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Autore: VaniaMajor    15/04/2011    6 recensioni
Dopo la morte di Soichiro, sembra che Sesshomaru non debba far altro che prendere possesso del Regno dell'Est. Al suo interno, però, si nasconde una trappola micidiale, in cui il Signore dell'Ovest cade insieme al fratello Inuyasha. Stavolta toccherà a Kagome e Anna trovare un modo per salvarli...da loro stessi! Terzo capitolo della saga di Cuore di Demone!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Saga di 'Cuore di Demone''
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Anna saltò oltre il bordo di una sporgenza rocciosa, atterrando con grazia sul terreno indurito dal freddo. Corrugò la fronte, alzando il viso al cielo notturno, poi sospirò. Sesshomaru l’aveva lasciata indietro un’altra volta.
Anna non capiva cosa fosse successo. Un istante prima, lui aveva affermato di volerla portare con sé, poi invece l’aveva lasciata sola senza nemmeno una spiegazione. Forse Sesshomaru aveva avuto qualche ripensamento? No, non le sembrava possibile. Quando Sesshomaru arrivava ad ostinarsi a quel modo per qualcosa, non lasciava perdere tanto facilmente, men che meno quando la preda era pressoché conquistata! Doveva essere successo qualcosa durante le ore in cui aveva dormito, ma questa certezza non l’aiutava.
Alla fine, si era risolta a muoversi da dov’era. Stava seguendo l’odore di Sesshomaru e a quanto pareva il demone era tornato a casa. Anna si stava dirigendo a Palazzo, stanca di scappare e preoccupata per quel calo di interesse, o qualunque altra cosa fosse, che aveva fatto allontanare Sesshomaru così repentinamente. E poi, aveva voglia di rivedere Rin. Le mancavano anche Rika e Misao, e tutti gli amici che si era fatta tra la servitù. Iniziava a mancarle perfino Jaken, il che era tutto dire! Sarebbe tornata a Palazzo e avrebbe continuato a stuzzicare Sesshomaru nel suo territorio, finché non avesse ceduto.
Un mezzo sorriso le passò sul volto al pensiero della conversazione avuta con lui dopo essere stata presa. Forse Sesshomaru non se ne rendeva ancora conto, ma Anna era convinta che si stesse innamorando di nuovo di lei. Se ne era accorta perché il suo sguardo era cambiato e le sue azioni, il modo di parlarle, somigliavano moltissimo al periodo appena precedente all’episodio di Inuzuka. Sesshomaru, in passato, le aveva confessato di essere stato innamorato di lei fin da prima di quell’evento increscioso e che i suoi comportamenti d’un tratto violenti e irosi erano stati dettati solo dalla certezza di essere stato tradito. Ora, sembrava che Sesshomaru si stesse ostinando nell’ostentare disprezzo e indifferenza, ma sotto la superficie Anna aveva sentito muoversi qualcosa di familiare.
«Speriamo solo che se ne accorga presto anche lui.» sospirò Anna, scrollando il capo. In ogni caso, non aveva di che lamentarsi. La situazione era notevolmente migliorata, nonostante Kiokuchi-sama non avesse potuto fare nulla per lei, perciò…
Anna rallentò i propri passi. Una smorfia le solcò il volto nel sentire una saetta di dolore alla testa. Si fermò, portandosi una mano alla fronte, ma la sensazione era già passata. In compenso, il punto in cui condivideva la stessa cicatrice di Sesshomaru iniziò a formicolare. D’improvviso sull’orlo del panico, Anna si affrettò a tastarsi la pelle. Ritirò la mano per guardarsi le dita. Niente sangue. La cicatrice non era nemmeno venuta in superficie. Ciò significava che Sesshomaru non era in pericolo di vita…ma allora che diavolo stava succedendo? Perché quella strana sensazione?
Le giunse alle narici un forte odore di ansia e agitazione, proveniente sia da demoni che dagli animali della foresta. In lontananza, udì ululare dei lupi e comprese che il loro richiamo serviva solo a sottolineare qualcosa che era già nell’aria, qualcosa…Un grido lontano la colpì come un’ondata di marea, facendola barcollare per un istante. Scioccata, si rese conto di stare ascoltando il suono della voce di Sesshomaru, che chissà come si era propagato fino a lei. Ma quella voce era così straziata, così addolorata, che non poteva essere la voce di Sesshomaru!
Eppure, era lui. Quel grido le risuonava nelle vene, le mandava in fibrillazione le terminazioni nervose come se lo stesse emettendo lei stessa. Si accorse che quell’urlo di dolore conteneva il suo nome e d’un tratto si rese conto di aver già sentito quel grido. L’aveva sentito in una visione…la visione che l’aveva condotta nella Sengoku Jidai e che poi le aveva restituito la lucidità quando era fuggita. Il grido si affievolì e svanì, lasciandola vuota e scossa. Nemmeno si accorse di avere le guance bagnate di lacrime.
Sesshomaru aveva ricordato. Chissà come, aveva ricordato! Il miracolo a cui aveva in qualche modo rinunciato era avvenuto! C’erano tanto amore e dolore in quel grido che Anna non poté fare a meno di lanciarne un altro a sua volta, come in risposta. Poi, si mise a correre. Doveva raggiungere Sesshomaru. E subito!

***

Inuyasha era in piedi su uno dei rami più alti del Goshinboku.
Era notte inoltrata e a quell’ora avrebbe dovuto essere a riposare vicino a Kagome, che dormiva in casa di Kaede, ma si sentiva nervoso e non gli era possibile stare fermo al chiuso. Aveva la sensazione che stesse per succedere qualcosa e la foresta attorno a lui sembrava dargli ragione. C’era una sensazione d’ansia, una cappa densa che ricopriva tutto e rendeva la notte pesante da sopportare.
«Che diavolo sta succedendo?» mormorò Inuyasha, fiutando l’aria. Non sentiva niente di particolare. Non avvertiva l’avvicinarsi di un demone, né altro del genere. Non si sentiva in pericolo. Pur tuttavia, covava una sensazione di attesa che gli faceva annodare lo stomaco e lo spingeva a scoprire le zanne come se volesse trasformarsi da un momento all’altro.
«Inuyasha!»
Inuyasha abbassò lo sguardo, sentendosi chiamare. Alla base dell’albero stavano Kagome, Miroku e Sango, che si stava sistemando l’Hiraikotsu in spalla. Kirara era al suo fianco, con un assonnato Shippo in groppa.
«Ragazzi…che ci fate qui?» chiese Inuyasha, stupito.
«La stessa cosa che fai tu, presumo.- rispose Miroku, alzando a sua volta lo sguardo al cielo notturno- C’è una strana sensazione che serpeggia nell’aria, stanotte.»
«I demoni sono agitati.- aggiunse Sango, corrugando la fronte- Hai idea di cosa possa provocare questa reazione?»
Inuyasha scosse il capo, incupendosi.
«E’ una sensazione in aumento.- osservò Kagome- Inuyasha, tu non riesci a capire di cosa si tratti? Non sono sicura che sia una sensazione di pericolo, ma…»
Inuyasha fece per aprire la bocca per rispondere, quando l’origine di tutta quell’agitazione lo raggiunse, colpendolo in pieno. Inuyasha si sentì il cuore schiacciato nel petto, ma era più una sensazione emozionale che fisica. Un grido di dolore gli riempì le orecchie, togliendogli il fiato dai polmoni. Cadde dall’albero, suscitando uno strillo spaventato in Kagome, che corse subito accanto a lui, e non si accorse di essersi messo a gridare a sua volta. Com’era arrivata, la sensazione svanì, lasciandolo molto scosso. Inuyasha si alzò a sedere, con una mano sulla fronte, respirando affannosamente.
«Inuyasha…Inuyasha, stai bene?» chiese Kagome, preoccupata.
«Cos’è successo?» chiese Miroku, corrugando la fronte.
«Voi…non avete sentito niente?» chiese Inuyasha, con voce arrochita dal grido che non si era nemmeno accorto di aver emesso.
«Io ho sentito un grido disperato.» ammise Shippo, preoccupato e pallido. Gli altri si guardarono con perplessità e Inuyasha fece una smorfia.
«Non so cosa sia successo, ma ho paura che mio fratello o Anna siano in pericolo.» disse, cupo, scrollando il capo per schiarirselo.
«Cosa?!» esclamarono in sincrono Sango e Kagome.
«E’ Sesshomaru la causa di tutta quest’ansia. Ha lanciato un grido di dolore, un richiamo speciale che possiedono solo i regnanti dei demoni, ma di norma lo usano per convocare gli eserciti, come faceva mio padre!- spiegò, sentendo tornargli dentro l’agitazione- Lui invece l’ha lanciato per raggiungere una persona in particolare e tutti sappiamo chi essa sia…perciò ho paura che sia successo qualcosa di grave.»
«Ma cosa può essere accaduto?» chiese Shippo, sulle spine.
«Forse Sesshomaru non ha trovato Anna in Kyushu, e…» ipotizzò Sango. Inuyasha scosse la testa.
«No, non avrebbe mai lanciato un grido del genere per una cosa tanto stupida. Lui è molto bravo nel dare la caccia.» Fece una smorfia. «Non so che dire…forse gli è successo qualcosa. Quel che è certo è che non l’avevo mai sentito così.» Questa era una mezza bugia. Era vero, non l’aveva mai sentito gridare a quel modo, ma le sensazioni di cui era permeato quel richiamo le aveva già avvertite nel fratello almeno altre due volte, uno strano miscuglio di dolore e amore.
«E allora andiamo a vedere!» esclamò Kagome, decisa, alzandosi in piedi.
«Eh?» chiese Inuyasha, perplesso.
«Andiamo a controllare che stiano bene entrambi!- rincarò la dose la ragazza, con foga- Coraggio, andiamo. Di certo avrai capito in che direzione si trova Sesshomaru.»
«Sì, ma…» borbottò Inuyasha. Kagome gli puntò un dito davanti al naso.
«Non cercare di farmi credere che non sei preoccupato.- gli disse, seria- Partiamo subito.»
Inuyasha pensò di ribattere ancora, poi cedette con un sospiro. In effetti, era preoccupato. Molto preoccupato.
«Shippo, tu va a riferire della nostra partenza a Kaede-sama.» disse Miroku, saltando in groppa a Kirara insieme a Sango. Il piccolo kitsune annuì e scese a terra. Scambiata un’occhiata d’intesa con Kagome, Inuyasha prese la ragazza in spalla e iniziò a correre. Dietro di lui vennero gli altri, in groppa a Kirara. La direzione che seguirono conduceva al Palazzo del Signore dell’Ovest. Shippo li guardò scomparire, poi si voltò e tornò al villaggio con passo lesto.

***

Sesshomaru sedeva sul bordo della conca che un tempo ospitava la Fonte dei Desideri, immerso nella luce rossa del tramonto. Erano passati due giorni da quando aveva lanciato quell’accorato richiamo alla sua compagna, due giorni da quando aveva ritrovato la memoria. L’intero Palazzo si era svegliato in preda al terrore, quella notte, ma nessuno, nemmeno Jaken, aveva osato far domande. Solo Rin aveva avuto negli occhi uno sguardo consapevole, ma Sesshomaru si era sottratto anche alla bambina.
Non era partito per raggiungere Anna. Era rimasto dov’era, in attesa di qualcuno che forse non sarebbe mai tornato. Sesshomaru strinse i denti, irato con se stesso. Sapeva di stare sbagliando per l’ennesima volta. Da quando in qua il Signore dell’Ovest si abbassava a diventare preda invece di cacciatore? Da quando in qua nutriva dubbi su se stesso? Eppure, era così. Riacquistando i suoi ricordi, una parte irrazionale di lui aveva iniziato a bisbigliargli che Anna non poteva amarlo ancora come un tempo. Non dopo ciò che lui le aveva inflitto.
“Allora perché avrebbe continuato a dirmi di amarmi? Perché si sarebbe fatta inseguire?” diceva il suo raziocinio. Ma la vocetta malefica aveva una risposta per tutto e rivoltava la frittata con magistrale abilità. Sesshomaru, senza saperlo, era preda di tutti gli sciocchi dubbi che assalgono gli innamorati e questo lo stava facendo imbestialire. D’altronde, i sensi di colpa che lo rodevano avevano radici più che fondate. Aveva giurato di non farle più del male, e invece…
«Sesshomaru!»
Si voltò di scatto nel sentire la voce di lei, ancora lontana. Si alzò in piedi, giusto in tempo per vederla sbucare dal folto, scarmigliata ed esausta, con gli occhi che le brillavano di qualcosa che somigliava in maniera allarmante al pianto.
«Anna…» mormorò Sesshomaru. Gli sembrava di non vederla da un tempo immemorabile e dovette soffocare l’istinto di correre da lei e prenderla tra le braccia. Il viso di Anna si tese nel reprimere un singhiozzo e le lacrime iniziarono a scivolarle liberamente lungo le guance.
«Mi hai chiamata per nome!» disse con voce tremula. C’erano tanto amore, tanta gioia in quella voce e nella sua espressione, che almeno parte dei dubbi di Sesshomaru fu dissipata. Lei lo amava ancora con la stessa intensità di un tempo. Sesshomaru si sentì invadere da un calore immenso, un calore che gli era inconsapevolmente mancato fin da quando era uscito dalla Grotta dell’Eco, ma quando lei corse verso di lui, la bloccò per i polsi, allontanandola da sé.
«Sesshomaru, cosa…» chiese Anna, non riuscendo a capire il perché dell’espressione buia di Sesshomaru. Aveva ritrovato i suoi ricordi, no? Allora perché era così triste? Perché non la abbracciava e non le diceva di amarla?
«Io ti ho ferita.» disse Sesshomaru, facendole spalancare gli occhi per la sorpresa. Il volto di Sesshomaru divenne di marmo, come se non riuscisse a sopportare la situazione. «Ti ho fatto del male. Come puoi amarmi ancora?» continuò, abbassando la voce a un sussurro doloroso. Anna sorrise, rassicurante.
«Sono ancora qui.» disse. Sesshomaru fece una smorfia irata e le strinse i polsi con maggior forza.
«Ma non capisci? Volevo ucciderti!- le gridò in faccia, scuotendola- Ti avevo giurato che ti avrei protetta e invece sono stato il primo a macchiarmi le mani del tuo sangue! Ti volevo morta! Come potresti vivermi accanto, dopo quello che ho fatto a te, quello che ho fatto a Rin…»
«Ma non ci hai uccise!- gridò Anna, sovrastandolo e costringendolo al silenzio- Non capisci, Sesshomaru?! Non l’hai fatto! Ci hai provato, è vero, ma non l’hai fatto e non venirmi a dire che è stato un caso! Tu riesci sempre a portare a termine ciò che ti sei prefissato, se davvero lo vuoi.»
Sesshomaru si scostò di un passo, lasciandola andare. Voleva crederle, però…
«Che intendi dire?» chiese.
«Intendo dire che non volevi davvero vedermi morta. Hai esitato e non hai mai portato a termine la mia uccisione.- disse Anna, decisa, poi le lacrime tornarono ad affacciarlesi negli occhi- Ora, la cosa peggiore che puoi farmi è allontanarmi da te, proprio adesso che il miracolo che tanto aspettavo è avvenuto.»
Sesshomaru la guardò. Lei era seria e forse c’era un fondo di verità nelle sue parole. L’avrebbe dunque perdonato? Sarebbe tornata da lui?
«Puoi…perdonarmi?» chiese, pronunciando parole a lui inusuali. Lei singhiozzò e sorrise, asciugandosi le lacrime col palmo della mano.
«Io ti amo, scemo!» disse, ridendo e piangendo insieme. Sesshomaru annullò in un istante la distanza fra loro. La prese tra le braccia e la strinse con forza, mentre lei piangeva di gioia. La baciò più e più volte, poi la strinse ancora, cullandola fra le braccia.
«Anch’io ti amo.- mormorò- Perdonami, ti prego…»
Anna gli posò un dito sulle labbra, sorridendo, poi lo baciò di nuovo. Per un po’, nessuno dei due pensò ad altro. Le ferite del cuore si sarebbero rimarginate col tempo. Più tardi, i due erano seduti contro il tronco di un albero, l’uno tra le braccia dell’altro. Anna riposava col capo sul petto di Sesshomaru, mentre lui passava le dita tra i capelli d’oro della inu-yokai. Anna aveva appena raccontato a Sesshomaru come si fosse svolta veramente la faccenda alla Grotta, raccontandogli di Kiokumushi e del viaggio di Sango e Miroku in Hokkaido.
«Insomma, se fossero riusciti a prendere il vaso ci saremmo risparmiati quasi due mesi di sofferenza.» riassunse Sesshomaru, sarcastico. Anna gli rifilò un debole pugno nelle costole.
«Non fare l’acido. Sango si è sentita in colpa da morire!» lo rimbrottò, poi sospirò, troppo felice per prendersela. «Senti, ma come hai fatto a ritrovare la memoria?» chiese, curiosa.
Sesshomaru indicò qualcosa e Anna alzò un po’ la testa per vedere di cosa si trattasse. Si accorse allora, per la prima volta, del fatto che si trovavano vicini alla Fonte dei Desideri…ma questa sembrava scomparsa! Al suo posto c’era ora una conca arida non molto profonda.
«Hai usato la Fonte?!- chiese, sbalordita- Allora ti stavi di nuovo innamorando di me, altrimenti non l’avresti mai fatto! Avanti, ammettilo!»
Sesshomaru non replicò e Anna lesse nel suo silenzio un assenso. Ridacchiò e si strinse di più a lui, soddisfatta. Avrebbe voluto restare così per sempre! Non riusciva ancora a credere di poterlo stringere a sé senza preoccupazione alcuna.
«E tu?» chiese Sesshomaru. Anna alzò lo sguardo, interrogativa. «Che diavolo sei andata a fare in Kyushu?- continuò Sesshomaru, con una smorfia- Mi hai fatto perdere un sacco di tempo a correrti dietro.»
«Oh…ero andata in visita a Kiokuchi-sama, una dea della memoria.- spiegò Anna- Ho provato a chiedere il suo aiuto, ma si è risolto nel solito buco nell’acqua.»
Sesshomaru la guardò negli occhi. Apprezzava il coraggio con cui lei aveva continuato a cercare d’aiutarlo e di stargli vicino nonostante le atrocità che aveva commesso verso di lei. Le baciò la fronte.
«Grazie.» sussurrò contro la sua pelle. Anna arrossì di piacere. Non aveva sentito uscire molte volte quella parola di bocca a Sesshomaru. Alzò il viso per ricevere un altro tipo di bacio, quando un gran fracasso venne dalla loro destra, e Inuyasha e compagnia sbucarono dagli alberi proprio vicino a loro. Inuyasha frenò bruscamente la sua corsa e Kirara gli atterrò alle spalle. Per un istante i due gruppi si guardarono in un silenzio attonito. Poi, Anna e Kagome esclamarono all’unisono, accavallandosi:
«E voi cosa ci fate qui?»
«Ma allora state bene!»
«Eh?» chiese Anna, perplessa, mentre Kagome scendeva dalla schiena di Inuyasha e Sango e Miroku tiravano un sospiro di sollievo. Sesshomaru si alzò in piedi, guardandoli con fare gelido, e Anna si alzò da terra a sua volta.
«Feh!- interloquì Inuyasha, prima che Kagome potesse spiegare- Mi pare ovvio che qui non c’è niente che non vada. Non c’era motivo di…» Si zittì di botto e Anna sorrise.
«Eravate preoccupati? Mi spiace!- disse, contrita, guardandoli uno ad uno- Ma posso chiedervi perché? E’ successo qualcosa di particolare?»
«Inuyasha ha avvertito il richiamo di Sesshomaru.- spiegò Miroku, guardando con interesse l’inu-yokai- Questo ci ha messi in ansia sul vostro stato di salute, perciò ci siamo precipitati qui.»
«Oh…» mormorò Anna, mentre Inuyasha voltava il capo dall’altra parte, pretendendo di essere offeso.
«Inuyasha poteva farsi i fatti suoi.» sentenziò Sesshomaru, lapidario, aprendo bocca per la prima volta.
«Ehi! Mica ero preoccupato per te!» ringhiò Inuyasha, mostrandogli il pugno. Sesshomaru lo squadrò dall’alto in basso con commiserazione e Inuyasha, arrossendo, iniziò a sbraitargli dietro di tutto.
«E’ cambiato qualcosa o sbaglio?» chiese Sango, osservando l’alterco tra i due.
«Sesshomaru è molto più…come dire…» osservò Miroku, perplesso. Anna sorrise.
«Sesshomaru ha riacquistato la memoria.» ammise, trattenendo a stento la gioia. Kagome cacciò invece uno strillo e abbracciò l’amica, saltellando.
«Oh, Anna, sono così contenta!- disse, stringendola forte- Sono veramente contenta per te!»
«Sono felice che sia finita così, Anna.» disse Sango, a sua volta raggiante. Miroku annuì, sorridendo, e Anna li guardò con espressione commossa.
«Ragazzi…vi ringrazio.» mormorò, toccata dalla loro partecipazione. Kagome la guardò con un sorriso radioso, quindi, senza mutare espressione, si rivolse ai due fratelli, che stavano venendo alle mani.
«Inuyasha, osuwari.» ordinò, con voce amabile. Inuyasha cadde a terra di faccia, sottraendosi a un colpo micidiale di Sesshomaru per un soffio. Kagome andò a inginocchiarglisi accanto.
«Kagome, vuoi finirla, con questa parola magica?!» ringhiò Inuyasha, alzandosi a fatica.
«Non devi combattere contro tuo fratello, Inuyasha! Ha ritrovato la memoria!» gli comunicò Kagome, felice.
«Lo so benissimo.- borbottò Inuyasha, stupendoli- L’ho capito da quando siamo arrivati. Ma merita comunque una lezione.» Guardò suo fratello con espressione seria. «E penso che lui lo sappia benissimo.»
Cadde per un istante un silenzio teso, che mise tutti a disagio.
«Inuyasha, non è il caso…» intervenne Anna, cercando di mettere pace. Sesshomaru colpì Inuyasha alla testa con un pugno, sbattendolo di nuovo faccia a terra.
«E chi dovrebbe darmela? Tu?- chiese il demone, sprezzante- Ma fammi il piacere.»
«…dannato…» ringhiò Inuyasha, pronto a ricominciare a litigare.
Kagome e Anna si guardarono e poi sorrisero. Sì, il miracolo era avvenuto davvero. I misfatti del demone Kiokumushi erano stati cancellati definitivamente e i loro cuori potevano tornare a essere pacifici.

***

Qualche giorno dopo, Inuyasha e compagnia si trovavano di nuovo al villaggio di Kaede.
La vecchia sacerdotessa e Shippo avevano ascoltato le ultime novità con gioia, in quanto tutti si erano ormai affezionati ad Anna e provavano partecipazione per le sue disavventure. La vita si prospettava più tranquilla, almeno per qualche tempo, e gli amici avevano tutta l’intenzione di approfittarne. L’avvenimento più importante era che Miroku e Sango si sarebbero sposati all’inizio della primavera, ma il monaco non sembrava essere ancora stato del tutto condotto sulla retta via.
Quella domenica mattina, difatti, la prima cosa che Kagome vide uscendo dalla casa di Kaede fu Sango, che, ribollente d’ira, stava trascinandosi dietro un Miroku con un vistoso bernoccolo sulla testa e il segno di cinque dita stampato sulla guancia.
«Ma le stavo solo dando il buongiorno…» mugolava il monaco.
«Anche la tua mano le stava dando il buongiorno?» ringhiò Sango, con un’occhiata rovente che lo ridusse al silenzio.
«Sempre la stessa storia.- borbottò Inuyasha, comparendo alle spalle di Kagome e guardando la coppia- Chi glielo fa fare, a Sango?»
«E’ innamorata.- disse Kagome, sorridendo- Come io lo sono di te e Anna di Sesshomaru. Si perdonano molte cose all’uomo che si ama.»
«Cosa che mi risulta ancora difficile da capire.- disse Inuyasha, con una smorfia- Chissà perché non mi avete lasciato inculcare un po’ di buonsenso in quella testa di…»
«Penso che Sesshomaru abbia abbastanza sensi di colpa di per sé.- sospirò Kagome, interrompendolo- Non è così gelido come vorrebbe far credere. Meglio lasciare che se la sbrighino fra loro.»
«Bah…» fu tutta la risposta di Inuyasha, poi il demone si accorse dello zaino in spalla a Kagome. «Torni a casa?» chiese. Kagome annuì.
«Devo prendere alcune cose. Inoltre, mi sono ricordata che il povero Ranma aspetta mie notizie da mesi, ormai!» disse. Inuyasha sollevò un sopracciglio, sorpreso.
«Ranma?! Che c’entra Ranma?» chiese. Mentre Inuyasha la accompagnava al pozzo, Kagome gli raccontò della telefonata che aveva ricevuto dopo essere tornata a casa per prepararsi all’epica impresa di fargli tornare la memoria.
«Non ho capito come mai mi abbia telefonato, ma gli avevo promesso di fargli sapere come sarebbe andata a finire e invece me ne sono completamente dimenticata!» disse, scavalcando il bordo del pozzo con una gamba.
«Beh, se gli telefoni, vengo anch’io.- decise Inuyasha, saltando dentro con lei- Voglio proprio sentire come se la passano quel tipo assurdo e la sua congrega di pazzi!»
Così, poco dopo, i due si trovavano in casa della ragazza, al telefono; Kagome aveva la cornetta in mano e Inuyasha stava al suo fianco, con le orecchie tese. Il telefono squillò a vuoto tre volte, poi una bella voce di donna rispose.
- Pronto, qui casa Tendo. Con chi parlo? -
«Akane? Sono Kagome!» disse la ragazza, sorridendo.
- Kagome!- rispose Akane, raggiante- Che bello sentirti! Come stai?! Ci stavamo preoccupando, non ti sei più fatta sentire! Ci avevi lasciati con certe notizie…-
«Hai ragione, scusami.- disse Kagome, contrita- Ma sono successe così tante cose che…»
- E’ Kagome?! - esclamò una voce maschile, seguita da passi di corsa.
- Ranma, stai zitto e fammi sentire!- esclamò Akane con voce terribile, facendo ridacchiare sia Kagome che Inuyasha- Raccontami tutto, Kagome. Che cos’è successo? -
Così, Kagome riassunse al telefono l’avventura in cui erano stati trascinati da Kiokumushi e le vicissitudini che avevano portato a un lieto fine sia per lei che per Anna.
- Santo cielo, non avevo idea che ne aveste passate così tante.- mormorò Akane alla fine, impressionata- Per fortuna si è risolto tutto per il meglio.-
«Già, in effetti…- ammise Kagome- Così, ora che le cose sono sistemate, mi è venuto in mente che Ranma aveva un problema, l’ultima volta che mi ha chiamato.»
- Sì, è vero. L’ha ancora.- disse Akane- Forse è meglio che te lo dica lui stesso. Te lo passo. Ciao Kagome, salutami gli altri! -
«Ma certo, ciao Akane!» la salutò Kagome, poi la cornetta venne passata di mano.
- Ehilà, Kagome! Sono felice di sapere che con quel testone di Inuyasha è tutto risolto! - la salutò Ranma, allegro e sbruffone come sempre.
«Ciao Ranma!- lo salutò Kagome, dando una gomitata a Inuyasha, che stava facendo le smorfie al telefono come un bambino dell’asilo- Sono a tua disposizione, se avevi qualcosa da chiedermi.»
- In effetti sì, Kagome.- sospirò Ranma- Devi sapere che il vecchiaccio Happosai…- Ranma raccontò alla ragazza il brutto scherzo che il vecchio maestro aveva tirato a lui, Ryoga e Mousse una volta tornati dalla Sengoku Jidai, e le tante disavventure che ne erano derivate, prima fra tutte un guaio con tre fratelli dell’Hokkaido, che si erano presentati come i promessi sposi delle sorelle Tendo ed erano stati circuiti e poi sconfitti dai tre ragazzi sotto mentite spoglie. Mousse era ancora assillato da uno dei tre, che non aveva capito l’antifona, mentre Ryoga si era fidanzato con Akari.
- Il fatto è che siamo ancora maledetti e avremmo bisogno della Fonte dei Desideri.- disse, fiducioso- Non è che chiederesti ad Anna se possiamo tornarci tutti e tre, uno di questi giorni? -
Kagome rimase a bocca aperta. Inuyasha, invece, scoppiò a ridere tanto che dovette tenersi la pancia.
- E’ Inuyasha che ride a quel modo?!- chiese Ranma, acido- Gli sparo un Hiryu Shotenha se non la pianta di ridere delle disgrazie altrui! -
«Ehm…Ranma, non vorrei dirtelo, ma…» balbettò Kagome, cercando di sovrastare il chiasso di Inuyasha.
- Cosa c’è, Kagome? - chiese Ranma, non riuscendo a capire.
«Vedi…Sesshomaru ha usato la Fonte per ritrovare la memoria…- disse Kagome, dispiaciuta da morire- e ora è prosciugata!!»
Vi fu un istante di silenzio dall’altra parte della cornetta, poi Ranma sbottò in un: - CHECCOSA?!?!?! - disperato. Inuyasha continuò a ridere come un matto per tutto il tempo che Kagome impiegò a cercare di consolare il giovane di Nerima.

***

«Rin è un amore, non è vero?»
Sesshomaru si voltò verso Anna. La vide sorridere nel vacuo chiarore precedente l’alba, mentre passeggiava con lei per i giardini.
«Perché dici questo?» chiese. Non riusciva a stancarsi di guardarla negli occhi. Il sorriso di lei si accentuò.
«Non hai visto con quanta gioia ha accolto la notizia del mio ritorno a Palazzo?- spiegò lei, poi rise- E’ così dolce, quella bambina! Il suo affetto per noi è così profondo da commuovermi.»
Sesshomaru annuì. A Rin erano venute le lacrime agli occhi quando li aveva visti tornare a casa fianco a fianco.
«E’ una bambina speciale.» mormorò. Anna lo prese per mano, facendoglisi più dappresso.
«Già. Ci ha fatti incontrare.» sussurrò, sempre sorridendo. Alzò lo sguardo su di lui. «Senti…pensi che riusciremo mai a vivere in pace, senza grandi sconvolgimenti?» chiese.
Sesshomaru la osservò in silenzio per un istante, arrivando addirittura a smettere di camminare, poi si oscurò in volto.
«Vista la quantità di nemici che posseggo, non credo.» ammise infine. Anna lo guardò a bocca aperta, quindi assunse un’aria arrabbiata e si mise le mani sui fianchi.
«Oh, è così?!- sbottò- Ebbene, caro il mio Signore dei Demoni, questo non era nei patti. Mi costringi a pensare seriamente a trovarmi un altro uomo, e…»
«Non ti biasimerei se lo facessi.- disse Sesshomaru, cupo, interrompendola- Ma non credo che riuscirei a resistere dal dilaniarlo con i miei artigli.» Si zittì quando Anna lo abbracciò, guardandolo poi negli occhi.
«Stavo scherzando.- mormorò lei- Non desidero nessun altro che te. E sono pronta ad attraversare l’inferno mille volte, se tu sarai dall’altra parte ad aspettarmi.»
«Potrebbe accadere di nuovo.» mormorò lui, al contempo stringendola a sé. Anna scosse la testa.
«Te l’ho già detto.- gli sussurrò all’orecchio- Solo tu puoi allontanarmi da te.»
«Non lo farò mai più.» promise Sesshomaru, affondando il viso nei capelli d’oro di lei.
«Ma se lo farai, io non ti darò tregua. Ti inseguirò fino in capo al mondo.» aggiunse lei, con voce d’acciaio. Sesshomaru si scostò e la guardò in volto. Le sue labbra si stirarono in un sorrisetto sarcastico.
«Ci conto, Signora dell’Ovest.» disse, facendola ridere. La risata di lei fu presto soffocata dalle labbra di Sesshomaru, che scesero a prendere possesso delle sue.


FINE

Author's note: E' finitaaaaaaaa!!! Anche questa (dis)avventura di Sesshomaru e Anna è giunta al termine! Grazie a tutti voi che l'avete seguita con tanta passione e che sul finire mi avete messa in difficoltà sciorinandomi ipotesi di finale del tutto plausibili (come rispondervi senza rivelarvi come sarebbe andata a finire?! XDDD)! Grazie davvero a tutti voi! Vania non vi abbandona, in ogni caso. Un po' di pausa per la saga ufficiale, che avrà un seguito :D , per addentrarci nel magico regno di DOOMEI-L'ALLEANZA, la mia prossima AU di Inuyasha...o dovrei dire di Cuore di Demone?! XDD Proprio così! Tutto ricomincia in un nuovo contesto! Ci sarà anche quel disgraziato di Naraku! Non abbandonatemi, mi raccomando!

 

   
 
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