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Autore: InstantDayDream    16/04/2011    1 recensioni
Tony Stark non è più quello di una volta e le Stark Industries nemmeno. La nave sta per andare a fondo, ma, forse, c'è un'ultima possibilità di salvezza...
Genere: Azione, Slice of life, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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1. Crisi.


Odiavo l'ultimo lunedì del mese. Tanto per incominciare segnava l'inesorabile fine di altri 30 giorni e mi ricordava di quanto il tempo scorresse veloce e, per concludere, era il giorno di paga. Il fatto che la gente normale aspetti con ansia il giorno in cui riceve lo stipendio non mi tangeva particolarmente. Per quanto mi riguardava potevo anche restare lì a dormire, campando dei piatti offerti dalla ditta Stark ai suoi dipendenti, piuttosto di dover ritirare quel maledetto assegno. Il motivo per cui temevo tanto quel giorno in realtà aveva un nome, un cognome ed un ruolo preciso nella mia vita: il mio datore di lavoro, Tony Stark.
Aspettandolo guardavo fuori dalla grandissima finestra del mio ufficio, mordicchiando un lapis, mentre cercavo di trovare la mia pace interiore, per evitarmi di saltare al collo di Tony e strangolarlo, cosa che mi ero ripromessa di fare da ben tre anni, ovvero il giorno in cui avevo cominciato a lavorare in quel posto. L'unica cosa che poteva spingere la ditta Stark ad assumere un ingegnere nucleare neo-laureato era il fatto che le Stark Industries stavano andando a rotoli. Vi ricordate lo splendido, affascinante, geniale Tony Stark, grazie al quale si era riportata la pace nel mondo? Ecco, scordatevelo. Da oramai cinque anni Tony lo riuscivano a vedere ben pochi eletti, non aveva più utilizzato l'armatura di Iron Man ed era diventato uno sciatto ubriacone, o almeno così la vedevo io. Ovviamente la ditta era tornata a produrre armi, come un tempo, solo che gli Stati Uniti d'America non erano più molto contenti di spendere miliardi di dollari in armi prodotte da chi aveva promesso di mantenere il mondo pacificato, facendogli risparmiare così una marea di soldi.
La porta si aprì e io trasalii. Me la presi con assoluta e totale calma, prima di girarmi, e trovare Tony davanti a me. Aveva indosso dei pantaloni della tuta ed una maglia bianca con una macchia giallastra sul petto, che mi fece sospettare che si fosse addormentato di nuovo con la bottiglia di whiskey in mano. Non appena aprì la bocca per parlare il suo alito me ne diede conferma.
«Signorina...mi hanno detto che era ansiosa di vedermi»
«Come sempre Tony» risposi, laconicamente.
Avevo l'ingrato compito di dovergli spiegare che era nei guai fino al collo. La ditta stava cadendo a pezzi e presto non avremmo avuto più soldi per pagare i dipendenti. Ne avevo dovuti licenziare 30 in una settimana. Essere l'amministratore delegato delle Stark Industries, in quel momento, era un suicidio. Maledicevo ancora il giorno in cui avevo fabbricato un nuovo cuore per Tony, risintetizzando quel nuovo elemento -non senza l'aiuto di Jarvis- quando in un momento di follia aveva deciso di lasciarsi morire. Il mio premio era stato quell'immenso inferno che era il mio lavoro in quel momento.
«Mi hanno detto che non vuoi essere pagata» disse, mettendosi a sedere sulla mia scrivania e facendo così cadere il mio portapenne.
«Con lo stipendio che mi dai paghi quattro dipendenti. E ne ho già dovuti licenziare molti in settimana. Non preoccuparti per loro» aggiunsi in fretta, in un finto tono di comprensione «Sono stati molto felici di essere assunti dalla Shield, al doppio di quanto li pagavamo noi»
Tony pareva non seguirmi nemmeno, non ero nemmeno certa che mi stesse ascoltando. Probabilmente no, perchè nemmeno lui poteva ignorare che stavamo andando a picco in stile di Titanic e le nostre probabilità di salvezza erano le stesse di un clandestino che si era nascosto nella zona motori.
«Tony?»
Non ottenni alcuna reazione da parte sua, che aveva cominciato a giocare con delle graffette, come se fossero la cosa più divertente del mondo. Sbuffai: a volte sapeva essere davvero impossibile. Potevo mollare tutto, volendo. La Shield, acerrima rivale delle Stark Industries e principale responsabile del loro crollo, aveva chiesto anche a me di andare da loro, sempre per il doppio del mio attuale prezzo, si intende. Cosa mi impediva di andarmene? Assolutamente niente.
«Sai la Shield ha chiesto anche a me di passare da loro...»
«E tu non lo farai» rispose lui, dando ancora una volta per scontata la mia fedeltà. «Lo farò eccome, a meno che tu non mi dimostri che hai seriamente intenzione di metterti a lavorare per questo posto!» non mi ero nemmeno accorta di essere scattata in piedi mentre parlavo, dalla furia con cui mi lasciavo uscire quelle parole dalle labbra.
«Non c'è più niente che io possa fare, per questo ho assunto te, ricordi Crys?» «No, non ci provare Tony! Mi hai dato questo perchè dicevi di preferire il lavoro da laboratorio che quello dietro ad una scrivania! Ma adesso è arrivato il momento in cui tu rimetta in piedi l'azienda, io ho fatto il possibile»
«Il tuo Chaos è stato molto ben accolto, mi pare»
Scossi il capo. Il Chaos era un missile di nuova generazione che avevo inventato e brevettato io, ma non era sufficiente a rialzare la Stark.
«I costi di produzione del Chaos sono più di quanto possiamo permetterci, ho dovuto ritirarlo dal mercato. Tony...tu hai dichiarato di non voler più usare questo posto per produrre armi, ricordi? Grazie ad Iron Man eri riuscito a portare questo mondo nel più lungo periodo di pace di sempre....perchè non provi a tornare a quel punto?»
«Tu non capisci...» mi guardò in un modo che, se non fossi stata realmente disperata, mi avrebbe fatto sentire una fitta al cuore tremenda e mi sarei probabilmente trovata abbracciata alle sua ginocchia, implorandolo di perdonare quel mio gesto totalmente avventato e privo di tatto. Ma ora come ora ero più che pronta ad usare l'artiglieria pesante con lui.
«Io capisco benissimo! Ho passato più sere di quante potessi sopportare ad assisterti da ubriaco mentre raccontavi tutta la tua disperazione. Adesso basta, è arrivato il momento che tu te ne faccia una ragione. Pepper è morta e non puoi fare niente per cambiare tutto questo, siamo stati indulgenti con te, ma siamo giunti al punto in cui o decidi di andare avanti o di mollare tutto. Aspettiamo solo una tua decisione»
Sapevo di essere stata brutale e sapevo che lui non si sarebbe mosso da quella stanza, motivo per cui aggirai la scrivania per essere io stessa ad uscire. Con buone probabilità era l'ultima volta che mettevo piede là dentro, perchè Tony mi avrebbe sicuramente licenziato ed io sarei stata assunta alla Shield, portando con me il brevetto del Chaos. L'idea non mi esaltava nemmeno un po'. La verità era che io avevo provato con tutta me stessa a salvare Tony Stark, ma avevo fallito, come tutti i suoi amici del resto.
«Dove stai andando?» mi chiese, un secondo prima che mettessi il naso fuori dalla porta.
«A casa» risposi, quasi senza girarmi.
«Mia»
«Tua cosa?» Ero spazientita, stava ricominciando a farneticare.
«Casa mia, dobbiamo lavorare per trovare una soluzione a tutto questo»
Lo guardai stupita. Forse era un po' troppo presto per mettere la parola "fallimento" sulla parte del mio curriculum che riguardava Tony Stark.
  
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