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Autore: Will P    30/04/2011    11 recensioni
Penelope si sveglia sempre prima di lui, perché dopo una vita scandita guardando il sole scorrere dietro le sbarre di una finestra è difficile perdere le vecchie abitudini.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Johnny Martin/Max Campion, Penelope Wilhern
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: No, non sono miei. *guarda Johnny-Max e scoppia a piangere* Il titolo viene da Indefinitely dei Travis (che è un po' la colonna sonora della fic).
Note: LA MELASSA, DIO, TOGLIETEMELA DI DOSSO. È che questo film ispira amore puro e sono convinta che Johnny sia totalmente perso per Penelope, ma proprio una cosa che ha dell'imbarazzante. Prompt alba @ COW-T di maridichallenge, ottava e ultima settimana. #teamangeli ftw!


Shine your light on me so that everyone can see I wanna stay here, indefinetely

Penelope si sveglia sempre prima di lui, perché dopo una vita scandita guardando il sole scorrere dietro le sbarre di una finestra è difficile perdere le vecchie abitudini. Johnny la sente scivolare fuori dalle lenzuola e muoversi per la stanza con attenzione, cercando di non svegliarlo, anche se le ha ripetuto mille volte di non preoccuparsi, che tanto lui è abituato a dormire inogni condizione e ad ogni ora. Infatti l’eco dei suoi passetti non si è ancora spenta che Johnny si è già riaddormentato, spingendo il viso nel suo cuscino, cullato dai rumori familiari e confortanti nella stanza accanto.

Il loro appartamento è una mansarda minuscola, grande quanto basta perché ci entrino il letto, il pianoforte e una libreria schiacciata tra il divano ed il cucinino, ma ha un terrazzo principesco, tutto mattonelle di cotto e complicate ringhiere di ferro, ed è tutto quello di cui hanno bisogno. Penelope ama passarci le sue giornate, curare le piante a annaffiarle appena prima che sorga il sole, fare colazione sul tavolino nascosto in un angolo sotto un tetto di edera che scende a cascata sopra le loro teste, o soltanto appoggiare i gomiti alla ringhiera e guardare la città che dorme.

Verso la fine della loro prima settimana nell’appartamento, in cui non avevano smesso di toccarsi per un secondo e si erano vestiti solo due volte per uscire a comprare frutta e pane fresco, Johnny le aveva chiesto se non le desse fastidio restare troppo tempo chiusa nello stesso luogo o se volesse scendere per una passeggiata, dello shopping, una birra. Penelope gli aveva sorriso, lentamente, allungandosi su tutto il materasso per passargli le dita tra i capelli, e aveva risposto che finché avrebbe potuto sentire la vita della città sotto di sé, le luci alle finestre e le insegne e il rumore di auto e risate in strada, sarebbe stata contenta. Al che Johnny l’aveva baciata, e non erano usciti di casa per altri cinque giorni.

E se a Penelope piace contemplare l’orizzonte per ore e ore, finché non deve rientrare e prepararsi per andare dai suoi bambini, a Johnny piace svegliarsi e scivolare a piedi nudi, in silenzio, fino alle spalle di Penelope, abbracciarla strappandole ogni volta un urletto sorpreso e infilare le mani sotto il suo pigiama, perdendosi sulla sua pelle calda di sonno e di sole e nei riflessi d’oro fuso del sole che sorge sui suoi capelli.

L’estate è la sua stagione preferita, perché Penelope non ha la scuola a metterle fretta e lui può restare a guardarla dall’entrata del terrazzo quanto vuole. L’aria le accarezza le gambe, nude se non per i calzettoni viola che ha rubato a suo padre e di cui non può fare a meno, e la fa rabbrividire appena intrufolandosi nelle maniche della camicia troppo grande che ha rubato a lui, ma bastano i primi raggi di luce contro il cielo turchese per riscaldarla.

Penelope si perde nei colori dell’alba, un ventaglio di rosa e fucsia ed arancione, poi nella luce fiammante si aggiusta i capelli dietro l’orecchio e si volta, vedendolo, e sorride. Sorride come se non ci potesse credere, come se ogni giorno iniziasse solo per lei, come se trovarsi lui accanto fosse ancora più bello dello spettacolo della città che scintilla ai loro piedi, e a Johnny qualche volta sembra di avere il cuore troppo piccolo per riuscire a provare tutto quello che prova senza scoppiare. È come se ogni sera andasse a letto convinto di non poterla amare più di così e poi l’indomani trovasse in lei qualcosa di ancora più bello, qualcosa che gli fa trattenere il respiro e gonfiare il petto d’amore.

Penelope si avvicina, per abbracciarlo, e lui approfitta prendendole il viso tra le mani e baciandola, lento e intenso, disegnandole le guance con i pollici ed innamorandosi ancora un po’ di più del sospiro che fa quando si separano. Lei gli passa le mani le mani lungo la schiena e lui le apre la camicia, baciandole il collo mentre le stringe la vita e la dirotta verso il divano, su cui cadono in un mucchio di risolini.

A quel punto Penelope gli scosta i capelli dalla fronte, e guardandolo negli occhi gli dice, “Buongiorno.” Johnny le posa un bacio sulla punta del naso, sul mento, sulla gola, e le mormora il buongiorno a sua volta con le labbra premute sulla pelle morbida tra i suoi seni, facendola ridere per il solletico della barba sfatta. Continua a baciarla lungo la pancia ed ubriacarsi della sua pelle, che sa di cotone e di buono, e scivola naturalmente tra le sue gambe baciandola anche lì. Sente un piccolo singhiozzo trattenuto quando l’accarezza brevemente, alza lo sguardo e lei è bellissima, con gli occhi lucidi e i capelli sciolti sul petto, il sole una fiamma rossa sul suo corpo.

Si riabbassa su di lei e allora sono solo i suoi sospiri che contano, gli ansiti e i gemiti a mezza voce e la maniera in cui gli si aggrappa alle spalle quando delle dita si uniscono alla bocca, e continua a raccogliere ogni sua goccia finché non la sente inarcarsi contro il divano ed andargli incontro e infine tremare mentre cerca di riprendere fiato.

Johnny si riarrampica sul divano, un piede a terra e un ginocchio puntato sui cuscini, e la guarda aprire lentamente gli occhi, il suo sguardo languido, l’ombra lunga delle ciglia sulle sue guance arrossate sotto i primi veri raggi di sole. Le scosta i capelli dalla fronte, dolcemente, e Penelope gli sorride prima di sollevarsi per baciarlo e in quel momento Johnny non vuole altro, vorrebbe fermare il tempo e restare così per sempre, con Penelope tra le sue braccia nel tepore del mattino che nasce.

Ma poi Penelope si alza, in piedi al centro della stanza come una statua dorata, si stringe la camicia al petto e si volta per un ultimo sorriso prima di sparire in camera. Johnny resta qualche secondo imbambolato poi la segue ridendo - perché è innamorato, perché la giornata è appena iniziata, perché è sciocco voler fermare il tempo quando il suo futuro è già così pieno di lei.

   
 
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