Le sue scarpe sono rosso fuoco, lucide, sembrano delle mele caramellate; le sue gambe magre, lisce come la seta, lunghissime che sembrano non finire mai, terminano invece con il suo fantastico vestito rosso, che stretto le avvolge il corpo, mettendo in evidenza le curve sinuose dei fianchi, della vita e del seno.
Tra le mani stringe una stessa da biliardo, si china sul tavolo pronta a far schioccare tra di loro le palle colorate. Io la osservo mentre il vestito le aderisce perfettamente in un modo assolutamente sensuale attorno al fondoschiena. Stringo le mani attorno alla mia stecca e cerco di respirare profondamente per evitare di farmi prendere dall’eccitazione.
Lei scocca il suo colpo, poi si rialza emi guarda con aria di sfida, come a volermi dire “vediamo se riesci a fare di meglio”.
La fisso anche io, volendole invece trasmettere un diverso tipo di messaggio, a dire “non hai idea di cosa riuscirei a fare”. Ma il mio fiato viene meno quando la vedo far scivolare la sua mano lungo la stecca, per poi avvicinarsi e afferrare la mia cravatta gialla; accarezza anche quella, poi me la toglie e la butta per terra accanto ai suoi piedi.
Mi lancia uno sguardo da birichina mentre si sostiene la testa con una mano, io ricambio a mia volta. Continuiamo così per un bel po’ di tempo, una muta conversazione sensuale attraverso i nostri occhi.
Poi improvvisamente, non so da dove, tira fuori dei petali di rose rosse e me li soffia in faccia con un fare così sexy che sarebbe impossibile arrabbiarsi; rovescia sul tavolo verde il bicchiere di vino rosso da cui stava bevendo prima, che si va a mescolare agli altri innumerevoli petali. Continua a guardarmi con lo stesso sguardo ben poco equivoco, so esattamente cosa vuole da me, mi fa addirittura l’occhiolino, poi non resiste più, la vedo che si china avvicinandosi, per poi sussurrarmi con un tono da farmi impazzire “Castle! Oh, Castle……… CASTLE!!”
Un grido mi riporta alla realtà. Siamo sulla scena di un crimine, la mia cravatta gialla ai suoi piedi è in realtà il nastro giallo segnalatore, il suo vestito rosso è soltanto un trench forse un po’ troppo stretto attorno al suo corpo, il vino rosso rovesciato altro non è che il sangue di un uomo ucciso con una stecca da biliardo, la stessa che lei stava accarezzando prima nel mio… sogno? Cos’era? Sembrava così vivido e reale.
Ryan ed Esposito si scambiano un occhiata eloquente tra di loro, Lanie scrive qualcosa sulla sua cartellina da anatomopatologa, mentre i tre detective si avvicinano a me sempre più, guardandomi con un’aria indagatoria. Io mi guardo intorno insicuro, non capisco cosa ho fatto di male stavolta, non ho toccato niente, non ho detto niente… Kate mi si avvicina e infila una mano sotto la mia giacca, ne tira fuori un petalo di rosa rossa. Mi guarda con il petalo in mano, io la riguardo a mia volta curioso, non capendo niente di quello che sta succedendo. Mi getta il petalo addosso e si volta, con un sorriso malizioso improvvisamente spuntato sul suo volto: lei sa. Ma cosa sa? Non era solo un sogno ad occhi aperti?
Sorrido, perché da quando la seguo sogno e realtà sembrano un'unica cosa. E lei lo sa.


ooookkkk!!!!!!eccomi tornata! e con me l'ispirazione che era andata a farsi benedire quasi un mese fa...
non è un granchè come ritorno sulle scene, lo so, ma si comincia così... per poi pubblicare tutte in una volta le miriadi di idee che ho in cantiere!!!
una follia.. una cosa indefinibile è questa qui... ma mi piaceva scriverla, e non sapendo come prendere sonno do iniziato a scrivere...
se non volete recensire siete liberi di farlo... insomma, io non mi recensirei, quindi vi capisco!!!XD
baci8!!! ^.^