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Autore: sailormoon81    22/04/2011    5 recensioni
*Mi manca il tuo respiro, mi manca tutto di te.
Io non posso averti.
Ma cercherò di andare avanti. Lo farò per te, perché un giorno tornerò e ti racconterò tutto.
Mi prenderai per pazzo? O mi ascolterai e – lo volesse il cielo! – mi crederai?*
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lontano

 

 

« Davvero non ti ricordi di lui? »

Scuoti impercettibilmente la testa e cerchi lo sguardo di tua sorella; non stai scherzando: davvero non sai chi io sia.

Barcollo all’indietro e faccio spazio ai medici affinché controllino il tuo stato: pochi minuti fa erano pronti a staccarti dalle macchine che ti tenevano in vita, mentre adesso sono tutti lì, attorno a te, ad accertarsi sulle tue condizioni.

Devo andarmene, ora…

Sento addosso a me lo sguardo preoccupato di Jack: mi chiama, mi afferra per un braccio, ma io continuo imperterrito la mia marcia fuori dal tuo mondo, dalla tua vita.

 

Seduto sul divano di casa mia – anzi, casa tua – chiudo il libro che tentavo di leggere e lascio vagare la mente, che dispettosa ha deciso di fare un viaggio nei ricordi degli ultimi giorni insieme.

Come? Come posso vivere ancora qui quando tutto mi ricorda te.

Con mano tremante sfioro il tuo volto sulla fotografia che ho preso in ospedale: so che dovrei lasciarla in casa quando andrò via – perché ormai è solo questione di giorni, prima che tua sorella mi chiami – ma non posso separarmi da lei… è l’unica cosa che mi tiene ancora legato a te.

Mi guardi da quella fotografia, abbracciata a tua sorella, e mi torna in mente la tua risata… quanto vorrei poterla sentire per davvero, e invece devo accontentarmi di un’eco dei miei ricordi.

Non è ironica la vita? Proprio ora che avevo trovato in te un motivo per andare avanti, il destino ha voluto separarmi nuovamente dalla mia ragione di esistere.

Forse vuole dirmi qualcosa.

Magari devo cogliere i segnali che il fato lascia cadere in giro.

O  forse, più semplicemente, dovrei togliere il disturbo…

Il suono del campanello mi distoglie da questi lugubri pensieri.

Non nascondo la sorpresa nel riconoscere l’inquilina del piano di sotto: come l’ultima volta, non indossa praticamente nulla.

La faccio accomodare, sediamo l’uno accanto all’altra, vicini, forse un po’ troppo… beviamo una cioccolata calda, e lentamente le distanze tra noi si fanno più piccole.

Sento il suo sapore in un bacio lento, che nulla ha di passionale o romantico: sono solo due labbra sconosciute premute sulle mie.

Lei mi sorride, timida, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio; la prendo per mano e la conduco, senza dire una parola, nella camera da letto: forse questo è un segno del destino, forse lei è entrata nella mia vita in questo modo per aiutarmi a dimenticare… ed io non la lascerò andare via anche stavolta, non prima di aver preso ciò che vuole donarmi.

 

Ricordi, Liz? Hai sempre detto che la timidezza mi rendeva a tratti ridicolo, ma stasera con la sconosciuta del piano di sotto non sembra essere un problema. Nonostante tutto, vorrei che fossi qui, come la prima volta che lei si è presentata in casa, e vorrei poter sentire ancora la tua voce che mi prendeva in giro: non c’era cattiveria nelle tue parole, ma una complicità che neanche con mia moglie ho mai realmente avuto.

E il pensiero che quella complicità non fosse reale mi fa stare male.

Lascio sfogare la mia frustrazione su di lei, e non me ne dispiaccio.

I nostri corpi sono stretti l’uno contro l’altro, si cercano, si esplorano, in quella danza antica quanto l’uomo, ma non è ciò che desidero, ciò di cui ho bisogno.

Prima di scivolare nell’oblio, un nome mi sfugge dalle labbra: Elizabeth.

Perché io amo te, Liz, te solamente.

 

***

 

La telefonata che tanto temevo è giunta: tra un mese dovrò liberare l’appartamento.

Questo vuol dire che stai bene.

Dovrei essere contento per te, e lo sono.

Sono contento che presto tornerai a vivere la tua vita, ma soffro al pensiero che mai saprai quanto accaduto tra noi.

Oh, come vorrei poter cambiare le cose!

Come vorrei tornare indietro nel tempo ed impedire che…

Che cosa?

Non lo so… So solo che non posso continuare così…

Ogni mattina vorrei che il sole rimanesse a dormire, per concedere un po’ di riposo alla mia mente stanca.

E maledico il giorno che ci ha unito!

Non dovevi venire a sconvolgere la mia vita, per poi uscirne così, senza preavviso alcuno!

Mi pento di averti incontrata, Liz.

Vorrei non aver mai affittato il tuo appartamento.

No… non è vero.

Sei stata la cosa migliore che mi sia capitata.

E la notte, nei sogni, vengo a cercarti, ma anche nelle mie fantasie tu mi sfuggi.

Vorrei poterti incontrare ancora una volta, e spiegarti…

Vorrei poterti far vedere cosa c’è stato tra noi.

Se potessi, ti darei gli occhi miei per farti vedere, per farti sapere.

Ma non posso.

Non posso farti vedere ciò che non vedi…

Vorrei lasciare almeno un segno del mio passaggio, e forse c’è solo un modo per farlo.

Afferro un foglio e una penna e inizio a disegnare: non potrò farti ricordare di me, ma questo sarà il regalo di uno sconosciuto per augurarti una buona vita.

Lo schizzo è pronto: il progetto è molto semplice, in verità.

Il tempo per attuarlo c’è, non devo perdere nemmeno un secondo.

 

Sarà dolcissimo distruggerci vedrai
e come i cieli amore nitido sarà

(I mistici dell’Occidente – Baustelle)


Sono dieci giorni che faccio avanti e indietro per la città per trovare tutto ciò che mi occorre, e ormai è solo questione di dettagli.

Mentre ripongo gli ultimi acquisti nell’auto ti vedo, aggrappata al braccio di un uomo.

Probabilmente è il marito di tua sorella – noto una certa somiglianza con una delle tue nipotine, ma è difficile dirlo con certezza.

Nonostante questa possibilità, avverto una morsa stringermi il petto: sono geloso, Liz.

Perché quell’uomo non sono io: non sono io a poterti toccare, sentirti ridere, parlare, respirare.

Mi manca il tuo respiro, mi manca tutto di te.

Io non posso averti.

Ma cercherò di andare avanti. Lo farò per te, perché un giorno tornerò e ti racconterò tutto.

Mi prenderai per pazzo? O mi ascolterai e – lo volesse il cielo! – mi crederai?

Non lo so, non so cosa accadrà.

Magari aspetterò sotto casa tua per vederti rientrare.

E magari sarai con qualcuno.

Qualcuno che non sono io, ma che mi somiglia.

Perché tu continuerai a cercarmi, Liz.

Non lo saprai, ma quando ti guarderai intorno sarà me che cercherai.

E in un sorriso, sulle labbra di un altro, troverai quella mia timidezza per cui tu mi prendevi un po’ in giro.

Ma non sarò io, con te.

Sarà un altro.

E a lui io non potrò fare altro che affidare la tua felicità.

Ma io farò parte della tua vita, anche se non lo saprai: penserai a me, ogni qual volta salirai in terrazza.

Penserai a me quando siederai su questa panchina.

Penserai a me quando, nel mezzo del giardino che ho creato per te, scruterai l’orizzonte.

Ed io sarò lì per te, Elizabeth: il mio pensiero sarà sempre con te, e forse, un giorno, tu verrai a cercarmi, ti ricorderai di me, magari mi troverai in un sogno.

E da quel momento sarai mia, mia per sempre.

 

 

 ***

 

Un grazie infinito per esser arrivati fin qua senza scappare! ;)

 

La storia si è classificata seconda al Contest Baustelle: originali e multifandom il cui obiettivo era scrivere una storia ispirata a una canzone tratta da "I mistici dell'Occidente". Ecco il giudizio:

 

Grammatica e sintassi: 10 punti
Originalità: 9 punti
Caratterizzazione dei personaggi: 9 punti
Attinenza al tema : 9 punti
Utilizzo dei prompt : 5 punti
Gradimento personale : 5 punti
47/50

La storia mi è piaciuta molto ed era anche ben scritta, mi aspettavo un finale diverso, mi ha fatto piacere che non era scontato come temevo, mi hai sorpresa!

 

Si è classificata terza al Contest Sfigafandom: quando il titolo dice tutto: si doveva scrivere su uno dei fandom sconosciuti (o quasi) di EFP, e da brava amante di Marc Levy quale sono io, non potevo non lanciarmi su Se solo fosse vero!

Erano a disposizione delle citazioni da inserire, per intero o parafrasate, e la mia scelta è caduta su:

  • Ti darei gli occhi miei per vedere ciò che non vedi { Renato Zero, 'Nei giardini che nessuno sa' }

  • Di giorno mi pento d’averti incontrata; la notte ti vengo a cercare { Luigi Tenco, 'Mi sono innamorato di te' }

  • In un sorriso, sulle labbra di un altro, troverai quella mia timidezza per cui tu mi prendevi un po’ in giro { Luigi Tenco, 'Lontano lontano' }

Questo il commento:

 

Sintassi e grammatica: 10/10
C’è solo una minuscola cosa, una domanda che non hai chiuso con il punto interrogativo. Mi detesto persino per avertelo fatto notare. Perché la tua scrittura è talmente perfetta che sto praticamente piangendo di gioia. ;w;
 

Caratterizzazione dei personaggi (IC): 9.5/10
Quanto, quanto amo David? Ma nella tua storia lo amo di più. Ho apprezzato molto la tua scelta di fargli tentare di dimenticare, di cedere alla sconosciuta del piano di sotto, cosa che nel film non viene mostrata e forse non sarebbe mai neppure accaduta; soltanto per questo non posso darti il punteggio pieno, eppure a me sta benissimo così. Il tuo David ama di un amore inimmaginabile e i suoi pensieri sono di una delicatezza unica. Bravissima.

Originalità: 8/10
Ammettiamolo. Quando ci muoviamo nel limite dell’introspezione e della riflessione, raramente scriviamo qualcosa di totalmente innovativo. Ciò non toglie che le scene che hai descritto – la vicina, il progetto – in qualche modo mi sono sembrate veramente tue, molto staccate dal film ma perfettamente integrabili in esso.

Stile: 10/10
Perfetto. Giusto così com’è. Non so neppure dilungarmi. Forse qualche punto e a capo superfluo, ma questa è una considerazione puramente soggettiva. È... giusto, sì, e basta. (Amore folle per le citazioni che hai scelto, e per il modo in cui le hai integrate nel testo.)

Gradimento personale: 10/10
Credi ci sia bisogno che dica altro? <3

+ 5 punti bonus per le lyric

Totale: 52.5/55 punti

 

In più, la storia ha vinto il premio speciale "Parole in Musica", per la migliore integrazione delle lyric scelte.

E questi sono i banner:

 

http://yue07.altervista.org/albums/banner-sfigafandom-contest/3.-kla81.jpg

 

e

 

http://yue07.altervista.org/albums/banner-sfigafandom-contest/premio-parole-in-musica-kla81.jpg

 
(Appena avrò un attimo di tempo, e se la creatrice lo consente, ridurrò le immagini, che per la grandezza di ora sformano la pagina...)

Ringrazio nuovamente i giudici dei contest e i lettori; un grazie in particolare a chi avrà voglia di lasciarmi detto cosa pensa di questa storia.

E un augurio di buona Pasqua a tutti voi, che avete avuto la forza di seguire i miei sproloqui fino a qua ;)

Bax, Kla

 

The One Hundred Prompt Project
   
 
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