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Autore: LoveChild    30/04/2011    1 recensioni
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Che cosa ridicola, piangere per un paio di calze.
Eppure non era tanto stupido, secondo Caterina. Sembrava stupido, ma non lo era affatto.
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Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Caterina voleva essere felice 



Caterina stava seduta davanti al PC con lo sguardo perso.
Qualche lacrima le usciva a tratti, e non solo per i casini che aveva per la testa.
Principalmente Caterina piangeva perché le sue calze velate- comprate circa due ore prima – si erano smagliate a causa del legno scheggiato della sedia.
Che cosa ridicola, piangere per un paio di calze.
Eppure non era tanto stupido, secondo Caterina. Sembrava stupido, ma non lo era affatto.
Le calze rotte erano l’ultimo affronto, la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, quel troppo che non aveva né la forza, né la voglia di sopportare.
Era andata in biblioteca, quel pomeriggio, per la prima volta dopo tanto tempo ed era rimasta scandalizzata quando aveva scoperto che la chiusura era fissata per le diciotto e trenta. Era vergognoso! Cosa mai si poteva concludere in tre ore? Nulla. Assolutamente nulla.
Aveva letto i primi seicentodiciotto versi de ‘Il Giorno’ di Parini - che equivalevano ad esattamente metà della prima parte, ‘Il Mattino’- e poi la campana l’aveva avvisata che era ora di andarsene.
Aveva raggruppato tutti i libri e si era andata a comprare le calze.
Tornata a casa si era cambiata e poi era scesa nuovamente.
L’ora successiva l’aveva passata a scavare un solco davanti al garage del suo pseudo ragazzo nella speranza che lui ne uscisse, visto che lei non aveva il coraggio di bussare.
Mentre era affaccendata in questa ridicola occupazione aveva incontrato il padre di una sua amica e si erano messi a parlare.
L’uomo se n’era appena andato quando il suo ragazzo era uscito.
-Devo supporre che mi fai le poste?- le aveva chiesto Giovanni indecifrabile.
Non che si aspettasse salti di gioia, certo, ma Caterina rimase in imbarazzo tentando di negare e adducendo scuse non propriamente false.
-Comunque…- la interruppe lui –Cosa vuole Greta da mio fratello?
Caterina ebbe un tuffo al cuore. Lo sapeva, lo sapeva che lui glielo avrebbe chiesto.
-Non lo so.- tentò di dire con quanta più convinzione le riuscì.
-Io devo andare con loro, ora.- Giovanni indicò due ragazzi che Caterina aveva notato di sfuggita e che erano usciti con lui dal garage -Dì a Greta di farsi i fatti suoi e di non buttare benzina sul fuoco. Altrimenti la testa a saltare non sarà solo la sua.- si voltò e andò via.
Caterina gli disse qualcosa che lui, probabilmente non sentì.
Voleva piangere davvero Caterina ma si disse che era inutile, piangere per una cosa del genere.
Era tornata a casa, si era seduta davanti al computer e la calza si era smagliata.
In quel momento era scoppiata in lacrime.
Giovanni l’aveva fatta sentire inadeguata.
L’aveva fatta sentire in colpa.
L’aveva lasciata nel mezzo della strada voltando le spalle e andandosene e il fatto di sapere che non aveva diritto di pretendere nulla da lui perché non stavano propriamente assieme faceva stare Caterina ancora peggio.
Com’era? ‘Siamo nella striscia sottile che separa gli amanti dai fidanzati’.
Eppure era stata chiara, gliel’aveva detto che era arrivata l’ora di decidere se stare da un lato o dall’altro.
 Gliel’aveva detto che non si poteva andare avanti così.
Lui ci aveva girato intorno, aveva detto che non sapeva se se la sentiva perché non aveva il tempo necessario da dedicarle, e questo gli dispiaceva.
Caterina aveva ribattuto che lei ci teneva troppo per lasciare cadere così la cosa e che non avrebbero mai risolto nulla se non avessero almeno tentato.
Giovanni aveva detto che ci avrebbe pensato ma da quella volta non si era smosso proprio nulla.
E Caterina si mangiava il fegato, scavava solchi davanti al garage e sospirava.
Le parole di Giovanni le si agitavano nella mente ‘non sarà solo la sua testa a saltare’. A chi si riferiva? A lei? O forse a sé stesso?
Possibile che definire precisamente la loro relazione gli costasse un tale sforzo?
Caterina era stanca, voleva solo essere felice e Giovanni non faceva altro che minare piano piano quelle poche certezze che si era costruita.
Fu mentre si asciugava l’ennesima lacrima che Caterina prese la sua seconda decisione sulla loro ‘relazione’ nel giro di una settimana.
L’avrebbe costretto a decidere quella sera stessa, senza possibilità di appello.
Dovevano decidere da che parte di quella linea sottile volevano stare.
Non sapeva se ci sarebbe riuscita, non sapeva se sarebbe stata all’altezza del compito, ma sapeva per certo che voleva essere felice.
Caterina voleva essere felice.


Fine
 

Note:
Non ho nulla da dire in proposito...
Sono proprio speachless. >.<

   
 
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