Fanfic su attori > Cast Twilight
Segui la storia  |       
Autore: kelleyrose    26/04/2011    1 recensioni
è incredibile come grazie a una semplice occhiata sia riuscito a cambiare definitivamente il mio mondo, sorrido avrei dovuto trovare un modo per ringraziarlo, prima o poi, spengo la luce e mi accoccolo accanto all'uomo che amo, lo sento sospirare al contatto con la mia pelle, intreccio le mani nei suoi capelli, sento le sue labbra posarsi delicate sulle mie...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kellan Lutz
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Il paradiso. No come definizione era troppo semplice. Sentire le sue labbra sul mio collo era come nuotare nell’acqua tiepide dell’oceano, librarsi libera nell’aria, correre in mezzo alla neve e sdraiarsi sulle nuvole… Ma cosa stai dicendo?!? Lui è Kellan, stampatelo bene in testa. Feci un passo avanti per mettere un po’ di distanza tra noi, devo recuperare un po’ della mia lucidità, dove diamine è andata a finire?? Incrocio le braccia al petto e non lo degno d’attenzione proprio come aveva fatto con me. Sbuffa. Al posto dell’asfalto sotto i miei occhi appaiono improvvisamente le su scarpe, firmate CK ovviamente. Alzo il viso pronta a incenerirlo con uno dei miei famosi sguardi da omicida. Mossa sbagliata, non appena incontro il suo sguardo quasi infuriato, vacillo. Lui è arrabbiato?  Oh questa è bella << che vuoi? >> le mie parole suonano come una preghiera, non voglio parlarci, non voglio affrontarlo, non è il momento. << è così che si da il ben venuto? >> mi battei una mano sulla fronte << scusa hai ragione il ben venuto si da entrando in un stanza a sorpresa senza nemmeno guardarti in faccia vero? >> alzai una mano per fermare il taxi che stava arrivando. L’auto gialla si fermò davanti a me, aprii lo sportello. Mi prese per la vita e mi fece voltare, incastrandomi tra lui e l’auto << ti sto parlando >> alzai un sopracciglio e lo guardai fisso negli occhi, sospirò << mi hai messo paura ok? Mi hai attaccato il telefono in faccia e non hai più risposto alle mie telefonate, mi sono preoccupato, poi sta mattina quando Massimiliano è venuto a prendermi mi ha detto che eri con Angie, non lo so mi sono sentito rifiutato ok? Potevi rispondere cazzo! >> non mutai espressione non mi mossi, possibile che in quel testone che si ritrovava non c’entrava la possibilità che mi avesse sconvolto? Non lo capiva quanto quella storia mi faceva male? << hai finito? Posso andare adesso? >> spalancò la bocca, ma non si mosse l’autista diede un colpo di clacson. Mi voltai per entrare nell’abitacolo della vettura ma Kellan per l’ennesima volta mi prese per la vita trascinandomi via, lo vidi lanciare qualcosa all’autista e fargli cenno di andarsene.  << lasciami >> sibilai. Mi prese per il polso e mi trascinò verso il parcheggio. Lì tra tutte spiccava un  Hummer nero con rifiniture grigie.  << Kellan ti ho detto lasciami >> aprì lo sportello del passeggero invitandomi ad entrare. Con un colpo secco lo richiusi. << non fare la ragazzina >> << e tu allora non fare lo stronzo>> si appoggiò con la schiena all’auto, cioè chiamarla auto era un po’ riduttivo ma comunque  per me una valeva l’altra. << mi spieghi perché sei arrabbiata con me dovrei essere io quello arrabbiato >> non ci vidi più,  lui arrabbiato mi pare ovvio. << non lo capisci che io ci sto male per questa storia! Ma tu chi sei per venire da me e dire che vuoi sporgere denuncia, facile per te vero? Facile arrivare sulla tua bella auto e spadroneggiare come ti pare, ma sono io quella che dovrà fare i conti con avvocati, interrogatori, io che dovrò rivivere il passato, io che dovrò rivedere il mio incubo peggiore, io starò qui da sola col terrore che qualcuno possa fare del male non solo a me, ma anche alle persone che amo. Tu non sai cosa significa non ne hai idea e non ti preoccupi nemmeno di ciò che sento io dentro, e per di più piombi qui e nemmeno mi degni di uno sguardo? Cosa pretendi che faccia i salti di gioia? Beh mi dispiace dirtelo, questa è la realtà non è un film, non esiste l’eroe che salva tutti e viene amato e acclamato. Soprattutto non sei tu quell’eroe>> sibilai le parole una a una lentamente, feci sgorgare tutto il terrore che sentivo dentro, tutto il dolore. Poi semplicemente voltai le spalle e cominciai a correre via. Non volevo più vederlo.
                                                                           ***
Qualche ora dopo ero ancora in preda ai singhiozzi sotto il getto bollente della doccia. La mia pelle doveva essere dello stesso colore dei pomodori maturi, solo quando mi resi conto che nemmeno la mia amata acqua riusciva a farmi stare meglio, uscii dalla cabina, mi avvolsi in un telo, di quelli morbidi e enormi. Mi chiusi in camera e mi sdraiai sul letto, spensi la luce e mi persi ad osservare le stelle, le mie stelle. Evitai di guardare Londra, la mia amata Londra, mi mancava, tanto fin troppo per i miei gusti. Se fossi stata lì, se fossi stata nella mia città non mi sarei mai rinchiusa nella mia stanza, mi sarei infilata la mia camicia preferita quella a scacchi rossa e nera, quella camicia da boscaiolo che aveva attirato la mia attenzione sul manichino di quel piccolo negozietto a Waterloo proprio accanto al “Coffee Culture”, Jonh il barista sempre allegro e gentile mi avrebbe servito il mio amato cappuccino accompagnato dal suo sorriso mozzafiato e poi sarebbe tornato al suo lavoro non prima di aver fatto qualche commento sul libro che sicuramente avrei stretto tra le mani, poi dopo aver letto qualche capitolo del libro, sarei uscita all’aria aperta mi sarei ricavata un posticino sulle rive del fiume. Lì mi avrebbe trovato Jonh sempre lui l’amico pazzo e dolce di sempre fu come sentirle davvero le sue parole “butta fuori ciò che hai dentro bambolina dai di tutto al tuo psicologo di fiducia” avrei sorriso e poi sicuramente gli avrei raccontato tutto perché a lui le cose proprio non riuscivo a nascondergliele anche se poi alla fine era inutile perché le sue parole erano sempre le stesse “sicura di ciò che dici? Rifletti” e a quel punto si sarebbe alzato e mi avrebbe stampato un bel bacio sulle labbra sussurrando “farai la cosa giusta ne sono certo” e sarebbe sparito così senza aggiungere altro, sicuramente scappando a casa dal suo fidanzato. Improvvisamente immaginare le sue parole non mi bastava volevo ascoltare la sua voce, accesi il pc sperando di trovarlo in linea ma proprio in quel momento il telefono cominciò a squillare, sbuffai. << Pronto? >> Dio la mia voce sembrava quella di un maniaco, << non ho le chiavi mi apri gentilmente >> Kellan. Il fatto che anche lui abitasse in quella casa mi era del tutto passato di mente riattaccai e mi diressi alla porta, senza pensarci l’aprii. Rimase a guardarmi a bocca aperta con gli occhi spalancati << hem ciao? >> disse  << cos’è una domanda?>>  risposi sarcastica. Mi squadrò da capo a piedi << da quando te ne vai in giro per casa nuda?>> abbassai il viso sul mio corpo e mi accorsi di indossare solo il telo che copriva in malo modo le mie curve. Lo ignorai e me ne tornai in camera. Niente Jonh non era connesso evidentemente la fortuna non era dalla mia. Un nome attirò la mia attenzione. Marco. Il barista dell’hotel. mi aveva proposto di uscire un paio di volte a bere qualcosa voleva farmi conoscere una persona. Si era la sera giusta per uscire e bere, tanto. “sempre valido l’invito? Mi è presa una strana voglia di uscire” digitai aspettai qualche secondo e la sua risposta mi fece sorridere “ti voglio sexy però =) mi stavo giusto chiedendo se ti andava di venire con me andiamo in un bel posticino vedrai ti piacerà” seguivano il nome e l’indirizzo di un pub che non conoscevo. La mia auto l’aveva Angie e di certo non avrei chiesto a Kellan di prestarmi quella specie di camion in miniatura. “ti scoccia troppo se ti chiedo un passaggio non ho l’auto”. non aspettai la risposta sapevo che era un Si. Aprii l’armadio, mi voleva sexy, ebbene mi sarei vestita sexy. Indossai i miei amati pantaloni di pelle neri super aderenti, con sopra una camicia bianca che mi arrivava fino a metà coscia con sotto un reggiseno nero che si intravedeva. Optai per i tacchi, non li amavo ma di certo non potevo rovinare la mise con delle converse quella sera volevo esagerare, lasciai i capelli liberi e misi un filo di trucco. Afferrai la pochette nera e uscii dalla camera. Kellan era seduto al tavolino del salone con una tazza di caffè americano in mano. Rimase a guardarmi di nuovo a bocca aperta. Non lo degnai di uno sguardo e uscii dal portone. Ad aspettarmi in strada c’era Marco. Si lasciò andare ad un lungo fischio quando mi vide << caspita avevo detto sexy ma non mi aspettavo COSì sexy >> sorrisi e gli diedi un leggero bacio sulla guancia.
Arrivammo al pub una mezz’ora dopo e lì Marco mi presento il suo ragazzo, rimasi leggermente sorpresa. Possibile che tutti i baristi belli e sexy che mi degnavano di attenzioni erano gay? Sbuffai infastidita e dopo aver preso posto al tavolo mi diressi in pista, non amavo ballare, non amavo le discoteche ma forse sotto effetto di qualche bicchiere di troppo quella sera mi lasciai andare, ottenendo l’attenzione del cantante del gruppo che si stava esibendo, mi fece l’occhiolino un paio di volte e io l’assecondai, non era il mio tipo però ci poteva stare per una sera fregarsene di tutto. Durante una pausa mi chiese se poteva offrirmi da bere, accettai volentieri e ci dirigemmo verso il bar. Bevemmo un Drink o due insieme e mentre parlavamo mi resi conto che era di una noia mortale, parlava solo ed esclusivamente di se stesso buttando qua e la anche i membri della sua band, no di certo non era il mio tipo. Quando una ventina di minuti più tardi mi disse dispiaciuto che doveva tornare a cantare quasi esultai. Non appena fu fuori dal mio campo visivo poggiai la testa sul bancone del bar abbattuta. Quelli che si interessavano a me o erano gay o erano estremamente egocentrici, ma che male avevo fatto? << hai fatto colpo è  >> alzai la testa di scatto rimanendo leggermente sbalordita nel vedere il ragazzo che mi stava di fronte e che mi sorrideva con uno di quei assurdi sorrisi che mi facevamo morire il fiato in gola <<  K-kellan? Che ci fai tu qui?  >> alzò le spalle poi abbassò il viso quasi imbarazzato <<  hai lasciato il computer acceso ho visto l’indirizzo del locale e quando non ti ho vista tornare visto che era già tardi mi sono preoccupato >> sorrisi << ti preoccupi un po’ troppo>> sorrise anche lui evidentemente sollevato dal non vedermi arrabbiata << quando si tratta di te non posso farne a meno >> gli buttai le braccia al collo e gli riempii il viso di baci, << scusa, scusa, scusa >> mi strinse a se, il peggio era passato, avevo bisogno di lui come l’ossigeno, litigare era stato tremendo. Mi scusai altre mille volte finchè non lo sentii ridere smisi di stritolarlo nel mio abbraccio e lo guardai << perché ridi? >> indicò con un cenno del capo il cantante << mi sa tanto che ci è rimasto male >> non risposi troppo distratta come’ero dalle sue braccia intorno ai miei fianchi, dalle sue spalle larghe e quasi possessive, dal suo petto ampio che emanava sicurezza e calore. Lo avevo visto senza maglietta tante volte in foto, lì nel bel mezzo del caos di una discoteca, tra le sue braccia, per la prima volta mi chiesi come sarebbe stato vederlo in quel modo davvero.   





Macciao stelline... prima di tutto buona Pasqua anche se in estremo ritardo! poi beh che dire questo mio capitolo quì fa pietà lo soç_ç speriamo ben... cosa mi dite Kelley riuscirà a realizzare il suo sogno (o meglio il mio sogno) ? bah vedremo U_U a presto =) promesso... un bacio vostra KelleyRose
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Twilight / Vai alla pagina dell'autore: kelleyrose