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Autore: Aine Walsh    18/04/2011    1 recensioni
Dopo lo sgomento e la delusione iniziale, Peter capì di dover fare una cosa che gli pareva essere molto più che giusta.
Ripensò a Caspian.
Era un ragazzo, era appena stato incoronato Re, aveva tanti anni di regno davanti a sé e lui, il Re Supremo, sentiva di dover fare qualcosa.
Così, senza mai separarsi dalla sua fedele spada, andò a cercare il nuovo sovrano.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caspian, Peter Pevensie
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Il Dono


Il cielo era limpido quel giorno a Narnia.

Non c'era nemmeno una macchia di nuvola.

Era come se riflettesse ciò che accadeva sulla terra.

 

La felicità era palpabile.

La gente era tutta riversata sulle strade, circondava il castello che fino al giorno prima apparteneva a Lord Miraz.

 

Gli alberi avevano finalmente ripreso a parlare, gli animali parlanti potevano ora uscire allo scoperto, così come i nani e i fauni che emettevano con i loro flauti dolci musiche sulle cui note ballavano esseri magici e non.

Finalmente Narnia prendeva di nuovo fiato.

 

Tuttavia, però, questa felicità non era sentita da parte di tutti.

Escludendo alcuni Telmarini, tristi per la morte del loro Signore, anche due dei Sovrani dell'età dell'Oro, il Re Peter e la Regina Susan, non erano al massimo dell'allegria.

Erano, sì, felici per aver ancora una volta salvato il Regno, ma tristi e amareggiati per aver appena appreso che quella fu l'ultima avventura in quella Terra.

 

Dopo lo sgomento e la delusione iniziale, Peter capì di dover fare una cosa che gli pareva essere molto più che giusta.

 

Ripensò a Caspian.

Era un ragazzo, era appena stato incoronato Re, aveva tanti anni di regno davanti a sé e lui, il Re Supremo, sentiva di dover fare qualcosa.

Così, senza mai separarsi dalla sua fedele spada, andò a cercare il nuovo sovrano.

 

Lo scorse da lontano in mezzo alla folla esultante che gridava il suo nome e quello dei quattro fratelli Pevensie e chiese affinché fosse portato al suo cospetto; lui, intanto, lo avrebbe aspettato in cortile, sotto il portico.

 

Caspian X non ci mise molto ad arrivare.

 

Era curioso e al tempo stesso lusingato di avere un'udienza privata con una tale persona.

 

«Mio Re» disse, accennando un inchino.

«Pensavo che avessi finalmente capito che io sono Peter», sorrise.

«Abitudine - liquidò in fretta quello, accompagnando la parola con una scrollata di spalle - Posso sapere il perché di questa chiamata?».

«Ovviamente» proferì con calma il ragazzo dell'Altro Mondo.

 

Caspian si fermò a scrutarne il volto.

 

Era un ragazzo.

Come lui.

Un ragazzo che aveva compiuto imprese straordinarie, un ragazzo che aveva procurato un bene infinito al suo Paese.

Un ragazzo che, dietro quegli occhi di azzurro intenso, nascondeva un'antica maturità, un'esperta saggezza, ma, al tempo stesso, quello sguardo conservava un che di vispo, forte, ribelle.

Era uno sguardo giovane e vecchio.

Il Re Caspian non smise mai di interrogarsi al riguardo.

 

«Ti ho fatto chiamare perché avrei voglia di scambiare due chiacchiere con te, ti va?».

«Certo che sì».

Il Pevensie tirò un profondo sospiro ed iniziò.

«Anche per la stavolta, l’avventura mia e dei miei fratelli è arrivata alla fine. Credo che forse, un giorno, potrai rivedere Edmund e Lucy».

Per una frazione di secondo, Caspian restò in silenzio, aspettando che il Re continuasse il discorso, ma vedendo che ciò non accadeva, si precipitò a chiedere: «Edmund e Lucy? Che ne sarà di te? E Susan?».

Peter mostrò un mesto sorriso.

«A quanto pare, io e mia sorella siamo ormai troppo grandi per continuare ad andare e venire come se nulla fosse».

Caspian rimase stupito. Non l’avrebbe mai immaginato.

Per un brevissimo attimo, il suo pensiero vaneggiò sul volto della Gentile.

Ma fu solo per pochissimo tempo.

Sapeva che avrebbe dovuto dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma non riuscire a formulare una frase che esprimesse pienamente il suo dispiacere.

«Mi dispiace. Sono terribilmente dispiaciuto. Davvero», riuscì finalmente a dire. Forse era una frase scontata, ma almeno era sincera.

«In cuor mio – riprese parola il Supremo – Sapevo che sarebbe dovuto accadere, prima o poi. E se Aslan vuole così… Piuttosto. Ormai mi rimane poco tempo qui. Non ti conosco da molto, Caspian, ma devo ammettere che hai combattuto bene. Sei, come dire, un ragazzo onesto. E leale. Sono sicuro che molte generazioni si ricorderanno di te. Non avrai problemi a governare bene. Voglio dire, se ci sono riuscito io che non ne capivo un accidente…» buttò lì la battuta per strappare un sorriso al Re che lo fissava inespressivo.

«Posso chiederti un favore?».

«Certo. Hai fatto tanto per Narnia ed è giusto che io ricambi, in qualche modo».

«Ti pregherei di accettare subito, però» disse il Pevensie.

«Dipende. Se la proposta sarà ragionevole».

Peter lanciò uno sguardo veloce alla sua spada. Involontariamente, gli scappò un sorriso.
La estrasse dalla fodera e la mostrò al ragazzo di fronte a sé.

«Questa spada…- si fermò un attimo per cercare le parole – So che circolano molte voci riguardo questa spada. Io so solo che è abbastanza leggera ed ha una buona portata».

La richiesta era evidente, ma Caspian X si rifiutò, dapprima, di capire, pensando che fosse solo un suo errore.

«Quindi, è con l’augurio che possa portare a te la stessa fortuna che portò a me, che te la consegno. Sento che sarai un buon sovrano».

Caspian, ammutolito, prese insicuro la spada con le mani lievemente tremanti.

Peter volse lo sguardo al cielo.

«Non è davvero una magnifica giornata, oggi?».

 

Knock Knock!

 

Me pudet! >.<

Ok, è la prima fiction che scrivo che abbia a che fare con Le Cronache di Narnia, anche se sono innamorata di questa storia ormai dai lontani tempi dell'uscita del primo film...

Giusto l'altro giorno, mi è capito di rivedere per l'ennesima volta Il viaggio del veliero, ed è da lì che ho subito preso l'idea per questa shot.

Infatti, se non ricordo male (purtroppo non riesco a leggerlo da troppo tempo), nel libro non si dice che Peter abbia lasciato la sua spada a Caspian, giusto?

Se invece ciò è scritto, allora chiedo umilmente scusa.

Ed a proposito di scuse, so che questa storia è...

Non mi soddisfa. Specie la fine.

Ma l'ho scritta di getto, tutta in una volta, ed ho deciso di pubblicarla ugualmente.

Ovviamente, mi aspetto le critiche, accompagnate dai classici pomodori che sento arrivare ogni volta, ma che poi non arrivano (strano, ma vero!) mai.

Qualora aveste suggerimenti, bè, sono sempre accettati :)


Grazie


Alan

 

  
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