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Autore: Serenetx    07/04/2011    0 recensioni
Cosi' scosto' una ciocca dei suoi capelli color carota e mi trafisse con quei suoi occhioni azzurri. Sentii per un istante il peso della sua attenzione gravarmi sulla coscienza ancor piu' di quanto lo facesse la sua etica invidiabile ed il suo bollente sguardo di ghiaccio passare in rassegna ogni mia singola curva.
«Sono curioso di sapere una cosa, bambolina ... »
Mi disse afferrandomi bruscamente il mento.
«Qual'e' il tuo vero nome adesso?».

Saro' molto felice di leggere ed accettare i vostri consigli, pareri, recensioni ecc. ecc.
Prende spunti da diverse storie piuttosto famose (non scritte da autori di questo sito) ed e' la prima copia (e' una storia da revisionare per bene, a partire dalla trama e tutto il resto; per questo se mi aiutaste sarei molto felice! Grazie lo stesso)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incest, Incompiuta, Tematiche delicate
Capitoli:
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«Riprova!»

Urlo' lei con quella voce da kamikaze. Segui' un colpo forte.

«Riprova!!»

Il movimento fu cosi' intenso e deciso da far vibrare l'aria. Eppure ...

«ANCORA!»
«STO DANDO IL MIO MASSIMO!»
«NON BASTA!»

Pugni di una violenza inaudita colpirono il manichino che nonostante tutto si ostinava a rimanere in piedi.
Doveva cadere. Dovevo farlo cadere.

«ANCORA!»

Picchiai ancora piu' forte il fantoccio rinforzato, gridando con tutta la determinazione che avevo.

«NON RIESCI A FARE DI MEGLIO? TU NON RAGGIUNGERAI MAI I TUOI SCOPI!»

Mi scoraggio' lei avvicinandosi con passi pesanti.

«COSI' NON OTTERRAI MAI NIENTE! SE NON LO FRANTUMI A PEZZI RIMARRAI SEMPRE E SOLO UNA SCIOCCA FALLITA! UNA BRUTTA PUTTANELLA VIZIATA! SECONDO TE E' QUESTO CHE VOLEVA TUA ZIA, PRIMA CHE MORISSE???»
«NO, SIGNORA!»

Il burattino non cedeva di un solo centimetro e piu' colpivo, piu' le mie dita diventavano di un colore violaceo scuro. Era troppo per me. Ogni urto cominciava a farsi sempre piu' lento, sempre piu' pesante. Le mie braccia non rispondevano piu' e le gambe tremavano di dolore.

«Cassy ... io ...»
«CONTINUA!!!»

Ci fu un ultimo colpo, ma questa volta il rumore fu diverso. All'improvviso, mi ritrovai a terra, con il capo rivolto verso il pupazzo ancora nella stessa posizione precedente.
Non ce l'avevo fatta. Ero andata troppo oltre le mie forze ...

***

«Sei tu Lelouch?»

Domando' una donna in biancheria intima al ragazzo.

«Si'. Sono Alessandro Lelouch Tanicuchi. Sono l'agente Xel»
«Perf...etto! Ecco a lei! Tenga e ... buon divertimento!»

Alessandro ringrazio' diplomaticamente e prese la chiave dalle mani della donna.
Prima di entrare nella stanza si guardo' intorno ancora una volta. Quel posto ormai lo conosceva bene.
Quelle tende rosse con cristalli di diamante brillanti alle pareti, il bancone rosa fucsia e la donna in biancheria che gli porgeva sempre la solita chiave erano ormai quasi una ossessione ... una droga.

«Mi scusi signorino! Prima di entrare, vorrei riferirle un messaggio del capo!»
«Mi dica»

Disse senza nemmeno voltarsi.

«La concubina numero quattordici si era lamentata per la troppa forza che ci avete messo giovedi' scorso. Le avete fatto molto male, percio' il capo le ordina di fare piu' piano ... »
«D'accordo ... »

Confermo' sogghignando.

«Non succedera' piu', madame!»

Non curandosi della risposta della donna, Alessandro entro' nella stanza, chiudendosi la porta nera alle spalle. Al suo interno, su di un letto ricoperto di stoffa dorata, c'erano cinque ragazze svestite che lo stavano aspettando.

«Coraggio, bamboline ... »

Le incoraggio'.

«Fate cio' che sapete»

***

«Che cos'e' che dovrei fare???»

Domando' la ragazza dai lunghi capelli castani al suo coetaneo.

«Andiamo Kim! Ammettilo! Tu e Kyle ...»
«RYLEE! NON DIRE STUPIDATE!»

Esclamo' lanciando un'occhiata a Mary nel tentativo di scoprire la sua reazione.

«Lo sai benissimo che non sono stupidate invece ... Dai! Dovresti dirlo! Siamo una squadra!»

«SI'! MA ... »

Kim si avvicino' a Rylee pericolosamente e lo trascino' in disparte, lontano dagli altri ...

«... Rylee ... c'e' una cosa che forse non conosci»
«Cioe'?»
«Non e' proprio bello riferirtelo in queste circostanze, ma non mi lasci scelta .... »

***

«Tanicuchi! Come procede la raccolta dati?»
«Non tanto bene! Qui andiamo a rilento! Il computer e' sovraccarico!»
«Ci mancava solo questa!»

Esclamo' il ragazzino dalla nera chioma.

«Provvedero' ad una nuova attrezzatura all'avanguardia. Che peccato pero'!»
«Perche'?»

Domando' incuriosito l'uomo dagli iridi di ghiaccio.
Il piccolo, con estrema tranquillita', si diresse a carponi verso la scatola dei giocattoli ed afferro' una piccola Ferrari rossa, prendendosi tutto il tempo per rispondere.

«Non noti una certa analogia fra le macchine ed i tuoi dipendenti?»

Il poliziotto, estremamente incuriosito dalla domanda, smise di lavorare e rivolse la sua completa attenzione al bambino.

«Non capisco. Spiegati meglio Hideki!»
«Ma si' che mi capisci!»

Esclamo' lanciando a tutta velocita' l'automobilina sulle mattonelle lucide.

«Quando non ti servono piu', le butti via! Le sostituisci! Le cambi con pezzi migliori nel caso in cui non lavorassero come vorresti! Non e' un po' ... triste? Le persone non andrebbero trattate come macchine .... oppure mi sbaglio?»

Mr. Tanicuchi rimase estremamente colpito dalle parole di Hideki. I suoi colleghi, fortunatamente, non erano presenti. A differenza sua, erano a casa, a prendersi un giorno di riposo dopo il tanto lavoro apparentemente invano.
Loro come avrebbero reagito ad una domanda del genere?
L'uomo ringrazio' il cielo di non dover nascondere il suo stupore e si prese la briga di rispondere liberamente.

«No, non sbagli ... ma a volte e' necessario!»
«Si', probabile!»

Confermo' H afferrando un pezzo di carta ed una penna lasciati a terra.

«Ma non e' giusto!»
«Gia'!»
«E allora come si puo' fare giustizia se, per ottenerla, devi compiere una minima parte del suo contrario? Non e' vera giustizia!»

L'uomo sospiro' abbassando il capo.

«Forse non e' affatto giustizia ... »
«Tu dici?»
«Questo non possiamo saperlo ... »
«Ah no? Io invece ti dico che ti sbagli!»

Il poliziotto sobbalzo' sulla sedia.

«Si' ti sbagli! Ma, dato che hai risposto male alle mie domande, voglio che sia tu a capire da solo il perche'! .... lo sai? A volte la risoluzione dei casi piu' complessi sta nelle piccole domande come queste. In fondo sono le stesse che si pongono i criminali! La bravura di un vero investigatore consiste nell'immedesimarsi in una logica estranea e stabilire con fermezza se questa e' piu' o meno giustificabile. Considerando che spesso ha a che fare con fuorilegge ... e' difficile parlare di giustificazioni, per questo non dovresti farti venire dubbi ADESSO! Un crimine e' sempre un crimine, anche se il movente e' apparentemente nobile! Non va lasciato impunito, perche', altrimenti, questa non sarebbe giustizia!»
«Il fine non giustifica i mezzi!»

All'udire di quelle parole, Hideki sorrise trionfante ed incrocio' lo sguardo dell'uomo.

«Esatto! L'importante e' che tu lo tenga a mente! Adesso, per risolvere il caso, ci basta solo entrare al centro del vortice: nell'occhio del ciclone!»
  
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