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Autore: SLAPPYplatypus    01/05/2011    3 recensioni
non ci crederete- ma sì. sì, ho scritto un altro missing moment per that's me that's my life, questa volta precedente alla storia in sé. boh, se vi va di leggerlo, eccolo qui.
il rating è aranzione perchè - beh, in questo capitolo non succede niente. ma il prossimo/i prossimi saranno molto... brutali. hehehe.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'that's me. that's my life.'
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Dico solo che è un missing moment riferito (precendente) alla fanfic
that's me, that's my life -ebbene sì. Un altro.
Il rating è aranzione perchè - beh, in questo capitolo non succede niente. Ma il prossimo/i prossimi saranno molto... brutali. hehehe. Devo dare sfogo alla mia anima perversa in qualche modo, no? Beh, poi alla fine, se avete letto i capitoli della fic sapete già tutto. Ma vabbeh.
Detto questo, arrivederci.










Gloria.


«Lo ami davvero?» mi chiese Ryan, appoggiato a braccia conserte alla porta del bagno, mentre io mi sfregavo forte gli occhi cercando di cancellare ogni traccia di eyeliner prima che mia madre potesse notarle.
«C-cosa?» sapevo benissimo di cosa parlasse, cosa credete? Non sono mai stata una di quelle persone che chiede sempre di ripetere una domanda, prima di rispondere. Una parte di me era certa che avessi sbagliato, però, che in realtà mi stesse chiedendo qualcosa di diverso, di non avere capito bene. Sembrava stesse parlando di Chester, stava chiaramente parlando di Chester, ma... ma era semplicemente assurdo, dovevo aver capito male. A Ryan non era mai importato niente della mia vita, o almeno non che io ricordassi; aveva notato a stento quando mi tinsi i capelli di biondo platino. Era il fratello maggiore, lui, tutto il giorno fuori casa, diviso tra università e fidanzata inquietantemente simile ad una Barbie e tanto gentile da far venire il voltastomaco, ciliegina sulla torta di una vita impegnativa e tanto bella da essere estenuante. Figurarsi se poteva essere a conoscenza del fatto che la sorella minore stesse uscendo con qualcuno. Io ero la piccola della casa, ero ancora una bambina.
Probabilmente aveva semplicemente detto "Mangi la carne, vero?", o qualcosa del genere. Sì, doveva essere così.
«Sei davvero innamorata di quel tizio?» riformulò la domanda lentamente, come se stesse parlando con una bambina di due anni, fissandomi con gli occhi azzurri spalancati.
«S-sì. Credo di sì.» borbottai, sforzandomi di portarlo a chiudere l'argomento.
Sembrò trovare la mia risposta divertente, senza nessuna spiegazione apparente. Non stavo certo facendo una battuta o niente di simile. Ridacchiò tra sé, buttando leggermente la testa all'indietro. 
«Crede di sì.» ripetè, sussurrando incredulo. «Cosa provi quando lo vedi?» chiese schiarendosi la voce, e guardandomi dritto negli occhi.
Sbuffai e volsi nuovamente lo sguardo allo specchio, impregnando il cotone con lo struccante che mi aveva prestato Eliza.
Doveva essere evidente, il modo con cui cercavo di contenere la mia reazione, di arginarla e lasciarla sfociare in qualcosa di innoquo, o che non mi causasse guai, almeno. «Ryan, da quando ti importa qualcosa della mia vita? Io non ti ho mai chiesto niente della tua Barbie, lasciami in pace.» sbottai, sbattendo la confezione verdastra sul lavandino.
«Si chiama Allie.» brontolo quasi a sé stesso, spostandosi e percorrendo lo stretto corridoio verso la sua stanza, con le mani affondate nelle tasche, e sbattendo la porta abbastanza forte da far tremare l'impalpabile linea di alcol nella boccetta davanti ai miei occhi.
«Vaffanculo.» sussurrai tra me e me; non avevo mai messo così tanta rabbia in una sola parola. «Vaffanculo a te e alla tua maledetta Allie.» sibilai sempre più forte, scaricando nel water il cotone sporco e nascondendo nella mia borsetta lo struccante. «Andate tutti e due a farvi fottere e mandatemi una fottuta cartolina.»
«Tesoro? Hai detto qualcosa?» trillò mia madre dall'altra stanza.
«No, mamma, non preoccuparti! Vado a fare i compiti, ho un sacco da studiare e sarà maglio che salti la cena!» urlai, cercando di dare alla mia voce un tono allegro e serafico quanto esausto per lo studio.
«Certo, amore!»
Sbuffai, raggiungendo la mia camera a grandi falcate e chiudendo la porta. Afferrai velocemente un libro di testo a caso, e lo aprii sulla scrivania, allineando con cura l'astuccio.
No, ovviamente non mi sarei messa a studiare. Studiare? No grazie, passo.
«Ci si vede, biologia.» sussurrai ironica, mettendomi la borsetta a tracolla e aprendo la finestra, attenta a non produrre nessun rumore.
Odiavo questa parte dell'anno, la odiavo davvero. Novembre. Le otto di sera, e tutto era scuro, impossibile vedere ad un palmo dal naso senza una torcia. Mi calai lentamente dalla finestra, saltando silenziosamente dietro al cespuglio che ornava l'ingresso alla villetta giallognola dove vivevo.
Sentii distintamente un cigolio, e mi rannicchiai su me stessa. 
«Mamma, esco!» strillò Ryan da sopra la spalla. «Torno tra qualche ora, non aspettarmi in piedi!» chiuse la porta senza aspettare una risposta. Non dovetti aspettare molto perchè fosse fuori dal mio raggio visivo, giusto il tempo di girare un paio di angoli e tirai il cellulare fuori dalla borsa, aprendolo con uno schiocco.
Schiacciai velocemente un paio di tasti, e scrissi un messaggio per Chester.

Ho bisogno di vederti.
Tra mezz'ora al solito posto.
Ci vediamo lì?
xxx.

Sorrisi tra me e me, e iniziai a correre.

 
   
 
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