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Autore: arwen_eli    27/04/2011    16 recensioni
La vita nel Mondo Magico inizia a risvegliarsi dopo la vittoria contro Voldemort. Hogwarts rinasce e con lei ogni suo studente, dopo il trauma della morte, riscoprirà ogni sfumatura della Vita.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La luce del mattino si allungava sulla Sala Grande con la lentezza e la leggerezza di una gatta appena sveglia, mentre gli studenti iniziavano a prendere posto alle tavolate delle loro Case, stropicciandosi gli occhi o nascondendo enormi sbadigli dietro una mano.

Al tavolo di Ravenclaw, Quinn sorrideva alla sua amica Liz, che stava entrando dal portone della Sala. L'altra le si era affiancata rapidamente, ricambiando il saluto e l'aveva guardata dritta negli occhi. In quello scambio silenzioso, un gesto era stato la risposta alla domanda muta che Quinn stava facendo: Liz aveva passato con finta noncuranza una mano sulla sua borsa, per poi annuire impercettibilmente. Gli occhi dell'amica si erano illuminati.

Un brusio di giovani voci permeava tutta la Sala, che si riempiva di minuto in minuto, mentre l'orario per andare a lezione si avvicinava sempre di più.
Una bimba del primo anno di Raveclaw era passata loro accanto, guardandole con una sorta di ammirazione, dando di gomito ad un'amichetta, indicando le gonne delle divise che scoprivano ampiamente le ginocchia delle due ragazze.
L'altra aveva soffocato un risolino dietro la mano e aveva rivolto loro un ultimo sguardo, prima di andare a sedersi nel lato estremo della tavolata. Chissà se da grandi sarebbero state così anche loro.
Sia Quinn che Liz si erano dedicate alla loro colazione in silenzio, sedute una accanto all'altra, meditando su come portare a termine la missione che da ormai quasi un mese stavano portando avanti in segreto.
Dopo aver finito il suo piatto di frutta, completato da un piccolo ed insulso toast, Quinn si era alzata da tavola, allungando la mano sotto al tavolo per ricevere una piccola ampolla blu, che Liz aveva preso dalla sua borsa con un singolo e quasi invisibile gesto e si era diretta verso il tavolo di Gryffindor.


- Buongiorno Granger! -

Hermione l'aveva sentita cinguettare verso la sua direzione ed aveva sollevato gli occhi dal libro di Aritmanzia, che teneva aperto accanto al suo piatto di bacon e uova.


- Ciao Quinn! Ti serve qualcosa? -

Non era insolito che qualcuno dei ragazzi per cui erano organizzate le lezioni pomeridiane venisse a chiedere qualcosa, anche se non era delle Case di cui lei si occupava.
Le lezioni andavano avanti già da due settimane e sembravano procedere a gonfie vele, cosa che la rendeva particolarmente orgogliosa del suo lavoro.

- Si, cercavo Hannah, ma non sono riuscita a vederla al tavolo di Hufflepluff e non ho trovato nemmeno Anthony, così, dato che avevo bisogno un piccolo aiuto per il compito di Pozioni, ho pensato di venire a chiedere a te. Posso sedermi? -

La ragazzina si era infilata sulla panca, mettendovisi a cavalcioni, scoprendo le lunghe gambe, proprio in mezzo tra lei e Ginny, che le aveva lanciato un'occhiata tra l'assassino e il compassionevole. Già, perchè seduto a fianco di Hermione, proprio casualmente, c'era Neville.
Hermione aveva sbuffato, chiudendo il suo libro e si era rivolta verso la ragazza, che nel frattempo si era versata una tazza di caffè e la gustava godendosi le occhiate che Neville lanciava alle sue gambe da sopra le spalle di Hermione.
La Caposcuola, allora, aveva raddrizzato le spalle impettita, oscurando completamente la visuale del ragazzo, cui era sfuggito un grugnito di disappunto e si era rivolta alla ragazza:

- Quinn, sarei davvero felice di poterti dare una mano, il problema è che, anche se tu probabilmente non lo sai, io e Malfoy ci siamo divisi le materie da spiegare a voi ragazzi e Pozioni è una delle sue, quindi, se non ti dispiace, sarebbe il caso che chiedessi a lui un aiuto, se non trovi né Hannah, né Anthony. -

- Ma Malfoy mi aiuterà?

- Perchè mai non dovrebbe? E' un Caposcuola esattamente come me, Quinn. E se per caso dovesse dirti che non può, torna da me e vedremo di occuparcene insieme, di questo compito. -


- Grazie Granger!

La ragazzina si era alzata di scatto, mostrando buona parte della sua biancheria intima nello scavalcare la panca, per il piacere di Neville, che le aveva rivolto un'ultima occhiata e un saluto veloce. La ragazza si era illuminata in un sorriso smagliante e l'aveva avvicinato per lasciargli un bacio sulla guancia, stando attenta ad allontanare la tazza di caffè che teneva in mano.
Si era diretta verso il tavolo di Slytherin, alla ricerca di Malfoy, ma nel tragitto Hermione l'aveva vista fermarsi e lasciare la sua tazza sul tavolo Gryffindor, ad una certa distanza da loro.

Che strano, aveva pensato, se l'era appena versato.



*****


Malfoy era entrato in Sala Grande all'ultimo momento, per fare una colazione veloce e precipitarsi a lezione di Erbologia alle serre. Aveva afferrato un paio di fette di pane tostato, per avventarsi poco dopo su un piatto di uova. Cercava di mangiare rapidamente e dileguarsi prima che succedesse qualcosa in grado di rovinargli la giornata, che già si prospettava piuttosto lunga.


- Smettila di ingozzarti come una scimmia, Malf. -


Il buongiorno di Blaise era sempre piacevolissimo. Quella mattina non si erano incrociati, in camera, perché Malfoy si era svegliato in ritardo e aveva trovato il letto dell'amico già vuoto e la stanza deserta.


- Si da il caso che abbia una certa fretta. -

- Non è un buon motivo per dimenticare le maniere umane, caro. Diventerai come Weasel. -

Draco si era strozzato con il boccone che aveva appena deglutito, all'udire un'affermazione così inconcepibile ed aveva alzato lo sguardo verso il tavolo dei Gryffindor, come se sentire il nome della Donnola l'avesse indotto a controllare che fosse al suo posto, a strafogarsi come il suo solito.

Ed infatti era lì, circondato da piatti ricolmi di cibo, con entrambe le mani occupate da due enormi toast imburrati. Accanto a lui, la Brown lo guardava di sottecchi, gli occhi brillanti, nella speranza di ricevere almeno uno sguardo.

Qualche metro più in là la Mezzosangue stava parlando con una ragazzina bionda, di Ravenclaw, gli sembrava, ma in pochi minuti la piccola si era alzata e si era diretta verso il suo tavolo.


Fa' che non l'abbia mandata da me.


Se lo sentiva, che la Mezzosangue gli avrebbe appioppato qualche grana, con quella ragazzina e man mano che la vedeva avvicinarsi, si rendeva conto di non essersi sbagliato. Prima di arrivare da lui, l'aveva vista prendere una tazza di caffè ad un capo della tavolata ed si era poi avvicinata, stringendola in una mano e bevendone un sorso.


- Buongiorno, Caposcuola Malfoy. Sono Quinn Davies. -


Aveva allungato la mano libera dalla tazza e Malfoy l'aveva stretta distrattamente.

- Cosa ti serve da me, Quinn? Ho lezione tra poco, quindi se potessi essere rapida... -

Un gesto della mano aveva illustrato il poco che la frase lasciava sottinteso.
La ragazza era arrossita lievemente, abbassando gli occhi, ma poi, in qualche modo, doveva aver recuperato coraggio in qualche recondito angolo di sé e l'aveva affrontato con maggiore decisione.


- La Caposcuola Granger mi ha mandato da te perchè avevo bisogno di aiuto in Pozioni, ma non trovavo né Anthony né Hannah. -

- Cosa ha bisogno? Compiti, spiegazioni, un tema? -

Lo sguardo di Malfoy affettava una noia più che evidente, che non cercava in alcun modo di nascondere.


- Dobbiamo preparare il compito per domani, ecco. -

- Bene. Ci vediamo oggi pomeriggio nell'aula di Pozioni, chiederò il permesso di studiare lì con te al Professor Lumacorno. Facciamo per le 17.00. -

Quinn si era illuminata.

- Grazie davvero, Malfoy! Non avrei pensato che... -


Lui l'aveva interrotta immediatamente, alzando la mano davanti al suo viso.

- Lo faccio solo perchè devo, non perchè sono gentile. Ah, e sia chiaro. Se recuperi uno dei tuoi, dovrai chiedere a loro e mi lascerai in pace, siamo intesi? -

Non aveva atteso una risposta, perchè non era rilevante, a suo parere, ma aveva sentito uno squillante “Grazie!” rimbombargli nelle orecchie mentre se ne andava.


*****


L'aveva soltanto intravista in lontananza, durante la pausa pranzo ed aveva provato a seguirla, per lamentarsi dell'incarico che lo aveva costretto ad accettare con la piccola Quinn. Non aveva nessuna voglia di insegnare, nemmeno durante le lezioni obbligatorie a quei ragazzini, figurarsi farne di aggiuntive a una pupattola che nemmeno apparteneva alle Case che gli erano assegnate.

Una pupattola che se la fa con Paciock, oltretutto, la qual cosa lo lasciava quantomeno perplesso.

Non era riuscito a raggiungere la Mezzosangue in alcun modo, comunque, perchè quando sembrava che mancasse meno di un soffio, lei era svanita oltre un angolo senza lasciare alcuna traccia.

Erano da poco finite le lezioni pomeridiane e nel giro di un'ora sarebbe dovuto andare nell'Aula di Pozioni che aveva, come previsto, ottenuto dal Professor Lumacorno per la sua lezione di ripasso.
Si era diretto verso i sotterranei, per andare a recuperare in camera sua un libro che poteva servire durante la spiegazione alla piccola mentecatta, quando, di nuovo, come per magia, aveva visto sbucare una chioma ribelle che non poteva essere d'altri che della Mezzosangue.


Beccata.


Aveva affrettato il passo per raggiungerla, cercando di non fare molto rumore, per prenderla di sorpresa. Camminava a testa alta, impettita, un libro stretto al petto e un braccio ad oscillare al ritmo dei suoi passi, sul fianco.
Le aveva afferrato un polso con fermezza, tirandola un poco verso di sé. Lei si era girata con uno sguardo trucido, a cui era immediatamente seguita un'espressione annoiata.


- Che vuoi? -

- Bello scherzetto mi hai tirato stamattina, Mezzosangue. -


Con uno strattone Hermione aveva liberato il polso dalla presa di Malfoy e se l'era portato sul petto, ad appoggiarsi, incrociando l'altro braccio, sul libro che teneva. L'aveva osservato stranita.


- A che cosa ti riferisci, Purosangue? -


Da qualche settimana, da quando lavoravano insieme, Hermione aveva smesso di riprenderlo, quando la chiamava con l'appellativo che le riservava ormai da anni, dato che non sortiva altro effetto che divertirlo, con la sua irritazione, ma aveva iniziato a chiamare lui Purosangue.
Lo diceva con lo stesso sdegno e la stessa superiorità che metteva lui, quando la chiamava Mezzosangue. Draco le aveva rivolto un ghigno, misto tra orgoglio e fastidio, al sentirsi chiamare in quel modo.


- La signorina Davies è venuta a cercarmi. -

Il sopracciglio di Hermione si era alzato, incontrollabile.

- Lo so, te l'ho mandata io. Aveva bisogno di aiuto in Pozioni, è una materia tua e l'ho mandata da te. -

Malfoy aveva sbuffato.

- Il fatto che sia Ravenclaw non la pone sotto la responsabilità di qualcun altro? -

Hermione si era mossa, insofferente, spostando il peso da un piede all'altro, cercando dentro di sé un motivo valido per non sbattergli in faccia il libro di Antiche Rune che aveva in mano fino a fargli perdere i sensi. In effetti l'immagine di Malfoy a terra, tramortito, una goccia del suo purissimo sangue a colargli da naso, l'aveva aiutata non poco a recuperare un minimo di autocontrollo per rispondergli senza insulti.

- Sei un Caposcuola Malfoy, è tuo dovere aiutare gli studenti. Anche, anzi direi sopratutto delle altre Case. -

Lui aveva sogghignato.


- La nostra diligente maestrina ha fatto la sua lezione di etica anche oggi. Bene, Mezzosangue, vado in Aula di Pozioni dalla Davies, dato che è mio dovere. Ma mi devi un favore, non lo dimenticare. -

Il concetto era stato rimarcato dal dito indice di Draco, puntato dritto verso Hermione. 

- E io riscuoto sempre i miei crediti, Granger. -


Hermione aveva bloccato una rispostaccia sulle labbra, per evitare di rivolgerla alla sua schiena.
L'aveva guardato allontanarsi, il passo sicuro e le spalle scosse da una risata beffarda.
Odioso, arrogante ragazzino. Riusciva sempre a rovinarle la giornata.


*****


Nella camera del settimo anno Lavanda e Calì erano sedute ognuna sul proprio letto e chiacchieravano di nulla. Calì era seduta composta, i piedi poggiati sul pavimento, le mani sulle ginocchia e la schiena dritta; guardava in alto mentre parlava, muovendo alternativamente la testa da un lato e dall'altro. Lavanda, di fronte a lei, sedeva a gambe incrociate, la testa piegata di lato e con una spazzola morbida passava una lozione lucidante con un intenso profumo di fragola.


- Non capisco perchè ancora non abbiano chiarito. Ormai si parlano quasi normalmente, insomma, non mi sembra giusto che continuino a fare questi balletti. -


Calì aveva buttato lì questa frase quasi dal nulla, occhieggiando la reazione di Lavanda con la coda dell'occhio, mentre continuava il suo stretching ai muscoli del dorso.
Lavanda aveva bloccato la spazzola a metà lunghezza del ciuffo biondo che stava trattando in quel momento e aveva lanciato a Calì uno sguardo afflitto.


- Cosa vuoi che ti dica Calì, io non posso obbligare proprio nessuno a fare alcunchè. Non ti nego che vorrei sapere Ron completamente libero, soprattutto mentalmente, visto anche quanto adesso sembra si stia riavvicinando a me, ma se lo spingessi troppo potrei ottenere l'effetto opposto. -


Gli occhi della ragazza brillavano, quasi lucidi, a parlare di Ronald.
Lavanda era innamorata di lui dal sesto anno e in un certo modo era interessata a lui anche da prima, ma a parte la loro breve relazione che si era tragicamente interrotta dopo l'esperienza di Ron con i filtro d'amore di Romilda Vane e l'idromele avvelenato, non c'era mai stato altro.
Di sicuro, pensava Lavanda, erano fatti l'uno per l'altra ed era evidente. Quando stava con lei Ronald era sempre così sereno e sorridente, non come nell'ultimo periodo, quando stava con Hermione, in cui lui era sempre così cupo.
In qualche modo, quando c'era Lavanda intorno, Ron si rasserenava. Chiaramente la diretta interessata attribuiva questi cambiamenti di umore all'amore che lui provava per lei fin da allora, ma che era troppo cieco e ottuso per riconoscerlo. Ma lei con la pazienza sarebbe riuscita a mostrarglielo.
Ora che con la Granger era finita, Lavanda aveva tutto lo spazio per poter agire e per sperare di conquistare Ron, specialmente alla luce dei sorrisi e delle attenzioni che lui sembrava riservarle ultimamente. Ma doveva essere cauta. Aveva quest'occasione e nessun'altra, quindi doveva giocarla al meglio.
Calì aveva alzato le spalle, facendo poi un gesto con il mento in direzione di Lavanda.

- Tu sai meglio di chiunque altro cosa è meglio fare. Ma secondo me lei non si sta comportando in modo corretto, a tenere la questione in ballo. -


Lavanda aveva ricominciato a spazzolarsi i boccoli, con calma e con un sorriso sul volto, ma alle parole di Calì aveva reagito con un'espressione quasi di stizza.


- Non hanno granchè da chiarire in realtà, Calì. Si sono lasciati, lei l'ha lasciato, ma lui ha bisogno di parlarle per una questione sua personale, non per avere conferma di qualcosa che sa già. Finchè lei non gli avrà detto una volta per tutte che non vuole tornare con lui, io non ho speranza, perchè in qualche maniera lui si sente legato ad Hermione. -

Le era sfuggito un sospiro quasi sconsolato, all'idea di dover affrontare tanto, ma dentro di sé lei sapeva che quella di Ron era una fissazione, un'idea che era stata tanto comoda quanto tranquilla, per tutto quel tempo, ma con lei Ronald avrebbe trovato la vera passione, come era accaduto al sesto anno.


- Il fatto che sia legato a lei non implica che lei stia facendo in modo che lo sia? -


Lo sguardo malizioso di Calì alludeva più che esplicitamente all'idea che Hermione stesse cercando di tenere il piede in due scarpe, per essere single ma mantenendo sempre un certo guinzaglio su Ronald. Lavanda aveva scosso con forza la sua testolina ricciuta e le aveva lanciato uno sguardo di biasimo.


- Come sei meschina, Calì. Come puoi pensare che lei farebbe una cosa del genere? -


In quell'esatto momento, Hermione stava entrando dalla porta, giusto in tempo per intercettare l'ultima parte della frase di Lavanda.

- Chi non farebbe cosa, Lavanda? -


L'aveva chiesto curiosa, come per distrarsi dal nervosismo che l'ennesima discussone con Malfoy le aveva instillato nel petto. Lavanda aveva fatto un cenno di diniego con il capo, mentre si alzava per andarle incontro, con indosso la sua gonnellina giallo pallido e una t-shirt bianca.


- Nulla di importante, Hermione. Vieni con me in Sala Comune, vorrei parlarti di qualcosa. -

Dopo aver scoccato l'ennesima occhiataccia a Calì, l'aveva presa gentilmente per il gomito, guidandola con delicatezza giù per le scale che aveva appena percorso, fino a portarla nell'angolo accanto alla finestra che dava sul Lago Nero.
Si era seduta sul davanzale e le aveva fatto cenno di sedersi di fronte a lei.

- Di cosa volevi parlarmi, Lavanda? -


La ragazza si torturava le lunghe dita, stringendo una mano nell'altra ed offrendo ad Hermione un continuo alternarsi di bianco e rosso, dita e unghie. Si mordeva un labbro e sembrava non avere alcuna intenzione di parlare, poi ad un certo momento, aveva levato quegli occhioni azzurri nei suoi ed era partita in quarta, pronunciando un'intera frase senza apparenti pause.


- Non voglio impicciarmi degli affari tuoi, ma vorrei parlarti di Ron. -


Ad Hermione era sfuggito un sospiro a metà tra il divertito e il sollevato. Temeva di peggio, anche se non avrebbe saputo dire esattamente cosa.
Sapeva dell'interesse di Lavanda per Ron da sempre, ormai e non la stupiva affatto che lei, ora cercasse qualche informazione da lei.

- E che cosa dovresti dirmi? -

- Ecco, io... Volevo chiederti se avessi intenzione di chiarire con lui. Sai, in fondo, dopo la vostra lite non avete mai parlato e... - 

Lavanda aveva lasciato la frase in sospeso, ma con lo sguardo sembrava dirle chiaramente che era arrivato il momento di mettere le cose a posto.


- E tu come fai a sapere che noi non abbiamo mai parlato, dopo allora? -


La ragazza aveva abbassato lo sguardo, arrossendo sotto le lunghe ciglia bionde.

- Io...ehm... Ron mi potrebbe aver raccontato qualcosa... -

Hermione aveva trattenuto una risatina, davanti all'imbarazzo di Lavanda.


- Lavanda, stai tranquilla, non mi arrabbierò né con te né con lui per aver parlato di questa cosa e sto anche intuendo a cosa sia dovuta questa tua, come chiamarla, richiesta di informazioni... -


Davanti al sorriso sollevato di Lavanda, Hermione aveva proseguito.


- Immagino che Ronald non sia del tutto convinto che tra noi due sia davvero finita e, in qualche maniera goffa, deve averti fatto intendere che finchè non avrà chiuso del tutto con me, tu non potresti in alcun modo essergli vicina. Mi sbaglio? -


Lavanda aveva annuito vigorosamente, colma di ammirazione per la rapidità con cui Hermione aveva colto il nocciolo della questione.


- Bene, lo dico ora a te, Lavanda e cercherò di parlare con Ron appena possibile: io e Ronald non torneremo insieme. Io l'ho già perdonato per il suo comportamento tremendo dell'ultimo periodo, gli voglio molto bene, ma non voglio tornare con lui, nella maniera più assoluta. -


La scintilla di gioia nello sguardo di Lavanda era offuscata però dal dubbio.


- Ne sei sicura? -

- Si, Lavanda, sono sicura. -


Hermione aveva stretto una delle mani delicate della ragazza fra le sue e lei le aveva rivolto uno sguardo fiducioso.


- Vedi qualcun altro? E' per questo che non ti interessa più lui? -


Hermione si era tirata indietro di scatto, guardandola in viso con un sopracciglio sollevato.

- Lav, il fatto che ti abbia fatto una confidenza non ti autorizza a chiedermi ogni particolare degli affari miei. Ma comunque... No, non vedo nessun altro. Semplicemente ho capito che io e Ron non andiamo granchè bene come coppia. -

La conversazione si era chiusa con un sospiro di Lavanda, atto ad accogliere The King nella Sala Comune di Gryffindor.


- Vai pure Lavanda, non abbiamo altro da dire, noi due. -


L'aveva esortata con un gesto della mano e la ragazza si era alzata immediatamente, per andare incontro a Ron con un sorriso e cingergli un braccio con le mani. Lui le aveva risposto con uno sguardo caldo, quasi tranquillo.

Ad Hermione sembrava strano che non le provocasse nessun fastidio assistere a quelle moine, ma aveva dovuto rendersi conto che era così. Una volta avrebbe sentito un gran vuoto nel petto, nel guardare Ron sorridere alla Brown, ma ora no.
Sapere che presto avrebbero chiarito, che in qualche modo avrebbe potuto avere indietro la serenità degli anni passati, la faceva sentire leggera. Lei e Ron sarebbero tornati amici, lui avrebbe avuto Lavanda e tutto sarebbe filato liscio.


*****


Il pomeriggio successivo al ripasso con la Davies, Malfoy si stava dirigendo verso l'aula in cui avrebbero tenuto la lezione con il gruppo di studio. Aveva avuto una strana impressione, il pomeriggio precedente, come se quella ragazza non avesse alcun bisogno di aiuto in Pozioni. Era stata quasi eccellente, nella stesura del compito per il giorno successivo ed era inciampata soltanto un paio di volte, su argomenti tanto semplici da sembrare quasi che sbagliasse di proposito.
Non era molto brava a mentire, la ragazzina e mentire a Malfoy era ancora meno semplice che mentire a chiunque altro. Lui aveva fatto della menzogna un'arte e la piccola Davies non era altro che una dilettante.
Ma avrebbe scoperto che cosa tramava, anche fosse stata una semplice scusa per restare sola con lui, l'avrebbe smascherata. Ma non aveva notato occhi languidi o nemmeno una guancia arrossarsi. Era improbabile che la ragazzina avesse una cotta per lui, tanto più per il fatto che era da tutti risaputo con quanto ardore lei inseguisse Paciock qui e là per tutta Hogwarts.

Doveva esserci qualcos'altro di losco in quella richiesta.

Eppure aveva chiesto la stessa cosa anche alla Granger, come se avesse davvero necessità di qualcosa, oppure come se in un qualche modo avesse bisogno di avvicinarli entrambi.

Ci avrebbe pensato su, questo era poco ma sicuro.

Ormai era arrivato all'aula e la Granger lo aspettava al di là della porta, seduta sulla cattedra, le caviglie incrociate e lo sguardo fisso sulla punta delle scarpe.


Chissà a che sta pensando.


Ma che domande idiote si faceva?

- Trovato qualcosa di interessante? -

Hermione aveva fatto un salto di quasi un metro ed era scattata in piedi, la mano alla bacchetta, quasi in posizione di guardia.


- Come siamo suscettibili. Non attento alla tua vita, sono solo venuto a fare lezione. -


La guardava con l'espressione di scherno che Hermione tanto detestava e lei aveva ancora il petto che si alzava ed abbassava al ritmo di un respiro anche troppo accelerato.
Hermione aveva alzato lo sguardo nel suo e l'aveva guardato obliquamente, infastidita.

- Non ho paura di te, Malferret. Non mi fido di chi mi arriva alle spalle. -

L'espressione di Draco si era fatta in qualche modo amara, lo sguardo si era spostato da lei a qualcosa che probabilmente nessuno dei due poteva vedere. Aveva pronunciato la frase successiva con un ghigno sul volto.

- Brutti i ricordi di guerra eh? -

- Non sai quanto, Malfoy. -


Un risolino aveva lasciato le labbra del ragazzo, prima che lui parlasse ancora.


- Non ci contare. Lo so eccome. -

In quel momento il primo capannello di Gryffindor era arrivato nell'aula, infilandosi tra i due capiscuola che si fronteggiavano quasi al limite di un duello, ma con gli sguardi tristi di coloro che avevano già perso.
Li avevano guardati un po' perplessi, ma subito i due si erano mossi, prendendo ognuno il proprio posto, seduti sulla cattedra, ai due lati di essa.

In pochi minuti la classe si era riempita e avevano iniziato a girare tra i banchi per dare una mano con i compiti di Trasfigurazione. Alla fine del pomeriggio li avrebbero fatti esercitare, con gli uccellini che erano nella gabbia in fondo all'aula.

Sembrava che il silenzio si fosse fatto solido, rotto soltanto dai passi di Hermione sul pavimento e dal fruscio delle piume sulle pergamene.
Meredith Phelps stava impegnando tutte le sue capacità per concludere quel compito prima della fine di quella lezione; aveva appuntamento con Neville, dopo cena e non voleva avere compiti indietro.
Si rigirava una ciocca di capelli tra le dita, come era solita fare quando si concentrava, ma in un momento qualcosa di strano le era accaduto: aveva sentito qualcosa cedere e lo sguardo era caduto sulla pergamena, coperta appena dalla sua mano aperta.

L'urlo terrorizzato di Meredith aveva rotto il silenzio della stanza e i suoi capelli neri stavano posati sulla pergamena, sbavando l'ultima parola del compito: rivelazione.



Note:


  1. Il titolo è tratto da un verso di “Starlight” dei Muse:
    “Our hopes and expectations, black holes and revelations”.

  2. Le gonne corte delle divise delle ragazze sono un po' un gioco sul ficcynismo che accorcia le divise e di pari passo allo spessore della trama e un altro poco un omaggio a Savannah e alle Blue Ladies.

  3. A Quinn Davies piace molto, molto, molto il caffè. Mi auguro l'abbiate notato. XD

  4. Malfoy cerca Hermione per romperle l'anima, per infastidirla e per essere il più possibile pedante. Per ora non c'è niente di romantico nel suo avvicinarsi a lei, almeno in modo cosciente.

  5. Hermione che vuole colpire Malfoy è molto me. In realtà, su consiglio della fidata Rea la versione originale è stata limata per essere lievemente meno ME. La versione originale, infatti era: “... cercando dentro di sé un motivo valido per non sbattergli in faccia il libro di Antiche Rune finchè non avesse visto la materia cerebrale colargli dal naso”.
    In effetti era un po' troppo splatter, è vero. XD

  6. Forse è presto per l'avvicinamento tra Ron e Lav-Lav, ma per me loro sono una coppia perfetta e destinata, quindi in qualche modo si attraggono come una calamita. Quanto sono belliniiiiii! <3

  7. Calì è una stronza. Non ho altro da aggiungere.

  8. Hermione sta capendo parecchie cose su se stessa e su Ron. Soffre per la loro lontananza, ma ha capito che non è giusto per lei. Meno male, direi io.

  9. Qui casca l'asino. Meredith, le urla e i capelli sulla pergamena. u_u



Capitoletto un po' più breve, ma non potevo andare oltre senza rovinare questa parte.
In compenso sono stata inaspettatamente veloce, quindi spero che apprezzerete comunque.
I personaggi sono sempre più impazienti di raccontarsi, quindi spero di poter aggiornare presto, ma come sempre non posso assicurare nulla...

Ringrazio tutti, per le recensioni e le letture, apprezzo ogni parola ed ogni numerino che sale.
Scusate se non ho ancora risposto alle recensioni, ma ero immersa nello studio e nella stesura del capitolo, quindi ho preferito dedicarmi a questo in modo totale. Piano piano arriveranno anche le risposte, prometto.

Siete una gioia continua, non so come altro dirvelo. *__________*


Al solito, se vi va, potete venire a trovarmi nella mia nuova pagina autore, QUI.

   
 
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