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Autore: eleanor89    11/04/2011    7 recensioni
«Mi preoccupo solo per te, caro. E scusami per stamattina, non volevo essere così brusca ma sono così preoccupata per Ron…»
«Lo so, mamma, io e George non ce la siamo presa davvero…» la tranquillizzò lui con un debole sorriso, «E vedrai che lo rivedremo presto.»
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Molly, Weasley
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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L'Ultimo pomeriggio prima della battaglia.



«Una mano?» chiamò sua madre, indaffarata tra i fornelli, «Gira un paio di volte…» borbottò, indicando la pentola fumante mentre con l’altra mano muoveva la bacchetta e dirigeva il resto delle pietanze e posate.
Lui annuì e si affrettò ad ubbidire, mentre sua madre mugugnava qualcosa a proposito di Ginny che si era chiusa in camera per colpa di zia Muriel. Quando lei si voltò a guardarlo la sua espressione si fece corrucciata.
«Stai uscendo?» gli chiese, nel tono di chi stava accusando qualcuno, notando i vestiti, «E non c’è troppo caldo per quella, ormai? È quasi estate!» aggiunse, alludendo alla cuffia che gli copriva i capelli un po’ troppo lunghi e tradendo con lo sguardo il fatto che alla sola vista di quell'accessorio regalato dalla figlia si fosse intenerita.
«Sto andando a fare un paio di commissioni, ma’. E la cuffia me l’ha regalata Ginny per il compleanno, lo sai che devo metterla o si offende.» rispose lui con voce rauca. «Senti? Sono anche mezzo raffreddato. Sto solo facendo la persona responsabile.»
«Scommetto che a te e a tuo fratello serve altra roba per i vostri esperimenti, altro che responsabile! Non pensare di rabbonirmi così… Piuttosto vedi di non metterti nei guai, non perdere tempo in giro e prendi uno dei vostri mantelli dell’invisibilità.»
«Mamma…» brontolò lui, come da copione, alzando gli occhi al cielo.
«Fai come ti ho detto, Fred, mi ringrazierai quando rientrerai a casa tutto intero, è già tanto se hai il permesso di uscire!» ribatté lei con severità, ma poi finalmente gli sorrise e gli andò incontro, poggiandogli le mani sul viso e baciandolo sulla fronte nel punto lasciato scoperto dalla cuffia, poco sopra il naso. «Mi preoccupo solo per te, caro. E scusami per stamattina, non volevo essere così brusca ma sono così preoccupata per Ron…»
«Lo so, mamma, io e George non ce la siamo presa davvero…» la tranquillizzò lui con un debole sorriso, «E vedrai che lo rivedremo presto.»
«Lo spero bene, non so cosa fare se succedesse qualcosa ai miei bambini… Fila ora, e vedi di essere a casa per cena!» lo scacciò scherzosamente.
Lui annuì e si precipitò fuori, per fermarsi poi ai primi gradini e sedersi, ascoltando sua madre che stava canticchiando un motivetto di Celestina Warbeck e rabbrividendo nella sua maglietta leggera.
Passò qualche minuto prima che sua sorella prendesse posto accanto a lui, silenziosa come sempre: «Tutto bene, Georgie?»
Lui si strinse nelle spalle.
Ginny guardò avanti a sé per qualche secondo e poi spostò gli occhi, identici a quelli della mamma, su di lui.
«È di buon umore oggi.» osservò lei in tono appena speranzoso. 
«Pensa di nuovo che sia il due maggio.» replicò lui impietosamente, «Mi ha chiesto scusa anche oggi.»
Il viso di Ginny, bianco e smagrito, si fece involontariamente fin troppo comprensivo e lei, accorgendosene, guardò di nuovo altrove e gli poggiò un braccio intorno alle spalle. «Per questo sei vestito così?»
Lui non rispose più.
Fu confortante sentirla appoggiare la testa contro la sua spalla, coi lunghi capelli soffici che scivolavano su di lui e lo scaldavano appena, coprendo le sue braccia nude dal gelido vento di dicembre. «Mi spiace.» gli sussurrò, sfilandogli la cuffia come per dirgli che a lei non importava che lui fosse il gemello senza un orecchio, quello vivo, quello sbagliato, e accarezzandogli i capelli, «Mi spiace tanto.»
«Lo so.» sussurrò George, chiudendo gli occhi.
Forse, quando li avrebbe riaperti, lui sarebbe stato solo George e non lo spettro vivente di Fred. Forse sua madre avrebbe smesso di scusarsi con qualcuno che non avrebbe mai più potuto dirle che non c’era nessun problema.
Ma già sapeva che anche se avesse smesso di infestare la vita altrui, ricordando loro cosa avevano perso in ogni momento, lui non avrebbe mai più potuto specchiarsi senza pensare, per un infinito secondo, di vedere Fred.
E che per sua madre sarebbe stato di nuovo il due maggio anche domani e il giorno dopo ancora.

 
 
 
 
 
 



 
 
 
 
 
 
Non so quanto sia chiaro, ma in ogni caso Molly ha sgridato come al solito i gemelli che se ne stavano nel retro di casa di zia Muriel a sperimentare e poi li ha rivisti direttamente a Hogwarts durante la battaglia di Hogwarts, dopo che se la sono svignata con Ginny per andare a combattere.
E diversi mesi dopo continua a chiedere scusa a “Fred”, pensando siano trascorse poche ore dal loro litigio, che tra l’altro i figli non avevano davvero preso sul serio. In più continua perennemente a considerare George come Fred, e George sta al gioco, con tutto ciò che ne comporta.
Ne uscirà (usciranno). Ma non ancora.
Questo perché l’altro giorno non ero esattamente allegra.
   
 
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