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Autore: LivingTheDream    22/04/2011    4 recensioni
"Ma mi manca. Mi manca tanto."
La lontananza non risparmia nessuno.
Ti costringe a vivere senza un pezzo di te.
E ognuno reagisce come gli comanda il cuore.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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È sempre qui. Non c'è speranza che vada via.
È sempre qui e non accenna a lasciarmi in pace.
Il suo volto sovrasta quello di chi mi circonda, ogni volta che sfioro qualcuno, ricordo il suo abbraccio delicato.
Lui mi segue ovunque.
Quando mi lavo, quando mi vesto, quando mi sto per addormentare, ma anche nei sogni.
Il suo volto non mi abbandona mai. È come un tarlo che rode da dentro, consumando ogni briciola di energia vitale che ancora mi rimane.
E ancora a pranzo, a cena, e nell' ora d'aria. Niente, non se ne va.
Ma in un certo senso va bene, io non voglio dimenticarmi di Lui, anche se sono ormai tre anni che non lo vedo.

 

Ma mi manca. Mi manca tanto.


Ormai ne sono consapevole, e lo scrivo dappertutto, per non dimenticarmi di non dimenticare.
Sui muri incrostati, sul legno marcio del letto, su quello instabile della scrivania, sul pavimento, sulle sbarre, nella terra e sulle mie braccia.
Oh, quelle ne sono piene. Anche se fa un po' male inciderlo, poi rimane. L'avrò scritto almeno dieci, undici, o anche tredici volte.
Credo più tredici, mi piace come numero.
Ascolto una canzone, e penso a Lui.
Sento una parola, che mi riconduce a Lui.
Muovo un passo, e Lui mi torna in testa.

Basta.
Adesso basta.

Sto imp

azzen

do.

Che poi in fondo è tutta colpa m i a. Solo e solamente m i a.

-Mi sono convinto anche di questo, visto come sono bravo?-

Ho cercato di convincermi che non fa niente, che non mi importa di Lui, che non lo penso ogni giorno, ora, minuto e secondo della mia fottuta vita.

Si dice che, ripetendo a lungo un nome, perde significato.

Ho provato anche quello. Perché con me non funziona?
Perché a me fa l'effetto contrario?
Perché più lo ripeto, più le fitte allo stomaco aumentano, più mi fa male la testa, più mi viene da piangere?

 

Mi manca. Mi manca tanto.


Ieri ho immaginato di averlo vici...

-Oh. Ho sporcato la maglietta di sangue. Macchia? Vabbè, tanto è il mio. Non mi fa schifo.-

Dicevo... ho immaginato di averlo davanti a me. E di salutarlo. E di essere suo amico.
E sono scoppiato a piangere dall'emozione. Avevo le allucinazioni, sicuramente.
Ma era l'unico modo di essere felice, per un decimo di secondo, scarso.
L'unica mia felicità è Lui, l'unica mia consolazione è Lui, Lui il mio unico orgasmo, il mio incubo personale e il mio sogno più segreto.
Lui. Pensavo di essere al suo livello, almeno lontanamente.
Ingenuo, eh?
La sua mente non si abbasserebbe mai ad un livello di Follia del genere. Ma io non sono ho avrò mai Lui.

E il coltello affonda.
E il suo ricordo pesa sulla lama.
E non piango, e non devo cedere, e non sarebbe fiero di me, Lui.
E il suo ricordo, è l'unica cosa che ho, è il ricordo del colore dei suoi occhi, è così bello che nessuna foglia d'autunno potrà mai raggiungere tale bellezza.
Un colore così bello che mai rivedrò, se non nei suoi occhi stessi.
E il suo ricordo è presente, è un ologramma, che mi segue, e mi consiglia, e mi abbraccia, e mi bacia.
E mi ruba l'anima.

E il suo ricordo non mi fa mangiare. Ho fame.
E il suo ricordo non mi fa bere. Ho sete.
E il suo ricordo non mi fa dormire. Ho sonno.
E il suo ricordo non mi fa pensare. Infatti mi sa che ho dimenticato una cosa importante.

-Ma non so cosa.-


Anzi, lo so.

 

Ho dimenticato di Respirare.






«Salve, sono Hershel Layton.»
Professore?
«Prego, entri pure. Posso aiutarla?»

Professore, è qui.
«Posso vederlo?»
Professore, è tardi.
«Si, da questa parte.»
Professore, si fermi.
«Ci può lasciare soli?»
Professore, non si può tornare indietro.
«Certo, mi trova lì in fondo.»
Professore, io sono morto.
«Clive! Clive! Presto, correte, sta male! Dovete...»

Professore, stia zitto. 
La prego.





Perché sento ancora dei suoni?

Non mi interessa che sta succedendo, dormivo così bene.
Non mi interessa una lontana sirena, non mi interessano le scariche elettriche, non mi interessano i tentativi di rianimazione.
Potrei tornare tra voi, ma devo volerlo.
E, indovinate un po'? Io non voglio.

Il buio mi piace.





«Clive! Clive mi senti? Clive, non lasciarcimi. Clive...»

Davvero stai piangendo, Professore?
A me non interessa.
«Clive.»

Davvero mi sta pregando di rimanere con lei? Ora?
Ma sta scherzando?
Non faccia sceneggiate. Sto bene.
Non mancherò a nessuno, per fortuna. Non sopporterei far soffrire qualcuno, l'ho già fatto troppe volte.


E poi non è così grave, mi creda.

-Non ho nemmeno sofferto.-



È stata una... dimenticanza.
Causata solo dal mio smisurato amore imbevuto di Follia.


 

Però adesso basta piangere, Professore
Non si può risolvere, questo enigma. 
Ah, un' ultima cosa. 

-Ora sono posso essere un gentiluomo?-

 

 

 

Nda: Per ora, è una One-Shot. Poi, se mai ne avrò voglia, e se l'ispirazione decide di passare da me portandosi un po' di tempo appresso, scrivo altri capitoli, con i vari personaggi, ognuno alle prese con la Lonatanza -Questa bastarda-.
Mi sa che lo farò.

Vi sono mancata, eh? Ormai ho quasi il monopolio di questo fandom! Ringrazio chi mi segue, e lancio un appello per la scomparsa di Lucy_Keehl e Rozalia!

   
 
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