Nickname (sul forum e su EFP): BadWolfTimeLord.
Titolo: Absolutely Christmas.
Personaggi: Lilian
Luna Potter, Ted Remus Lupin, Hugo Weasley, Rose
Weasley, Dominique Weasley.
Avvertimenti: One-Shot.
Genere: Romantico, Generale.
Rating: Verde.
Introduzione: E’ l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale per Lily, la
quale è sicura che quel Natale sarà pieno di sbaciucchiamenti tra Ted e Vic.
Ma, quel Natale pensato male in partenza, non si rivelerà tanto male.
Prompt: Gelosia.
Questa storia ha partecipato al contest “The
new Weasley family” indetto da Gra
Gra 96, classificandosi prima. Ringrazio di cuore la giudiciA sia per il giudizio che per i banner. Spero vi
piaccia! =)
Absolutely Christmas
Camminava svelta, i libri stretti al petto e il mantello nero che
assecondava ogni suo passo, sfiorandole le caviglie. I capelli rossi, come suo
solito, erano sciolti e le ricadevano sulle spalle, ricordando in lei, molto
vagamente, sua madre quando aveva la sua età. Stesso colore di capelli,
ereditato dalla famiglia Weasley, stessi occhi nocciola e stesso mantello con
lo stemma rosso-oro. La schiena dritta e lo sguardo fiero, invece, rammentavano
in lei suo padre, il coraggioso bambino sopravvissuto. La sua determinazione e
dedizione allo studio, ricordavano chiaramente, soprattutto nella
professoressa McGranitt, sua zia, sempre assetata di libri e di
conoscenza. Ma lei, dal canto suo, era soltanto Lily, la piccola di casa Potter
- Lilian Luna Potter - e non sarebbe voluta essere nessun altro, soltanto se
stessa, erede dei vincitori della guerra contro Voldemort.
Il suo passo era lesto e deciso, come i suoi occhi scuri, che scrutavano,
silenziosamente, il corridoio, ormai familiare, che portava all’aula di
trasfigurazione. Erano passati cinque anni, da quando la piccola ed indifesa
Lily Potter aveva messo per la prima volta piede in quella scuola. Cinque anni
e poco più di quattro mesi che era stata smistata nella casa
di Grifondoro. Non poteva credere che fosse passato tutto quel tempo, non
poteva credere che quello fosse il suo penultimo anno ad Hogwarts. Ma come
il pensiero che quella fosse l’ultima lezione di Trasfigurazione prima delle
vacanze di Natale attraversò svelto la sua mente, l’accorgersi di essere
arrivata davanti all’aula fu altrettanto svelto.
Doveva ammettere che in puntualità era peggio di sua cugina Rosie, ma mai
quanto il fratello di quest’ultima. Varcò la soglia dell’aula e, decisamente
sorpresa, vide Hugo seduto tranquillo al suo solito posto in prima fila. Con la
stessa andatura, leggermente più lenta, camminò decisa fino al banco dove era
seduto suo cugino e gli si sedette accanto, aspettando che una McGranitt,
sotto forma di gatto, si decidesse ad entrare nell’aula e ad iniziare la
lezione. Posò i poveri e usati libri sul banco, senza curarsi del tonfo con il
quale questi caddero sul piccolo tavolo da due. Lo sguardo chiaro di suo cugino
si posò sul suo, come se chiedesse spiegazioni, anche se non serviva a molto,
visto che gli occhi della ragazza erano puntati altrove.
“Qualcosa ti turba, Potter?” le chiese, curioso, con il suo solito tono
benevolo. Gli occhi di Lily incontrarono quelli del cugino e, indirettamente,
con lo stesso sguardo interrogativo che prima le aveva rivolto Hugo, gli chiese
spiegazioni di quella domanda.
“E da cosa lo deduci, Weasley?” gli rispose, lasciando il proprio sguardo
sul suo. Tra loro era sempre così: Hugo la chiamava per cognome e Lily
rispondeva allo stesso modo, sorridendo.
“Be’, è molto semplice, Potter. Non sei mai in anticipo di cinque minuti
alle lezioni di Trasfigurazione, non hai mai l’aria di una che non è riuscita a
chiudere occhio per tutta la notte e di solito appoggi invece di lasciar cadere
i libri sul banco. A proposito, dove hai lasciato nostra cugina Dom dato che arrivate sempre insieme?” le disse,
scrutandola dall’alto al basso e individuando tutti gli elementi che gli
potevano far portare avanti la sua tesi. Lily doveva ammettere che suo cugino
aveva ragione. Suo cugino aveva
sempre dannatamente ragione.
“Dom si è fermata a parlare con il
professor Lumacorno perché doveva
chiedergli qualcosa, mentre io ho deciso di arrivare in anticipo a lezione,
dato che è l’ultima prima delle vacanze di Natale. E il fatto che ho un aspetto
orribile è perché non ho chiuso realmente occhio stanotte...” cercò di
giustificarsi la piccola Potter, dovendo ammettere che suo cugino aveva
decisamente ragione riguardo la notte insonne che aveva passato.
“E qual è stato l’aneddoto che non ti ha lasciato dormire per tutta la
notte?”.
“Nessun aneddoto, solo... Natale” gli rispose, pensando realmente a cosa
non le avesse fatto prendere sonno. La preoccupazione del giorno di Natale era
stato l’ingrediente principale, ma non il solo. Il problema principale era
tornare a casa dalla sua famiglia e da lui, il
suo metamorfomagus preferito che era fidanzato con sua cugina
Victorie.
Erano anni che odiava Natale e sempre per lo stesso motivo, perché l’uomo
che amava stava con sua cugina, la bellissima Victoire Weasley, figlia di suo
zio Bill e di sua zia Flebo. Lily non aveva assolutamente voglia di vederli
parlare, scambiarsi effusioni o altre cose del genere, durante il pranzo di
Natale alla Tana. Solo vederli vicini le faceva male, le faceva capire che lei
era soltanto come una sorellina minore per lui, nient’altro. Da quando aveva
cinque anni, Lily era gelosa di sua cugina. Infatti, ogni volta che la vedeva
appiccicata al suo Teddy Bear, cercava sempre di allontanarla.
“Natale?” ripeté suo cugino, guardandola con sguardo accigliato e
riportandola alla realtà. La sua espressione le faceva capire che era uno
sgarro alla legge non adorare il Natale, che era una cosa assolutamente
illegale, un peccato bello e buono, peggio di quello di uccidere. Be’, allora
lei era una peccatrice e una fuorilegge.
“Sì, Natale” si limitò a rispondere la rossa, accorgendosi di altri suoi
compagni di casata che iniziavano a prendere posto nell’aula. Spostò il proprio
sguardo da Hugo, a Dominique che si sedette nel banco accanto al suo. Dom era, dopo Rosie, la migliore amica di Lilian,
forse perché erano allo stesso anno di Hogwarts o forse perché
avevano in comune molte cose, come essersi innamorate, entrambe, di uno di
famiglia. Beh, inutile dire per chi la sorellina minore di Vic si fosse presa
una cotta, visto che non faceva altro che pensare al fratello maggiore della
rossa Potter.
“Preparati
Lily: un’altra ora, il viaggio in treno e poi il tuo incubo inizierà” furono le
uniche parole che Dominique Weasley proferì, rivolgendosi alla cugina, prima
che la professoressa McGranitt entrasse,
tutta impettita e con il suo solito vestito nero e verde, nell’aula,
dirigendosi alla cattedra. Hugo rivolse alla sua compagna di banco uno sguardo
completamente interrogativo, al quale, però, non pretendeva risposta. Forse
perché certo del fatto che sua cugina non gli avrebbe mai rivelato niente,
oppure perché, sinceramente, non era molto attratto dal sapere delle cose che
confabulavano le sue cugine, dato che, la maggior parte delle volte, si
rivelavano essere pettegolezzi su ragazzi. Dom sapeva
tutto riguardo a Ted e purtroppo aveva ragione. E come Hugo, aveva
sempre dannatamente ragione.
***
La
lezione della McGranitt passò
molto velocemente, nonostante la testa di Lily fosse altrove e stesse lavorando
su quello che avrebbe fatto una volta arrivata sul binario 9 e ¾. Forse si
sarebbe dovuta comportare normalmente, almeno senza cercare di destar sospetto
in Ted. Ci sarebbe voluto soltanto che il figlio di Remus Lupin avesse scoperto
della sua cotta per lui e poi quel Natale, già pensato male in partenza,
sarebbe stato davvero catastrofico. E pensare che l’anno successivo, molto
probabilmente, avrebbe visto il cognome di sua cugina mutare da Weasley a
Lupin. Rabbrividiva al solo pensiero. Al pensiero di perderlo definitivamente,
al pensiero che quella a sposarselo fosse sua cugina, con la quale, tra l’altro
era sempre andata d’accordo, a parte il pallino Ted, naturalmente.
Ted era sempre stato particolarmente importante nella sua vita, i suoi
genitori glielo raccontavano sempre. Lo aveva sempre considerato come un
fratello maggiore, fino a quando si era ritrovata ad essere gelosa ogni volta
che vedeva sua cugina attaccata al suo Teddy Bear. Lui sapeva
tutto su di lei, in quanto suo migliore amico e suo confidente. Ma se c’era una
cosa che Ted Remus Lupin non sapeva, era il fatto che la sua piccola Lils si
era innamorata di lui. Non se ne sarebbe mai accorto, Lilian era sicura di
questo. Sapeva che il figlioccio di suo padre era cieco per queste cose e
soprattutto troppo impegnato a calcolare Victoire, anziché lei. Su questo
ultimo punto, forse Lily esagerava. Nonostante tutto, Teddy la considerava
sempre e non smetteva di farlo, soltanto per andare a sbaciucchiarsi con Vic
sotto al vischio. Ma, questa faccenda, vista dagli occhi di Lily, riusciva a
farle odiare le vacanze di Natale.
Cosa avrebbe fatto per restarsene al castello, al calduccio nella sala
di Grifondoro, a leggersi un meraviglioso libro davanti al caminetto
scoppiettante, invece che dover tornare a casa, nel trambusto della Tana, con parenti,
parenti di parenti, parenti di parenti di parenti. Be’, Hogwarts le
sarebbe decisamente mancata...
Certo, era contenta di riabbracciare i suoi genitori, i suoi fratelli e il
resto della famiglia, ma il pensiero di dover passare un’intera giornata con
tutta la famiglia Weasley le faceva venire il mal di testa. Non che l’odiasse,
assolutamente no, era pur sempre la sua famiglia, ma il problema era il
fracasso infernale che ci sarebbe stato alla Tana il giorno del 25 dicembre,
con zii, cugini... erano troppi, erano decisamente troppi. Ma doveva ammettere,
comunque, che gli enormi pranzi di nonna Molly erano un modo per non perdere di
vista parenti con i quali non aveva occasione di incontrare troppo spesso. E
Ted decisamente non era uno di questi, visto che la maggior parte delle sere,
durante l’estate, era ospite da loro per cena e per il resto della serata. Be’,
e la possibilità di vederlo ancora più spesso si faceva maledettamente
probabile, visto che gli si era presentata l’opportunità di prendere la
cattedra di Difesa contro le Arti Oscure ad Hogwarts. Non sapeva se
prendere la notizia positivamente o negativamente, ma il fatto di averlo come
professore, per tutto l’anno successivo, senza Vic tra le scatole, le piaceva
molto. Be’, a patto che Ted non avesse stretto nessuna promessa matrimoniale e
che non indossasse nessuna fede nuziale, s’intende. Per il resto, avrebbe
accettato molto volentieri il suo Teddy Bear come professore.
Il fischio del treno la fece distogliere dai suoi pensieri, riportandola
nella realtà, nella triste e cruda realtà che l’avvertiva di essere arrivata
alla stazione di King’s Cross. Il suo sguardo rimase fisso fuori dal
finestrino per un altro istante, dove le verdi colline inglese sparivano per
dare spazio al binario 9 e ¾, prima di decidersi ad indossare il giubbotto di
pelle marrone, sopra la maglia con scollo a barca verde acqua, e la sciarpa
carminio, che raggiungeva la lunghezza della sua minigonna di jeans. Persa nei
suoi pensieri, prese il suo baule e guardò nuovamente fuori dal finestrino,
vedendo tutto immobile e fermo e in lontananza, le facce dei suoi genitori.
“Lily?” la chiamò Dominique, attirando l’attenzione. Lilian si voltò verso
di lei e la guardò negli occhi, nei suoi bellissimi occhi azzurri, uguali a
quelli della madre Fleur, “pronta?”.
Lily annuì, subendosi l’ennesima occhiataccia interrogativa da parte di
Hugo. Scosse la testa e insieme ai suoi cugini si avviò verso l’uscita del
treno. Appena scese si diresse, insieme a Dominique e a Hugo, verso i suoi genitori,
affiancati dai suoi fratelli, i suoi zii Ron, Hermione, Bill e Fleur, Rose, Luis, Vic e Ted. Più lentamente possibile, si
avvicinò alla sua famiglia, non ricordando con quale determinazione, prima,
camminava per i corridoi di Hogwarts, con meta l’aula di Trasfigurazione.
Tutta la sicurezza nei suoi passi sembrava sparita e il problema ingigantito,
visto che era ufficialmente in vacanza. Posò il suo baule e si fiondò prima tra
le braccia di suo padre e poi tra quelle di sua madre. Poi fu il turno di James,
durante il quale Dom le lanciò un’occhiata
assassina per tutto il tempo, abbracciò Al e Rosie e poi, infine, si buttò tra
le braccia di Teddy.
“Mi sei mancato, Teddy Bear” gli sussurrò, sicura che fosse l’unico a
sentirla. Sorrise tra sé, sentendo Ted sollevarla da terra e stringerla a sé a
sua volta. Per un momento incontrò lo sguardo di Victoire e lesse un briciolo
di gelosia nei suoi occhi. Gelosa? Vic? Che possedeva letteralmente il cuore di
Ted? Andiamo, doveva avere le traveggole. La bellissima Vic gelosa della
piccola Potter? Era assolutamente impossibile.
“Anche tu, Lils” le sussurrò Ted a sua volta. Quella era la frase che ogni
volta voleva le faceva credere che le vacanze sarebbero andate bene,
diversamente dalle sue previsioni, ma era dopo quelle parole che la mazzata
delle effusioni tra Ted e Vic la lasciava spiazzata. Era sempre così, ma non
quell’anno, dove aveva imparato ad essere realista. E doveva ammettere che ci
era riuscita davvero. Non avrebbe sopportato un altro Natale pieno di Vic e di
altri crack che il suo povero cuore avrebbe subito.
***
La Tana era, come tutti i Natali, piena di persone e di addobbi. Il
tradizionale albero era in salotto, agghindato da nonna Molly e nonno Arthur.
Mentre il vischio era ovunque, appeso in ogni stanza. L’enorme sala da pranzo
aveva l’enorme tavolata imbandita al centro e molte decorazioni erano attaccate
al soffitto. E dalla cucina proveniva un buon odore di tacchino arrosto.
Fu la prima cosa che Lily notò non appena mise piede nella Tana: l’odore
del tacchino. Nonostante avesse molti motivi per dire che odiava il Natale, ne
aveva altrettanti per dire che lo amava. I regali erano uno di quello. E, come
tutti gli anni, era curiosa di scartare i propri regali, cosa che sarebbe
successa dopo l’enorme mega-pranzo con tutti i parenti della famiglia. Seguita
dai suoi fratelli maggiori, entrò in salotto e si sedette sulla poltrona più
vicina alla finestra, dalla quale si vedevano chiaramente i candidi fiocchi di
neve cadere dal cielo. Vide, più che vide, sentì sua cugina Rose sedersi sulla
sedia accanto alla sua.
“Ciao, Rosie” la salutò Lily, voltandosi verso di lei e vedendo i suoi
occhi felici. Al le aveva detto che il suo amico Scorp,
tra l’altro fidanzato di Rose, avrebbe partecipato al pranzo natalizio alla
Tana. Una figura alta e con i capelli azzurri, seguita da un’altra figura
bionda, attirò l’attenzione della piccola Potter, facendole spostare, quasi
involontariamente, lo sguardo dagli occhi della cugina a Ted e Vic.
“Lily, devi smettere di torturarti in questo modo” le disse sua cugina,
seguendo il suo sguardo e capendo il perché dello sguardo triste di Lily. La
piccola Potter lo sapeva bene, sapeva perfettamente che Rose aveva
ragione. Aveva sempre dannatamente
ragione.
“Lo so, Rose” le rispose superficialmente, lasciando lo sguardo puntato sui
due che stavano seduti sul divano, dall’altra parte della stanza. Ci stava male
e, come se il suo fosse masochismo puro, tutti gli sforzi per spostare lo
sguardo su altro furono vani, “lo so perfettamente, ma non posso fare altro”.
“Sì che puoi fare altro!” esclamò sua cugina, mantenendo un certo contegno
nel volume della voce, cercando di non attirare l’attenzione di persone
indesiderate, “semplicemente potresti dirgli tutto, aspettare la sua reazione e
poi reagire di conseguenza, ovvero continuare a morire per lui o smettere di
pensarci”.
“Sei matta? Non potrei mai. Prima di tutto, so che se gli dicessi di
essermi innamorata di lui, la nostra amicizia non sarebbe più la stessa e poi
so che mi risponderebbe che lui ha Vic. Quindi farei prima a togliermelo dalla
testa, cosa che provo a fare da anni, senza risultato” le rispose, abbastanza
loquace, differentemente a come rispondeva usualmente.
“Ma non puoi continuare così! Prova a cercarti altri ragazzi, Lily”
continuò a ribattere sullo stesso discorso, cercando di attirare, oltre alla
sua risposta, anche il suo sguardo, invano. La cugina parve rifletterci su,
prima di rispondere con lo stesso tono superficiale e intento, anch’esso, ad osservare
Ted. Il suo Teddy,
che apparteneva ad un’altra, “so che dopo Wiston...”.
“Dopo Wiston, mi sono innamorata di Ted, va bene?
E’ stato lui quello che mi ha consolata durante la rottura con Wis. Vorrei
tanto smettere di pensare a lui, lo vorrei veramente, ma non ci riesco” le
rispose Lily, interrompendola e non volendo approfondire troppo l’argomento ‘Wiston Tyler’, cosa che le avrebbe fatto venire di sicuro
un’emicrania. Le faceva male solo pensare a quello
smidollato Tassorosso che l’aveva lasciata perché non era abbastanza
carina per ‘uno come lui’. Be’, non lo era
neanche per avere Ted. Ma, infondo, non poteva competere con sua cugina. Sapeva
di aver già perso in partenza, “e poi non è la stessa cosa che hai fatto anche
tu, dopo che ti sei innamorata di Scorp?”.
“Certo, ma alla fine mi sono decisa a dirgli tutto”.
“E hai avuto la fortuna che lui ricambiasse i tuoi sentimenti...” disse,
non spostando lo sguardo neanche di un millimetro. Invidiava sua cugina Rose,
sotto un punto di vista. Lei aveva avuto la fortuna di innamorarsi di un
ragazzo che la ricambiava e che aveva la sua stessa età - tralasciando il fatto
che fosse un Malfoy e che quando Ron aveva scoperto che il ragazzo di sua
figlia era precisamente il figlio di Draco gli era
venuto un mezzo infarto. Non sarebbe successo niente del genere, Lily ne era
sicura, non avrebbe mai avuto possibilità con Ted, considerando le motivazioni
precedenti per le quali non sarebbe mai potuto accadere qualcosa del genere.
“Lily, Lily, Lily... prima o poi dovrai dirglielo, no? Beh, allora meglio
farlo ora ad un comune pranzo natalizio alla Tana che... cinque minuti prima
del loro matrimonio” le aveva detto Rose, guardandola con uno sguardo che la
obbligava a parlargli. Ma non ebbe molto effetto, visto che i suoi occhi erano
persi sulla figura di un meraviglioso Ted, che ogni tanto spostava lo sguardo
su di lei per concederle uno dei suoi soliti sorrisi. Lily sapeva decisamente
quanto Rose considerasse strano il fatto che Teddy ancora non si fosse accorto
di niente, nonostante il suo sguardo fosse puntato continuamente su di lui e
tutti i tentativi, falliti, di farlo stare lontano da Vic e più vicino a lei.
Lily si decise a voltarsi verso la cugina e l’espressione che vide non le
piacque per niente. Era il suo solito sguardo di quando aveva un lampo di
genio. Hogwarts le mancava davvero...
***
Non sapeva neanche perché si fosse cacciata in quella situazione. Perché
aveva dato retta a sua cugina Rose? Be’, da quel momento in poi non lo avrebbe
più fatto, assolutamente, se lo sarebbe ricordato in futuro, che ascoltare
Rosie era un pericolo. I suoi occhi erano persi in quelli di Ted, che la
scrutavano con aria interrogativa - molto simile a quella di Hugo - chiedendole
il perché gli avesse chiesto di parlare. La verità è che non lo sapeva neanche
lei. Era stata sua cugina a obbligarla. Non che le avesse puntato un fucile
alla tempia, ma le sue parole l’avevano in qualche modo obbligata ad agire.
Era in piedi, in una stanza a pianoterra della Tana, con Ted. Non sapeva
cosa dirgli, semplicemente cercava di nascondere il suo imbarazzo dietro ai
capelli rossi. Sapeva che se gli avesse detto di quello che provava per lui, la
loro amicizia non sarebbe stata più la stessa e lei non voleva assolutamente
che ciò accadesse. E, in secondo luogo, Teddy non avrebbe mai ricambiato i suoi
sentimenti, mai e poi mai, Lilian Luna Potter ne era certa.
“Cosa volevi dirmi, Lils?” chiese per l’ennesima volta il suo migliore
amico, guardandola negli occhi e cercando di leggerci dentro quello che voleva
dirle, senza risultati. La ragazza si limitò a respirare profondamente,
cercando di trovare il coraggio per dire quello che doveva dire.
“Be’, Ted, io...” si bloccò, realmente spaventata dalla reazione che
avrebbe potuto avere il figlioccio di suo padre. Senza proferire parola, un
vecchio detto babbano le attraversò la testa, meglio un gesto che mille
parole.
Seguendo il detto si avvicinò a lui e lo baciò, timida. Fu un bacio casto
che durò un attimo, forse meno, ma aveva decisamente espresso tutto quello che
Lily voleva dirgli. Cercò di uscire dalla stanza, ma Ted la fermò per un
braccio e la obbligò dolcemente a riportare le proprie labbra sulle sue,
approfondendo quel bacio che da casto divenne sempre più passionale.
Decisamente Ted si era accorto che la piccola Potter era cresciuta e quel bacio
fu come una conferma a Lily, oltre che ad una sua retorica utopia e fantasia.
Non sapeva cosa quel bacio volesse realmente significare, ma non le importava
granché, naturalmente fino a quando tutto finì e fu catapultata nuovamente
nella realtà, dove la razionalità diceva che Ted e Vic erano fidanzati e che
lei non avrebbe mai potuto avere il cuore del suo Teddy Bear.
Lo sguardo di Lily era puntato sugli occhi del ragazzo e il suo cuore
batteva freneticamente all’impazzata, non curante delle guance che le stavano
andando a fuoco e della solita, ormai piacevole, morsa allo stomaco. Così si
sentiva Lily, decisamente era quello che stava provando. Con l’imbarazzo che si
stava decisamente impossessando di lei, uscì dalla stanza corse verso la sala
da pranzo, dove si accorse che tutti i suoi parenti erano già seduti a tavola,
lasciando uno sconvolto Ted, da solo, sotto un ramoscello di vischio, che era
stato l’unico testimone di quel loro bacio segreto.
Lilian, rossa in volto, si sedette al suo posto, accanto a Rose e di fronte
a Dominique, sapendo che le sue due migliori amiche l’avrebbero condannata a
morte certa, guardando, divertite, il suo volto che come colore si mimetizzava
perfettamente con i capelli. Abbassò la testa sulle mani, come era suo solito
fare quando era imbarazzata. Era buffo per lei pensare che l’unica persona che
conosceva quel suo piccolo gesto era Teddy. Ancora non riusciva a realizzare
quello che realmente fosse successo. Cioè, Ted Remus Lupin l’aveva baciata!
Beh, prima era stata lei a baciarlo e poi lui l’aveva baciata a sua volta.
Involontariamente, alzò la testa e vide Ted, con i capelli rosso acceso, che
entrava nella stanza e la guardava con uno sguardo interrogativo che faceva
decisamente concorrenza a Hugo. Mantenne il contatto visivo, mentre lo guardava
sedersi accanto alla sua amata Victoire. Lo vide anche farle un gesto che lei
intercettò come un ‘dobbiamo parlare’. Beh, la situazione andava di bene in
meglio. Decisamente sarebbe stato meglio se fosse rimasta ad Hogwarts,
assolutamente. Per una volta si dette ragione. Anche lei sapeva avere, anche se non sempre, dannatamente ragione.
***
“Lils...” una voce alle sue spalle la distrasse dai suoi pensieri, mentre
guardava i candidi fiocchi di neve cadere dal cielo. Lily non voleva
decisamente voltarsi ed affrontare la realtà. Non ne aveva né forza né
decisamente voglia. Ma, come obbligata, si voltò e si avvicinò a Ted,
guardandolo con un sopracciglio inarcato, “che ne dici se andiamo a farci
quattro passi tu ed io?”.
“Sotto la neve e con il freddo che fa fuori?” gli chiese l’altra, sempre
più accigliata e guardandolo allibita. Il suo sguardo da cucciolo fu
praticamente un sì, al quale la ragazza non seppe dire di no. Quindi si limitò
ad afferrare il suo giubbotto di pelle nero e la sciarpa carminio, ad
indossarli sopra la maglia viola e i pantaloni neri ed a camminare verso la
porta della Tana. Sentì il cuore iniziare a battere forte, sensazione ormai
nota alla giovane Grifondoro, “adoro la neve” ammise, alzando lo sguardo
verso i fiocchi di neve. Lily, spostando lo sguardo su Ted, iniziò a seguirlo,
fino a riuscire a camminare al suo fianco. Notò che i suoi capelli erano
tornati azzurri, colore preferito della stessa Potter.
“Senti, Lily, riguardo a quello che è successo prima...” il ragazzo cercò
di parlare, ma Lily lo interruppe, iniziando a dirgli il perché era successo. O
meglio, il fatto che Rosie l’aveva praticamente costretta.
“Non ti devi preoccupare Ted. E’ stata colpa mia, una specie di scommessa
fatta tra me e Rose, niente di più” mentì spudoratamente, riuscendo a
nascondere molto bene, con le sue doti da attrice, la verità, “non ti devi
giustificare, so che tu stai con Vic che vi state per sposare, mentre io sono
solo come una sorellina per te. Poi sei dieci anni più grande di me, sei il
figlioccio di mio padre e sono sicura che...” quella volta fu Teddy ad
interromperla, portando le proprie labbra sulle sue, baciandola dolcemente,
senza approfondire troppo, ma riuscendo almeno a farla smettere di parlare a
vanvera.
“Be’, se questo è l’unico modo per farti stare zitta penso di poterci
prendere l’abitudine” le disse il ragazzo, sorridendole e notando, divertito,
il rosso porpora che si impossessava nuovamente guance lentigginose della
ragazza.
“Cosa vorresti dire? Penso di essermi persa qualcosa...” gli chiese,
guardandolo con uno sguardo interrogativo che avrebbe vinto il primo posto, se
Hugo si fosse deciso ad aprire un contest sugli sguardi interrogativi della
famiglia Weasley, “e Vic?”.
“E’ finita, Lily. Non c’è più niente tra noi, è finito tutto, abbiamo
rotto” le rispose, lasciandola decisamente spiazzata. Non se lo aspettava
proprio e per di più si era obbligata ad odiare le vacanze natalizie, sin da
settembre, quando loro si erano tranquillamente lasciati.
“Oh...” fu l’unico suono che riuscì ad uscire dalla bocca di Lily, che
praticamente formava una ‘O’ perfetta, “e... e quale sarebbe stato il motivo
della vostra rottura?”, Ted si limitò a baciarla nuovamente: quella era la sua
risposta, una risposta che però la povera e sconvolta Lily non riusciva a
cogliere. Per il semplice fatto che non se lo aspettava veramente.
“Tu, Lils” le disse esplicitamente il ragazzo, guardando il volto di Lily
illuminarsi di felicità. L’unica cosa che la piccola Potter riuscì a fare fu
quella di baciarlo nuovamente, mentre aspettava che il suo Teddy Bear si
decidesse a dirle precisamente il perché, “mi sono accorto di... di essermi
innamorato di te, Lily. So che non dovrei, ne sono davvero consapevole: ho
dieci anni più di te, sono sempre stato come un fratello maggiore per te e sono
il figlioccio di tuo padre. Ma non posso riuscire a negare quello che provo per
te, Lils, non ci riuscirei, perché io... io ti amo, Lily. Non so da quando e
neanche da quanto, ma so soltanto che...”, quella volta fu Lily ad
interromperlo, baciandolo nuovamente, ma limitandosi ad un bacio a fior di
labbra.
“Be’, questo metodo funziona anche su di te, a quanto sembra... sì, penso
di riuscire ad abituarmici” disse la rossa, ridendo
felice, come non lo era stata dai tempi in cui stava con Wiston,
“oh... se no me ne scordo, ti amo, Teddy” gli sussurrò sulle labbra, prima di
approfondire il bacio e di stringersi a lui per il freddo. Testimone solo la
neve.