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Autore: WhiteRaven_sSR    10/04/2011    3 recensioni
Cosa pensa una ragazza demone dopo aver sconfitto le due spade e giunta quindi alla fine del suo cammino? Lo saprete leggendo questa fic, dedicata a Kamikirimusi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza stava seduta li, immobile, i capelli rosso fiammante spettinati dal vento, gli occhi del colore dell’oro leggermente umidi che fissavano un tramonto mozzafiato.
Da diversi minuti quella luce ormai soffusa faceva brillare quelle gocce ancora vivide sugli occhi, come piccole pietre preziose.
Come spesso le capitava, Kamikirimusi era immersa nei suoi strani pensieri ed in quel momento non poteva fare a meno di constatare che finalmente era giunta alla fine: alla fine di tutti quei sanguinosi combattimenti dove le persone non facevano altro che affrontarsi per avere salva la vita.
Anche lei aveva dovuto combattere contro molte persone, finché non li aveva sentiti esalare l’ultimo respiro, fino a strappar loro la vita e a quel pensiero rabbrividì.
Non voleva più farlo. Non voleva più uccidere solo per il gusto di farlo e cambiare vita per sempre, tornando ad essere quella di prima, anche se non avrebbe mai potuto cambiare la sua natura demoniaca.
Quindi ora cos’avrebbe dovuto fare?
Se non altro, pensò, era riuscita a conoscere qualcuno. Nel corso dei suoi combattimenti infatti, aveva conosciuto Taki, una ragazza ninja che l’aveva affiancata nella sua sanguinosa impresa.
Sentiva che quella ragazza un po’ era riuscita a capirla, nonostante fossero molto diverse e non fossero esattamente amiche, ma se non altro quel piccolo legame che erano riuscite ad instaurare era un bon inizio.
E poi c’era lui. Algol.
In lui la giovane ragazza demone aveva trovato non esattamente un padre o un fratello, ma qualcosa di comunque molto vicino al concetto di “famiglia” cui tanto ambiva.
Certo, avevano combattuto, ma da quella feroce battaglia lei ne era uscita nettamente vincitrice. Non in quanto a forza, astuzia o brutalità, quanto perché grazie a quello scontro aveva capito la cosa più importante di tutte: il valore della vita e delle persone care.

   
 
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