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Autore: fallforyou    29/04/2011    2 recensioni
Vengo sempre a sedermi sulla sabbia, a qualsiasi ora del giorno o della notte, se ne ho bisogno. E’ il mio conforto. Guardare come le onde si infrangono sulla battigia e poi ritornano sempre al mare, che se le porta via.
Così lui si è preso il mio cuore. Il mio cuore si è infranto come un’onda sulla riva, e lui se l’è portato via. Ancora, e ancora lo porterà con se, perché c’è sempre una nuova onda che accarezza la sabbia, e sempre ci sarà.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti ^.^ questa è la prima FF che pubblico, una one-shot che ho scritto tempo fa prima di scoprire questo bellissimo sito :)
A alcuni potrebbe sembrare un po' esagerata, non so, ma io penso che la vita ci dia sempre una seconda occasione.
Detto questo, preciso che un certo nome l'ho 'scoppiazzato' da uno dei miei cantanti preferiti...
Se recensite mi fa piacere, mi interessa qualsiasi commento.
Buona lettura.
Federica




Dov’era lui quando le lacrime mi solcavano il viso? Dov’era lui quando gridavo al cielo, quando mi sentivo sola, quando avevo semplicemente bisogno dell’abbraccio di un amico?
Lui non c’era.
Non c’era mai quando avevo bisogno di lui.
E ancora adesso, adesso che le lacrime fanno male come spine, lui non c’è. Io sono da sola, come sempre.
Guardo le onde infrangersi sulla spiaggia e la luna riflettersi all’orizzonte. Vengo sempre a sedermi sulla sabbia, a qualsiasi ora del giorno o della notte, se ne ho bisogno. E’ il mio conforto. Guardare come le onde si infrangono sulla battigia e poi ritornano sempre al mare, che se le porta via.
Così lui si è preso il mio cuore. Il mio cuore si è infranto come un’onda sulla riva, e lui se l’è portato via. Ancora, e ancora lo porterà con se, perché c’è sempre una nuova onda che accarezza la sabbia, e sempre ci sarà.
Così io riporrò la mia fiducia in lui, penserò che è cambiato, che ci tiene a me, ma sarà solo un’altra illusione.
Con la mano accarezzo la sabbia, e chiudo gli occhi, immaginando di essere un minuscolo granello, senza pensieri, senza amore, senza dolore. Ma fa troppo male.
 
“Papà! Cosa ti è successo?! Papà? Rispondi ti prego!”
Lo scuoto velocemente, cerco di alzargli la testa insanguinata, di farlo respirare.
“Papà! Non lasciarmi!” urlo mentre comincio a piangere disperata.
Sento che si rialza leggermente, che si appoggia a me e mi abbraccia. Il suo abbraccio, come quelli che mi dava da bambina, quando ero la sua principessa. Quando ci sdraiavamo sul prato del nostro giardino e guardavamo le nuvole insieme. Ora siamo li, in quel giardino, sdraiati sul prato, ma è tutto diverso.
“Papà, perché l’hai fatto?! PERCHE’ TI SEI BUTTATO DI NUOVO?”
Si era buttato dal tetto. Di nuovo. Non l’avrebbe salvato nessuno questa volta. Era troppo tardi.
Compongo il numero dell’ambulanza sapendo che non sarebbe servito a niente, poi torno a sorreggergli la testa mentre le lacrime mi offuscano la vista.
“Papà, ho perso la mamma, abbiamo perso la mamma! Non lasciarmi da sola! Io non sono niente senza di te!”
Il suo abbraccio si allenta, apre piano gli occhi e mi guarda. “Piccola, io non ce la faccio più senza tua madre.. Io ho bisogno di lei. Io la amo più della mia stessa vita. Ti guarderò da lassù” mormora.
“NO!” urlo io stringendolo a me. “Tu sei mio padre! Possiamo superarlo insieme, la mamma non vorrebbe tutto questo!”
“Ti ho sempre voluto bene, Annie, principessa” sussurra. “Ricordati che, da qualche parte, il cielo tocca il mare..io ne..sono..sicuro”.
Chiude gli occhi, e respira per l’ultima volta.
“PAPA’!” lo guardo senza credere a quello che vedo. Lascio il suo corpo senza vita, e corro, corro senza fermarmi. Comincia a piovere e il suo sangue si lava via dalle mie mani.
Non l’avrei mai più rivisto.
 
Mio padre si era suicidato. Aveva preferito morire, piuttosto che restarmi accanto. Per lui non valevo niente.
Una goccia cade sulla sabbia, e capisco che sono le mie lacrime.
All’improvviso sento dei passi dietro di me, leggeri, poi una mano si posa sulla mia spalla e per un folle istante penso che sia mio padre venuto a dirmi che era tutto un sogno.
Giro la testa quel che basta per vedere che è..lui. Sbuffo incazzata e mi volto dall’altra parte, per non fargli vedere che sto piangendo.
“Annie..io..l’ho appena saputo” mormora alle mie spalle.
“E cosa ci fai qui?” dico con voce rotta.
Sospira. “Devo esserci, almeno questa volta”.
Non capisco di cosa parla. “Cosa stai dicendo?”
“Annie non sono mai stato un buon amico per te, né un buon ragazzo quando stavamo insieme, e forse non lo sarò mai. Anzi, sicuramente, non andrò mai bene per te. Avevo paura, Annie. Paura di vederti piangere, di doverti consolare dopo tutto quello che avevi passato, ogni singola, maledetta volta, e ti ho lasciata sola. Paura di sentirti così vicina a me, di sapere che ero quello su cui contavi. Avevo paura di capire quanto ci tengo a te. Io non mi merito le tue attenzioni, non mi merito niente. Ma non smetterò mai di provare a rimediare a quello che ti ho fatto” dice, mentre io sono incredula.
“Tu avevi paura?” ripeto, scioccata.
“Annie, tu sei tutto per me. E non è facile accettare la miriade di emozioni che mi provochi dentro. Ne avevo paura. E non mi capaciterò mai di averti lasciata per quella stronza. Ma ora so che tu la cosa più bella che mi potesse mai capitare. Per questo sono qui, ora. Per starti vicino, anche se tu non vuoi”.
“No, Nick, non lo voglio. Io non ti voglio più! Non ho bisogno di nessuno. Mio padre se ne è andato..tu mi hai lasciata da sola così tante volte che ormai ci ho fatto l’abitudine..e sopravviverò, da sola” dico, cercando di sembrare convinta.
Lui non dice niente, si siede di fianco a me, così che i nostri corpi si sfiorino, e rimaniamo in silenzio mentre le mie lacrime continuano a scorrere. A un certo punto mi mette un braccio attorno alle spalle e mi stringe a sé. Mi appoggio sul suo petto e piango, piango come non ho mai fatto in vita mia, sfogo tutta la rabbia e la tristezza che ho dentro da quando mia madre è morta di cancro.
Alzo la testa e guardo i raggi di luna e le stelle che si specchiano nell’acqua. “Sai cosa mi ha detto papà prima di andarsene? Mi ha detto che il cielo da qualche parte tocca il mare..che ne è sicuro” sussurro.
“Lo penso anch’io” risponde, dandomi un bacio in fronte. “Posso dirlo?” aggiunge, esitante.
“Cosa?”
“Mi dispiace tanto”.
“Non fa niente” dico, cercando di fare spallucce.
“Lo so che non è così. So quanto ti fa stare male, e so che cosa pensi” mi prende la mano, e la accarezza piano. “Pensi che lui non ti volesse bene. In realtà ti voleva così tanto bene da avere il coraggio di lasciarti andare per la tua strada, perché sapeva che ce l’avresti fatta anche senza di lui”.
Tiro su col naso, e una lacrima mi bagna la guancia.
“Come ha potuto?” dico, ingorando le sue parole.
Intreccia la sua mano con la mia e le porta verso il cielo, indicando un punto nel blu scuro della notte. “Vedi quella stella che brilla? E’ tuo padre che ti guarda da lassù. Non ti lascierà mai sola. E neanche io”.
Stringo la sua mano e lo abbraccio, desiderando di poter far durare questo momento per l’eternità. Mi stringe forte, e il contatto con lui mi fa venire i brividi.
“Mi perdoni?” dice, incontrando il mio sguardo. Mi sorride.
Mi perdo un’attimo nei suoi occhi, prima di rispondere: “No”.
Il suo sorriso si spegne. “Non mi aspettavo che fosse così facile, dopotutto”.
“Nick, io mi sono fidata di te, ogni singolo giorno di questa stupida vita..da quando eravamo bambini, da quando eravamo amici inseparabili. Desideravo stare con te, perché tu eri tutto ciò che mi faceva stare bene. Non mi importa se mi hai lasciata per quella puttana, io me lo aspettavo.. Ma avevo bisogno di avere il mio migliore amico. E se piangere da sola ogni notte è ciò che ho ottenuto..anche se stanotte supera tutte le mie aspettative..non posso fidarmi ancora di te” sussurro, accarezzandogli piano la guancia.
“E perché sei qui, abbracciata a me, adesso?” dice, alzando gli occhi.
“Perché ho bisogno di te. Perché sarai sempre il mio migliore amico anche se non potrò più fidarmi di te. Perché sei il solo che riesce a consolarmi, il solo che mi fa provare tutto queste emozioni anche solo sfiorandomi”.
Ci fissiamo a lungo, i suoi occhi scintillanti nel buio.
Poi lentamente il suo volto si accosta al mio, mi sfiora il naso con il suo, le nostri fronti si toccano, le sue labbra sono a un centimetro dalle mie..il momento che ho sempre desiderato da quando mi ha lasciata per Charlie sta per arrivare, ma io non ce la faccio.
Mi alzo e corro via, via da lui, via dal mare, via dal ricordo di mio padre.
“Annie, io ti amo!”
Mi blocco, i miei piedi nudi sulla sabbia, la mente congelata. In quel momento sento qualcosa battere dentro di me..è il mio cuore, è tornato.
Mi volto, lui è a pochi metri da me che mi guarda con intensità. “Ti amo” sussurra, di nuovo.
Guardo la luna, bianca come il riflesso sul suo volto, e poi la stella di mio padre, che in quel momento brilla più del solito.
“Ti amo da tanto, e ti amo così tanto da aver avuto paura di quel che provo per te. Ma ti amo, e questo non cambierà mai”.
Mi butto fra le sue braccia, mi stringe a sé, e le nostre labbra si incontrano. È dolce come lo ricordavo, ma questa volta è più bello, è tutto più speciale. Forse perché so che anche lui mi ama davvero, come io ho sempre amato lui. E forse è per questo che papà se ne è andato. Non si può resistere a un amore così grande..lui aveva bisogno di mamma, e sapeva che io sarei stata felice.
Nick è tutto ciò che ho sempre desiderato, e anche di più.
Grazie, papà. Sii felice, con mamma.
“Anche io ne sono sicura” dico, staccandomi dai suoi dolci baci e guardando mio padre brillare nell’oscurità della nostra notte.
“Di cosa?” mormora, guardandomi con amore.
“Da qualche parte, il cielo tocca il mare”.
   
 
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