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Autore: Love_in_London_night    20/04/2011    6 recensioni
«Sono stanco» e le sorrise.
«Anche io» disse soltanto lei, ignorando il suo sguardo.
«Non mi accarezzi i capelli?» una domanda innocente. Un contatto agognato.
«Te l’ho detto. Sono stanca» il tono non ammetteva repliche.
[...] Non era mai stata sdolcinata Kristen, la adorava anche per quello.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Twilight of a story
 

 

La fine delle riprese era imminente.
«Pausa» urlò Bill.
Kristen e Robert si diressero alla roulotte in cui passavano il tempo libero. Insieme.
Gocce di privacy in un mare di violazioni.
Kris si sedette sul divano. Il gomito sul bracciolo, le gambe accavallate.
Lo sguardo assente. Troppo.
Rob prese una bottiglietta d’acqua e la raggiunse, poggiando la testa sulle sue gambe.
«Sono stanco» e le sorrise.
«Anche io» disse soltanto lei, ignorando il suo sguardo.
«Non mi accarezzi i capelli?» una domanda innocente. Un contatto agognato.
«Te l’ho detto. Sono stanca» il tono non ammetteva repliche.
Di solito passava il tempo a scompigliarglieli , ma quel giorno la mano che si prestava a tale gesto cadde inerte sul suo stesso grembo.
Non era mai stata sdolcinata Kristen, la adorava anche per quello.
«Dobbiamo parlare» e si morsicò il labbro.
Non sarebbe stato facile, ma il peso che da tempo le opprimeva il petto la stava uccidendo. Doveva essere sincera, non era da lei mentire. Ora o mai più.
L’inizio della fine.
Il tramonto di un amore.

 
Era seduto sul sedile in pelle dell’auto che lo stava portando alla premiere.
Steph si stava congratulando per aver mandato ai fans cibarie per ‘sopravvivere’ alla giornata sotto la pioggia, ma lui guardava fuori preoccupato. Si stavano avvicinando. Vedeva già molte ragazze pronte ad urlare non appena fosse sceso dall’auto.
L’Iphone vibrò, mostrando un messaggio ‘Ho letto quello che hai fatto oggi, sei una persona ammirevole. Sono felice di aver potuto lavorare con te. E stai tranquillo, andrà tutto bene. Io ti seguo in streaming da casa. Appena esce il film, andrò a vederlo… poi ti farò sapere che ne penso. Em’.
Sorrise.
L’ultimo di tanti messaggi. Emilie, Uma, Kellan, Ash e una lunga serie di colleghi che avevano lavorato con lui gli avevano fatto un in bocca al lupo per quella giornata.
Tutti tranne Kris.
Aveva accanto chi più contava per lui, tranne lei.
Doveva esserci, ma non ci sarebbe stata.
In quel preciso istante sentì la mancanza di Tay, l’elefantessa del film.
 

«Cosa c’è, Kiki?» usava quel nomignolo per addolcirla, lo amava.
«Non chiamarmi così, mi dà fastidio»
Fu peggio di una doccia fredda.
Lei si alzò, lasciandolo da solo sul divano, dirigendosi nella piccola cucina. Prese un piatto e lo poggiò sul tavolo, cercava di mangiare qualcosa. Faceva così quando era nervosa.
Poi magari vomitava tutto, ma l’istinto la portava a mangiare compulsivamente.
«C’è qualcosa che non va?» si alzò e la raggiunse.
«Si cazzo» e scaraventò il piatto per terra, mandandolo in mille pezzi.
Quella triste visuale le diede lo spunto per descrivere la situazione.
Cercò di calmarsi e decise di essere sincera e diretta «Non ti amo più. Il nostro rapporto è a pezzi» e indicò il pavimento.
«Stai scherzando?» era quantomeno sorpreso. Pessimo momento per scherzare.
Oltre a quelle scene, mancavano solo quelle del matrimonio, e voleva dare il meglio.
«Affatto. Io… io…» cercò di trattenere le lacrime «Non so se ti ho mai amato. Penso di essermi innamorata dell’idea di noi due»
«Stai scherzando?» era ripetitiva e stupida come domanda, ma era senza parole.
«No!» si stava arrabbiando «Smettila di fare domande cretine, e di’ qualcosa di sensato»
«Cosa vuoi che ti dica? Che sono felice? No! Vorrei solo capire come è successo. Magari sei solo stanca»
«Certo che sono stanca. Ma del nostro rapporto. Io non riesco a vivere soffocata dalle attenzioni degli altri, positive o negative che siano. Io sto iniziando ad odiarti, ad odiare tutto quello che ci riguarda. A partire da questa saga»

E mai come in quel momento si era sentita uno schifo, ma incredibilmente libera.

 
L’auto si stava fermando e Rob iniziava a sentire l’agitazione prendere possesso di lui.
Voleva essere forte. Anche se con la testa era a quel giorno, aveva deciso di divertirsi, pensare solo al film e godersi la giornata che lo vedeva al centro della scena.
Reese era stata un grande aiuto sul set, lo sarebbe stata anche in quel momento.
Al solo pensiero di rivederla, l’umore si riprese un po’.
 

«Non è possibile, sei solo confusa. Tu non puoi farmi questo, lo sai che mi distrugge una cosa simile. Io penso che tu ti stia sbagliando»
Che rumore fa un cuore quando si spezza?
Kristen aveva trovato risposta a quella domanda sentendo quello di Rob. Aveva fatto meno rumore del piatto sul pavimento, ma decisamente era più doloroso.
E lei lo aveva avvertito distintamente.
«Invece sono convintissima della mia scelta. È una delle poche cose di cui sono certa in questo momento» sospirò, ormai immersa nella situazione «La saga sta finendo, e una volta chiuso il discorso voglio buttarmela alle spalle. Ho capito che tu sei una di quelle cose. Sei il passato» non voleva essere così dura, ma non era mai stata un asso con le parole. Tutt’altro.
Le mille figuracce fatte nelle interviste lo dimostravano. Ma Rob amava anche questo di lei.
Eppure, in quel momento, non ne era più sicuro.
Fissava capelli troppo lunghi per essere davvero i suoi, ed occhi marroni che non le appartenevano. Eppure, non stava recitando.

Non più.

 
Le urla lo colpirono e sorrise senza accorgersene.
La gente era lì per lui, per un film che aveva girato con il cuore, che amava immensamente.
Nulla poteva renderlo più felice.
Aveva adorato ogni aspetto di Water for elephants, e l’essere lì per pubblicizzare il film che lo rendeva orgoglioso per la prima volta di se stesso, era l’emozione più grande.
Leggeva la stessa felicità sui volti dei propri genitori e delle sorelle, e quello gli bastava.
Si prestava all’obiettivo e firmava autografi con disinvoltura, con la voglia di farlo e lasciarsi tutto alla spalle.
Anche se il pensiero continuava ad essere altrove.
 

Non si ricordava le esatte parole con cui Kristen aveva messo definitivamente la parola fine alla loro storia, ma si ricordava la sensazione.
«Ci hai pensato un po’, almeno?» domandò per metà imbestialito e metà arreso.
«Un po’?» era irritata «Dio Rob, ma davvero pensi di conoscermi? Ci ho pensato di più di un po’! È da un mese che non penso ad altro. E questa è l’unica soluzione che riesco a prendere in considerazione»
Faceva malissimo, e il dolore lo perseguitava da quel giorno.
Aveva provato durante le riprese e la festa per il suo compleanno a recuperare il rapporto, ma secondo Kristen non c’era niente da recuperare. Ed essendone convinta, era irremovibile.
Le dispiaceva da pazzi essere il motivo di quella sofferenza, ma lei aveva iniziato a sentirsi meglio. Non poteva pentirsi della scelta più giusta che avesse mai preso.
Andare avanti avrebbe significato prendere per il culo se stessa e Robert.
Decisamente, non se lo meritavano.
Diamine, aveva vent’anni, e la gente la costringeva in una vita di coppia soffocante.

Lei, che voleva concentrarsi al meglio sulla propria carriera.

 
Stava andando tutto come doveva andare, forse anche meglio.
Aveva pensato di soffrire di più per la scelta di Kristen, invece si doveva ritrovare ad essere d’accordo con lei.
Non che non facesse male ripensare ai momenti insieme, ma ne faceva meno di quello che si era aspettato.
Forse, c’era la rabbia per aver fatto parte di una farsa, che farsa per lui non era.
Il sorriso smagliante venne catturato dai fotografi, tranne quando all’interno del cinema si spezzò.
La coda dell’occhio percepì una figura famigliare.
Steph, seduta poco distante da lui confermò il suo presentimento «È qui. Non ti girare, ti prego. È il tuo momento, goditi la proiezione. Se vorrai, ci penserai dopo»
Fece violenza su se stesso e non si voltò. Sua mamma – che gli sedeva dietro – gli posò una mano sulla spalla, lui prontamente la strinse.
Gli mancava l’aria. Avrebbe voluto uscire, ma voleva ammirare il frutto dei propri sforzi.
Chiese a Reese di guardare al suo posto.
«Non è propriamente felice di trovarsi qui, sembrerebbe. Comunque, è seduta accanto a Tom»
 

«Ricordati che è anche il suo compleanno, è normale che non dedichi attenzioni a tutti, impazzirebbe» gli disse Dakota.
«Lo so benissimo» rispose lui. A dir la verità sapeva benissimo che era il suo compleanno, e avrebbe voluto festeggiarlo in modo diverso. Ma ovviamente, i piani erano cambiati.
L’aveva anche avvicinata, provato a parlarle, ma lei calma e gentile – fredda –l’aveva rimesso al suo posto, cercando di non farsi rovinare l’umore, non propriamente alle stelle proprio per la fresca rottura.
«Sono felice che tu sia qui, ma non nel senso che tu vorresti. Mi dispiace»
«Kris, io penso davvero che tu stia sbagliando e sia confusa» le disse semplicemente.
«Io invece penso che tu non abbia mai capito niente di me, se mi vedi in questo modo»
E si era fatta passare una canna, sapendo bene che quel comportamento lo mandava in bestia.

Infatti, si era dedicato alle mini moto.

 
Erano lì, a litigare all’after party del suo film, dove lei si era presentata senza dirgli niente.
«Come hai potuto? Non hai un briciolo di rispetto o amor proprio?» era veramente imbestialito.
Era passato alla seconda fase. Se la prima era la tristezza, la seconda era la rabbia.
«Non l’ho voluto io! Sono stati ‘ordini superiori’, lo sai come funziona» si morse il labbro a sangue, provocando più dolore a Robert che a se stessa, perché gli venne voglia di abbracciarla.
Lei si appoggiò a lui. Gli bagnò la camicia con le lacrime, e lo tenne stretto a sé per la giacca.
Rob vide in tutto quello uno spiraglio.
«Possiamo parlarne?» chiese lei, conciliante.
«Si, ma non qui»
Si apprestarono a salire in macchina, incuranti di telefonini pronti a registrare e fotocamere pronte ad immortalare il loro momento insieme. L’importante, era chiarire.
La prese per mano, ma non sentiva la solita sensazione calda che scaturiva da quel contatto. Era solo un gesto meccanico, come tanti altri.
Il viso sembrava disteso, ma non rispecchiava lo stato d’animo.
La precedette, non prestandole poi molta attenzione, ma la rabbia mista al senso del dovere – quello che lo portava ad essere gentile con tutti – ebbero la meglio.
In quel momento Kristen era spaventata, aveva visto cosa voleva dire perdere tutto il proprio presente.
Eppure era decisa. Il futuro, se lo voleva costruire da sola, con le proprie mani.
Salirono in auto. Vedendo le lacrime che le solcavano il viso e leggendoci una sentimento che in realtà non c’era, provò a baciarla, ma lei si scansò.
Intanto i flash li abbagliavano, e risero imbarazzati.
Lui però si sentiva morire dentro.
L’auto partì «Voglio parlare della situazione, non chiarirla. A me sta più che bene così» disse tra le lacrime «Prima lo capisci, prima smetterai di soffrire»
Era davvero finita.
Sapeva che dopo quella sera l’avrebbe rivista tempo dopo, e solo per occasioni ufficiali, che riguardavano la saga.
Sapeva che ogni incontro non sarebbe stato volontario, ma organizzato dalla casa di produzione.
E una parte di lui morì con la fine di quella storia.
Solo allora anche Robert pianse.
All’improvviso, si ricordò le parole che dentro alla roulotte l’avevano ammazzato.
Quella ferita che l’aveva fatto sanguinare più di un taglio vero inferto a tradimento.
«Ogni volta che ti ho detto ti amo, non so se l’ho fatto credendolo o meno»
In quel momento, capì l’esatto significato delle parole di Kristen.
E si rese conto che almeno un po’, aveva scambiato i sentimenti di Edward per i propri.
Poteva solo immaginare cosa fosse passato nell’ultimo mese nella testa di lei.
Ma non ciò non toglieva il fatto che gli faceva male, male fino a morirne.
Si preparò al loro ultimo atto: l’eclissi totale.
Sapeva che in albergo sarebbe toccato loro litigare ancora. Lui avrebbe provato a farle cambiare idea; lei, a convincerlo che era davvero finita ed era meglio così.
Per non arrivare mai ad un punto comune.
Forse, perché non ne avevano più. Semplicemente.
Si ritrasse dalla vicinanza con lei, quasi disgustato da quel contatto per la prima volta.
Odiava respirare l’odore della sua pelle, e non poterlo più avere.
L’idea gli rivoltava lo stomaco.
Il dividere uno spazio così piccolo con Kristen, gli stava costando parecchio.
E si ritrovò a pensare che il destino con loro non era stato gentile, né facile, né generoso.
Il crepuscolo era calato sulla loro storia. Nel bene, e soprattutto, nel male.



Prima di lanciarmi tutto quello che avete a disposizione, posso dire due paroline?
Innanzitutto, il finale di questa shot, non mi soddifa. Però volevo lasciarla in sospeso, e anche se non è ad effetto, non sono riuscita a trovare altre parole.
Poi poi poi... ecco, si. Lo so che non sono i soliti Rob e Kris. Ma io non ho mai scritto di loro, e questa è sicuramente un'eccezione (ho visto che avete tirato un sospiro di sollievo!).
Quindi perdonatemi il loro non rispecchiare completamente le vostre aspettative.
Con questo scritto, non intendo offendere nessuno, e in particolare le Robsten. Sto solo asseconando il melodramma che in quest'ultimo (lunghissimo) periodo è in me, capitemi. XD
   
 
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