Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: cioccorana_    17/04/2011    2 recensioni
Tutto è pronto per una nuova edizione del Torneo Tremaghi. Oltre vent'anni dopo la caduta definitiva di Lord Voldemort, nessuno si aspetta che qualcosa di terribile stia per succedere di nuovo. Hogwarts è nuovamente minacciata da oscure presenze.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Hugo Weasley, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Roxanne Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Erano arrivati, finalmente. Anche quell’anno il viaggio sull’Espresso per Hogwarts era parso interminabile e terribilmente faticoso. Alla fine, però, erano giunti come sempre alla stazione di Hogsmeade e ora si accingevano a scendere dal treno che sarebbe tornato a Londra senza il suo carico di ragazzi chiassosi. Sinceramente, non gli sarebbe dispiaciuto rimanere a bordo e fare un giro sul treno vuoto e immerso nel silenzio. Magari dopo un bel riposino. Il fatto è che stava troppo comodo disteso lì, su due sedili. Non gli andava proprio di uscire nel vento freddo della Scozia che preannunciava, con troppo anticipo, l’arrivo dell’autunno. No, voleva sonnecchiare ancora un po’, magari qualche oretta…
 
« Albus, che fai ancora lì? Muoviti, sono già scesi tutti! » disse James entrando nello scompartimento ormai vuoto dove si trovava suo fratello. Vedendo che non si alzava, afferrò la gabbia del gufo Albert che si trovava sul porta-bagagli vicino al finestrino e gliela scaraventò addosso senza troppi complimenti. Il ragazzo balzò in piedi di soprassalto e la gabbia rovinò a terra seminando cacche di gufo dappertutto. L’uccello lanciò un grido acuto e Albus si affrettò a raccogliere la gabbia.
« Ma che diavolo ti è preso? Guarda il povero Albert! E’ sconvolto! E ora mi tocca anche pulire. James, quest’anno a Hogwarts non arriverai tutto intero » disse con aria minacciosa, estraendo la bacchetta.
« Avanti, non c’è tempo per duellare. Se non ci muoviamo non rimarrà nemmeno una carrozza. Vuoi forse andare a piedi? ». Detto questo, James prese la gabbia e uscì dallo scompartimento. Albus afferrò furioso il suo baule e fece per seguire il fratello ma si ricordò delle cacche di gufo sparse per lo scompartimento. Si voltò sospirando e agitò la bacchetta gridando « Gratta e netta! », forse con troppa foga. Le cacche sparirono, ma l’incantesimo rovinò anche un po’ la pelle del sedile. Meglio di niente, pensò. Ripose la bacchetta sbuffando e scese dal treno, trascinando il baule dietro di sé.
 
Appena uscito dalla stazione udì una voce fredda e tagliente, non molto lontano da lui.
« Potter! Il tuo gufo ha preso la tua testa per un gabinetto? »
Alzò lo sguardo e scorse un ragazzo pallido dai capelli talmente biondi da sembrare bianchi che lo osservava sghignazzando mentre si apprestava a salire su una carrozza. Scorpius Malfoy. L’insopportabile, egoista, fastidioso Scorpius Malfoy. Imprecò a bassa voce passandosi una mano tra i capelli, da cui caddero qualche cacca e un paio di piume di Albert. Fece una smorfia schifato e si avviò verso l’ultima carrozza rimasta. Fortunatamente, quella di Malfoy era appena partita. Non avrebbe sopportato di trascorrere ciò che restava del viaggio verso Hogwarts in sua compagnia. Sarebbe stato troppo tentato dalla voglia di aprire la portiera e buttarlo giù.
 
Ridacchiò immaginando la scena e raggiunse la sua carrozza. Lanciò un’occhiata al Thestral invisibile che la guidava, o meglio, lanciò un’occhiata dove pensava si trovasse il Thestral invisibile che la guidava. Non poteva vedere quegli strani animali poiché solo chi aveva visto la morte con i propri occhi era in grado di vederli. Eppure, chissà perché, si aspettava ogni anno di poter scorgere uno di quei cavalli volanti e scheletrici che gli aveva descritto suo padre. Un po’ deluso, salì sulla carrozza e si accomodò sul sedile, di fianco a suo fratello.
« Ce ne hai messo di tempo ». Alzò lo sguardo e vide sua sorella Lily che lo fissava un po’ infastidita. Era seduta accanto a Rose che, come al solito leggeva un libro. Al suo fianco Hugo contava le figurine delle Cioccorane che mancavano alla sua invidiabile collezione.
« Colpa di James » rispose stringendosi nelle spalle.
« No, è colpa tua, Bell’ Addormentato » obiettò suo fratello.
« Cerca di capirmi, sono stanco morto! Avresti dovuto svegliarmi più delicatamente » ribatté Albus accigliandosi.
« D’accordo, la prossima volta di sveglierò con un bacio. Anzi, chiamerò la tua amata Maggie Dawson a farlo, visto che ti piace tanto… » disse James ghignando.
Rose alzò lo sguardo dal suo libro e sgranò gli occhi. « Ti piace Maggie Dawson? La Grifondoro del quinto anno? »
Albus arrossì violentemente. « Ehm… No! No, affatto. E’ James che si inventa queste cose per fare lo spiritoso. Vero, James? » Il suo tono era eloquente ma il fratello, anziché stare al gioco, scoppiò a ridere.
Hugo, preso dalle sue figurine, commentò: « Maggie è carina… »
« Ma a me non piace! » gridò Albus, il cui viso aveva assunto un’intensa tonalità porpora. Nessuno osò ribattere.
Rimasero in silenzio per un po’, finché Rose lanciando un’occhiata oltre il finestrino gridò: « Siamo arrivati! ». Per lei era sempre una gioia riprendere le lezioni. Trascorrere i pomeriggi studiando e completando mappe astronomiche era la sua felicità. Albus proprio non la capiva. Lui, a differenza di sua cugina, era contento di tornare a Hogwarts solo per poter giocare a Quidditch nella squadra della sua Casa.
 
Scesero dalla carrozza e scaricarono i bagagli che abbandonarono in un angolo dove si trovavano quelli di tutti gli altri studenti. Salirono la scalinata che conduceva all’enorme portone d’ingresso ed entrarono nel castello. Niente era cambiato da quando l’avevano lasciato, tre mesi prima. Sorridendo, si diressero subito in Sala Grande dove la cerimonia di Smistamento stava per cominciare. Presero posto accanto ai loro compagni e poco dopo fece il suo ingresso in sala la lunga fila di nuovi studenti pronti per lo Smistamento. Albus ricordava come si era sentito ascoltando per la prima volta nella sua vita la filastrocca del Cappello Parlante.
 
Erano passati sei anni da allora ma lo ricordava perfettamente. Un misto di meraviglia e paura, di felicità e ansia. Ricordava di aver supplicato il Cappello di non smistarlo nella Casa di Serpeverde, proprio come aveva fatto suo padre tanti anni prima. Alla fine aveva funzionato: era stato collocato nella Casa di Grifondoro, come aveva sempre sognato.
 
Sorrise al ricordo mentre osservava i bambini che venivano chiamati in ordine alfabetico dalla professoressa McGranitt per essere smistati. La cerimonia fu piuttosto lunga e alla fine la Preside diede inizio al banchetto di benvenuto. La cena fu squisita come al solito. Albus stava ancora terminando la seconda porzione di torta alla melassa, la sua preferita, quando la McGranitt fece tintinnare la punta del coltello sul bicchiere.
« Posso avere la vostra attenzione, per favore? Vorrei spendere due parole riguardo all’anno scolastico che ci attende. Come probabilmente saprete, quest’anno si terrà come di consueto il famigerato Torneo Tremaghi. Devo ricordarvi che da una trentina d’anni a questa parte la partecipazione alla competizione è riservata ai soli studenti maggiorenni. Essi sono tenuti a pensare bene se iscriversi o meno, poiché una volta scelti dal Calice di Fuoco non c’è più modo di tornare indietro. Occorre assumersi tutte le responsabilità del caso, tenendo presente la pericolosità delle prove e i rischi, anche mortali, che si corrono ».
 
Albus pensò all’ultima vittima del Torneo Tremaghi, il giovane Cedric Diggory. Era stato ucciso dal mago oscuro più potente di tutti i tempi, la notte del suo ritorno. In quell’occasione Lord Voldemort aveva tentato di uccidere anche suo padre, ma lui era riuscito a fuggire e riportare a casa il corpo di Cedric. Nessuno gli aveva creduto quando aveva raccontato ciò che aveva visto. Nessuno voleva credere al ritorno di Voldemort. Nessuno tranne Albus Silente.
 
Come se gli avesse letto nella mente, la McGranitt proseguì. « Ora non ci sono più minacce esterne così pericolose. Non correrete il rischio di incontrare Voldemort durante il Torneo. Tuttavia, affronterete prove complesse che richiedono un alto grado di preparazione scolastica e di sangue freddo. Il lato positivo, che penso farà piacere a tutti, è che quest’anno la celebre competizione si terrà qui a Hogwarts… »
La professoressa non poté concludere perché in sala si levarono applausi, grida di gioia e fischi di approvazione.
« Per cortesia, un po’ di contegno! Mi fa piacere il vostro entusiasmo ma, per favore, mantenete la disciplina! Signor Thomas, scenda subito dal tavolo! Cinque punti in meno a Grifondoro! ».
 
Ci volle un po’ prima che gli studenti si rimettessero tranquilli. Allora, la McGranitt comunicò che le delegazioni di Beauxbatons e Durmstrang sarebbero arrivate la settimana successiva e chiese a tutti di essere cortesi con gli studenti stranieri che avrebbero riempito il castello per tutto l’anno scolastico. Poi augurò a tutti gli studenti la buonanotte e li congedò. Albus si mise in fila con i suoi compagni in attesa di raggiungere l’atrio affollato. Notò che suo fratello era particolarmente taciturno ma attese di rimanere solo con lui per chiedergli a cosa stesse pensando, anche se credeva di saperlo già.
 
Arrivati in Sala Comune, afferrò James per un braccio e lo trascinò in un angolo appartato vicino a una finestra.
« Allora, » iniziò « sentiamo. Non starai pensando a un’altra delle tue follie, vero? »
« Dipende. Cosa intendi per follie? » chiese il fratello sulla difensiva.
« Non saprei. Tipo… iscriverti al Torneo? » Albus lo fissava serio, a braccia conserte.
James drizzò le spalle. « Se stessi pensando proprio a quello, quale sarebbe il problema? »
« Hai sentito la McGranitt. E’ pericoloso »
« So badare a me stesso »
« Non è vero »
« Ho diciassette anni, sono maggiorenne e faccio quello che voglio »
« Mamma e papà non ti permetteranno di iscriverti »
« Loro saranno fieri di me. Quanto a te, dovresti imparare a non immischiarti in faccende che non ti riguardano »
« Ma… »
« Niente “ma”. Intesi? » James fissò il fratello per un momento e, senza attendere una risposta, si voltò e salì le scale diretto al dormitorio.

Era sempre stato testardo. Non sarebbe stato facile fargli cambiare idea.  

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: cioccorana_