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Autore: palanmelen    09/04/2011    1 recensioni
-...Sai, quasi faccio un pensiero sul trasferirmi "di là". Un tizio mi stava offrendo un lavoro quando sono arrivati i poliziotti. Mi hanno chiesto i documenti. Probabilmente credevano che li tenessi infilati nel culo.-
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Harry s'affacciò nella sala d'attesa. -Ah!- espirò incredulo. -Sei davvero qui!-
Controllò un'altra volta che non ci fosse nessuno nei dintorni e s'infilò dentro.
-Ma cos'hai combinato?! Ho sentito una cosa che...-
Malfoy si girò finalmente verso di lui. -Prima di tutto, "Buongiorno, Potter. E' da una vita che non ci vediamo."-
Harry trasalì e si strofinò il naso con imbarazzo. -Ah, sì. Ehm. Buongiorno, Malfoy. Sì, scusa. E' che...- Harry aprì le braccia e le lasciò cadere lungo i fianchi. Malfoy roteò gli occhi e infine reclinò la testa, abbassando poi lentamente le palpebre.
Il suo collo pallido spariva dentro la spugna vaporosa d'un accappatoio bianco. Harry deglutì e distolse lo sguardo. Però poi si accorse di stargli guardando le gambe, scoperte dal ginocchio in giù. Scosse la testa e si strofinò la faccia colle mani.
Andò a sedersi nella fila di sedie opposta alla sua, davanti a lui. Appoggiò i gomiti sulle cosce e congiunse le mani. Le fissò per non fissare dove le gambe accavallate di Malfoy alzavano l'accappatoio. O perlomeno per avere qualcosa su cui velocemente spostare lo sguardo nel caso Malfoy lo avesse beccato.
-C'è...- Deglutì. -C'è un discreto casino, fuori. C'è un gruppo di giornalisti fuori dall'ospedale che... beh, figurati i babbani che vedono tutti quei deficienti agitarsi davanti alla vetrine di un negozio chiuso.-
Malfoy alzò le sopracciglia. Sul fatto che i giornalisti fossero dei deficienti non poteva che essere d'accordo.
-E poi... beh, ti hanno praticamente chiuso qui dentro o sbaglio? Beh, non chiuso chiuso. Però, insomma. Ci sono una decina di auror nel corridoio. Tengono fuori anche gli infermieri. Poi, beh, sono riuscito a non farmi beccare comunque, ma... hai fatto davvero quello che dicono?-
Cercò di guardarlo in faccia. Malfoy non collaborò.
Rimase in silenzio un altro minuto. Harry si mordicchiava le labbra e stava per ricominciare a parlare, quando Malfoy si degnò di rispondere. -Stanno decidendo se farmi vedere da qualcuno o portarmi in prigione. Anche perché... beh, nella legislazione babbana c'è... beh, qualcosa che riguarda il "pubblico decoro", o il "pubblico pudore", non ho ben capito. Ma in quella magica non c'è nulla del genere.- ridacchiò, come se trovasse deliziosa quel vuoto di leggi a riguardo. -Però ero in mezzo ai babbani, quindi per qualcosa devono fermarmi. Certo, se qualche dottorino zelante non firma per internarmi là dentro.- Indicò con un cenno della testa il corridoio che portava alle stanze dei pazienti. I pazienti del Reparto Janus Thickey per lungodegenti del San Mungo.
Harry sbuffò. -Ok, Malfoy. Ma hai davvero...-
-Sì, Potter.- Alzò di scatto la testa e l'improvviso fissare dei suoi occhi freddi fece trasalire Harry. -Ho passeggiato per le strade di Londra nudo. Nudo. Troverai delle foto molto interessanti, sui giornali di domani. Magici e babbani.- Ridacchiò e reclinò di nuovo la testa. -Sono forti, quei babbani. Alcuni mi sono passati vicino senza fare una piega. Altri hanno impiegato un po' a trovare sconveniente la mia nudità. Un bambino ha gridato "guarda, mamma, è nudo!", e lei l'ha sgridato perché "non si fissano le persone!".- il suo sorriso ironico si spense. - In confronto, noi siamo una manica di beceri ficcanaso. Sai, quasi faccio un pensiero sul trasferirmi "di là". Un tizio mi stava offrendo un lavoro quando sono arrivati i poliziotti. Mi hanno chiesto i documenti. Probabilmente credevano che li tenessi infilati nel culo.-
Harry si strofinò di nuovo il viso. Malfoy. Nudo. Per le strade di Londra. E lui era probabilmente a prendere un tè con Hermione al quinto piano dell'ospedale.
-Comunque, - riprese Malfoy -non pensavo tu fossi interessato ai dettagli pruriginosi della mia vita privata.-
Harry arrossì fino alla punta delle orecchie. -Io non... non... No! Dovresti sapere che...- Fece un verso strano. -No, probabilmente non lo sai. Mi sembra - la sua voce vibrò un momento di sarcasmo. -... davvero divertente sentirti parlare così. Quando tu ti portavi dietro la Skeeter per sputtanarmi.-
Malfoy lo guardò, indolente. -Non è dolce, la vendetta?-
-No! Non è dolce, non è... a me non piacciono le vendette.- Concluse abbassando la voce.
Gli occhi di Malfoy si assottigliarono, lo valutarono per lunghi momenti. Harry sostenne il suo esame colla mascella irrigidita dallo sdegno.
-Ma certo. - bisbigliò tornando a rivolgersi al soffitto. -Figuriamoci se San Potter si interessa di gossip. Figuriamoci se si sporca con un sentimento cattivo come la vendetta.-
Harry non rispose, ma gli venne la voglia di alzarsi, dargli un pugno e andarsene. Strinse le mani.
Malfoy scavallò le gambe. L'accappatoio rimase chiuso per un soffio.
Harry sentì la gola contrarsi. Respirò a fondo.
-Posso... posso chiederti perché l'hai fatto?-
-Tsk!- Malfoy questa volta lo guardò sospettoso. -Ma che hai, sei qui in borghese per interrogarmi? Sei già diventato auror e mi son perso la notizia? O ti ho bruciato la prima pagina?-
-Smettila.- rispose stringendo i denti. Sospirò, tentando di riprendere un tono civile. - No. Sono qui per fatti miei.- Si tirò a disagio le maniche del pigiama. -Un... incidente a lezione. Non vuoi sentire i particolari. Anche se forse lo troveresti divertente.-
Malfoy sorrise a bocca chiusa. Un sorriso vero, giusto. Harry se ne sentì galvanizzato e nonostante ancora fosse un po' acciaccato, sorrise di rimando. Perché da un certo punto di vista il suo incidente era davvero stato divertente.
Poi tornò serio. -Ma davvero, Malfoy. Non voglio... beh, insistere. Ma... perché? Insomma, visto che anche tu colla stampa ultimamente non hai buoni rapporti, ...-
-Sai che da ragazzino ti invidiavo da morire.-
Harry rimase colla bocca aperta all'inizio di una parola. Malfoy gli stava rispondendo.
Sì, la prendeva larga, ma gli stava parlando.
-Sì, insomma. Forse è perché sono stato... un po' viziato. Ma essere secondo. Macché, secondo. Neanche considerato. Certo, probabilmente non ero pronto alla competizione scolastica. Però mi era sembrato giusto prendermela con te. Anche perché... beh, non voglio sembrarti più patetico di quanto tu già pensi che io sia, quindi scusa ma questo discorso non lo approfondisco.-
Malfoy guardava il pavimento. Anche il suo viso si era irrigidito. -Finire sui giornali.- riprese. -Ah, la fama. Quanto mi piaceva. E, se devo essere sincero, anche quando tutta questa storia è iniziata non mi dava fastidio. Ne ero... lusingato.- piegò le labbra. -Non è comico? Alla fine sono diventato famoso grazie a te. "Il figlio di Narcissa Malfoy"! Beh, grazie. Sai, pensavo anche che mi sarebbe stato utile, visto che volevo entrare in politica. Mica male, no? Sarebbe stata solo luce riflessa, ma visto che io di mio non ho mai brillato, mi sembra più che sufficiente. Ma non avevo pensato a tutte le persone che, per un motivo o per l'altro, mi odiano. E, di nuovo, non ero pronto per la competizione. Non ero pronto a combattere, a difendermi. Io...- chiuse gli occhi, deglutì. Le sue mani tremarono. -Stavo per sposarmi.- la sua voce era ruvida e collosa. -Lei... lei sapeva. Ovviamente lo sapeva, ma... non sono cose importanti, per noi. Non a tutti capita di poter sposare chi si ama. I miei sono stati fortunati, ma... devo controllare, magari succede ogni due o tre generazioni.- Infilò le mani nei capelli. Esitava, come se quello che aveva dentro lottasse per uscire, e i suoi tentativi di arginarlo erano troppo deboli. - Ci dovevamo sposare la prossima estate. Stavamo pensando alle bomboniere. A come decorare la chiesa. L'avevamo anche scelta, sai? È una chiesetta del duecento, in un paesino di campagna. È fresca e piuttosto buia, ma la luce che entra dalle finestre in alto crea una specie di... impalpabilità bianca che... - Rimase perso per un istante nel suo ricordo. Poi la realtà lo strappò via da esso. Strinse i pugni, tirandosi i capelli. Respirò a fondo, un respiro tremante. -Le hai viste le foto? Sono sempre stato attento. Attento, maledizione! Io non so ancora chi, ma... mi hanno venduto. Altrimenti, io... è impossibile. E poi... stavo solo... ero lì solo per bere qualcosa. Certo, prima del matrimonio volevo... beh, concludere in bellezza. Ma... stavo attento! Per lei. Poi questo si è avvicinato, e... e era bello, era il mio tipo, e... e poi mi ha baciato, e abbiamo parlato per un po'... neanche siamo andati via insieme, neanche ci ho pensato. Ma il giorno dopo ero sulla prima pagina del Profeta, e il mio fidanzamento era andato a puttane, e quegli... quegli... quei viscidi stronzi che chiedevano a gran voce chiarimenti... chiarimenti sulla MIA vita privata. Una manica di pervertiti che si masturba strofinandosi colle pagine dei giornali. Andare a cercare gli uomini che ho frequentato. Mi hanno fatto causa, sai? In due, perché si sono trovati sbattuti sul giornale da un giorno all'altro, come se fosse colpa mia! E...- Deglutì, sospirò. Si riappoggiò allo schienale, si strinse le braccia al petto. -Ecco perché l'ho fatto. Mi volevano nudo. Volevano svelare ogni mio segreto. Gli ho solo dato quel che volevano. Li ho costretti a guardarmi. Guardarmi finché non si sono sentiti dei vermi schifosi, finché non si sono resi conto di doversi vergognare per lo sporco che hanno negli occhi. Della lussuria che lasciano uscire dalle loro penne. Perché io non ho più intenzione di vergognarmi di niente. Il peccato è loro.-
I suoi occhi tornarono in quelli di Harry. -Allora, Potter? Sono matto?-
Harry chiuse i suoi. -No.- li riaprì. -Secondo me, sei più sano di tutte quelle persone. Ma... quanto vale la mia opinione? La mia stessa sanità mentale è tuttora in dubbio. Grazie a te, vorrei ricordare.-
Malfoy non riuscì a trattenersi. Scoppiò a ridere.
Harry lo ascoltò con piacere. Poi si ricordò di guardare l'orologio e si alzò. -Mi spiace, devo andare. Ho un altro esame, sai che gioia. Fammi sapere come va a finire, ok? Se ti chiudono in prigione o...-
-Pagherò la cauzione, quanto vuoi che sia.-
Harry sorrise. - O.- ripetè. -O se ti chiudono qui dentro. Prometto che verrò a trovarti regolarmente.-
Gli si avvicinò. Lo sguardo di Malfoy risalì lentamente il suo corpo, le gambe, il petto, il viso. Harry gli sfiorò il collo colla punta delle dita. - Il "tuo tipo" è bruno, giusto?-
- E' moro.- Il tocco leggero dell'indice sul suo mento. -Non farti beccare dagli auror.-
Harry ridacchio. -Contaci. Io in queste cose sono bravo.-

  
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