Centotrentacinque anni
Isabella Marie
Cullen ha
centotrentacinque anni, ma ne ha vissuti appena diciannove.
E’ una mattina come tante altre quel
13 settembre di un anno impronunciabile. Un giorno qualsiasi in
un’eternità sempre uguale. L’alba
è sorta da diverse ore, ma
lei non ha ancora smesso di osservarla. I suoi occhi vedono molte
più
cose di quante lei stessa vorrebbe osservare. I raggi caldi del sole
attraversano il pulviscolo dell’aria per posarsi sul suo
volto di
ghiaccio, in quel momento, Isabelle Marie Cullen, sente caldo. La
tiepida temperatura di quello Stato la fa sentire più viva.
Lei
che il sole lo ha sempre amato, fin da bambina. Potrebbe stare ore ad
osservare i giochi di luce di quella stella meravigliosa, una stella
sulla quale ha perso i diritti molti anni or sono.
Dal balcone della sua grande casa la
vista è da mozzare il fiato: l’interminabile
pineta si estende per
chilometri prima di raggiungere le deserte spiagge di quel luogo
incantato. Una foresta talmente vasta di cui solo lei riesce a
scorgere la fine. Perché lei, di “fine”,
è un’esperta. Ha
visto finire tante cose, forse troppe per la sua giovane
età.
Tra quegli alberi la voce squillante di
sua figlia emerge, la sua bambina. La sua eterna diciassettenne che
figlia non sembra più. In fondo, hanno quasi la stessa
età.
Ella è consapevole che non appena
scenderà nell’immenso salone - di cui non ha
scelto nessun arredo
- sarà sommersa di regali e auguri. Come se quel compleanno
significasse qualcosa, un cambiamento nella sua immutabilità.
La realtà e che nessun anno sarà
diverso dal precedente.
Suo marito, Edward Masen Cullen, quella
notte è andato a caccia con la piccola Renesmee e con lei
sta
facendo ritorno. Isabella sa che gli rimangono ancora pochi minuti,
poi dovrà tornare dalla sua famiglia sorridente. Estasiata
di una
vita che vita non è.
Avvolta dal suo stesso brillare Bella
sospira. E in quel sospiro è racchiuso un pensiero segreto,
impronunciabile.
Una voce roca, calda, echeggia tra
quelle risa vicinissime. Una voce che si distingue dalle altre
perché
piena di calore umano. E Isabella, allora, sorride di
sincerità. I
ricordi sbiaditi dei suoi diciannove anni tornano a sfiorarle la
mente, accarezzandola come solo i raggi del sole riescono a fare.
E fa di nuovo caldo, nei suoi pensieri.
“Allora, domani cosa facciamo?
Escursione o pronto soccorso?”
Ed è un fluire di ricordi in quella
mente di cristallo. Ricordi di polvere inafferrabile. E’ un
vortice
luminoso troppo lontano per essere raggiunto dalla vampira con la
pelle di marmo e gli occhi color dell’ambra.
Volteggiando in un movimento che ancora
non le appartiene, Isabella scende gli scalini di quelle scale dure e
perfette come la pietra, proprio come lei.
La cucina nuova è impeccabile,
utilizzata raramente dalla donna di casa per ritrovare quei piccoli
gesti persi per sempre. Utilizzata per rivivere quei brevi momenti
con lui, l’unico che apprezza ancora le sue doti culinarie
che non
servono più a nessuno.
Volge lo sguardo alla porta
dell’entrata e questa si spalanca. Un ragazzo magnifico varca
la
soglia di casa sua, seguito da figlia e genero. Quella bellezza
travolgente non ha più effetto su Isabella. In quei casi
ringrazia
il suo cuore immobile e muto di non essere più rivelatore
come un tempo.
Moglie e marito si ritrovano vicini in
un bacio leggero dato a fior di labbra. Un gesto quotidiano che
illumina ancora il volto del signor Cullen.
“Buon compleanno, amore mio.”
Bella sorride, senza arrossire, perché
anche quello è diventato impossibile.
“Grazie…” sussurra.
“Caspita, non sei invecchiata di una
virgola, Bells! Quanti sono, duecento? Trecentocinquanta?”
Il ragazzo dalla pelle di bronzo
sorride, scherzando gioioso. Abbraccia forte la sua migliore amica e
non sente più niente, solo residui di affetto.
Jacob Black non riesce a distogliere
per troppo tempo lo sguardo da Renesmee Cullen e presto torna a
posare i suoi occhi neri e profondi in quelli di lei, ragazza dai
boccoli d’oro.
Si contemplano. Si osservano con
intensità senza conoscersi davvero. Sono innamorati e presto
si
sposeranno. E’ una scenetta perfetta, composta da ragazzi
coetanei
che non sono mai diventati adulti.
Isabella li osserva con sguardo
nascosto. Uno sguardo che non deve essere svelato, ma che si cela
dietro ad ogni occhiata che rivolge ai due amanti. E Isabella trema.
Trema impercettibilmente perché il suo tremore avviene
dentro, in un
luogo remoto dimenticato dal resto del mondo. E pensa. Pensa che
quello sguardo sognante una volta era rivolto a lei, ora a sua
figlia.
E’ rassegnata, Isabella. Lei che ha
sacrificato tutto per l’eternità…Ora
è l’eternità che sta
sacrificando lei.
La famiglia esce in giardino dove ad
attenderli ci sono altri membri di quel clan allargato.
Tutti porgono gli auguri alla più
giovane vampira tra i presenti. Nel curato giardino è stato
allestito un piccolo tavolo stracolmo di regali. Gli alberi sono
stati agghindati con fiocchi e nastri colorati. Una melodia ritmata e
orecchiabile inizia a propagarsi dal costosissimo impianto stereo di
ultima generazione che Emmet Cullen ha istallato per l'occasione.
Alice Cullen saltella intorno alla
festeggiata, portandole uno per uno i regali che ha accuratamente
scelto. E’ molto fiera dei suoi preziosi doni.
Isabella osserva distante la scena
anche se si ritrova al centro dell’attenzione. I pochi
invitati
sono il segno di una vita solitaria ai margini del mondo.
Il volto dei suoi genitori gli solca la
mente come un veliero durante una tempesta. Sente le onde dei ricordi
di figlia infrangersi sulla sua personale scogliera, una scogliera
ormai antica e robusta, abituata alle intemperie dei maremoti
passati.
Appoggiata all’aria Isabella non si
lascia andare alla sofferenza, alle immagini dei volti disperati di
Charlie e Reneè Swan dopo che la loro unica figlia
è scomparsa
dalle loro vite, senza mai più tornare. Rapita da quel
matrimonio
troppo frettoloso avvenuto troppo presto.
Isabella sospira e osserva la torta di
compleanno adagiata sull’elegante tovaglia di seta. Torta che
alla
fine sarà mangiata solo Jacob Black e la sua fidanzata.
La festeggiata apre i regali,
ringraziando cordialmente tutti, ripetendo per l’ennesima
volta che
quei doni sono troppo per lei e che non dovevano disturbarsi tanto.
Il marito affettuoso stringe la vita
della sua amata e si sente l’uomo più fortunato di
questo pianeta.
La sua Bella ha fatto una scelta anni e anni prima e ne era
profondamente convinta. Per questo Edward Cullen non si accorge
dell’ombra celata dietro gli occhi di sua moglie. Tutto
è come
doveva essere.
O quasi…
Jacob Black, invece, nota molto di più.
Nessuna magia può impedirgli di vedere ciò che il
suo primo amore
nasconde. Ma lui non comprende, ormai non la capisce più
come una
volta e tanti dubbi lo affollano. Quale sentimento nasconde il volto
della sua cara amica?
La vede lì, ad osservare quella torta
di compleanno e quelle centotrentacinque candele… e non sa
come
comportarsi. Si avvicina a lei, posandogli una mano sulla spalla
fredda. Le loro temperature sono sempre state diverse, ma mai opposte
come lo sono ora.
“Tutto bene?”
Isabella alza lo sguardo verso il suo
migliore amico e pensa che sia molto più bello di come se lo
ricordava. I suoi occhi da umana non gli avevano mai reso giustizia.
“Si, sono solo indecisa sul desiderio
da esprimere. ” gli sorride, genuina.
“Hai tutto ciò che hai sempre
desiderato. Forse è per questo che non sai cosa
esprimere.”
Isabella non risponde, si limita ad
annuire di fronte a quello sguardo interrogativo che sta cercando di
leggerle l’anima.
Un tempo l’avrebbe capita in un
istante, pensa la signora Cullen.
Ma un tempo era tutto diverso.
La famiglia incita Bella a spegnere le
candeline e Bella li accontenta, come sempre.
Inala il dolce profumo del suo amico e
un desiderio si fa strada in lei. Soffia leggera su quelle piccole
fiammelle, liberando il suo desiderio più profondo:
Desidero un’altra vita, la mia
vita.
E tra gli applausi dei presenti
Isabella chiude gli occhi. I rumori intorno a lei diventano ovattati.
Solo una voce è chiara, più alta e profonda delle
altre. Una voce
che appartiene ai ricordi.
“Penso che sia giusto che tu
conosca i tuoi sentimenti. Così non ti sorprenderai, il
giorno in
cui sarai una vampira sposata e capirai che è troppo
tardi.”
Isabella sente una fitta di dolore al
centro del suo petto vuoto e una consapevolezza mai provata prima si
fa strada dentro lei, portandole una sconvolgente quanto prevedibile
verità. Solo in quel momento, dopo centotrentacinque anni,
Isabella
Marie Cullen, si rende conto che forse, la sua scelta, non è
stata
quella giusta. E come qualcuno le aveva predetto, ora è
troppo tardi
per tornare indietro.
*Angolo autrice*
Salve a tutti. Era tantissimo che non scrivevo una shot, ma oggi il dialogo di addio tra Bella e Jake in Eclipse mi ha così ispirata. Sono certa che questo sito sia pieno di storie simili, di una Bella pentita della sua scelta irreversibile. Ma ho voluto dare lo stesso la mia idea, partendo dal centotrentacinquesimo compleanno di Bella Cullen. Non ho mai scritto di Bella vampira perché tengo poco conto dell’ultimo libro della saga, ma devo dire che se la immagino vampira la immagino anche pentita del futuro da lei scelto. Spero vi sia piaciuta questa mia versione .
Un saluto affettuoso
Lea