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Autore: Persychan    28/04/2011    2 recensioni
Samuele non aveva mai pensato che un giorno si sarebbe inginocchiato ai piedi di una donna e neppure che le avrebbe obbedito con la placida fedeltà che accompagnava ora ogni suo gesto, ma era accaduto così.
E tutto per colpa di quel loro primo incontro dove lei, Gabriella, non aveva accettato la sua richiesta: "Uccidimi."

[Personaggi originali - Samuele/Gabriella]
[Avventure parallele]
[Racconto della Famiglia Rivolta]
Genere: Dark, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo:  E l'alfiere cadde ai piedi della regina (Frammento del passato di una capofamiglia e del suo secondo in comando)
Personaggi/coppia:  Samuele e Gabriella. Personaggi della Famiglia Rivolta
Parte: 1/1
Rating: PG
Riassunto:  Samuele non aveva mai pensato che un giorno si sarebbe inginocchiato ai piedi di una donna e neppure che le avrebbe obbedito con la placida fedeltà che accompagnava ora ogni suo gesto, ma era accaduto così.
E tutto per colpa di quel loro primo incontro dove lei, Gabriella, non aveva accettato la sua richiesta: "Uccidimi."
Note:  - non betata
- L’ambientazione è quella di Katekyo Hitman Reborn e in storie successive potranno comparire, sia nominati che in persona, vari personaggi della serie. Per il momento si tratta di una sorta di storia parallela ambientata nello stesso universo in contemporanea con gli avvenimenti che hanno come protagonisti Tsuna e guardiani. In fondo la famiglia Vongola è una della tante famiglie mafiose italiane.
[Per altre storie della stessa ambientazione andate qui]
 
 

E l'alfiere cadde ai piedi della regina
(Frammento del passato di una capofamiglia e del suo secondo in comando)



"Uccidimi."
Questa fu la prima parola che le rivolse, la prima che le rivolse in quanto nuova capofamiglia della Rivolta e l'ultima come Gabriella Viteri.
 
Le parole precedenti erano state pronunciate parecchie ore prima ed erano state i rapidi saluti che avevano preceduto l'inizio del loro scontro, di quell'ultima battaglia che avrebbe determinato il vincitore e il degno successore a capo di quell'assurda e anomala famiglia che era la Rivolta.
Lei gli aveva sorriso e lui l'aveva odiata.

Come osava una donna di una dinastia minore, di una di quelle che neppure era conteggiata nei clan che formavano la Famiglia Rivolta, ambire al titolo di capofamiglia e soprattutto sopravvivere alle sfide regolari e ai tentavi di omicidio o ai sicari che, sebbene meno legittimi, facevano parte della tradizione per la successione? Non era possibile, non era assolutamente e umanamente possibile: lui stesso aveva rischiato di morire per mano di uno sfidante un po' troppo intraprendente e vigliacco che lo aveva attaccato la notte prima del duello se non fosse stato per i sottoposti di suo padre. Eppure lei, con una casata formata da un padre ridotto a un vegetale da una pallottola di cui nessuno aveva mai scoperto l'origine, una madre utile come frigorifero sull'isola di Wrangel, un fratello idiota che si sarebbe fatto ammazzare prima di possedere un solo capello bianco e delle sorelle buone solo a farsi scopare e impalmare dal primo picciotto di bassa lega, non solo era sopravvissuta, ma lo aveva anche sconfitto.
 
La lama dell'alabarda gli premeva contro la gola, appena sopra la clavicola con abbastanza forza da lacerare la pelle madida di sudore in un fiore rosso carminio che gli decorava il collo come la collana che non avrebbe mai indossato, e lei lo fissava, gli occhi scuri di un onice opaco ad osservare il movimento di ogni suo muscolo e i capelli ricci trasfigurati in una aureola polverosa attorno al viso, senza dire una parola.
 
"Uccidimi."
 
"Fossi scema."
 
Lei, che ora era senza nome, né la boss e neppure Gabriella, continuava a fissarlo senza cambiare espressione, con quell'aria...no, non avrebbe potuto definirla sorridente, la sua era poco più che una smorfia, e neppure altera o arrogante era soltanto... stanca - stanca com'era giusto che fosse dopo quasi dieci ore di combattimento e uno dei più violenti scontri che si fosse mai tenuto per la successione a capofamiglia - e per un attimo ebbe il dubbio di essersi sognato tale risposta.
 
"Cosa?"
 
"Fossi scema."
 
"Perché?"
 
Lei rise gettando la testa all'indietro con le mani strette attorno al manico dell'arma lasciando che la lama penetrasse  un po' più a fondo in un nuovo delirio di sangue e dolore.  Lui stette in silenzio con la bocca piena di gemiti e parole amare.
 
"Perché uccidere il figlio preferito del capoclan Zolnerov vorrebbe dire inimicarsi tutto il fronte est della famiglia, mio Samuil Mikhailovich Zolnerov. E questo solo nel caso migliore."
 
Sotto le dita poteva sentire un frammento della propria catena, dell'arma che fino ad ora non l'aveva mai tradito, almeno fino a quando le sue maglie non erano andate spezzate sotto la forza chirurgicamente precisa degli attacchi di lei e il tutto era finito in una cascata di metallo e schegge taglienti, e per un attimo si domandò quante possibilità aveva di tagliarle la gola lanciandolo.
Perché la cosa peggiore di tutti era che aveva ragione: ucciderlo, lui il pupillo adorato di quel padre che lo aveva innalzato a preferito soltanto perché il frutto perfetto dei lombi di un'Amazzone e di un'unione fondata sul reciproco sfruttamento, sarebbe stato un totale suicidio politico.
Era per tale motivo che le aveva chiesto di porre fine alla sua vita? No, non era così subdolo, voleva soltanto portare alla giusta conclusione questa assurda e impossibile vicenda.
 
"Nel caso peggiori mi troverei a dover combattere una guerra interna a pochi giorni dal mio insediamento senza alleati precisi e contro uno dei clan più potenti tra le Fondamenta della Rivolta. Decisamente non il modo giusto per iniziare, no? "
 
"E cosa intendi fare di me allora? "
 
"...mmmh, sinceramente non ho avuto molto tempo per pensarci, sai non pensavo seriemente di sopravvivere."
 
Almeno su qualcosa erano d'accordo, quella ragazzina - che, per Dio, era anche più giovane di lui - non avrebbe dovuto avere alcuna possibilità e invece gli aveva tenuto testa, era stata la sua prima vera sfida da quando, appena quindicenne, aveva sconfitto prima il fratello maggiore e poi il padre e lo aveva battuto distruggendogli l'arma e l'orgoglio in un solo colpo.
Lei aveva combattuto in un modo disperato. No, disperato non era la parola giusta, lei lo aveva combattuto in modo egoistico con il categorico imperativo di sopravvivere.
Lui lo aveva fatto, invece, soltanto per vivere meglio e per questo aveva perso.
 
"Che ne dici di essere il mio secondo?"
 
Per un attimo non riuscì a pronunciare parola, o forse fu la punta dell'alabarda che lentamente continuava a tracciare arabeschi sulla pelle della gola ad ogni suo respiro, poi sgranò gli occhi fissando quelle labbra sporche di polvere e sudore ripetere la domanda con calma determinazione.
 
"Perché mai dovresti propormi una cosa del genere? Sei forse pazza?"
 
Lei sorrise e si piegò in avanti fino quasi a far scivolare i capelli ricci e arruffati per la battaglia a sfiorargli il viso, mentre le mani immobili sul bastone non facevano che spingere più a fondo, ancora e ancora, il metallo nella sua carne. Stava morendo, stava morendo come aveva chiesto e lei lo fissava morire parlandogli all'orecchio e promettendo potere e vita.
 
"Per gli stessi motivi per cui non intendo ucciderti,  Samuil Mikhailovich, e anche perché perdere un elemento come te sarebbe un danno per la Famiglia e non mi sembra decisamente un buon modo per iniziare, non credi? Inoltre sono dell'idea che, se dobbiamo essere il fondo più scuro di questo pozzo di sangue e morte,  sia almeno questa una oscurità degna di essere vissuta. Un  tenebra spaventosa e infernale. Di questo mondo oscuro dovremmo essere i demoni ai cui piedi vengono posti sacrifici e doni per i nostri servigi e non, di certo, i servi per chi neppure sa le regole del gioco."
 
Capiva, capiva perfettamente, lui stesso la pensava in modo simile - a differenza di suo padre che si era adagiato in quel decadente atmosfera fatta di intrighi e denaro facile - eppure pronunciata da quelle labbra non sembrava soltanto un'opinione personale, ma una sorta di verità assoluta, di santissima icona da proteggere e venerare e qualcuno in cui credere come se fosse un Dio.
O una Dea.
 
"Non credi anche tu, Samuil?"
 
E sfilò la punta dell'alabarda in un unico gesto clemente e fu come morire per un solo istante nel calore tiepido del proprio sangue. Poi soltanto il frenetico batter di ciglia nel tentativo di rimettere a fuoco il mondo, un mondo che si era ribaltato, in un danzare frenetico ad ogni sua parola. Ad ogni parola di lei.
 
"Allora che ne dici di seguirmi?"
 
Questa fu l'ultima parola che gli rivolse, l'ultima che gli rivolse in quanto Samuil Mikhailovich del Clan Zolnerov e la prima come Samuele Soldati secondo in comando della Famiglia Rivolta.
 
 
 
 
 
----
Piccolo angolo della scrittrice.
 
 
Il nome, anzi, i nomi per questa coppia in generale e in questa fanfiction ancor di più sono fondamentali: Gabriella Viteri si dichiara morta il giorno in cui succede al comando della Famiglia Rivolta prendendo come tutti i boss prima di lei, pur non avendo alcun sangue in comune con la Fondatrice, il cognome di Rivolta abbandonando così tutta la sua vera famiglia insieme al cognome paterno.
Lo stesso nome di "Samuele" è molto importante: nella cultura russa - e se non si fosse capito sì, Samuele è russo - tra familiari non ci si chiama mai per nome interno, ma sempre con un soprannome, mentre le conoscenze e amici più o meno stretti passano prima dal diminutivo del patronimico, poi al patronimico intero e soltanto per situazioni già con una certa formalità si usa il nome per esteso. Ovviamente l'uso diventa sempre più formale via via che si aggiungono altre parti del nome ed ad esempio la forma che usa Gabriella all'inizio - cioè nome, patronimico, cognome - è estremamente  solenne (Oggigiorno si usa soltanto per alte cariche dello stato).
Il fatto che Samuele lo abbandoni per un nome più semplice e, soprattutto, italiano come quello di lei è indicativo del suo completo cambiamento e in qualche modo anche della sua "morte". (Morte simbolica quanto quella di Gabriella ovviamente)
In questa storia inoltre ci sono parecchi accenni ad alcune delle stranezze presenti nella Famiglia Rivolta. Prima tra tutte il fatto che la carica di capofamiglia non sia ereditaria, per succedere al potere basta sconfiggere gli altri pretendenti. Beh, poi il difficile è ovviamente sopravvivere visto che probabilmente l'ottanta percento dei tuoi sottoposti medita la tua morte rubarti il posto...
Sì, è una Famiglia abbastanza feroce e dalla morale alquanto discutibile.
Secondo la collana - che qui viene ricordata da Samuele - e di cui potete trovare una più ampia spiegazione qui
Terzo le Fondamenta. Ecco, per farla semplice - ci sono altri misteri, ma verranno svelati più avanti - diciamo che la Famiglia Rivolta è l'unione di vari clan e famiglie minori che da secoli seguono un unico capo, ma ce ne sono alcune più importanti, sia per potere che per anzianità, che vengono dette le Fondamenta.
 
Ah, per coloro a cui interessasse le isole di Wrangel sono tra le isole più a nord e tra le più fredde della Russia quindi potete immaginare quanta stima abbia della madre della boss.
 
Bene, auspicando di non avervi annoiato spero in un vostro commento <3

   
 
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