrò un quarto. Era alto , dai capelli neri e ricci e dagli occhi blu. Si fermò davanti a alla ragazza "Miriam Gray?" chiese passando in rassegna tutta la figura della giovane donna. La rossa annuì a capo chino, sentiva gli occhi dell'uomo sul suo corpo, e la cosa la metteva molto a disagio. Questi le afferrò il mento fra due dita e la costrinse a guardarlo "Dovete venire con noi Miss".
Miriam tremava. Avrebbe voluto fuggire a gambe levate, proclamare la proprio innocenza o qualcosa del genere. Ma invece restò in silenzio.
Il padrone della libreria sulla soglia la fissava impaurito e per la prima volta la ragazza lesse negli occhietti piccoli di quell'uomo qualcosa di simile alla pietà.
Il Mangiamorte davanti a lei la afferrò per un braccio "Buona giornata" disse rivolto al libraio.
Poi, con la stessa facilità con cui si spenge una candela, si smateriallizò insieme ai suoi compagni ed alla giovane donna.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: NemesyBlack