Non so quanto sarà lunga, tutto dipenderà dall'ispirazione e dal tempo che riuscirò a dedicarci, ma spero di non deludervi^^
Dalla
sua finestra la principessa Alina poté vedere il fratello
Caleb a cavallo
pronto per partire in battaglia contro il regno di Kernow, il re
Gregory si
avvicinò al figlio abbracciandolo e sussurrandogli qualcosa
nell’orecchio, il
principe ricambiò l’abbraccio e prima di montare a
cavallo portò lo sguardo
verso la finestra della sorella, appena si accorse della sua presenza
le fece
un gesto di saluto con la mano. Si erano salutati la sera prima, il
banchetto
che doveva essere di celebrazione per il fratello in realtà
si era trasformato
in un incubo per Alina, soprattutto quando il padre aveva alzato il
calice in
aria per brindare al principe ereditario e al suo coraggio, lei invece
avrebbe
voluto supplicare il re di smetterla con quella inutile faida e di
lasciare il
fratello a casa, ma come da brava principessa se ne stette zitta al suo
posto e
pianse solo quando era nelle sue stanze ricordando le parole del
fratello
quando l’aveva salutata prima che se ne andasse nelle proprie
stanze per la
notte“Tornerò e sarai fiera di me”
peccato che lei lo fosse già e che non
doveva mostrarle nulla.
“Maestà
vi aiuto a vestirvi” la sua dolce serva Evy si
avvicinò piano, con cura depose
gli abiti puliti sul letto a baldacchino, poi attese vicino al
paravento la sua
signora che appena le fu di fronte si fece slacciare la camicia da
notte “Mia
signora vedrete che il principe Caleb tornerà presto sano e
salvo” “Lo spero
Evy”.
La
vita al castello stava precedendo normalmente, ormai erano passati
dieci giorni
da quando Caleb e l’esercito erano partiti ed ne ebbero solo
qualche sporadica
notizia da un emissario mandato dal principe, anche solo quelle
frammentarie
notizie rassicuravano le e il padre. Stanca della solita monotonia
Alina chiese
a Gareth di esercitarsi con la spada, egli era un grande maestro delle
armi e
aveva insegnato ciò che sapeva prima al fratello e poi a
lei, all’inizio suo
padre non ne era convinto ma poi concordò con lei che una
brava principessa
dovesse sapersi difendere da sola in un momento di grande
difficoltà. Alina
iniziò ad attaccare il suo mentore, le loro spade si
incrociarono parecchie
volte e alla fine vinse Gareth avendola disarmata “Ottimo
duello Maestà, ormai
state diventando quasi più brava di vostro
fratello” “Non adularmi Gareth, ne
ho ancora di strada per arrivare al livello di Caleb… ditemi
una cosa secondo
voi il nostro esercito vincerà la battaglia?”
l’uomo assunse un’aria stranita,
non capiva perché la principessa avesse questi dubbi
sull’esercito e sul
fratello, aveva sempre saputo che Alina era differente dalle altre
principesse
che conosceva, era una ragazza acuta, intelligente e soprattutto non se
ne
stava tutto il giorno a rimirarsi allo specchio o a cucire come la
maggior
parte delle principesse “Credo di sì principessa,
dopotutto vostro fratello
oltre ad essere un ottimo cavaliere è anche un abile
stratega. Abbiate fede in
lui” Alina si sentì quasi punta sul vivo, con
occhi duri si rivolse al
cavaliere “Certo che ho fiducia in mio fratello, ma bisogna
sempre non
sottovalutare l’avversario e poi si sa che il fato
può sempre cambiare vento,
questo me lo avete insegnato voi Sir Gareth “ il maestro le
sorrise, con un
gesto affettuoso le circondò le spalle mentre si
incamminavano verso l’armeria
per depositare le spade, in alcuni momenti tra i due non vi erano certi
tipi di
formalismo come quello tra un cavaliere e una principessa
“Alina non crucciarti
e cerca di essere forte, tuo padre ha bisogno del tuo
sostegno” “Sarei stata
più tranquilla se voi foste stato al fianco di mio
fratello” anche lui avrebbe
voluto partecipare alla battaglia, ma a causa di una vecchia ferita di
guerra
all’anca destra sarebbe stato solo un peso per il principe e
per l’intero
esercito.
Alina
si svegliò di soprassalto a causa delle campane
d’allarme che rimbombavano in
tutto il castello, con il cuore in gola la principessa si
alzò dal suo letto e
si avvicinò alla finestra, tra il buio poté
scorgere delle fiamme e sentire
le urla di panico delle persone, presa
dal panico corse verso la sua porta ma prima che poté
aprirla vi entrò Gareth ,l’uomo
aveva la fronte imperniata di sudore e nella mano destra la spada
sguainata,
dopo di lui vi entrò anche il re “Padre che sta
succedendo?” “Un assalto, sono
mercenari e sono a migliaia” il corpo della principessa fece
un sussulto
involontario, non ci voleva molto per
capire che sarebbero capitolati, i migliori uomini
dell’esercito erano in
battaglia con suo fratello e anche se Caleb fosse stato avvisato ci
avrebbe
messo due giorni ad arrivare. Un urlo agghiacciante arrivò
dal fondo del
corridoio “Presto Alina scappa insieme a Gareth “
“No, io non vi lascio padre
resterò qui con voi fino alla fine”
“E’ un ordine Alina, non lascerò che mia
figlia muoia per mano di quei cani, presto Gareth portala via
attraverso il
passaggio segreto, non importa come ma salva la principessa”
la ragazza cercò
di ribellarsi alla stretta del cavaliere, non voleva lasciare il suo
popolo e
soprattutto suo padre, il re aiutò Gareth a condurre la
principessa vicino
all’apertura segreta che era dietro a un enorme araldo nella
stanza di Re
Gregory, questi lo azionò aprendo una porta nascosta nel
muro “Alina ascoltami
attentamente, ricordati sempre che tu sei la figlia di Gregory
Vermillion re di
Gwyned, ma soprattutto ricordati che tu e tuo fratello siete la cosa
più bella
della mia vita e che ti ho sempre amata” detto ciò
il re non aspettò neanche
una risposta, con una spinta decisa fece entrare la figlia nel
passaggio e poi
lo chiuse dietro di se sentendo la figlia che lo chiamava.
Il
passaggio segreto portò nelle scuderie, Gareth
controllò che non vi fosse
nessuno per poi far uscire la principessa, il corpo di Alina era scosso
da
forti spasmi e dagli occhi cadevano lacrime silenziose, purtroppo il
cavaliere
sapeva di non avere molto tempo prima che li scoprissero, aveva
promesso al suo
Re che avrebbe portato in salvo la principessa e sarebbe ciò
che avrebbe fatto
a costo della sua stessa vita. Con movimenti veloci l’uomo
sellò il cavallo
della principessa e poi il suo “Alina ascoltami sai dove
è il vecchio rifugio
dei boscaioli?” dopo aver ottenuto un cenno di approvazione
della principessa
continuò “Molto bene, adesso usciremo di qui e
dovrai spronare il tuo cavallo
al massimo, qualsiasi cosa accada non devi fermare il cavallo e
voltarti
indietro fino a quando sarai al rifugio” “E tu cosa
farai?” “Non vi preoccupate
prima devo solo depistare il nemico e poi vi raggiungerò,
avete la mia parola
d’onore”all’ennesimo segno
d’assenso, Gareth aiutò Alina a montare, poi si
avvicinò al portone e tirò una poderosa pacca sul
cavallo di sua maestà che
corse a galoppo.
Davanti
al ponte Alina trovò due mercenari che tentarono di fermarla
ma grazie al suo
cavallo li travolse e potè continuare la sua corsa, poi
sentì dietro di se le
urla di alcuni nemici che forse la stavano inseguendo a cavallo, ma
come le
disse Gareth non si fermò e non si voltò, anzi
chiese uno sforzo maggiore al
suo destriero incitandolo, questi ovviamente non la deluse, nonostante
il
terreno accidentato l’animale non perse mai il ritmo e
continuò la sua corsa
sfrenata. Non seppe neanche in quanto tempo si ritrovò
davanti al rifugio, con
un movimento veloce smontò da cavallo e lo portò
dentro una piccola rimessa, in
cui l’animale vi stava, per altezza, appena
“Scusami Goliath, vedrai tra poco
ce ne andremo presto, lo sai che ti devo la vita vero amico mio? Appena
posso
ti comprerò delle belle mele” il cavallo
nitrì e le portò il muso vicino alle
mani per farsi fare qualche coccola, il momento idilliaco
finì quando la
principessa sentì il rumore degli zoccoli di un cavallo
avvicinarsi, d’istinto
prese un rastrello poco lontano da lei pronta ad attaccare. Con
movimenti
calcolati uscì dalla rimessa stando appiccicata alla parete,
era fortunata ad
avere il buoi a suo favore, quando i rumori degli zoccoli si fecero
più vicini
strinse la pseudo arma ancora più forte e il cuore
iniziò a martellarle nel
petto come uno stallone al galoppo “Maestà, sono
io Gareth dove siete?”
sentendo la voce del maestro Alina lasciò un sospiro di
sollievo, uscì dal suo
piccolo nascondiglio trovandosi a pochi cm dal cavaliere che per tutta
risposta
guardò stranito il rastrello, vedendo il suo sguardo
inquisitorio la giovane si
giustificò “Per difendermi, lo so non è
il massimo ma è pur sempre qualcosa”
Gareth le sorrise bonariamente, dopo aver messo anche lui il cavallo
nella
rimessa entrarono insieme nel rifugio.
Il
rifugio era vecchio e malandato, dalle pareti poterono sentire gli
spifferi
d’aria entrare, Alina si strinse nelle braccia colta da una
forte pelle d’oca dato
che indossava solamente la sua camicia da notte così Gareth
le diede il suo
mantello per coprirsi da vero gentiluomo, la principessa lo
ringraziò con gli
occhi e si mise in un angolo mentre l’uomo accese un piccolo
focolaio per
riscaldarsi, Alina fissò il fuoco le tonalità
rosse e gialle che si
mischiavano, si chiese se suo padre fosse sopravvissuto, se Caleb
sarebbe tornato
e cosa avrebbe dovuto fare dopotutto erano solo lei e Gareth
“Maestà
riposatevi, starò io di guardia” la ragazza lo
ringraziò e si accoccolò meglio
vicino al fuoco e tentò di prendere sonno, ma appena chiuse
gli occhi poteva
ancora vedere nella sua mente il volto preoccupato di suo padre, il
fuoco che
bruciava la cittadella e le voci agonizzanti del suo popolo, si
svegliò di
soprassalto con Gareth che la scuoteva “Maestà
svegliatevi è solo un incubo”
presa sempre da quel leggero panico si attaccò alla veste
del maestro e vi
nascose il viso, calde lacrime amare iniziarono a sgorgare dai suoi
occhi,
mentre l’uomo le accarezzava i capelli tentando di
rassicurarla.
Gareth
porse una ciotola con delle bacche alla principessa scusandosi per quel
poco
che aveva trovato, ma Alina non iene fece una colpa “Cosa
faremo adesso?”
“Andremo a Camelot, purtroppo dovremmo prendere la strada
più lunga,cioè
attraversando il passo delle montagne, se ci addentrassimo nel bosco
rischieremmo di incontrare i mercenari” la ragazza
fissò la piccola mappa che
il mentore mise a terra per farle vedere la strada
“Perché invece non andiamo
da Caleb, dista solo due giorni da qui” per Alina sembrava la
cosa più
semplice, una volta avvertito il fratello si sarebbe mosso con
l’esercito e si
sarebbero ripresi il castello, ma Gareth scosse la testa desolato
“Mi spiace ma
rischieremmo troppo e poi saremmo attaccati da due fronti, mentre se
chiediamo
aiuto a Uther avremmo più tempo per prepararci e
più possibilità di vincere.
Purtroppo abbiamo due problemi” la fanciulla lo
guardò stranita, poi capì quale
era uno dei due problemi il primo era che dovevano raggiungere il passo
prima
che nevicasse, perché ormai l’inverno era alle
porte e avrebbe chiuso il
passaggio rubandogli ogni via di fuga, ma allo stesso tempo i mercenari
non
avevano il problema di un possibile attacco dai regni vicini e
dall’esercito di
Claeb dato che il regno sarebbe stato quasi isolato, chi aveva agito
contro il
suo regno non era per nulla uno sprovveduto perché avrebbe
avuto il tempo di un
intero inverno per far riprendere i propri uomini e trovare una
strategia
adeguata per eliminare l’esercito al proprio ritorno. Mentre
il secondo le sfuggiva
non riusciva proprio a capire quale fosse, così disse la sua
teoria sul primo
problema ottenendo un sorriso d’approvazione, poi Alina
chiese quale fosse il
secondo “Voi Maestà, i mercenari vi cercheranno in
ogni villaggio, dobbiamo
trovare il modo di passare inosservati in mezzo ad essi” di
fatto dovevano per
forza passare per gli ultimi tre villaggi del confine,
perché non vi era altra
via, Alina si alzò in piedi e iniziò a vagare per
la stanza alla ricerca di una
soluzione, mentre camminava inciampò in una sacca, presa
dalla curiosità l’aprì
e vi trovò degli abiti, poi una lampadina le si accese, era
un azzardo ma tanto
valeva provarci “Ho trovato, mi fingerò un
uomo” Gareth a quella proposta
sgranò gli occhi color dell’ebano e
fissò la sua signora allucinato “Maestà
state scherzando vero?” “Pensateci quei maledetti
cercano una principessa, cioè
una donna, non stanno cercando un uomo” in effetti il
ragionamento non faceva
una piega, ma il cavaliere dubitava nel successo di quel piano.
Doveva
ammetterlo Gareth non aveva mai conosciuto un essere tanto testardo
come Alina
Vermillion, aveva già testato la sua testardaggine qualche
anno prima, il re
per i dodici anni della figlia le aveva concesso come regalo di
scegliersi il
proprio destriero, l’allevatore con i cavalli più
belli si era presentato nella
piazza del castello il giorno del compleanno della principessa con se
aveva
animali bellissimi e di varie tonalità, tra cui una giumenta
bianca che era
l’animale più docile che avesse mai visto a detta
dell’allevatore Tom, ma Alina
non calcolò minimamente i cavalli proposti dal suddito, ma
si avvicinò
incuriosita allo stallone frisone nero che strepitava perché
legato alla
staccionata “Lui, voglio quel cavallo” inutile dire
che sia l’allevatore che il
re cercarono di dissuadere la ragazza, ma Alina ne fu irremovibile
nonostante
Tom l’avesse avvertita dell’indole ribelle
dell’animale. Quando fu disarcionata
la prima volta Sir Gareth era ben sicuro che la principessa sarebbe
corsa dal
padre chiedendo di cambiare l’animale, invece questa si
alzò e tentò ancora una
volta di far capire chi era il padrone, al quarto giorno
l’animale divenne
docile e la principessa potè sfoggiare la sua conquista
davanti ai cavalieri e
ai nobili di corti che ritenevano la sua impresa impossibile, persino
il
fratello a volte la prendeva in giro, ma vedendo la sorella le fece un
nobile
inchino in segno di rispetto. Goliath
nitrì leggermente “Un attimo la tua padrona sta
finendo di prepararsi” aveva
aiutato Alina a tagliarsi i lunghi capelli, con aria risoluta
l’aveva guardato
e ordinato di tagliare le lunghe ciocche, quando le si era avvicinato
con il coltello
da caccia le chiese ancora se ne fosse sicura “Fatelo Gareth,
sono capelli
ricresceranno” però potè giurare di
averla sentita irrigidirsi quando le aveva
tagliato la prima ciocca, quando finì l’opera sul
pavimento vi era una massa
informe di capelli color nocciola, senza dire una parola Gareth li
raccolse e
li bruciò, se i mercenari fossero arrivati al rifugio e
avessero trovato i
capelli forse avrebbero scoperto il loro piano perciò non
potevano rischiare
“Maestà vi lascio prepararvi” detto
questo il cavaliere si dileguò per sellare
i cavalli, ora doveva solo attendere che la ragazza uscisse fuori
“Gareth che
ne dici?” Forse quel folle piano non sarebbe stato scoperto
tanto facilmente.
Era già passato un anno dalla battaglia contro i cavalieri invincibili e Morgose, ma soprattutto dalla scomparsa di Morgana, Uther era diventato ancora più estremista contro la magia, secondo il re di Camelot era stata quella maledetta a corrompere la sua adorata pupilla, perché in realtà Morgana era di animo nobile e non si sarebbe mai comportata in quel modo ormai non poteva neanche più essere nominata quella parola. Arthur aveva accettato il nuovo comportamento del padre, il popolo vedeva Uther come un re duro, forte e invincibile, ma nessuno di loro poteva vedere il tormento del re come Arthur, a volte lo trovava immerso a fissare il vuoto con occhi spenti o alla notte invocare nel sonno il nome della sorella. Una sera di fine estate era pronto a parlare al padre del suo amore per Gwen, si sentiva agitato ma allo stesso tempo deciso, era inutile continuare a nascondersi, voleva vivere alla luce del sole il suo amore, trovò suo padre già seduto per la cena, i servi servirono le pietanze calde e mentre il re stava tagliando una coscia di pollo trovò il coraggio di parlargli “Padre dovrei parlarvi di una cosa importante” Uther lasciò da parte la pietanza e prima che il figlio potesse continuare gli disse “Prima ti vorrei parlare io, non ti ho ancora ringraziato abbastanza per quello che hai fatto” “Lo avrebbe fatto chiunque” “No Arthur, tu ti sei dimostrato un ottimo futuro re, sarai migliore di me… nella mia vita ho fatto così tanti sbagli, ma tu sei l’unica cosa bella che mi sia capitata in vita mia, sono sicuro che tu non mi deluderai mai” a quelle parole il principe sentì il suo stomaco attorcigliarsi, una strana nausea si impossessò di lui, suo padre credeva così ciecamente in lui non poteva deluderlo “Cosa dovevi dirmi?” “Nulla di che, solo che il maniscalco ha deciso di forgiare una nuova spada per me”. Arthur non dormì per tutta la notte, diviso tra il dovere e i suoi sentimenti, amava Gwen lei era la donna perfetta per lui e sapeva che sarebbe stata un’ottima regina, ma quella luce speranzosa e quella totale fiducia che aveva Uther verso di lui gli fecero capire che suo padre non avrebbe sopportato anche quella notizia, perciò prese l’unica decisione possibile, forse la più dolorosa di tutta la sua vita. Non avrebbe mai dimenticato l’espressione addolorata di Gwen, gli occhi color dell’ebano si erano riempiti di lacrime, le labbra invitanti invece erano piegate in una smorfia di dolore “Ho capito di non amarti più” le aveva detto volutamente per ferirla, non poteva costringerla ad aspettarlo lei doveva vivere la sua vita, per una settimana non l’aveva vista in giro per il castello a svolgere le sue solite mansioni, dall’altro canto sentiva lo sguardo accigliato di Elyan durante gli allenamenti, be dopotutto erano fratelli, ma non gli disse mai nulla in faccia. Mentre Arthur si stupì del comportamento di Merlin, si aspettava una saccente discussione su come avesse fatto soffrire Gwen e di come fosse stato un codardo, al quinto giorno vedendo che il servo non gli recriminava nulla il principe sbottò “Come Merlin non mi dici quello che pensi, non eri tu quello schietto e sincero? Su dimmelo che sono un vigliacco!” Merlin alzò lo sguardo dallo stivale che stava pulendo, sul suo viso non vi era nessuna espressione ironica “Se vi fa star meglio ve lo posso anche dire, ma non sarebbe quello che penso” “A si e allora cosa pensi?” il principe era curioso, già si pregustava una bella litigata con Merlin almeno avrebbe sfogato la rabbia repressa che teneva dentro lanciandogli dietro qualche oggetto e insultandolo “Penso che voi possiate diventare un ottimo possibile futuro re, avete scelto di non ferire vostro padre, ma di patire in silenzio, no Maestà voi non siete un vigliacco, siete solo un figlio che ha preferito suo padre alla propria felicità e questo vi fa onore” i due si fissarono per qualche secondo in silenzio poi Merlin per alleviare la tensione e l’imbarazzo aggiunse“Però adesso non vi esaltate rimarrete pur sempre un asino reale”.
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto , dunque accetto qualsiasi tipo di recensione e critica, perciò siate pure spietati e fatemi sapere cosa ne pensate, un bacio Miki 87