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Autore: _Atlas    09/04/2011    6 recensioni
Storia nata come compito di narrativa, vi accompagnerà a visitare un ipotetico labirinto del Minotauro, pieno di mistero e sensazioni.
Vi supplico di recensire, è molto importante per me.
Ringrazio in anticipo chi dedicherà del tempo a questo racconto.
Genere: Fantasy, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Labirinto del Minotauro
 

Proviamo, solo per poco, ad immaginare di procedere nel leggendario labirinto del Minotauro, di perderci nei meandri oscuri e tenebrosi, svicolando in curve come le anse dei fiumi di quel dedalo di passaggi sotterranei.
Ove ci pare di scorgere un passaggio, veniamo sorpresi quando sbattiamo per la fretta contro la nostra stessa vetrosa immagine.
Si procede con calma, nel labirinto fiocamente illuminato da torce e candele sparse.
Il cammino si fa sempre più surreale e viene reso ingannevole dal tremolare delle fiamme. L’aria fredda che spira tra i corridoi pare lo stesso sfiato degli Inferi oscuri, facendoci sobbalzare al più minimo e lontano crepitio.
Chi ci assicura che da questa tenebrosa svolta non balzi fuori un nero demone urlante dagli occhi di brace? O che questo scalpiccio lontano non siano i passi dello stesso Minotauro, anziché l’eco dei nostri?
Oh, povere nostre anime ree, costrette ad errare in questo luogo maledetto!
Ma proprio ora, che diamo le nostre speranze perdute al vento, si vede, svoltando la via, una luce chiara che non è di candela.
Una luce tiepida ed accecante per i nostri occhi abituati all’atmosfera tremolante e crepuscolare data dalle miriadi di fuochi fatui vibranti dai venti tombali.
Una brezza piacevole e profumata, al posto dell’alito gelido e muffoso degli Inferi, ci riempie i polmoni di forza vitale. Ma cauti!
Ora che la salvezza pare vicina, ora che basterebbero sì pochi passi, è ora che il cammino si fa arduo!
Guardati, infatti, a calpestare quel punto che, bene osservando, cela una nera e profonda botola. Quel passaggio ti porterebbe certo a morte sicura!
E guardati attentamente dallo sfiorare quei freddi e polverosi muri! Chissà quale diavoleria ingegneristica potresti involontariamente azionare.
Ora siamo all’esterno, in un boschetto di verdi e bianche betulle, le cantanti degli alberi. Ma una volta resi veramente conto del luogo in cui ci troviamo, ci accorgiamo che questa non è altro che l’entrata di un ancor più insidioso labirinto.
Guardiamo i cupi tronchi dalle fattezze pressoché identiche, atte a farci perdere se ci inoltriamo sul sottobosco scricchiolante e terroso.
L’unica cosa che possiamo fare per non smarrirci è seguire quell’unico stretto sentiero che si snoda tra la fitta vegetazione, dirigendoci sempre più verso i reconditi e sconosciuti recessi del bosco.
Mano a mano che si procede, l’oscurità aumenta e pare ormai di essere rientrati nel labirinto, con l’unica differenza che, al posto di muri, vi sono tronchi e cespugli.
Pendenti dagli stessi rami o corteccia, tornano ad accompagnarci nel cammino le fiamme tremolanti e rosate di torce e candele.
Tutto pare circondato da un alone di mistero, con la nebbia brumosa che sale lenta e densa dal muschio umido a terra, sui tronchi o pendente dai rami.
Dopo molto procedere, ci ritroviamo nuovamente tra i muri pietrosi del labirinto.
Incedendo con attenzione capitiamo alla sala centrale. Salvezza!
Ora da qui è sufficiente procedere sempre diritti e la libertà è oramai sicura!
 Ma all’uscita mai giungerai...




   
 
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