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Autore: SunshineEmily    21/04/2011    6 recensioni
"Dio no..",Blair sgattaiolò velocemente fuori dal piumone rosa per agguantare il blackberry poggiato sulla scrivania."Hey B.,è tardi che succede?",rispose un'assonata Serena dopo qualche decina di squilli."Sono Carrie Bradshaw!",urlò la castana in preda ad una crisi di nervi.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Dan Humphrey
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo:Sex and the City and other remedies
Autore:SunshineEmily
Personaggi:Blair Waldorf, Dan Humphrey
Timeline:Prima della 4x17
Rating:Verde
Summary:"Dio no..", Blair sgattaiolò velocemente fuori dal piumone rosa per agguantare il blackberry poggiato sulla scrivania."Hey B., è tardi che succede?", rispose un'assonnata Serena dopo qualche decina di squilli."Sono Carrie Bradshaw!", urlò la castana in preda ad una crisi di nervi.

 

Sex and the City and other remedies


"Questa storia deve finire. Sì, è una cosa tragica. Tu sei innamorata e non ha funzionato. Ma adesso è arrivato il momento di chiudere con lui ed andare avanti con la tua vita. Prima è, meglio è. Lo sanno tutti che nella vita ti spettano solo due grandi amori. Io ne ho avuto solo uno:Trey."
"Zero"
"Io ho chiuso con i grandi amori, torno ai grandi amanti!"
"E tu?"
"Mi rifiuto di definire l'amore in un senso così ristretto."
"Oh ma dai Carrie:Aidan e Big!"
"Uno e due. Stando alle tue teorie io ho chiuso. Ormai è troppo tardi, hai detto che non ho più speranze. Qui giace Carrie:ha avuto due amori e centinaia di scarpe!"


"Dio no..", Blair sgattaiolò velocemente fuori dal piumone rosa per agguantare il blackberry poggiato sulla scrivania.
"Hey B., è tardi che succede?", rispose un'assonnata Serena dopo qualche decina di squilli.
"Sono Carrie Bradshaw!", urlò la castana in preda ad una crisi di nervi.
"Ehm..Non ho idea di cosa tu stia parlando ma, mi dispiace deluderti, sei Blair Waldorf e sono le due del mattino, quindi.." "Tu non ti rendi conto. Non posso essere Carrie Bradshaw, mi sono sempre vista come la più elegante e raffinata Charlotte York, io sono Charlotte York!" "Mi hai seriamente chiamato per discutere di Sex and the City? Non potevi aspettare sei ore per espormi queste interessanti teorie?", sbuffò scocciata la ragazza.
"Serena, vuoi smetterla di pensare per un secondo al tuo sonno di bellezza? Come se davvero ti occorresse dormire per apparire meravigliosa! Concentrati sul vero problema:me. Morirò triste e sola." "Cosa, ti sei drogata?" "Nella vita si hanno solo due grandi amori!" "E quindi?" "Perchè fingi di non capire? Nate e Chuck. Ho gia avuto i due amori della mia vita!Mi spegnerò da sola ad ottant'anni in un letto di una costosa clinica privata, circondata dalle mie paia di Louboutin. Anche se sarà un problema farle entrare tutte in una sola stanza..", riflettè tra sè e sè ad alta voce.
"Ok, Blair..Ora devo proprio andare." "Mi stai abbandonando per farti una lunga nottata di sonno? Smettila di essere così egoista, esci da quelle coperte, indossa un trench e vai via da casa di tua madre. Ho bisogno di te.", ordinò Blair con risolutezza.
"Non sono a casa di mia madre e non sono sola..", rispose Serena in un sussurro.
"Ti prego non dirmi che hai avuto una ricaduta da Dumbo Humphrey." "Buonanotte Blair." "Aspetta, io sono Carrie Bradshaw.." "No, tu dovresti prendere qualche pasticca di Valium!", constatò la bionda prima di troncare la telefonata.
Blair rimase ad osservare indignata la luce sullo schermo del cellulare divenire sempre più fioca. Lanciò il blackberry tra le coperte di seta e si sedette sul letto, pronta a scrutare l'immagine messa in pausa di Sarah Jessica Parker sul monitor del costoso pc. Si passò una mano tra i boccoli scesi con frustrazione. Forse Serena aveva ragione, avrebbe fatto bene a prendere qualche pasticca di Valium. Ma probabilmente avrebbe fatto meglio a prendere l'intero tubetto, almeno avrebbe posto fine alla sua inutile e fallimentare esistenza. No, sarebbe stato troppo melodrammatico perfino per la regina del dramma. Morire di overdose da farmaci fa così adolescente di periferia. Spense il computer e si avviò verso la sua cabina armadio in cerca di qualcosa di caldo e confortante ma che allo stesso tempo non la facesse somigliare ad un eschimese imbacuccato. Spruzzò una goccia di Chanel N.5 sul collo sinuoso per poi indossare una morbida sciarpa di cachemire ed avviarsi verso l'ascensore.
Mentre camminava svelta sul marciapiede, intorpidita dal freddo, realizzò che forse non era stata una brillante idea quella di uscire di casa alle tre del mattino per dirigersi chissà dove. Fortunatamente era sabato sera e grazie a Dio c'erano persone che, al contrario di lei, stavano passando una piacevola serata tra le vie della frenetica New York; almeno se qualche vagabondo avesse tentato di violentarla avrebbe potuto gridare ed essere sicura che un ragazzo coraggioso sarebbe arrivato a salvarla. Forse. Entrò in uno Starbucks, ordinò un caffè lungo ed un muffin ai mirtilli. Poi varcato l'uscio del locale si diresse verso Central Park.

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Era seduta su una delle tante panchine verdi che c'erano nel parco. La scelta di quella panchina ovviamente non era casuale, poichè si trovava in prossimità del laghetto delle anatre. Blair sorseggiava il suo doppio caffè, l'adorabile nasino e gli zigomi alti spruzzati di un'acceso color porpora per via della temperatura.
"Non credo sia molto saggio sedere su una panchina in un parco alle tre del mattino ed in completa solitudine sai?", Blair alzò sorpresa lo sguardo dal sacchetto che stringeva nella mano sinistra. "Humphrey, che caspita ci fai a Central Park a quest'ora? Lo stalking è così anni Novanta.", il ragazzo sorrise avvicinandosi alla deliziosa figura della giovane. "Posso sedere?" "Ovviamente no.", Dan roteò gli occhi prima di accomodarsi sulla gelata e scomoda panchina.
Blair tirò fuori dalla busta il muffin ai mirtilli e cominciò a spezzettarlo. "Seriamente Dan,che ci fai qui?", chiese non distogliendo lo sguardo dal piccolo pasticcino.
"Non riuscivo a dormire, avevo bisogno di uscire di casa e.." "Quella la chiami casa?", chiese retoricamente Blair con espressione di superiorità e disgusto verso il miserabile loft. "..e avevo bisogno di riflettere.", concluse non curandosi della battuta al vetriolo di pochi secondi prima.
"Vuoi dirmi che quando hai bisogno di pensare o stare solo vieni sempre a Central Park Humphrey?", domandò inarcando le sopracciglia perfette. "Immagino che invece tu sia un'assidua frequentatrice delle panchine di Central Park alle tre del mattino, vero?" "Magari non sempre alle tre del mattino, ma sì:vengo qui spesso.", affermò Blair sospirando. "Come mai sei qui?" "Non sono affari tuoi.", Dan annuì silenziosamente con il capo.
"Hai ragione, non mi riguarda.",posò lo sguardo sulle mani di Blair, ancora intente a spezzettare il povero muffin.
"Ma, ehm potresti spiegarmi perchè stai martoriando quel povero muffin ai mirtilli? Se non ti piace potresti darlo a me invece di gettarlo a terra." "Humphrey datti un contegno. Stò già svolgendo la mia opera di beneficenza giornaliera rivolgendoti la parola, so che non navighi nell'oro ma credo tu abbia tre dollari per comprare un dolcetto. E comunque non lo sto buttando via, è per le anatre.", disse alzando le spalle.
"Per le anatre?", chiese lui stupito."Sì:anatre. Hanno il becco e fanno qua-qua, hai presente?" "Vedi delle anatre in giro?", la ragazza sbuffò alzando gli occhi al cielo.
"Questo perchè stanno dormendo, ma domani mattina al loro risveglio troveranno una ricca colazione ad attenderle.", concluse con un tono di voce leggermente più alto da quello con il quale aveva iniziato la spiegazione. "Le anatre stanno dormendo Blair, non dovresti fare tutto questo baccano, non vorrei si svegliassero", la prese in giro lui con quell'affetto che credeva non avrebbe mai potuto provare verso di lei. Blair avrebbe voluto arrabbiarsi ed invece sorrise all'abilità nell'uso dell'ironia del ragazzo. "Sai Humphrey, io sono Carrie Bradshaw.", disse poi di punto in bianco interrompendo quel momento di silenzio.
"Credevo fosse grave ma non fino a questo punto.." "Sono seria." "Mi stai parlando di Sex and the City!", constatò esasperato il giovane.
"Nella vita si hanno a disposizione solo due grandi amori. Tu hai avuto Serena, quindi hai l'opportunità di vivere un altro amore. Ma io ho chiuso con Chuck la possibilità di avere il grande amore della mia vita. Magari dovrei fare come Samantha e darmi ai grandi amanti.", Dan sorrise divertito dalla piega che aveva preso il discorso. "Ascolta Blair, forse il tuo principe non è Chuck e senza ombra di dubbio non è Nate ma, è lì fuori. Avrai il tuo lieto fine, ne sono sicuro.", disse perdendosi in quegli occhi sconsolati. "Wow, è probabilmente la cosa più carina che mi abbiano detto in questi tre mesi. Grazie Dan.", il ragazzo le fece un cenno con la mano.
Blair prese il cellulare dalla Chanel lilla per controllare l'ora. Le quattro e tre quarti.
"Beh si è fatto tardi, è meglio che vada.", si alzò dalla panchina e Dan fece lo stesso. La giovane lo guardò interrogativa. "Continui l'opera di stalking?"
"New York è una città pericolosa Blair, e tu sei una giovane donna che va in giro tutta sola alle quattro del mattino. Ti accompagno", affermò mentre erano ormai usciti dal parco, ed aspettavano fermi sul marciapiede. "Cosa stiamo aspettando?" "Non occorre che mi accompagni a casa Humphrey, prenderò un taxi", una macchina gialla si fermò davanti a loro proprio in quel momento. Blair salì immediatamente, richiudendosi subito dopo la portiera alle spalle.
Dopo aver dato l'indirizzo al tassista si accomodò per bene sui sedili in pelle nera. Dei colpettini al vetro:Dan Humphrey stava bussando sul finestrino.
"Buonanotte Blair", le disse sorridendole mentre la ragazza fingeva di non averlo sentito.
Il taxi partì, lasciando Dan ad osservarlo sparire tra le affollate vie di Manatthan. Il cellulare vibrò nella tasca dei suoi pantaloni. "Buonanotte Humphrey".


 

Fine



 

  
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