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Autore: MarchesaVanzetta    26/04/2011    5 recensioni
Medea è alla corte del re Egeo e gli racconta di come ha compiuto la sua vendetta
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 “Ecco, sono qui, ho finalmente compiuto la mia vendetta.
 
Sono pazza? Forse, ma il mio dolore è più importante di quello altrui!
 
Io, una regina, figlia di un re e sorella di principi, io vengo cacciata come una mendicante, e con me i miei figli, frutto mio e di quell’ingrato di Giasone.
 
Lui, traditore, si è fatto servire, mi ha condotta sulla via della crudeltà e del sangue.
 
Egeo, amico mio, insisti dunque nel sentire la mia storia?
 
Ebbene, io , la maga Medea, ti accontenterò!
 
Siedi bene sul tuo alto scranno, fai portare dall’ancella l’acqua e le pezze: potresti non reggere da tanta crudeltà perpetrata da una donna!
 
Ma d’altronde presso i Greci non sono più una donna, sono una straniera, una strega, una meretrice che ha osato sfidato il marito.
 
Certo, ma sono stata costretta! Da lui, lui, lo sposo prediletto, l’unico uomo che abbia mai toccato il mio corpo –e quante volte! dopo quanto sono nati quei due figlioli!- e del quale ho sopportato l’ animo vanaglorioso e tronfio, accecata da Eros e dalla sua proditoria madre! Io mi sono vocata a lei e questo è stato il tornaconto!
 
Ma via, do inizio alla tragica narrazione!
 
Sai già di come ho aiutato Giasone presso la corte di mio padre per conquistare il Vello d’oro e come, lieta, l’ho seguito in esilio, vedendo per noi una vecchiaia insieme tra i piaceri semplici.
 
Ma lui… no, lui deve sempre essere al centro di tutto!
 
Così, di nascosto, ha stretto accordi con Creonte, re di Corinto, per unirsi in matrimonio con la bella e greca Glauce.
 
E io, come una cagna, sono stata esiliata!
 
Ma quell’ingenuo di Creonte mi ha fatto un dono, dopo tante suppliche: poter restare un ultimo giorno.
 
Così, con farmaci potenti, ho avvelenato una cesellata corona e un peplo superbamente ricamato e li ho mandati in dono alla fanciulla, così che bruciasse nella generosità della nemica. E suo padre con lei, aiutandola, è perito nella mia furia.
 
E Giasone? Cosa ne hai fatto del tuo sposo? Chiederai tu.
 
Ti risponderò.
 
Lui ha avuto il peso più gravoso: dovrà sopportare solo il lutto della moglie, del suocero e dei figli, in parte colpevole.
 
Così, così ho avuto la mia vendetta!
 
Ebbene, sono stata brava?
 
Suvvia Ateniesi, datemi onori e gloria!
 
Era, dammi un segno della tua benevolenza, tu che proteggi le mogli tradite!
 
Tu Egeo custodisci un’assassina, un’infanticida, una strega! Hai forse paura?
 
Ecco, ecco il filtro promesso per avere una lunga e sana discendenza che, già ti annuncio, ti farà soffrire.
 
Bevi!
 
O forse hai timore di me?
 
In fondo, sono solo una debole donna…”
  
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