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Autore: LoveChild    21/04/2011    7 recensioni
“[…]Anche il simbolo dei Mangiamorte alla fine si è arreso al tempo tramutandosi in una lunga e fredda cicatrice, ma non i pensieri, né l’acqua o il suo profumo.[…]”
Questa storia ha partecipato al contest "Les enfants qui s'aiment" di Gigettina classificandosi prima.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Pansy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Slytherin' Pride'
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Disclaimer: questi personaggi non mi appartengono (esclusi evenutali OC, ovvio, e chi me li tocca lo mangio u.u) ma sono proprietà della Signora J.K. Rowling. Beata lei...


Questa storia ha partecipato al contest "Les enfants qui s'aiment" indetto da Gigettina classificandosi Prima *me molto molto molto (periodico xD) contenta*.



Nick autore: LoveChild 
Titolo: “Lei è acqua”
Citazione: XX “In fondo al cuore, qualcosa ti dice che prima o poi lei tornerà. Pensi che sia solo questione di tempo.”
Prompt: acqua, fiore, pensiero
Pairing: Draco/Pansy
Avvertimenti: One Shot, What if 
Genere: Sentimentale, Slice of Life
Introduzione: “[…]Anche il simbolo dei Mangiamorte alla fine si è arreso al tempo tramutandosi in una lunga e fredda cicatrice, ma non i pensieri, né l’acqua o il suo profumo.[…]”
N.d.A.: Non c’è molto da dire. Rimando alle note a piè pagina.






Lei è acqua 

 


I rivoli d’acqua s’insinuano fra i rilievi che formano il tuo corpo.
Zigomi. Labbra. Clavicole. Bicipiti. Scapole.
Le gocce rotolano via da te e se avessero pietà i pensieri farebbero lo stesso.
È solo una bugia, lo sai anche tu, perché tutte quelle gocce, tutta quell’acqua - come i tuoi pensieri - diverranno troppe per limitarsi a scivolare e pian piano cominceranno ad essere assorbite dalla tua pelle.
Come è già capitato con il profumo di lei.
Pensieri. Acqua. Profumo.
Tre consistenze diverse che su di te hanno il medesimo effetto.
Anche il simbolo dei Mangiamorte alla fine si è arreso al tempo tramutandosi in una lunga e fredda cicatrice, ma non i pensieri, né l’acqua o il suo profumo.
Nel momento in cui lei ha sbattuto la porta andandosene via è come se la tua pelle si fosse aperta tutta, lacerandosi in maniera irreparabile.
Ti ha lasciato nudo e morente, ti ha lasciato ad affogare nei ricordi – pensieri e profumo – e nell’acqua.
Forse stai impazzendo: hai l’impressione che l’acqua si insinui anche fra i tuoi pensieri.
O forse è Pansy che è fatta d’acqua?
È possibile. Lei che è così fluida e fresca…
Pansy che è come l'acqua, perché l'acqua si scava la strada attraverso la pietra, e quando è intrappolata, l'acqua si crea un nuovo varco. ¹
E Pansy si è scavata un posto nel tuo cuore, scorrendo silenziosa e caparbia.
Sgusci fuori dalla doccia e ti rivesti svogliato.
Benché ti rammarichi di quei pensieri insistenti, è quasi dolce e necessario il pensiero ossessivo di lei.
In fondo al cuore, qualcosa ti dice che prima o poi lei tornerà. Pensi che sia solo questione di tempo. ²
Probabilmente è solo una flebile speranza, l’ultimo appiglio a cui ti aggrappi per non affogare nei ricordi – pensieri, profumo e acqua.
Ti getti a peso morto sul letto, con una mal grazia che non ti è congeniale e rotoli dal lato sinistro, il suo lato del letto.
Sa ancora di Pansy e ti chiedi se sia per magia che il suo profumo è rimasto attaccato ad ogni cosa in quella stanza, o è qualcosa di fittizio, riprodotto dalla tua mente.
Osservi corrucciato la dalia nera ormai secca sul suo comodino, sul cristallo del vaso è rimasto il segno incrostato dell’acqua che in questo mese è evaporata.
A Pansy piacevano i fiori.
Era forse al quarto anno – o era il quinto? – quando Daphne aveva detto che era “un bel modo davvero scusarsi con una donna mettendole in mano un fascetto di verdure”³; Pansy ti aveva guardato e aveva sorriso ammiccante. Più tardi, quel giorno, le avevi chiesto perché non fosse d’accordo con Daphne. “Mi piacciono i fiori. Servono per ricordare che anche le cose più belle muoiono.” Ti aveva detto sorridendo malinconica. “È grottesco” avevi constatato.“È la vita” ti aveva fatto notare lei.
Era stato da quel giorno che avevi cominciato quel gioco buffo – che inizialmente ti sembrava stupido – secondo cui ad ogni giorno corrispondeva un fiore differente.
Avevi imparato come Pansy amasse i fiori scuri, dai significati cupi e misteriosi.
L’unico fiore candido che amava era il crisantemo. Il fiore delle spose.
Un gemito ti fugge dalle labbra insieme alla consapevolezza che, probabilmente, non la vedrai mai adorna di quei fiori bianchi. Non per te, almeno.
Lanci un’ultima occhiata alla dalia che sembra essere rimasta lì a scandire il tempo e a ricordarti che, nonostante sia andata via, la vita ha continuato a scorrere.
Ti alzi di scatto, afferri il mantello e ti Smaterializzi a Diagon Alley.
Non puoi sempre aspettare che sia lei a fare il primo passo. Non puoi limitarti a sperare nel suo ritorno.
 
Quando i goccioloni di pioggia si riversano su di te ti rendi conto di quanto tu abbia perso contatto con il mondo esterno in quest’ultimo mese.
Resti impalato in mezzo alla strada, assorto, finché qualcuno non ti intima in malo modo di spostarti.
Non rinunci a lanciare a questa persona il tuo sguardo altezzoso e superiore, nonostante il senso di smarrimento che provi.
Ti avvii lento e incerto verso il quartiere residenziale.
Sei quasi arrivato davanti al portone dell’appartamento di Pansy quando qualcuno ti afferra per una spalla. È Patrick.
– Non stai mica andando da mia sorella?– ti chiede tranquillo, il suo tono di voce è curioso.
– Non lo so. – rispondi sincero.
– È meglio che ci ripensi allora, devi avere le idee molto chiare la prossima volta che le parli.
Sai che Patrick ha ragione. Sua sorella non si accontenterebbe mai di vederti comparire sbigottito e perplesso davanti alla sua porta.
Pansy ama la concretezza. Probabilmente è l’unica cosa che ha sempre amato più di te.
Giri incerto intorno all’isolato un paio di volte ma il tuo cervello non riesce ad ordinare le idee.
A tuo rischio e pericolo decidi di bussare alla porta di Pansy.
Appena ti apre la porta vorresti baciarla. Lei è l’unica cosa che riempie il tuo cervello.
Riesci a formulare un’unica domanda:– Perché?
Pansy afferra il suo mantello e si chiude la porta di casa alle spalle.
Ti afferra la mano e ti trascina nell’atrio del palazzo.
– Ho ospiti a casa...– mormora per giustificare il suo comportamento.
Stringi più forte la sua mano e una smorfia di dolore le increspa le labbra, ma non per questo la lasci andare: non rinunceresti per nulla a questo flebile contatto. Il primo dopo un mese.
– Perché?– ripeti nuovamente, con quel tono leggermente lamentoso che usavi quando tua madre ti impediva di fare qualcosa.
Pansy stringe spasmodicamente la tua mano piantandoti le sue unghie nella carne:– Perché non poteva andare avanti in quel modo.– risponde semplicemente.
– Perché?– insisti impaziente.
Lei ti fa quel suo strano sorriso sbilenco:– Perché non siamo più adolescenti, Draco. Non possiamo andare avanti litigando e facendo pace almeno una volta al giorno. È ora di crescere.
– Ma noi non litighiamo poi tanto…– dici tentando di minimizzare.
– No?– chiede Pansy – Lo sai anche tu Draco, uno di noi dice sempre qualcosa di cattivo, di pungente, per provocare e l’altro non è disposto a far cadere la cosa e così cominciano le discussioni. È nella nostra natura: siamo nati per provocare. E lo facciamo ancora, ancora e ancora.
– Posso smetterla.– dici tentando di sembrare sicuro di te.
– Io non voglio che tu cambi.– risponde lei brusca – Io ti amo così come sei, ma dobbiamo accettare il fatto che non abbiamo più sedici anni, che noi due non riusciremo mai a crescere se restiamo insieme.
Perché? – insisti con una punta di angoscia nella voce. Hai l’esatta percezione che stavolta Pansy non cederà.
Perché insieme siamo puerili, perché insieme è come se restassimo adolescenti e soprattutto perché ci facciamo male.
La guardi con aria contrita.
Non ha forse ragione?
Le porte del tuo appartamento sono rovinate per tutte le volte che le avete sbattute.
Il servizio di piatti che avevate comprato insieme conta pochi superstiti.
La tua schiena è ricoperta di graffi e hai una cicatrice sullo zigomo destro a imperitura memoria di uno schiaffo particolarmente forte di Pansy.
Sulle braccia di lei sai che sono rimaste le tracce dei tuoi polpastrelli: l’hai stretta troppo forte per troppo tempo.
Ma davvero tutto questo rende la vostra storia totalmente sbagliata?
– Non è sufficiente.– la fissi negli occhi con convinzione, sperando di trasmetterle tutto ciò che provi.
– Cosa?– Pansy ti osserva interdetta, non si aspettava una tale caparbietà da parte tua e tu stesso ne sei stupito.
– Le motivazioni che hai addotto non sono sufficienti. Io non ho intenzione di rinunciare a te per così poco.
– Io… Io non posso crederci!– è incredula, arrabbiata, stringe i pugni tanto da farsi sbiancare le nocche – Tu non puoi venire qui dopo un mese e dirmi cosa devo fare! Non puoi sempre dirmi cosa devo fare! Io ti ho lasciato! Ti ho lasciato! Non è stato facile per me, non è facile ma ti ho lasciato! E ora tu ti ripresenti qui e pretendi di dirmi cosa è giusto e cosa no! Non lo sopporto! Non ti sopporto! Pensi sempre di avere ragione tu! Credi che tutto debba andare secondo il tuo gusto, sei un egocentrico! I tuoi genitori ti hanno viziato talmente che pensi tutti ti debbano qualcosa! Merlino, Draco, io non sono tua madre!
– Cosa diavolo c’entra mia madre adesso? E comunque non mi pare proprio che le cose vadano sempre come voglio io. Tutt’altro!
– Stai scherzando, vero? Se sei un egomaniaco!
– Io non… e va bene ammettiamo pure che io tenda a monopolizzare le situazioni…
– È il minimo.
– … questo non vuol dire che ci riesca! Sei tu quella con la mania del controllo!
– Non è vero.
– Sì che lo è.– non ne puoi più, vorresti semplicemente mandare tutto all’aria, sbatterla al muro e baciarla. La pazienza non è un tuo pregio e dopo un mese di lontananza il tuo aplomb sta per andare a farsi benedire.
Questa situazione ti ricorda le mille altre che avete già vissuto, solo che ‘sta volta c’è qualcosa in gioco. C’è Pansy.
– Visto che non facciamo altro che litigare? Visto?– lei è diventata improvvisamente tranquilla, come se tutto l’astio fosse defluito dal suo corpo.
– Hai cominciato tu…– mormori puntiglioso.
– Questo non cambia il risultato.– la voce di Pansy è sofferente, come se avesse avuto la riprova di ciò che aveva detto. Una conferma che sperava di non avere.
– No, infatti, non cambia nulla. Io non ti amo di meno per questo. Non mi piaci di meno solo perché sei incredibilmente prolissa e piantagrane.– Allunghi una mano a prenderle gentilmente il braccio e l’avvicini a te, sorprendentemente lei non si ritrae. L’abbracci delicatamente, con una tenerezza per te inusuale. – Non mi lasciare.– le sussurri piano, tanto che dubiti possa sentirti.
– Ti odio.– la sua voce ti raggiunge ovattata perché lei ha la bocca nascosta nell’incavo del tuo collo. – Ti odio.– ripete e si stacca da te, cominciando a prenderti a pugni il torace.
E colpisce ancora e ancora ed è allora che sai di avercela fatta.
Te ne accorgi proprio quando un pugno più forte degli altri ti arriva all’altezza del cuore.
Lo sai già, non sarà l’ultima volta che ti colpirà al cuore e tu stesso punterai al suo, ma fra di voi è e sarà sempre così. Quando si ha bisogno dell’altro, quando si ama è al cuore che si punta.
Al cuore soltanto.

 

Fine

 
 
 
 
 
¹ “[…]ero come l'acqua, l'acqua si scava la strada attraverso la pietra, e quando è intrappolata, l'acqua si crea un nuovo varco.” [Voce narrante. Memorie di una Geisha]
 
² “In fondo al cuore, qualcosa ti dice che prima o poi lei tornerà. Pensi che sia solo questione di tempo.” [Gigettina]
 
³“Un bel modo davvero scusarsi con una donna: metterle in mano un fascio di verdure” [Marzo. Come sposare un milionario.]

 


Note:
A dire il vero avevo deciso di non farli tornare insieme. Poi, però, mi è mancato il coraggio.
Mi rendo conto che ad un certo punto non si capisce dove vogliano andare a parare quando discutono, è dovuto al fatto che mentre scrivevo ero ancora profondamente indecisa sul finale della storia.





1 classificata: LoveChild – Lei è acqua. 
Grammatica: 10/10 
Originalità:10/10 
Caratterizzazione personaggi:10/10 
Stile e lessico:10/10 
Prompt:5/5 
Giudizio personale: 5/5 

Totale: 50/50 

Tu.. tu ti rendi conto di cosa hai scritto? Ti rendi conto che hai citato senza volere uno dei miei libri/film preferiti? 
Partiamo dall’inizio, va. 
Draco è lui, con pregi e difetti. Non agisce per primo, aspetta che siano gli altri ad andare da lui. E infatti non capisce, non vuole capire, perché Pansy non torna da lui. La domanda centrale della storia è “perché?” 
Ma non c’è una risposta singola, o una risposta che risponda perfettamente a questa domanda. 
Perché Pansy è come l’acqua, giustamente, ed è testarda. E va per la sua strada, con le sue convinzioni – giuste o sbagliate che siano. 
Non ho molto da dire in realtà, perché non so bene come esprimere quello che ho provato leggendo. 
Le frasi finali sono splendide, e non posso che darti ragione. Inoltre, questo finale mostra che Draco rimane fedele ai suoi ideali, perché lui punta al cuore, essendo un Serpeverde. 
Splendida, e grazie per aver partecipato. 



Note 2.0:
Non posso che ringraziare Gigettina. ç___ç
Colgo l'occasione per scusarmi con tutte/i coloro che seguono le mie storie. Purtroppo ho avuto un calo d'ispirazione e l'università mi occupa buona parte della giornata. Pensate che ho cominciato ad andare in biblioteca mattina e pomeriggio, non ho mai studiato tanto in vita mia. O_________O
Spero mi perdoniate e che gradiate questa shot. :)
Bisous bisous,
      Yaya, LC, Wooshina, LoveChild

P.S.: è quasi arrivata quindi...

Glad Påsk!

   
 
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