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Autore: Jekkun    28/04/2011    2 recensioni
All'ombra della quercia grande si erano visti per la prima volta.
All'ombra della quercia grande si erano incontrati ancora e ancora.
All'ombra della quercia grande Francis si era innamorato.
All'ombra della quercia grande, la luna riflessa sulle gocce di pioggia, Francis aveva perso il suo angelo.
All'ombra della quercia grande Francis aspetta il suo ritorno.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Regalino di Pasqua{in ritardo} alla mia Francia, una FrUkUs nonsense, depressiva e schifida ♥ Con tanto affetto dalla sua spaccasconescolmattarello preferita 8D
L'idea inizialmente mi piaceva, volevo scrivere una bella FF, con hambagah e controhambagah, però l'impresa è stata più complicata del previsto ò_ò Essì, perchè ogni volta che provavo a scriverne una frase con la canzone che mi ha ispirato in sottofondo {http://www.youtube.com/watch?v=-rY2mOXnti0 ♥♥♥} mi autodeprimevo, quindi per finirla {e far venire 'nammerda} ho dovuto utilizzare la terapia durto: scrivere ascoltando "il cane pufoente" 8D *e fu pestata a sangueh*


{ A n g e l ~




All'ombra della quercia grande si erano visti per la prima volta.
All'ombra della quercia grande si erano incontrati ancora e ancora.
All'ombra della quercia grande Francis si era innamorato.
All'ombra della quercia grande, la luna riflessa sulle gocce di pioggia, Francis aveva perso il suo angelo.
All'ombra della quercia grande Francis aspetta il suo ritorno.

~~~


« Ehi, quel broncio non si addice per niente ad un visino delizioso come il tuo! »
« Shut up, idiot! Nessuno ti ha chiesto qualcosa. »


~~~


C'era del sangue. Scivolava lungo le ali del suo angelo, fino ad arrivare ad impregnare l'erba.
Piccole schegge vermiglie incatenate al corpo ricurvo su se stesso, a lasciar sporgere le ossa attraverso la pelle sciupata. Lo accarezzavano, lo graffiavano, scivolavano lungo i capelli e gli mordevano le labbra arse, contratte in una smorfia ferina.
E quegli occhi fulgidi, quei divini occhi di un colore che neppure il cielo più limpido poteva osare concedersi, ora erano cerchiati da un alone livido e imperlati da lacrime sottili, che li abradevano e vi si conficcavano intorno come piccoli aculei.
No, quello che Francis bonnefoy si trovava davanti di angelico ormai non aveva più nulla.

~~~


« io mi chiamo Arthur Kirkland, e sono un angelo. »

Francis sorride, gli porge la rosa che teneva delicatamente tra le mani.

« Scusa, ma da quando in qua gli angeli hanno delle sopracciglia così disgustose? »


~~~


L'anima gridava, graffiva, spingendolo in lacrime verso il corpo sofferente dell'angelo. Ma c'era qualcos'altro da fare, a parte sederglisi accanto ed accarezzargli i capelli zuppi di pioggia e sangue?

~~~



« Cos...? Le mie sopracciglia sono perfette! YOU, IDIOT! »

Ride, Francis, accarezzandosi con naturalezza la barbetta ispida. Ride dell'espressione indignata dell'altro, ride tra le sue urla e tra i suoi improperi. Ride, ma in fondo alle parole di Arthur ci ha creduto davvero.
Perchè si, quelle sopracciglia sono orribilmente grandi. Ma in tutta la sua vita, Francis è sicuro di non aver mai visto niente che possa essere anche solo paragonabile al fulgore dei suoi occhi verdi.


~~~


« Cosa ci sei venuto a fare, qui sulla terra? »
L'angelo gonfia il petto, alza lo sguardo orgoglioso su Francis e le labbra si piegano in un sorriso di sfida.
« Mi sono innamorato, no? »


~~~


Che ne era, della creatura celeste che Francis aveva incontrato sotto la grande quercia del parco? Che ne era della luce nei suoi occhi, della speranza sul suo volto?

~~~


« Ah.
E di chi? »


~~~


« v-vattene, frog. »

Cerca di parlare, Arthur, pur non avendo fiato neppure per respirare. Nonostante ogni lettera che pronuncia abbia l'effetto di un pugnale conficcato in gola si sforza di biascicare quelle due parole, la voce spezzata dagli ansimi.
Ed una risata spenta taglia la gola a Francis, la graffia, aderisce alla laringe per poi riversarsi sull'erba insieme al sangue fulvo come un vuoto singhiozzo.
Tipico di Arthur.

~~~


« si chiama Alfred Jones. Ha gli occhi del colore del cielo e il profumo della libertà sulle labbra. »

Arthur sorride, il volto sognante rivolto al cielo. Ed il cuore di Francis per un attimo smette di battere perchè no, non è possibile che quel sorriso così dannatamente radioso possa appartenere ad un banale essere umano.


~~~


« il tuo eroe non è venuto a prenderti. »

L'angelo non rispose. Cominciò a tremare più forte, il volto stretto tra le mani, mentre Francis lentamente si rendeva conto di avere davanti sontanto un uomo, ormai.
Umani gli occhi gonfi e spalancati da cui sgorgavano le lacrime, umano il sangue che gli lambiva le labbra e gli rigava la pelle, incrinata dalle ferite. Nemmeno quelle ali eteree che gli avevano incorniciato il corpo, di cui ora rimanevano solo piume sporche e rovinate a ferirgli la schiena, nemmeno quelle avevano ancora qualcosa di angelico.

~~~


« Quanto tempo puoi restare? Voglio dire, non hai qualcosa tipo delle restrizioni? »

Non risponde, l'angelo. Si limita ad abbassare lo sguardo vacuo, le labbra si fanno più strette.

« Non me ne vado finchè lui non viene a prendermi. »


~~~


C'era il profumo acre della morte, sulle ali di Arthur. Si mescolava all'odore della pioggia, impregnava le narici, si bloccava nei polmoni, li opprimeva e li graffiava come una bestia in catene.
Francis non le aveva mai viste prima, nè era sicuro che esistessero sul serio.
Davvero un peccato, perchè di sicuro erano state splendide, quelle ali, degne dell'angelo più bello.
Davvero un peccato, perchè ora erano soltanto due ammassi di piume sporchi, impregnati di sangue e pioggia.
Francis immaginò come avrebbe potuto essere il suo angelo, con quelle ali candide aperte ad accarezzargli la pelle della schiena cerea. Con quelle splendide ali di cui ormai rimanevano soltanto due mozziconi spiumati, conficcati nella carne come pugnali.

~~~


« Non arriverà, lo sai? »


~~~


E ci fu il tempo solo per un ultimo "grazie" silenzioso, pronunciato in un soffio attraverso le labbra fredde, prima che gli occhi si spegnessero pian piano.

~~~


Ci sono le lacrime, nei suoi occhi. Lacrime nascoste dal velo di un sorriso, da una maschera incatenata al suo volto con troppa forza, per poterla rimuovere ora. E così all'ombra della quercia grande, ora Francis aspetta.
Francis che sorride ancora, Francis che con naturalezza si scosta dal volto una ciocca birichina.
Francis che guarda il cielo con una rosa tra le mani.
Francis che cerca il suo angelo con lo sguardo, Francis che ancora non si rassegna.

~~~

   
 
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