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Autore: raimbowcomet    11/04/2011    18 recensioni
Questa storia si è classificata prima al contest "A COLOR, A STORY" indotto da ellesse e MissSophie.
-Questo è lo stemma dei Cullen amore mio.- bisbigliò. Spalancai gli occhi, possibile che non me ne fossi accorta prima? Lo avevo visto molte volte sulle fedi di Esme e Carlisle, sulle collane di Rose e Alice e sui bracciali dei ragazzi. Adesso anche io lo possedevo.
-Guarda: la mano in alto nella simbologia araldica indica fedeltà e eternità, ma anche benedizione, concordia, innocenza, diligenza... poi vi è il leone che è simbolo di forza, coraggio e nobiltà; e per finire i tre trifogli: il trifoglio è un simbolo per lo più irlandese legato alla figura di San Patrizio e si dice che abbia proprietà profetiche, è simbolo di fertilità, prosperità e trinità, date le tre foglie. Ma non finisce qui: sembra anche rappresentare la resurrezione e la vita che ne deriva come noi: non siamo morti ma siamo rinati. Carlisle ha fatto un’ottima scelta come nostro simbolo, ed ora è anche tuo.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Renesmee Cullen
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Io e Edward ce ne stavamo comodamente sdraiati sul nostro letto. Abbracciati, avvinghiati come terrorizzati di essere separati l'uno dall'altro; negli anni questo non era mai cambiato.
-Bella., è ora.-mi sussurrò mio marito sul collo. Sospirai. Sapevo che prima o poi quel momento sarebbe arrivato. Lo aspettavo, lo desideravo e lo temevo al contempo stesso. Controvoglia mi alzai dal letto e infilai la vestaglia dirigendomi verso la cabina armadio cercando qualcosa di decente da indossare. Alice come al solito aveva svuotato il mio armadio insieme a quella pazza di mia figlia; avevo il terrore di quelle due messe insieme! Erano capaci di fare shopping per ore e ore senza stancarsi mai, e se qualche volta osavo aprire bocca, mi spedivano dritta dritta a farmi consolare da mio marito. Pescai un vestito abbastanza “adatto” all'occasione, per la prima volta volevo sembrare elegante per non sfigurare accanto a Edward. Lo trovai quasi subito, sicuramente Alice aveva provveduto, avrei dovuto fare un bel regalo alla mia cara sorella veggente, ma cosa? Vestiti? No proprio! Scelsi un paio di decoltè altissime abbinate all'abito e una volta pronta mi sedetti per aspettare il mio maritino ritardatario, che pregava tanto le altre persone di sbrigarsi quando lui era il primo che se la prendeva comoda. Intanto impaziente rimirai la mia immagine riflessa allo specchio. Blu. Blu. Era il colore predominante: il mio abito, le mie scarpe... ma un piccolo particolare risaltava maggiormente: la collana con lo stemma dei Cullen. Ricordo ancora il giorno che la ricevetti:
 
Era passato un anno dalla mia trasformazione. Edward in quei giorni era molto assente, distratto, sebbene fosse sempre lo stesso, e non riuscivo a capire perché. Mi iniziai a preoccupare seriamente, tanto che arrivai a pensare che si fosse stancato di me; ne parlai con Alice, che mi diede della pazza dicendomi semplicemente di non preoccuparmi. I giorni passavano e si avvicinava il compleanno di Renesmee, Edward peggiorava sempre più e arrivammo quasi a non parlarci per diverse ore, cosa impensabile per noi. Il giorno del compleanno della mia bambina eravamo tutti riuniti nel salone di casa Cullen, la tensione era palpabile per noi adulti dato che mancava solo mio marito.
-Mamma dove è papà?- mi chiese la mia piccolina, lo ricordo come fosse ieri; le risposi con voce tremante facendomi prendere dallo sconforto:
-Non lo so tesoro...- perfetto, non era alla festa della figlia, almeno per lei. Improvvisamente la porta si spalancò rivelando un Edward trafelato, per quanto trafelato potesse essere un vampiro, che ci quadrò tutti da capo a piedi, soffermandosi su di me. Io distolsi lo sguardo incapace di guardare negli occhi colui che amavo e che mai come in quel momento mi era sembrato così vicino eppure così distante.
-Bella....- sussurrò lui. Ho ancora impresso in mente quella semplice parola, che mi fece capire che mai più avrei dovuto dubitare di lui, nel mio nome era intrisa dolcezza, passione, devozione ma soprattutto amore.
Mi voltai verso di lui che si inginocchiò avanti a me mettendomi un pacchetto blu della gioielleria sul ginocchio.
-Cosa?!-chiesi ma subito lui mi interruppe:
-Apri!-mi ordinò. Confusa per i miei standard da vampira feci come mi aveva ordinato rivelando cosa vi era nel pacchetto: conteneva un ciondolo ovale in oro bianco su sfondo blu, rappresentante un leone stilizzato fatto ad onde, sopra al quale vi erano una mano e sotto due linee formanti una V con dentro tre quadrifogli. Il tutto  era appeso ad un sottile filo di raso blu. Lui prese in mano il ciondolo e dolcemente me lo assicurò al collo facendomi poi voltare verso lo specchio: osservai il riflesso: teneva una mano vicina sulla mia spalla mettendo in evidenza il suo bracciale sul quale vi era lo stesso stemma della mia collana.
-Questo è lo stemma dei Cullen amore mio.-bisbigliò. Spalancai gli occhi, possibile che non me ne fossi accorta prima? Lo avevo visto molte volte sulle fedi di Esme e Carlisle, sulle collane di Rose e Alice e sui bracciali dei ragazzi. Adesso anche io lo possedevo. Image and video hosting by TinyPic
-Guarda: la mano in alto nella simbologia araldica indica fedeltà e eternità, ma anche benedizione, concordia, innocenza, diligenza.. poi vi è il leone che è simbolo di forza, coraggio e nobiltà; e per finire i tre trifogli: il trifoglio è un simbolo per lo più irlandese legato alla figura di San Patrizio e si dice che abbia proprietà profetiche, è simbolo di fertilità, prosperità e trinità date le tre foglie. Ma non finisce qui: sembra anche rappresentare la Resurrezione e la vita che ne deriva come noi: non siamo morti ma siamo rinati. Carlisle ha fatto un’ottima scelta come nostro simbolo, e ora è anche tuo.  
Mi voltai senza fiato verso mio marito che nel frattempo aveva assunto un'espressione timorosa:
-Ti piace?- aveva paura che non lo avrei apprezzato? Temeva davvero questo?
-Ma certo!- sussurrai incapace di comprendere il suo comportamento. Lui sospirò sollevato:
-Temevo ti arrabbiassi per questo regalo, ma è necessario, fai parte anche tu della famiglia ora... temevo che non lo avresti accettato, ecco io...-per la prima volta lo vidi in difficoltà, lui che riusciva ad ammaliare le persone solo con un sorriso sghembo.
-E' bellissimo Ed! Perché mai avrei dovuto arrabbiarmi?
-Bhè Bella sappiamo tutti quanto tu non ami i regali quindi ecco, eravamo tutti piuttosto agitati.-disse Esme. Che sciocca ero stata! Con la mia naturale avversità contro i regali li avevo messi in una pessiama condizione.
-Mi dispiace, non dovevate aver paura! Mi sembra che la casa l'abbia accettata l'ultima volta no?- scherzai per sdrammatizzare un po'.
-Eh ci credo vi è servita molto! Non so come faccia a restare ancora in piedi!
-Emmett!-strillammo in coro io e Edward, lui in risposta sghignazzò e si mise al sicuro dietro la sua dolce mogliettina. Era sempre il solito.

 
Sospirai. Ricordavo come se fosse ieri il momento in cui sentii le sue mani calde (per un vampiro) a contatto con la mia pelle, così sensibile al suo tocco; il mio cuore ormai muto aveva sussultato, incredibile per me crederci: se fossi stata ancora umana sarebbe sicuramente impazzito mettendomi in imbarazzo  e facendo scoppiare a ridere Emmett.
Ora era arrivato il momento di far entrare Renesmee nella famiglia simbolicamente, perché lei era sempre stata nei nostri cuori e nei nostri pensieri non comprendevo il motivo della mia agitazione. Di cosa avevo paura? Nel fondo del mio cuore ormai muto da sette anni vi era la risposta che temevo tanto: tremavo al solo pensiero che lei se la prendesse con me perché avevamo aspettato tanto a darle quel simbolo.
Avevamo scelto questo giorno, significativo per noi, il giorno in cui la sua crescita si sarebbe fermata, il giorno in cui sarebbe diventata a tutti gli effetti immortale, il giorno del suo compleanno.
La porta del bagno si spalancò, strappandomi ai miei pensieri ed uscii Edward con una camicia blu e pantaloni neri. Lo guardai stranita: ci eravamo forse messi d'accordo? Lui sorrise e si picchiettò un dito sulla tempia:
-Lo sapevo che avresti scelto il blu, fa pendant con il tuo volto e la collana.-disse avvicinandosi e abbracciandomi da dietro- sei stupenda signora Cullen.
-La ringrazio molto, anche lei è decisamente affascinante signor Cullen- ridacchiai alzando il volto verso di lui e baciandolo.
-Non la toglierai mai vero?!- mi chiese sorridendo sghembo e indicando con un cenno della testa la collana.
-Mai- gli risposi in un sussurro. Animato da una splendida aria strafottente mi baciò impulsivo e possessivo. Dapprima fu un bacio leggero, dolce, di quelli che avevano quasi il sapore dello zucchero, ma velocemente si trasformò in passione e desiderio; per un momento riuscii a dimenticare tutta l'ansia che mi attanagliava e il mio unico pensiero non fu per Renesmee ma per mio marito, ero davvero una madre snaturata. La sua lingua tracciò leggera il contorno del mio labbro inferiore e dischiusi la bocca dandogli il permesso, inutile a mio parere, di accedere alla mia bocca. Furono fuoco e faville. Mi ritrovai letteralmente schiacciata contro il suo petto: gli accarezzai il collo e lui mi strinse un fianco. Stavamo iniziando a perdere il contatto con la realtà e la cosa non andava affatto bene. Le nostre lingue si incontrarono e si sfiorarono per poi rincorrersi e sfuggirsi. Era il paradiso ma al centro esatto l'inferno. Il paradiso per quello che stava accadendo tra di noi: nonostante gli anni la passione non si era stata minimamente scalfita, l'inferno poiché sapevo benissimo che non potevamo continuare in quel modo e ci saremmo dovuti separare molto presto. L'unica nota positiva era il fatto che non avevamo bisogno di respirare, saremmo potuti rimanere attaccati per giorni interi, ma il dovere mi stava chiamando a gran voce:
-Mamma!- a malavoglia mi staccai da Edward.
-Si tesoro?- dissi con la mia voce squillante.
-Io vado dai nonni con Jake, ci raggiungete lì?
-No principessa, aspettaci arriviamo!- rispose insolente mio marito: ancora non gli andava giù il fatto che nostra figlia fosse una donna e che avesse superato da un bel pezzo la fase amico/fratello con Jacob, dato che oramai stavano insieme ufficialmente. Lo ammonii con lo sguardo e lui mi fece una linguaccia:
-E' la mia bambina sono giustificato.- fece la faccia da cucciolo alla quale sapeva non avrei resistito. Infatti capitolai al primo accenno da parte sua.
-Andiamo padre iperprotettivo!- sbuffai prendendolo per mano e correndo a velocità vampiresca verso villa Cullen. Tutti erano già dentro, pronti alla nostra entrata “trionfale” da bravi genitori.
-L'hai presa?- mi guardò storto.
-Tesoro potrei mai dimenticarmi il motivo di tutto questo trambusto che stai facendo?
-Mhh...no hai ragione.
-Io ho sempre ragione.
-Impertinente!- sorrisi innamorata. Sette anni con lui, ma sembrava ci conoscessimo da sempre.
-Non sono impertinente!- disse lui con un tenero broncetto, ridacchiai e lo baciai dolcemente.
-Scusi non volevo offenderla...- dissi facendo gli occhioni da cerbiatta. L'ambra dei suoi occhi si sciolse immediatamente:
-Quando fai così sei davvero irresistibile- mi disse.
-Mi fate venire il voltastomaco! Queste cosa lasciatele per quando siete da soli, allora si che potete demolire case!- si sentì una voce provenire da dentro casa, come non riconoscerla? Emmett, naturalmente. Edward alzò gli occhi al cielo e prendendomi per mano entrammo in casa. Erano in salone ad aspettarci e per un secondo mi parve che le mie mani fossero sudate come quando ero umana, che cosa sciocca! Ma di cosa mi preoccupavo? Era solamente il compleanno della mia bambina, stava solamente diventando a tutti gli effetti immortale e stava solamente per ricevere lo stemma di famiglia. Ci sorrisero tutti incoraggianti, così mi voltai verso Nessie che, impaziente di sapere cosa bollisse in pentola, si stava agitando sul divano stringendo convulsamente la mano di Jake. Era lei quella nervosa? Io stavo letteralmente impazzendo interiormente anche se come vampira il mio aspetto esteriore risultava composto e tranquillo; nella mia spaziosa mente stava accadendo il putiferio, pensavo centinaia di concetti insieme cercavo di trovare le risposte a mille domande. Dovevo solo respirare, ok metaforicamente parlando, e calmarmi… sarebbe andato tutto benissimo! Le avremmo dato la collana, le sarebbe piaciuta, l’avrebbe indossata, non togliendola mai più e ci avrebbe ringraziato. Stop! E allora perché continuavo a farmi stupide paranoie vampiresche?
-Allora?- chiese impaziente Renesmee. Sospirai e guardai Edward, sollevai il mio scudo e gli chiesi mentalmente di aiutarmi; mi guardò dolce e prese la parola:
-Principessa, oggi è un giorno importante…-iniziò guardandola negli occhi; lei annuì:
-Lo so che è il mio compleanno, non me lo devi ricordare papà!
-Ha ragione, scusi signorina!
-Ecco, così va meglio!- annuì fra di se soddisfatta.
-Dicevo, oggi è un giorno importante poiché è il compleanno di Renesmee e tutti lo sappiamo, ma è ugualmente importante per il dono che riceverà tra poco…-lasciò la frase in sospeso facendo il misterioso. La nostra non più tanto bambina sgranò gli occhi eccitata e si girò verso Jake:
-Hai visto? Te lo avevo detto che stavano macchinando qualcosa di grande! Erano tutti troppo misteriosi!
-Renesmee!- la ripresi io: dimostrava diciassette anni, ma certe volte si comportava proprio da bambina.
-Scusa mamma!- disse lei imbarazzata per la gaffe -ma vuoi che io sia ipocrita? Lo sai quanto mi piacciono i regali! Cosa è? La nuova collezione di Gucci? Armani? Dior? -chiese con gli occhi che le luccicavano. Mi impietrii all’istante. Stilisti famosi? O santo cielo! Voleva un regalo come quello? Pregai mentalmente tutti gli dei del cielo che Alice avesse visto questo piccolo inconveniente e che avesse pronta un’intera collezione solo per lei. Scambiai uno sguardo agitato con mio marito, il quale però era calmo e sereno come sempre.
-Niessie calmati, secondo te io e la mamma ti avremmo potuto regalare una collezione di Dior?- chiese arcuando un sopracciglio. Lei parve riflettere:
-No avete ragione, ma sognare non costa nulla!- tutti risero:
-Sempre la solita tesoro!- le disse Rose.
-Si vede da chi ha ripreso fortunatamente!- aggiunse Alice pavoneggiandosi, non sarebbe cambiata mai.
-Il regalo che abbiamo scelto io e la mamma per te- continuò il mio amore- è un regalo particolare e pieno di significato per noi- disse allungandomi dietro la schiena la scatolina del gioielliere senza farsi vedere. Sospirai nervosa, le sarebbe piaciuto! Le sarebbe piaciuto!
-Abbiamo aspettato molto per consegnartelo lo so- respirai nervosa- ma è stato per una giusta causa- cercai di indorare la pillola.
-Si mamma ho capito, vai avanti, non mi interessa se avete aspettato, avrete avuto i vostri buoni motivi!- sorrise comprensiva, sembrava lei la madre e io la figlia!
-Bhè, abbiamo scelto questa data, perché oggi ufficialmente interrompi la crescita, compi sette anni, e diventi immortale a tutti gli effetti insomma.- dissi imbarazzata- insomma, sei una Cullen, adesso più di prima! E questo, bhè questo ne è la prova tangibile- sussurrai mostrandole la custodia e aprendogliela davanti al viso. Trattenni il respiro in cerca di un suo segno di approvazione.
Niente. Nulla.
Il suo volto era privo di alcuna espressione, respirava a fatica e non distoglieva lo sguardo dal ciondolo. Era delusa? Avrebbe desiderato qualcos’altro? Quando lo ricevetti io, mi sembrò la cosa più bella del mondo, ormai ero una Cullen e nessuno avrebbe potuto insinuare il contrario. Ma lei... non voleva forse? Il lato più paranoico di me si innescò e subito pensai al peggio: voleva abbandonarci, non voleva farsi carico di un impegno così importante, i-io l’avrei lasciata andare se fosse stato necessario, per la sua felicità avrei fatto tutto, TUTTO; miei pensieri viaggiavano alla velocità della luce.
-No-non ti piace?-sussurrai con la voce incrinata- se vuoi lo cambiamo, magari prendiamo qualcosa con più brillanti, appena uscito, anzi andiamo subito, forza muoviamoci, vieni con noi così te lo scegli, dicci quello che vuoi e lo avrai.-parlai velocemente e gesticolai con la mano libera; Edward mi afferrò dolcemente per il braccio:
-Sh. Falle metabolizzare quello che è appena avvenuto.- mi disse. Doveva metabolizzare il tutto? Cosa c’era da capire? Era una di noi, era ovvio che prima o poi le avremmo regalato il nostro stemma! Feci come mi aveva detto nonostante le mie perplessità. Passarono secondi, forse minuti, forse ore ma ad un certo punto lo sguardo di nostra figlia da vacuo ritornò sorridente, con una luce speciale negli occhi:
-Mamma! Papà! Voi… voi siete i genitori migliori del mondo! Non avrei potuto essere più fortunata!- sussurrò correndoci incontro. Istintivamente aprimmo le braccia e si gettò a capofitto su di noi:
-Grazie, grazie, grazie…-sussurrava piangendo- io... è bellissimo! Non ci poteva essere regalo più bello!
-Ah si!?- disse indignata Alice- allora l’ultima collezione di Dior che è di sopra e aspetta soltanto di essere ammirata la riporto in botique!- disse sorniona.
-Cosa?- strabuzzò gli occhi nostra figlia -ma tu l’hai..?- chiese meravigliata con gli occhi che le luccicavano- dopo, dopo c’è tempo, ora posso indossarla?- chiese titubante indicando il ciondolo.
-Ma certo tesoro!- risposi felice, le piaceva! Le piaceva più di quelli stupidi vestiti, che per lei significavano moltissimo. Estrassi la collanina dalla custodia:
-Osserva cosa c’è scritto dietro- le suggerì mio marito; lei la afferrò con delicatezza e girandola lesse ad alta voce:
-Renesmee Carlie Cullen, motivo di orgoglio per tutta la famiglia- la voce le tremava e si ridusse via via in un sussurro mentre sul suo volto si faceva strada il significato di quelle parole. Scoppiò in un pianto disperato stringendoci spasmodicamente.
-Siamo qui tesoro, siamo qui e non ti lasceremo mai, mai- le disse Edward intuendo i suoi pensieri.
-Nessuno ci separerà mai, nessuno!- gli diedi man forte rassicurandola- non piangere tesoro, oggi deve essere un giorno felice- scherzai ormai sicura del fatto che il regalo fosse andato a buon fine; guardai il mio amore negli occhi e sorrisi dolcemente.
-Questo è tutto quello che avessi mai potuto desiderare, voi siete la mia famiglia e  non solo mi avete donato la vita, andando contro tutto e tutti, ma mi amate ogni giorno di più, non so come ringraziarvi.- sussurrò mentre calde lacrime le solcavano il viso.
-Non devi neanche azzardarti a pensare una cosa del genere, siamo noi che ti dobbiamo ringraziare per essere una figlia perfetta, grazie di esistere, grazie di essere venuta dal cielo Renesmee- disse Edward emozionato quanto me sottovoce. Se fossi stata ancora umana sarei scoppiata in un pianto a dirotto, inondando la sua camicia di lacrime; ma ora mi dovevo accontentare di vedere nostra figlia piangere per tutti e tre. La staccai da me a malincuore e prendendole la collana dalle mani la aprii e gliela assicurai al collo, dove sarebbe rimasta probabilmente, per tutta l’eternità.




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Spero che vi sia piaciuta :)
Questa storia si è classificata prima al contest 'A color, a story' indotto da ellesse e MissSophie, con mia grandissima sorpresa. Il colore scelto è il blu dello stemma dei Cullen come avrete capito, mi è sempre rimasto questo 'buco nero' dalla saga e ho voluto colmarlo a modo mio.
Penso non sia nulla di particolare ma a quanto pare è stata gradita! ahahahah. Se vi ha intrigato almeno un po' fatemelo sapere :)
Vi ringrazio in anticipo, per me è molto importante.
Un bacio care,
Athena xx
   
 
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