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Autore: chos    01/05/2011    3 recensioni
Tutto era così miseramente tremendo che quasi riuscivo a sentire il centro della terra singhiozzare.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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Premessa: Questa è la prima fic che posto qua, e spero di non sbagliare qualcosa D:
Dunque, i personaggi presenti in questo scritto (ideato senza alcuno scopo di lucro) sono opera di Masashi Kishimoto.
Tutto ciò è nato da un momento di depressione estrema e di estremo attaccamento al capolavoro del grande Masashi-sensei, quindi spero possa piacere e soprattutto che renda giustizia a quel che è forse uno dei manga più belli della storia.
Buona lettura :D

 
Vermillion

Pioggia rosso vermiglio
Chapter 1

Tante, minuscole, gocce veloci, tremende, irrefrenabili, cadevano giù lungo tutta la mia figura martoriata dai suoi colpi potenti e scattanti.
 
Perché stava succedendo tutto quello? 
Perché era come se ogni momento che avevamo passato insieme stesse per scivolare inesorabilmente tra le mie dita come sabbia?
Perché il mio migliore amico mi stava combattendo con così tanto ardore e convinzione? 
 
Non volevo lasciarlo andare, il mio corpo si rifiutava categoricamente di accettare il suo abbandono, volevo semplicemente stringere quella sua maledetta mano e portarla al mio petto, per fargli sentire il rumore insopportabile del mio cuore che si infrangeva in mille pezzi, ma lui stava tentando di uccidermi, ed io non sapevo più se rispondere prontamente ai suoi colpi difendendomi, immaginando i miei giorni in sua assenza.
Che senso aveva tentare di resistere alla sua irruenza quando poi, andandosene, mi avrebbe lasciato di nuovo da solo?
D'altra parte avrei potuto benissimo sconfiggerlo, e tenerlo con me, ma ogni volta che sentivo la sua pelle lacerarsi sotto un mio attacco, una dolorosa scintilla accendeva il mio cuore straziato.
Ma quali alternative avevo? 
La mia schiena, quasi avesse vita propria, si distaccò dal terreno bagnato, ed il mio sguardo incontrò il suo, lo sguardo convinto e deciso del mio migliore amico, di Sasuke Uchiha, che rimaneva a svariati metri di distanza da me.
Mi alzai in piedi, con le sopracciglia aggrottate, mentre il respiro affannoso faceva muovere a ritmo irregolare il mio petto, e con la lingua ripulii l'angolo delle mie labbra, sporco di sangue; l'ambiente che ci circondava era grigio, triste, malinconico, così come le nuvole che ricoprivano il cielo.
Tutto era così miseramente tremendo che quasi riuscivo a sentire il centro della terra singhiozzare.
«Non posso fare proprio nulla per farti cambiare idea, vero?» Strinsi la mano destra che stava attaccata al fianco in un pugno,  così forte, che sentii le nocche dolere, digrignando i denti e in tutta risposta lui ricambiò lo sguardo con un ghigno.
«Sul serio pensi di potermi convincere a rimanere in questo misero villaggio? Come credi che potrei diventare più forte di mio fratello restando qui? Non essere ridicolo, io ho bisogno del potere, e Konoha non me lo darà di certo.» Rispose con aria di superiorità, che mi fece ribollire dentro una rabbia inaudita. Le sue condizioni non erano di certo migliori delle mie, eppure come riusciva a darsi delle arie in quelle circostanze?
Sentivo la forza sigillata dentro di me divenire sempre più potente, e sempre più insistentemente invocare il mio nome.
Dovevo attingere a quel potere o tentare di cavarmela da solo? Sasuke era certamente forte, e se mi avesse costretto ad usarlo, lo avrei fatto. Avrei usato qualsiasi mezzo per costringerlo a restare, non mi importava come, dovevo costringerlo a rimanere. Gli avrei rotto tutte le ossa, gli avrei distrutto la voglia e la forza di andare da Orochimaru, non sarebbe andato da quel maledetto in ricerca di potere. Sapevo che Sasuke avrebbe potuto diventare più forte anche da solo, perché lui era il mio esempio da seguire, lui era il mio idolo, anche se non gliel'avevo mai detto, anche se non gliel'avevo mai fatto notare mascherando il tutto con quel finto odio, lui era quello che sarei voluto diventare un giorno.
Come poteva deludermi in quel modo?
«Non ti lascerò andare da Orochimaru!» Le parole mi uscirono veloci dalla bocca, quasi in un ruggito, e partii all'attacco, mentre i miei piedi veloci percorrevano la strada che andava infangandosi sempre di più con la pioggia che scendeva fitta.
La sua figura rimase immobile, come se sapesse che non gli avrei inferto alcun danno. Che cosa aveva in mente?
D'un tratto, il segno che aveva sul collo si espanse, ed il suo aspetto divenne completamente diverso: i capelli diventarono più lunghi e chiari, sul suo volto apparve una croce e la sua espressione mi sembrò più minacciosa che mai.
Era quello il potere che gli procurava Orochimaru? Se lo avesse raggiunto che ne sarebbe stato di lui?
Quel cambiamento mi fece titubare, rendendo il mio attacco lento e prevedibile.
«Non dire stronzate, Naruto.» Concluse con sguardo serio, mentre bloccava il mio pugno a mezz'aria.
La mia difesa rimase così scoperta, ed un calcio colpì il mio fianco, facendomi finire diversi metri più in là, di nuovo a terra.
No, non potevo continuare in quel modo, mi sarei fatto uccidere. Lui stava facendo sul serio, quello non era mica un allenamento.
Mi alzai nuovamente, evidentemente indolenzito.
Strinsi gli occhi avvertendo chiaramente le conseguenze del colpo, e così compresi che dovevo farlo. Non avevo alternative, ero al limite, dovevo far prevalere la forza del cercotero e avrei potuto vincere, lo avrei fatto rimanere al villaggio, con me
I miei occhi si fecero più aggressivi, i canini più pronunciati, e i segni sul viso più marcati; così distesi il braccio al lato del mio fianco, concentrando il chakra nella mano destra, preparandomi per la tecnica che mi aveva insegnato quell'eremita porcello: il Rasengan, e lo stesso fece Sasuke, preparandosi per quello che il maestro Kakashi aveva nominato Mille Falchi.
L'impatto sarebbe stato micidiale, e probabilmente sarebbe stato anche l'ultimo. Dovevo riuscirci, dovevo riuscire a batterlo con quel colpo.
L'uno corse contro all'altro, ed i due attacchi si scontrarono, così come facevano le gocce della pioggia contro il terreno, creando una enorme sfera distruttiva, che mi travolse inesorabilmente, facendomi perdere i sensi dopo poco, mio malgrado.
Un dolore insopportabile aveva investito il mio corpo, facendolo crollare sfinito per terra.
Prima di chiudere gli occhi, sperai solamente che a lui fosse capitato lo stesso, e sarebbe rimasto lì, al mio fianco, dove era giusto che rimanesse.

To be continued.
   
 
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