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Autore: Portos    08/04/2011    5 recensioni
Uno scherzo può costare caro...ATTENZIONE MODIFICA TRAMA
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo Scherzo

Screeek...screek...gneek...
Oddio eccolo di nuovo, pensò John Deacon spalancando gli occhi.
Non riusciva a capire la provenienza di quei dannati rumori che lo stavano tenendo sveglio per l'ennesima volta.
Aveva controllato la stanza, per due volte senza scoprire un bel niente.
Screek..screek..gneek...
John sbuffò. A tentoni cercò la cordicella dell'abat-jour, mentendoci un po' a trovarla.
Magari era solo un topo o qualcosa d'altro, uno stupido scherzo della sua mente...dovette ammettere
che prima aveva bevuto un po' troppo e combinato con la stanchezza del viaggio ci avevano fatto su.
E se ci fossero i fantasmi?
Quel pensiero gli attraversò la mente con la velocità della luce.
Da bambino si stringeva nelle coperte, con gli occhi spalancati per aspettare il mostro che abitava sotto il letto lo venisse a prendere, per portarlo via.
Ma ora era cresciuto ed era uomo, pensò John scuotendo la testa.
Screeeeeeeeek…
Il cuore gli fece un sobbalzo nel petto.
Cominciò a tremare come una foglia, ma si impose d'alzarsi lo stesso e scivolò fuori dal letto.
Sentiva le gambe molli come gelatina... ma si mosse lentamente verso la porta della camera.
Screeeeeeekkk.... graaaat....“John sono venuto a prenderti...sono venuto a prenderti...”
Quando cercò di gridare, ne uscì solo un rantolo dalla gola e diventò bianco come un lenzuolo.
Che fare? Chiamare aiuto? Che cosa avrebbero detto altri tre, se non ridere alle sue spalle?
Che avrebbe spiegato? C'è un mostro che mi perseguita? Chi diavolo è che mi viene a prendere?
John raccolse...ehm...tutto il suo coraggio e aprì la porta di scatto.
Il corridoio era buio e deserto.
Attese per qualche secondo, ma non accadde nulla. John chiuse la porta.
Screeekkkk....
La porta dell’armadio si aprì lentamente.
Il povero basista fece un mezzo giro su se stesso.
Cristo era nascosto nell'armadio!
Il cuore riprese a battergli furiosamente nel petto.
Non aveva controllato l'armadio...non ci aveva controllato...
Vide l'anta dell'armadio aprirsi, una mano s'intravedeva.
“Sono venuto a prendertiii...ti poterò via...con meee....”
John spalancò la bocca mettendosi a strillare come indemoniato, con tutto il fiato che aveva in gola, tanto che, in meno di cinque secondi, Brian e Roger erano piombati nella stanza del compagno.
Il poveretto era pallido come un cencio, gli occhi spalancati dallo spavento e capelli dritti in
testa. 
“Oh Dio, Deaky sei ancora vivo?” domandò Brian in un misto di preoccupazione e divertimento.
“Che diavolo! Perché ti sei messo a gridare in quel modo?” si lamentò subito dopo Roger.
Ma John rimase chiuso in un imperterrito silenzio.
La risposta arrivò da una risata. Poi le ante si spalancarono completamente.
Freddie rotolò fuori dall’armadio, ridendo come non mai.
“Freddie?”
Brian May dall’alto dei suoi 1’86, sollevò un sopracciglio alquanto perplesso.
Freddie si stava ancora rotolando dalle risate sul pavimento.
 “Ehm…sei ubriaco?” gli domandò Roger, scambiando uno sguardo con Brian.
“Non posso mica ubriacarmi tutte le sere, tesoro ma lo scherzo volevo proprio farglielo” spiegò Freddie a fatica, senza smettere di ridere.
“Guarda che se è andato” gli fece Brian, indicando con il pollice lo spazio vuoto.
“Oh...non si sarà mica offeso?” domandò Freddie agli altri due.
Roger si strinse nelle spalle e assunse un'espressione “che ne so io”,  lo stesso dicasi per Brian.
Cinque minuti dopo John ricomparve. Con un secchio in mano pieno d'acqua.
E un ghigno stampato sulla faccia.
“Non ci provare nemmeno Deaky” s'allarmò Freddie agitando le mani.
Senza dire una parola, il bassista innaffiò Freddie d'acqua.
“Occhio per occhio dente per dente” sibilò John al suo orecchio.
“Ma sei impazzito?” strillò l'altro in tono isterico.
Il cantante prese a tremare come una foglia, accorgendosi solo ora di essere bagnato come un pulcino, quindi offeso come una primadonna...marciò in camera, lasciando una lunga scia d'acqua tra la camera e il corridoio.
Brian scosse la testa riccioluta e non aggiunse altro e seguito a ruota da Roger.

Una settimana dopo,  ma ancora bassista e cantante non si parlavano nemmeno.
I quattro si recarono in studio per registrare.
Vi si avvertiva un certa tensione tra i quattro: Brian sospirava in continuazione, Roger sembrava perso nei suoi pensieri, Deaky sembrava più silenzioso del solito e Freddie fumava più del solito.
“Santo Cielo, Fred vuoi infumentare tutti e tutto?”
Roger disperse con le mani la nuvola di fumo.
“Magari” rispose brusco il cantante.
Era ancora arrabbiato per la sera prima.
Dovette ammettere alla sua coscienza di aver giocato uno scherzo pesante a Deaky ma anche lui a tirargli l'acqua addosso, era veramente troppo!
“Quanto siete stupidi! Perché non la piantate lì?” esclamò un Brian, piuttosto arrabbiato poiché stava per perdere la sua proverbiale pazienza. 
Era stufo di dover badare a quei due ed erano piuttosto indietro col lavoro.
“Ah, sì? Provaci tu ad essere lavato a mezzanotte” esclamò il cantante in tono offeso.
Il chitarrista alzò gli occhi al cielo, prima aveva parlato con John.
Purtroppo nulla era valso a farlo ragionare. Un dubbio ma erano dei trentenni o dei marmocchi di otto?
“Fate quello che volete” sbuffò Brian poi sparì  in sala di registrazione.
Roger sospirò sconsolato.
Freddie rimase solo.
“Ah, solo un'ultima cosa , tu e Deaks avete lasciato della roba al piano di sopra, ma vi consiglio di usare l'ascensore perché stanno dando il colore alle scale” disse Roger.
“Va bene, grazie”
Freddie non era affatto contento di dover salire in ascensore con John ma se era necessario...

I due in un testardo silenzio, entrano in ascensore. Cercando di mantenere le distanze l'uno dall'altro.
L'ascensore cominciò lentamente a salire.
Freddie continuava a fumare nervosamente, invadendo di fumo l'interno, Deaky si limitava a lanciargli occhiatacce senza dire nulla.
La tensione continuava a salire, ben presto avrebbero cominciato a litigare, se non fosse stato per
la luce del neon che cominciò a traballare.
L’ascensore emise un forte rumore, poi cominciò a rallentare la sua corsa fino a fermarsi del tutto.
John e Freddie dovettero aggrapparsi ai corrimano per non cadere.
“Oh mio Dio…oh mio Dio…” mormorò il bassista, cominciando a tremare.
Freddie tirò due boccate dalla sigaretta molto velocemente, non voleva ammetterlo ma anche lui sentiva la paura serpeggiargli sulla pelle.
La luce si spense di colpo.
“Oh mio Dio…dove diavolo è il citofono?”
A tentoni il cantante pigiò diversi tasti, ma senza trovare quello giusto.
“È guasto” disse John cercando di controllare il tremore della voce.
Non desiderava affatto passare per una seconda per un fifone.
“Cosa? Guasto? Perché non l’hai detto prima?” mormorò Freddie.
“Non posso mica prevedere i guasti!” ribatté il bassista offeso.
“Non stavo dicendo…quello”
Freddie si mise a sedere per terra. Schiacciò il mozzicone di sigaretta sul pavimento.
“E adesso che facciamo?”
“Aspettiamo” rispose John, sedendosi anche lui.
John si mise a pregare sottovoce. Sperava ardentemente di poter uscire vivo da lì.
“Che fai?” indagò l’altro, muovendo gli occhi da una parte all’altra.
Il grande Freddie aveva paura dei luoghi angusti e bui, a quanto pare.
“Sto…pregando…” rispose John, con una stretta di spalle.
Freddie tacque.
Sperava segretamente che qualcuno si accorgesse della loro assenza e magari anche di ritrovarli vivi! E se fossero morti la dentro? Avrebbero trovato due scheletri, con tanto di ragnatele, una volta aperte le porte?
Questi i pensieri lugubri, che si agitavano nella sua mente.
Freddie soffocò un brivido. Le mani gli tremavano.
“Deaky…ci sei ancora?”
“Sì…ci sono, cosa c’è?”
“D-dove sei?”
Freddie alzò una mano. Incerto la mosse attraverso il buio
Toccò qualcosa di molliccio e umido.
“Ahio! Mi hai infilato un dito in un occhio!”
“Scusa!” urlò Freddie ritirando la mano.
John si sfregò la parte colpita.
Freddie tacque. Si mise ad ascoltare il battito del proprio cuore e si immerse nel più possibile nei propri pensieri.
A quel punto la sua solita fastidiosa coscienza scelse il momento giusto per far capolino.
“Ehi, dolcezza non dovresti chiedergli scusa?” Gli disse una vocina.
Freddy sbuffò piano.
“Ok, era stato uno scherzo scemo…ma Deaky con l’acqua… ha  esagerato…”pensò subito dopo.
“Niente ma bellezza, almeno chiedigli scusa…” lo rimbeccò la sua coscienza, ancora più forte.
“E va bene! Lo faccio!” replicò Freddie sbuffando la seconda volta.
In effetti un po’ di senso di colpa lo sentiva arrivare in ritardo.
“Ascolta John…io posso dire una cosa?”
“Che c’è?” domandò l’altro in tono restio.
“Mi dispiace per lo scherzo dell’armadio e tutto il resto” annunciò Freddie.
Fortunatamente il buio nascose alla perfezione il rosso porpora che andava diffondendosi lungo il collo e le guance.
John emise un verso incredulo.
“Accetti le mie scuse?”
“Cioè mi stai chiedendo scusa?” lo prese in giro Deaky un sorriso sollevò gli angoli della bocca.
Freddie borbottò qualcosa di incomprensibile. 
“Va bene le accetto e ti chiedo scusa per il lavaggio” mormorò John, ridacchiando.
“Pace fatta?”
“Ok, ti devo anche dare un abbraccio?” chiese John ridendo più forte.
“No! Smettila di prendermi per il culo! Lo trovi tanto divertente?” replicò Freddie, sempre rosso dalla vergogna.
Finalmente la luce lampeggiò.
Lentamente l’ascensore sputacchiando e tossendo, come un vecchio catarroso ripartì.
Le porte s’aprirono, entrambi si catapultarono fuori alla velocità della luce.
Roger e Brian li trovarono fuori nel corridoio.
“Che è successo?”
“L’ascensore si è fermato, sarà stato un guasto momentaneo”
“Abbiamo visto che non arrivate più e allora ci siamo messi a cercarvi”
“Quello stupido ascensore si è bloccato, è persino saltata la corrente” si lamentò Freddie, rabbrividendo al ricordo.
“Altrimenti chissà che brutta fine, eh?”
“Rog, non parlarmene”
“Ehi, avete fatto pace, marmocchi?” 
Freddie alzò gli occhi al cielo. Era proprio necessario?
“Tutto a posto, tutto a posto” disse John, salvandolo dall’imbarazzo.
Poi s’allontarono insieme.

“Credi che sia stata una buona idea?” 
Brian si strinse nelle spalle.
“Sono entrambi molto testardi, non so se si fossero chiesti scusa” rispose il chitarrista asciutto.
“Chissà cosa si sono detti”
“Rog, Rog certe cose lasciamole al loro mistero”
“Devi ammettere che l’idea è stata eccellente: siamo micidiali” gli ricordò Roger, con un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.
“Non devi farne parola, con nessuno, Rog o ne vedrai le conseguenze”
Brian sorrideva rilassato, ma nei suoi occhi lampeggiò qualcosa vagamente di minaccioso e tantomeno Roger non voleva scoprire di cosa era capace.  
Avevano congegnato la –diabolica- idea di andare a togliere la corrente delle scale, per far sì che i due restassero bloccati dentro e si rappacificassero. La bastardata aveva funzionato.
Ma il bello che John e Freddie non sospettarono mai di loro due!
 
FINE 



Ho voluto modificarla perchè non mi piaceva molto il finale...
  
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