Si
è team prima di essere ninja
di
slice
Il sole si muove
piano nel cielo, riscalda la terra e l'aria con la sua carezza,
arricchendo le giornate senza chiedere niente in cambio.
Le
persone non sono certo così, nemmeno lei lo è, ma in
fondo le loro imperfezioni sono quelle che li distinguono, sono ciò
che li completa.
Hinata lascia che Akamaru insinui il suo testone
bianco sotto il suo braccio, sorridendo intenerita. Kiba si ferma in
quel momento e, respirando affannosamente, si accascia pochi metri
più avanti.
L'erba è verde, come gli occhi della
ragazza della Sabbia, è verde come la mela che ha in tasca, è
così verde che il contrasto con il pelo bianco del cane fa un
bell'effetto ottico; è alta, inghiotte parte del corpo di Kiba
e, come l'acqua, nasconde le caviglie di Shino che si
avvicina.
“Shino! Togliti dalla mia visuale, mi fai caldo
con tutti quei vestiti addosso,” dice Kiba, muovendo una mano
per fargli cenno di scansarsi, “è Giugno, porco
gatto!”
L'Aburame si sistema gli occhiali sul naso e si
defila, prendendo posto accanto alla compagna, che gli sorride.
Il
frinire delle cicale riempie l'aria mentre l'Inuzuka si volta verso i
compagni.
“Perché non facciamo una festa?”
propone, portando il braccio ad angolo per sorreggere la testa con la
mano a pugno chiuso.
I due compagni di team, seduti poco distanti,
si guardano per un momento.
“Per cosa?” chiede
Shino.
“Beh, un motivo lo troviamo!” dice Kiba,
gesticolando anche con un braccio solo.
“Io tanto non posso
venire, sono vestito male,” brontola l'altro in risposta.
“Ooh,
mamma,” sospira, lasciando cadere il volto nell'erba.
Hinata
porta le mani al viso, dividendo lo sguardo vagamente preoccupato tra
l'uno e l'altro.
“Po-potremmo festeggiare Nakaru,”
butta lì, incerta.
L'Aburame si volta verso di lei, alza un
sopracciglio, facendole capire di aver mosso il kunai giusto, e poi
torna a squadrare l'Inuzuka il quale ha tirato su la testa
repentinamente, trasalendo.
“Giusto! Hinata sei un genio!
...e fanculo a Shikamaru!” urla verso sinistra, con la mano a
coppa.
“Grazie...” biascica un tizio esanime, il cui
corpo ha ormai preso la forma del terreno, ai piedi di un albero poco
distante.
“Prego, prego!” ride Kiba, alzandosi in
piedi. Si avvicina alla ragazza e le prende un polso per alzarla.
“Dai, andiamo ad informare le ragazze per prime, così si
occuperanno di tutto, loro!” ghigna, contento, mentre uno
sbuffo proviene dall'albero vicino.
“Ma... ma... Kiba-kun!”
protesta lei senza però smettere di seguirlo. Shino la imita,
borbottando qualcosa sul fatto che verrà vestito esattamente
così, che piaccia o meno.
“Non ti preoccupare Hinata,
poi faremo anche una festa per la tua dichiarazione a Naruto!”
dice Kiba, voltandosi per farle l'occhiolino, “Sei stata
grande!” e sorride, snudando i canini, quando la vede abbassare
la testa, imbarazzata. Akamaru abbaia, sorpassandola
scodinzolante.
“Co-come...?” balbetta lei, sopraffatta
dall'ansia.
“Katsuyu-sama ci ha detto cos'è
successo,” le spiega Shino, riuscendo a liberarla dalla presa
ferina, con una spinta al compagno.
La superano tutti e tre e lei
si ferma un momento ora che il sole li bagna, letteralmente,
facendoli brillare in modo innaturale.
Voleva essere in
squadra con Naruto, più di ogni altra cosa al mondo - ancora
più di essere ninja, al tempo.
Invece è stata
inserita con persone che non conosce molto bene, bizzarre e molto
diverse dal bambino biondo di cui vede la schiena in
lontananza.
“Aburame Shino, piacere.”
Lei si
spaventa, accorgendosi in quel momento di avere un ragazzino tutto
coperto, nonostante non faccia ancora molto freddo, davanti a sé.
Abbassa subito lo sguardo perché lui ha degli occhiali scuri
che la mettono a disagio. Ma ha anche una grossa pazienza, a
giudicare da come non si scompone durante il tempo che intercorre tra
il suo saluto e la risposta, e sembra una di quelle persone che le
piacciono: molto calme e controllate. Hinata si lascia sfuggire un
lievissimo sospiro di sollievo.
“Ah... Cia-ciao! Hyuuga
Hinata, pia-piacere mio, Shino-kun!” si affretta a dire,
proferendosi in un impacciato inchino.
Poi il panico le torna in
un attimo con l'arrivo di un altro bambino che le si avvicina più
di quanto abbia mai fatto persino sua sorella.
“Ehy! Voi due
dovete essere Shino e Hinata, mh?” dice il secondo bambino,
sporgendosi ancora verso di lei, “io sono Kiba!”
“Uh!
Cia-” si blocca, portandosi le mani al viso e abbassando lo
sguardo mentre il ragazzino le annusa una spalla. Il cucciolo che ha
sulla testa fa altrettanto, ma non sembrano soddisfatti e, con un
movimento veloce, le girano attorno per annusarle l'altro lato. Solo
dopo passa ad ispezionare l'altro bambino e, anche se lui non fa una
piega e nemmeno lo guarda, quando degli insetti escono dal colletto
alto della maglia, il cucciolo che ha in testa abbaia con foga.
Sorride.
Poi, una volta snebbiata la mente da quei ricordi non troppo lontani,
si mette a correre per raggiungere i tre compagni.
“...e
quindi non abbiamo più pensato a festeggiare il bambino di
Kurenai,” sta dicendo Kiba, quando gli arriva vicina, “e
Kurenai, anche!” si ricorda poi, improvvisamente.
Dovrebbe
organizzare una festa per loro quattro, prima o poi, pensa,
camminando distratta. Magari sarebbe un'occasione per ricordare a
quei due testoni che il suo cuore è grande abbastanza per
tutti e che Naruto, se si tratta di una sola volta, può
aspettare.
Owari
Ho sempre pensato che Hinata avesse un cuore grande abbastanza da contenere praticamente tutti quelli che incontra. Ma se Naruto occupa il cinquanta per cento di questo spazio, allora un buon quaranta appartiene alla sua squadra e altrettanto ai suoi familiari, poi c'è il resto del suo clan, gli altri suoi compagni, il villaggio... A questo punto mi è sorta spontanea una domanda, pur non essendo mai stata una cima in matematica: quanto è grande il cuore di Hinata?
E se rispondete come quello di Heidi vi defenestro! XD Avvisati, eh... *apre la finestra* ù.ù
I personaggi e i luoghi non mi appartengono e non c'è lucro.