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Autore: Mayo Samurai    26/04/2011    4 recensioni
una breve introduzione, le nostre ben amate nazioni alle prese con la scuola, e non una scuola qualunque, ma la scuola mondiale!
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sono in ritardo stratosferico!! çAç mea culpa! Mea culpa! Mi dispiace tantissimo! È che ho avuto una settimana difficile dopo aver postato il secondo capitolo, e le idee non venivano fuori neanche dopo!
Gomenasai, e ora vi lascio leggere.
 
 
 
 
Alfred si svegliò di buon’ora solo grazie ai ripetitivi richiami del fratello, che da più di cinque minuti lo scuoteva e chiamava.
“sbrigati! Non mi sembra il caso di arrivare in ritardo il primo giorno!”
Alfred mugugnò qualcosa, scese dal letto in controvoglia e si cambiò.
Indossò la divisa scolastica, era bella e comoda, con pantaloni blu a scacchi e un gilet beige, con una giacca blu chiaro, con delle piccole tasche e lo stemma della scuola sulla destra.
Guadò la giacca:”mmm, non mi piace…” borbottò, lanciandola sul letto e indossando la propria: un giaccone enorme e consunto, marrone, con pelo sintetico nero sul colletto.
Era forse un po’ usurata, ma lui adorava quella giacca, con il numero cinquanta sulla schiena (significava i cinquanta stati della sua adorata nazione) e  con una stella sul taschino davanti.
Matthew sospirò ma lo lasciò fare, quella giacca valeva per Alfred come oro.
Non appena arrivarono in mensa però si ridestò completamente, e riempito il vassoio della colazione si mise seduto a mangiare, senza neanche aspettare il fratello.
“ho visto che Francis e Arthur si erano già svegliati... chissà dov- ah! Eccoli!”
Matthew allungò il collo per vederli meglio, Francis era seduto con i ragazzi del giorno prima, mentre Arthur con i fratelli, il più piccolo continuava a tirargli la manica della maglietta e a chiamarlo, indicando un foglio tra le piccole mani.
Lo vide sbuffare più di una volta ma rispondere sempre alla domande del fratellino.
Il ragazzo sorrise, l’altro giorno gli era sembrato piuttosto burbero, ma vedendolo così forse si sbagliava…
Sentì le porte del refettorio aprirsi fragorose e  vide entrare il preside, portava abiti diversi dal giorno prima, ma sempre eleganti e ordinati, con un inchino salutava le ragazze che gli passavano vicine, finché non andò a sedersi al lungo tavolo degli insegnati che stava dalla parte opposta alle cucine, così da essere di fronte ai tavoli dei ragazzi.
Quanto finirono di mangiare però vennero bloccati da Atena, la donna bruna che gli aveva fatto da guida, che disse: “ora i professori passeranno con gli orari che potete seguire, ognuno di voi potrà scegliere le materie a seconda del corso che vuole seguire, dovrete sceglierne come minimo dodici, non una di meno, e se volete anche tutte” disse passando tra i tavoli e consegnando i fogli.
Alfred guardò il suo, in un elenco di nomi e accanto delle caselline da ticchettare c’erano scritte le diverse materie.
“fatto!” esclamò dopo qualche minuto.
“Alfred… non puoi fare solo educazione fisica!” esclamò Matthew, segnando biologia.
“e perché no? Se voglio diventare uno sportivo a che mi servono le altre?”
“a farti una cultura!” ribatté l’altro, stranamente secco e deciso.
Alfred sbatté gli occhi sorpreso, da quando suo fratello gli rispondeva così?
Piuttosto stranito chinò la testa verso il plico, e provò a segnare qualche altra materia.
Senza idee alzò lo sguardo e guardò in direzione di Arthur, scoprendo con orrore che segnava ogni materia presente.
Anche il fratellino biondo sembrava essersene accorto e lo chiamò chiedendogli qualcosa che Alfred non capì.
Arthur per tutta risposta sorrise la fratello e gli scompigliò i capelli, prendendo il suo plico e decidendo assieme a lui le materie che il piccolino avrebbe seguito.
Alla fine sotto il controllo del fratello: “chi è il maggiore tra i due!?” provò a protestare quando Matthew gli sottrae il plico e cominciò a compilarlo per lui, segnò un orario simile a quello dell’altro, a eccezione che Alfred non fece greco e latino ma si appioppò letteratura.
“tsk… è una materia per i nonni!”
“smettila, invece trovo che sia molto interessante, e magari se ci mettessi un po’ più di entusiasmo, capiresti anche tu che…”
“non farmi la predica! Grazie, non il primo giorno, comunque…” continuò guardandosi attorno:” dov’è l’aula di biologia?”
“mmm, mi sa di là… si! Eccola!” i due accelerarono il passo, e presto si ritrovarono in una stanza bianca molto modernizzata e pulita.
Si sistemarono in seconda fila:”ma perché così davanti? Io voglio andare in fondo!”
“meglio di no, e poi come fai ad ascoltare?”
Alfred si sedette con uno sbuffo e pian piano l’aula si riempì, vide che assieme al lui c’era Feliciano, che tirando per il braccio un ragazzo biondo dallo sguardo serio si sedette proprio dietro di loro.
ciao ragazzi! Che bello! Anche voi qui per studiare biologia?”
“si.”
“anche se io non ne avevo voglia…” borbottò Alfred, giratosi per parlare meglio.
Feliciano gli fece un gran sorriso: “sono sicuro che ti piacerà, ho visto il professore in refettorio prima, e sembra un tipo molto pacifico!”
Alfred annuì e si girò, un uomo, sulla quarantina era appena entrato.
Era come aveva detto Feliciano, era molto alto e dall’aria robusta, ma i capelli color della neve lunghi fino a metà schiena e legati con una coda e gli occhi ametista, gli davano un aspetto benevolo e pacato.
Fece un leggero sorriso e si rivolse alla classe:” buongiorno ragazzi, io sono il professor Nikolaj Braginski, e insegno biologia, devo avvertirmi che io faccio sul serio e voglio il meglio da voi.” disse allegro.
“si farà molta pratica e quindi, per chi non è abituato alla vista del sangue o comunque è sensibile, è pregato di farmelo saperlo immediatamente, non vorrei ritrovarvi sulla coscienza.” continuò, senza smettere di sorridere.
Alfred scoccò un’occhiata al fratello, era tranquillo, ma sapeva come fosse suscettibile su certi argomenti:” hey Matt… sei sicuro non avrai problemi?” gli sussurrò, chinandosi verso di lui.
“uhm?... spero di no…” mormorò stringendo i jeans:” dici che è meglio che glielo dico?”
“certo! E se qualcuno ti prende in giro ci penso io a sistemarlo!” commentò mostrando il pugno e  sorridendogli.
Il fratello ricambiò il sorriso, e fece per alzare la mano, ma venne preceduto da una più sottile, di una ragazzina, scura di pelle con i capelli bruni legati con due fiocchi rossi:” io un po’ professore…”
“mmm, ben, allora quando ci saranno le prove vedrò di dare del lavoro alternativo a te e…a te?” chiese guardando Matthew con la mano alzata, l’altro annuì.
“bene, bene, e anche tu giusto?” Feliciano gli fece un leggero sorriso.
“ok, perfetto, per oggi direi di vedere a che punto siete arrivati con il vostro vecchio programma…”
La lezione volò, fortunatamente tutti sembravano ricordarsi più o meno le cose vecchie e quindi il professore non diede segni di irritazione e al suono della campanella li chiamò:” la prossima volta allora cominceremo col mio programma intesi? Ah! E fatevi dare dei guanti dalla cucina, qui mancano, alla volta prossima!” e uscì.
“guanti… che intendeva?” chiese Feliciano.
“bho, e che ne so.”
“”mmm… ah! Che scemo! Ragazzi questo è Ludwig! L’ho incontrato stamattina ed è stato così gentile ad aiutarmi a trovare l’aula, sapete, mi ero quasi perso!” disse l’italiano, arpionando il braccio del ragazzo accanto a sé e spostandolo per farlo vedere meglio, manco fosse un quadro.
Quello piegò leggermente la testa, ma non sorrise”: piacere.” mormorò, aveva una voce profonda  e seria, come il suo sguardo d’altronde.
“Lud è tedesco, ma parla benissimo l’inglese!” esclamò gioviale Feliciano:” oh! Ora è meglio che vada! Lud tu che hai adesso? Io ha musica! Ah, non vieni? Pazienza! Ci vediamo dopo, ciao!”
E sparì tra la folla, anche Ludwig si allontanò, salutandoli con un cenno della testa.
“ora dovremmo dividerci… io devo andare a latino e tu?”
“io a… letteratura…” se prima era curioso di sapere che materia avrebbe affrontato, ora gli cadevano le braccia.
Sbuffò contrariato mentre Matthew ridacchiava:” su, non può essere così terribile no?”
“staremo tutta l’ora a leggere libri pallosi e a commentarli! Come se fossimo dei vecchietti che non hanno di meglio da fare!”
L’altro gli sorrise:”ora è meglio che vada anch’io, ci vediamo dopo, ciao!”
Alfred salutò il fratello e si avviò verso la biblioteca, storse il naso, non bastava che gli fosse toccata quella materia, ma addirittura andavano in una vecchia biblioteca, che di sicuro era piena zappa di “mattoni”.
Si fermò di fronte alla porta, era il primo o l’ultimo? Non sapendo che tipo di persona era il professore decise che entrare  aspettare lì fosse meglio che rischiare di perdere l’intera lezione tentennando di fronte alla porta.
Dovette rimangiarsi ogni parola di che aveva detto, la biblioteca era enorme, ampie volte ne ricoprivano il soffitto, che distava da terra almeno cinque metri, gli scaffali, tutti di un bel legno scuro era pieni di libri, posti in ordine alfabetico, in un angolino c’era il bancone della bibliotecaria, che in questo momento era vuoto.
Rimase per un po’ col naso per aria, estraneo da tutto e tutti, il fresco della sala gli penetrava nelle ossa, facendolo rabbrividire leggermente.
Abbassò lo sguardo e si accorse di essere l’unico, vide però dei puf sistemati poco più in là, tutti davanti a una poltrona.
Non fece in tempo a chiedersi a che servissero, perché una donna, sulla trentina entrò dal portone principale.
Era piuttosto slanciata, con lunghi capelli rossicci lasciati sciolti, lunghi fino a metà schiena, gli occhi erano di un colore più acceso degli occhi, e nonostante il colore stravagante, erano dolci e sicuri.
“buongiorno” lo salutò con cortesia:” sei qui per fare letteratura?” gli chiese dolcemente.
Alfred annuì e la donna sorrise:”ah! Ecco che arrivano gli altri” commentò con la sua voce bassa e tranquilla.
Arrivarono una ventina di ragazzi, e tutti si fermarono a contemplare la biblioteca ammirati.
“vi piace?” chiese la donna, tutti annuirono:”bene, spero che vi piacciano anche le mie lezioni, su, prendete un puf e sedetevi”
Detto questo andò alla poltrona e vi sedette, guardando i ragazzi:” per prima cosa mi presento, mi chiamo Teodora e sono l’insegnante di letteratura” fece un bel sorriso:” penso che durante la lezione precedente abbiate fatto ripasso giusto?”
Tutti annuirono nuovamente:”ok, io invece ricomincerò da capo, ma non spaventatevi!” si affrettò ad aggiungere alla vista di un paio di ragazzi che si muoveva scomodi sul puf.
“ditemi… da che cosa preferireste incominciare?” chiese, tenendo le mani  semichiuse davanti a sé, come se volesse abbracciarli tutti.
I presenti si scambiarono degli sguardi, e poi una ragazza alzò la mano:” la letteratura… russa” disse con un sussurro.
Tutte i ragazzi l’avevano già adocchiata prima d’entrare, e come non farlo?
Aveva lunghissimi capelli biondi, chiarissimi, quasi beige, con occhi viola-blu.
Aveva un viso da bambola, liscio e pallido,  indossava l’uniforme scolastica, che consisteva in una gonna rossa a scacchi, con un maglione bianco, che le donava un’aria impertinente e attraente.
A chi la guardava per troppo tempo, rifilava delle occhiate gelide, facendoli desistere da qualsiasi intento avessero.
Teodora annuì.”con piacere, hai qualche scrittore in particolare?”
” si… Ivan Andreevič Krylov” sussurrò.
“aaah, ti piacciono le sue favole?”
La ragazza arrossì impercettibilmente:”molto bene, se qualcun altro ha idee…”
 
 
 
Alfred non poteva crederci!
Per la prima volta nella sua vita non voleva che una lezione finisse!
Si grattò il collo confuso, che la professoressa a avesse usato qualche strano gas? Come fanno gli alieni quando vogliono catturare gli umani?
Un brivido attraversò la schiena del ragazzo, che accelerò il passo per poter arrivare in orario alla prossima lezione: matematica.
Questa volta ci sarebbe stato anche Matthew, per Alfred la matematica, ma come tutte le materie in cui serviva un  po’ di logica, era una spina nel fianco, che doleva inesorabilmente.
Aspettò il fratello fuori dalla porta e insieme entrarono.
La professoressa era già lì, indossava una camicia bianca e gonna nera, con collant dello stesso colore, i lunghi capelli castani erano lasciati liberi, e ricadevano in morbide ciocche ondulate sulle spalle, gli occhi, di un bel verde intenso, erano nascosti dietro un paio di occhiali dalla montatura rossa.
Alzò lo sguardo mentre i ragazzi entravano e li vigilò attentamente finché non si furono seduti tutti, poi si alzò a sua volta:”buongiorno, io sono la professoressa Atena Karpusi, e sono la vostra insegnante di matematica” si sistemò gli occhiali:” come penso che abbiate appena fatto nelle ore precedenti, faremo un ripasso generale di quello fatto negli anni precedenti, e vedremo a che livello siete”
Si interruppe e andò alla cattedra, prese dei fogli e li distribuì per la classe:”farete questi test, tranquilli, non vi verrà messo il voto, ma servono solo per sapere a che punto siete arrivati, e se non capite le domande ditemelo, perché è molto probabile che abbiate seguito un sistema diverso d’insegnamento” finito di parlare aveva finito di consegnare, e si sedette alla cattedra, fissando i ragazzi:”cominciate!”
 
 
Nonostante fossero passate già un’ora dal test di matematica, Alfred continuava a pensarci su, non gli era mai andata a genio la matematica, e se la professoressa avrebbe visto che non ci era portato? E le lo avesse rispedito a casa per via della sua prova scadente?
“meno male che era solo un test di prova…” borbottò Alfred, quando suonò la campanella del pranzo.
Continuava a ripeterselo, ma non serviva a un gran che, Matthew sorrise:”perché? Non hai risposto a niente vero?” chiese un po’ preoccupato e un po’ divertito.
Alfred scrollò le spalle:”più o meno… non riuscivo a ricordare come si risolvesse quel problema…”
Entrarono in refettorio, dove videro Feliciano, con accanto il fratello, Ludwig e un altro ragazzo, piuttosto bassino ed esile, aveva corti capelli neri, tagliati a scodella e grandi e vacui occhi marroni.
“Feliciano! Lovino! hi!” si salutò allegramente Alfred,avvicinandosi.
“oh! Ciao Alfred, guarda, ti presento Kiku! Lui è giapponese” esclamò tutto contento, mostrandolo come aveva fatto l’ora prima con Ludwig.
Il giapponese arrossì vistosamente e con un profondo inchino li saluto:”konnichi wa”mormorò ancora chino:”io mi chiamo Kiku”
Feliciano sorrise davanti alle espressioni stupite dei due fratelli:”è molto rispettoso delle regole, Kiku, questi sono Alfred e Matthew!”
Kiku li osservò e si inchinò di nuovo:” piacere di conoscervi Alfred-kun e Matthew-kun”
“piacere nostro!” disse Alfred, dandogli un pacca sulla spalla, che fece crollare le ginocchia al povero giapponese, che si rizzò in piedi piuttosto turbato.
“che ne dite di sedervi? Mi sembra che ci siano dei posti liberi!” Feliciano indicò un punto della sala fin troppo vicino al gruppo di Francis.
Lovino guardò scettico il posto vuoto accanto ad Antonio… ma che gliene fregava a lui scusa?
Scosse la testa, sperando solo di non doversi sedere proprio li e…
hola! Lovino!”
Merda.
L’italiano alzò lo sguardo e si ritrovò addosso quello spagnolo e gentile di Antonio, che lo scrutava allegro.
Arrossì e voltò la testa.
“uhm? Non saluti?” ridacchiò.
ma che ha da ridere questo? pensò Lovino.
“mm, Antonio chi è questo baldo giovine seduto accanto a tè? È così… affascinante!”
Lovino rabbrividì istintivamente all’udire quella voce, non gli era piaciuta per niente, si voltò, cercandone il proprietario.
Che si rivelò essere un ragazzo biondo con capelli biondi e ondulati, lunghi fino alle spalle, che lo guardava malizioso, con quei occhi color del mare.
L’italiano strinse i bordi della sedia.
“lui? È Lovino! l’ho conosciuto prima di arrivare qui! Ci siamo scontarti nella hall! Hahaha!” e scoppiò a ridere, seguito educatamente dall’altro.
“che fortunello!” Esclamò, e poi si rivolse a Lovino:”piacere, mi chiamo Francis Bonnefoy, ma tu puoi chiamarmi fratellone!”
“Francis! Non cominciare!” a parlare era stato il terzo ragazzo della compagnia, con una faccia da pazzo fissava tutto e tutti con aria di superiorità, con quei suoi occhi rosso sangue.
Lovino scoccò un’occhiata ai suoi capelli, corti e disordinati, erano delle stesso colore della neve con sinistri bagliori argentei.
Ma perché deve esserci gente così strana al mondo? E più che altro, perché tutti qui!?
Lovino forzò un sorriso.
“smettere cosa? Mi sono solo presentato!”
“di fare a gara con Antonio, mi sa che questa volta è davvero convinto!”
Ma di che parlavano?Lovino si chiese se quella scuola raccattasse i matti.
Francis scrollò le spalle:”Antonio non si è lamentato… Antò, qualche lamentela?”
L’altro fece un piccolo sorriso:”bhe… non so ancora però…”
Per fortuna arrivò Feliciano, che con un gran fracasso si sedette di fronte al fratello, con accanto Ludwig e Kiku.
“l’ho preso anche per te, tieni” gli prose il suo vassoio e Lovino borbottò un grazie:” ciao Antonio! Sono tuoi amici loro?”
“si, questi sono Francis e Gilbert!”
“ciao! Gilbert, tu non sei mica il fratellone di Lud? E poi, è vero che sei albino?” chiese l’italiano, curioso oltre ogni limite.
“esatto! Sono io! Il grandissimo e fighissimo Gilbert! Di sangue reale baby!”
“oooh, ecco che ricomincia con questa storia” disse Francis con un leggero sorriso, anche Antonio rideva.
“è la verità!”sbottò offeso Gilbert.”io discendo dai sovrani prussiani!!” esclamò mettendosi in piedi sulla sedia e attirando un sacco di sguardi.
“Gilbert, per piacere scendi.”disse Ludwig, alquanto imbarazzano di avere un fratello così megalomane.
“west! Che c’è? Non impallidisci più di fronte al tuo magnifico fratellone!?”
“smettila, almeno siediti come le persone normali.”
“io non sono normale!”
“si vede…”
“non ti ci mettere anche tu Francis!siete cattivi!” borbottò con un finto broncio.
Antonio rise di gusto:” su, su, non prendertela così… dimmi però come si è risolta con la ragazza ungherese?”
“chi? Elizabeta? Quella è già pazza di me!”
“non ne sarei così sicura.” sibilò una voce dietro di lui, ma che ignorò completamente.
“è bastato guardarla negli occhi e le si sono sciolte le gambe!”
“Gilbert…”
“non interrompermi Francis!”
“Gilbert… faresti meglio a…
“anche tu Antonio! Sentite, ormai c’è l’ho in pungo!”
“certo!” e una mano, chiusa a pugno, atterrò con forza sulla sua testa, facendo urlare di dolore il ragazzo.
“idiota! Smettila di trattarmi come se fossi una delle tue fan immaginarie!” sbottò la ragazza che lo aveva colpito, come tutte indossava l’uniforme femminile, ma invece che donargli un aspetto femminile e dolce, le conferiva l’aria di una guerriera molto sexi, e l’effetto era incentivato dai  capelli castani lasciati sciolti, mossi e morbidi, erano lunghi fino all’osso sacro, e un fiore arancio era fermo sul orecchio destro.
I bei occhi verdi fissavano furenti il ragazzo appena colpito, che si teneva le testa dolorante.
“così ci penserai due volte prima di parlare di me!” disse mentre si allontanava.
“ti sei scelto proprio una bella valchiria amico mio…” mormorò Francis guardandola allontanarsi.
“tsk, è un’arpia…” borbottò Gilbert, rimettendosi seduto e massaggiandosi il capo:” se non fosse così sexi!”
Antonio e Francis scoppiarono a ridere, mentre il resto dei presenti guardava con compassione Gilbert.
Alfred comunque non gli prestava molta attenzione, continuava a guardarsi in giro, alla ricerca di una chioma spettinata e bionda.
“stai cercando qualcuno?”
Si voltò verso Francis, che lo guardava con il viso poggiato sulla mano.
“mmm più o meno…” non che gli stesse antipatico il francese, solo che c’era qualcosa di strano nel suo sguardo, forse… un po’ troppo insistente?
“e chi di preciso?”
“erm…”
“non sarà mica Arthur?”
Alfred sobbalzò, ma come aveva fatto!? Che potesse leggere nella mente?
“ti interessa?” non sembrava turbato dalla ricerca del americano, anzi sembrava… interessato.
Il ragazzo scrollò le spalle:”voglio solo vedere che fa, sono curioso.” rispose semplicemente, sperando che Francis lo lasciasse scrutare il refettorio in santa pace.
“bhe, se lo stai cercando ora è tardi, se né appena andato!”
Alfred si voltò deluso verso l’altro:”ah… peccato…” mormorò, tentando di non destare sospetti.
Francis continuava a scrutarlo.
Finito di pranzare si diressero verso le altre lezioni.
 
 
“sono esausto…” borbottò Alfred lasciandosi cadere sul proprio letto.
“già stanco a quest’ora cherie?” Francis entrò in camera e si appoggiò alla parete.
“e pensare che dormiva fino a mezzogiorno e andava a letto a mezzanotte passata… questo cambio d’orari deve averlo sconquassato.” Disse Matthew, guardando affettuosamente il fratello.
“mm, capisco, ma non può proprio dormire ora! Su, svegliati cherie, lo sai che stiamo organizzando una festa?”
Alfred si rizzò sulle braccia, guardando, stranamente, serio Francis.
“u-una festa?” chiese Matthew, stringendo Kumajiro.
Il francese annuì:” è una semplice festicciola per salutare come si deve i compagni ritrovati! E poi per conoscerne nuovi…” e lanciò un’occhiata al letto vuoto di Arthur.
“io ci sto!”
“Alfred!”
“non preoccuparti! Sono sicuro che sarà sicura no? I professori non lo verranno mai a sapere.”
Francis annuì di nuovo:”e poi… alcune volte si unisce a noi il preside, su cinque feste che ho fatto, si è presentato a ben tre feste! Hihi, dovreste vederlo, quell’uomo è un fenomeno!”
Alfred fece un gran sorriso e si alzò del tutto:”andiamo Matthew! Ci divertiremo ne sono sicuro!”
L’altra guardò un po’ timoroso la stanza, ma poi ,sospirando, seguì il fratello.
 
 
Come aveva previsto Francis, il preside si fece vedere verso le undici di sera, indossava gli stessi abiti eleganti della mattina, cappello, giacca e pantaloni bianchi, con un bellissimo bastone da passeggio.
“hahaha è qui la festa!?” chiese allegro avanzando nella folla, Alfred vide che Feliciano gli si gettava addosso, abbracciandolo stretto, poi anche Lovino fu risucchiato dall’abbraccio del nonno.
Poi, nonostante l’età, fece una gara di bevute, tra i concorrenti Alfred riconobbe Francis, Gilbert e il fratello maggiore di Arthur, il rosso che non aveva mai smesso di fumare.
Dopo il secondo boccale Ian afferrò Arthur per il braccio e lo incitò a partecipare, mettendogli praticamente in bocca il bicchiere.
Il vincitore fu il preside, che ormai ubriaco rideva come un matto, chiacchierando e raccontando storie ai ragazzi lì raccolti, mentre i vinti o andavano a vomitare, o rimaneva lì, mezzi addormentati.
Alfred  e Matthew si erano messi lì ad ascoltare e rapiti e affascinati bevevano ogni parola detta da Cesare, che sembrava un cantastorie nato.
Quando furono le due molti dei presenti sgusciarono via, per andare a dormire, e Alfred, accompagnando il fratello mezzo morto di sonno, se ne tornò in camera, vedendo che Arthur era già tornato, ora profondamente addormentato,  e che Francis invece era ancora in giro.
Con uno sbadiglio augurò la buonanotte al fratello, che già dormiva, e si nascose sotto le coperte, addormentandosi in un istante, completamente ignaro di cosa lo aspettasse il giorno seguente.
 
 
Che cosa accadrà? Lo scoprirete nella prossima puntata! Hahahaha *badilata volante che la prende in pieno*
Tsk, farò io i ringraziamenti, perché sembra che in questi giorni è più fuori del solito, allora *coff coff* NdAltraMe
 
 
 
Konoha_Hellisng_94: con chi sta Russia non te lo dirò mai, neanche sotto tortura, spero solo di fare la cosa giusta e che quando leggerai ti faccia piacere, naturalmente dovrai usare un po’ l’intuito… bhè, si, Nonno Roma è un figo assurdo e nessuno è meglio di lui… NdAltraMe e ben presto capiterà una cosa che sconquasserà l’intera scuola! Muhahahahha NdMe
Ma ch-!? Ma tu non eri svenuta!? NdAltraMe
No :D NdMe
Sigh…NdAltraMe
Riprendo io il controllo! NdMe
 
MagicLily: come vedi alla fine ho aggiornato prima questo dell’altra, le idee non si fanno vedere, che maleducate…
Presto imparerai a conoscere i fratelloni di Arthur, e spero naturalmente che ti piacciano (devi però odiare scoziaaaaaaa, no scherzo, dopo vedrete che ho in mente *W*)
 
 
Hanta97: passa al lato oscuro, abbiamo i biscotti! *W*
E di che lato oscuro stai parlando? NdAltraMe
Ma non si capisce? *W* kufufufufu NdMe
Urgh… mi fai paura quando fai così… NdAltrame
Bhe come stavo dicendo, tranquilla, come vedi ci ho messo almeno dieci giorni per aggiornare…
Un capitolo corto NdAltraMe
Cattiva! çAç NdMe
Comunque fai bene ad odiare Scozia… A MORTE!! *prende fiaccole e forconi*
STATTE BUONA!! *la colpisce con badile* NdAltraMe
Tsk, mi fa piacere che la storia ti piaccia nonostante non ci sia la FrUk… NdAltraMe
Allora è vero che sono brava a scrivere! Converto le persone! Ne sono sempre stata capace! Anche con la SanjixRobin! Sono riuscita a convertire un paio di utenti e serei riuscita nel mio intento se non fosse che-
Sei maledettamente pigra!NdAltraMe
No, se non fosse per quei maledetti ragazzini! NdMe
… Scooby-Doo? NdALtraMe
…ho sbagliato scena, scusate… *fugge via* NdMe
Almeno se né andata, bhè, grazie di tutto e alla prossima. NdAltraMe
 
 
Dimenticavo, i professori sono gli “antenati” le vecchie nazioni, ad esempio la mamma di Grecia (Atena) o lo zio di Russia (Nikolaj)
 
 
E come al solito: commentate! Perché i commenti sono il cibo per noi scrittori, non costiamo tanto e regaliamo sorrisi e risa, e anche qualche lacrima! Quindi orsù! Sfamate le bocche insaziabili degli artisti! *fa un inchino teatrale*
Ciaossu!
 
 
P.S: se ci sono errori è perché non riesco a contattate la mia beta-reader, e anche perché sono mooolto distratta, scusate ^^
   
 
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