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Autore: Miki87    03/05/2011    1 recensioni
“Dimmi che cosa ti porta qui a Camelot?” “Maestà sono qui per chiedervi asilo politico” Uther a quelle parole sobbalzò, non gli era mai successo una cosa del genere, nessuno gli aveva mai chiesto asilo politico nel suo regno “Vedete re Uther colui che avete di fronte non è quel che sembra” notando l’aria spaesata e stupita del sovrano Gareth continuò “Ecco in realtà lui è una lei.. avete di fronte la Principessa Alina Vermillion figlia di Re Gregory Vermillion, la mia signora” per poco a Uther non venne un coccolone
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Terza stagione
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Allora questa è la mia prima Fanfiction sulla serie Merlin, diciamo che ho inziato ad appassionarmi a questa serie dopo aver visto anche la terza stagione.
Non so quanto sarà lunga, tutto dipenderà dall'ispirazione e dal tempo che riuscirò a dedicarci, ma spero di non deludervi^^



Dalla sua finestra la principessa Alina poté vedere il fratello Caleb a cavallo pronto per partire in battaglia contro il regno di Kernow, il re Gregory si avvicinò al figlio abbracciandolo e sussurrandogli qualcosa nell’orecchio, il principe ricambiò l’abbraccio e prima di montare a cavallo portò lo sguardo verso la finestra della sorella, appena si accorse della sua presenza le fece un gesto di saluto con la mano. Si erano salutati la sera prima, il banchetto che doveva essere di celebrazione per il fratello in realtà si era trasformato in un incubo per Alina, soprattutto quando il padre aveva alzato il calice in aria per brindare al principe ereditario e al suo coraggio, lei invece avrebbe voluto supplicare il re di smetterla con quella inutile faida e di lasciare il fratello a casa, ma come da brava principessa se ne stette zitta al suo posto e pianse solo quando era nelle sue stanze ricordando le parole del fratello quando l’aveva salutata prima che se ne andasse nelle proprie stanze per la notte“Tornerò e sarai fiera di me” peccato che lei lo fosse già e che non doveva mostrarle nulla.
“Maestà vi aiuto a vestirvi” la sua dolce serva Evy si avvicinò piano, con cura depose gli abiti puliti sul letto a baldacchino, poi attese vicino al paravento la sua signora che appena le fu di fronte si fece slacciare la camicia da notte “Mia signora vedrete che il principe Caleb tornerà presto sano e salvo” “Lo spero Evy”.
La vita al castello stava precedendo normalmente, ormai erano passati dieci giorni da quando Caleb e l’esercito erano partiti ed ne ebbero solo qualche sporadica notizia da un emissario mandato dal principe, anche solo quelle frammentarie notizie rassicuravano le e il padre. Stanca della solita monotonia Alina chiese a Gareth di esercitarsi con la spada, egli era un grande maestro delle armi e aveva insegnato ciò che sapeva prima al fratello e poi a lei, all’inizio suo padre non ne era convinto ma poi concordò con lei che una brava principessa dovesse sapersi difendere da sola in un momento di grande difficoltà. Alina iniziò ad attaccare il suo mentore, le loro spade si incrociarono parecchie volte e alla fine vinse Gareth avendola disarmata “Ottimo duello Maestà, ormai state diventando quasi più brava di vostro fratello” “Non adularmi Gareth, ne ho ancora di strada per arrivare al livello di Caleb… ditemi una cosa secondo voi il nostro esercito vincerà la battaglia?” l’uomo assunse un’aria stranita, non capiva perché la principessa avesse questi dubbi sull’esercito e sul fratello, aveva sempre saputo che Alina era differente dalle altre principesse che conosceva, era una ragazza acuta, intelligente e soprattutto non se ne stava tutto il giorno a rimirarsi allo specchio o a cucire come la maggior parte delle principesse “Credo di sì principessa, dopotutto vostro fratello oltre ad essere un ottimo cavaliere è anche un abile stratega. Abbiate fede in lui” Alina si sentì quasi punta sul vivo, con occhi duri si rivolse al cavaliere “Certo che ho fiducia in mio fratello, ma bisogna sempre non sottovalutare l’avversario e poi si sa che il fato può sempre cambiare vento, questo me lo avete insegnato voi Sir Gareth “ il maestro le sorrise, con un gesto affettuoso le circondò le spalle mentre si incamminavano verso l’armeria per depositare le spade, in alcuni momenti tra i due non vi erano certi tipi di formalismo come quello tra un cavaliere e una principessa “Alina non crucciarti e cerca di essere forte, tuo padre ha bisogno del tuo sostegno” “Sarei stata più tranquilla se voi foste stato al fianco di mio fratello” anche lui avrebbe voluto partecipare alla battaglia, ma a causa di una vecchia ferita di guerra all’anca destra sarebbe stato solo un peso per il principe e per l’intero esercito. 
Alina si svegliò di soprassalto a causa delle campane d’allarme che rimbombavano in tutto il castello, con il cuore in gola la principessa si alzò dal suo letto e si avvicinò alla finestra, tra il buio poté scorgere delle fiamme e  sentire le urla di panico delle persone, presa dal panico corse verso la sua porta ma prima che poté aprirla vi entrò Gareth ,l’uomo aveva la fronte imperniata di sudore e nella mano destra la spada sguainata, dopo di lui vi entrò anche il re “Padre che sta succedendo?” “Un assalto, sono mercenari e sono a migliaia” il corpo della principessa fece un sussulto involontario, non ci voleva molto  per capire che sarebbero capitolati, i migliori uomini dell’esercito erano in battaglia con suo fratello e anche se Caleb fosse stato avvisato ci avrebbe messo due giorni ad arrivare. Un urlo agghiacciante arrivò dal fondo del corridoio “Presto Alina scappa insieme a Gareth “ “No, io non vi lascio padre resterò qui con voi fino alla fine” “E’ un ordine Alina, non lascerò che mia figlia muoia per mano di quei cani, presto Gareth portala via attraverso il passaggio segreto, non importa come ma salva la principessa” la ragazza cercò di ribellarsi alla stretta del cavaliere, non voleva lasciare il suo popolo e soprattutto suo padre, il re aiutò Gareth a condurre la principessa vicino all’apertura segreta che era dietro a un enorme araldo nella stanza di Re Gregory, questi lo azionò aprendo una porta nascosta nel muro “Alina ascoltami attentamente, ricordati sempre che tu sei la figlia di Gregory Vermillion re di Gwyned, ma soprattutto ricordati che tu e tuo fratello siete la cosa più bella della mia vita e che ti ho sempre amata” detto ciò il re non aspettò neanche una risposta, con una spinta decisa fece entrare la figlia nel passaggio e poi lo chiuse dietro di se sentendo la figlia che lo chiamava.
Il passaggio segreto portò nelle scuderie, Gareth controllò che non vi fosse nessuno per poi far uscire la principessa, il corpo di Alina era scosso da forti spasmi e dagli occhi cadevano lacrime silenziose, purtroppo il cavaliere sapeva di non avere molto tempo prima che li scoprissero, aveva promesso al suo Re che avrebbe portato in salvo la principessa e sarebbe ciò che avrebbe fatto a costo della sua stessa vita. Con movimenti veloci l’uomo sellò il cavallo della principessa e poi il suo “Alina ascoltami sai dove è il vecchio rifugio dei boscaioli?” dopo aver ottenuto un cenno di approvazione della principessa continuò “Molto bene, adesso usciremo di qui e dovrai spronare il tuo cavallo al massimo, qualsiasi cosa accada non devi fermare il cavallo e voltarti indietro fino a quando sarai al rifugio” “E tu cosa farai?” “Non vi preoccupate prima devo solo depistare il nemico e poi vi raggiungerò, avete la mia parola d’onore”all’ennesimo segno d’assenso, Gareth aiutò Alina a montare, poi si avvicinò al portone e tirò una poderosa pacca sul cavallo di sua maestà che corse a galoppo.
Davanti al ponte Alina trovò due mercenari che tentarono di fermarla ma grazie al suo cavallo li travolse e potè continuare la sua corsa, poi sentì dietro di se le urla di alcuni nemici che forse la stavano inseguendo a cavallo, ma come le disse Gareth non si fermò e non si voltò, anzi chiese uno sforzo maggiore al suo destriero incitandolo, questi ovviamente non la deluse, nonostante il terreno accidentato l’animale non perse mai il ritmo e continuò la sua corsa sfrenata. Non seppe neanche in quanto tempo si ritrovò davanti al rifugio, con un movimento veloce smontò da cavallo e lo portò dentro una piccola rimessa, in cui l’animale vi stava, per altezza, appena “Scusami Goliath, vedrai tra poco ce ne andremo presto, lo sai che ti devo la vita vero amico mio? Appena posso ti comprerò delle belle mele” il cavallo nitrì e le portò il muso vicino alle mani per farsi fare qualche coccola, il momento idilliaco finì quando la principessa sentì il rumore degli zoccoli di un cavallo avvicinarsi, d’istinto prese un rastrello poco lontano da lei pronta ad attaccare. Con movimenti calcolati uscì dalla rimessa stando appiccicata alla parete, era fortunata ad avere il buoi a suo favore, quando i rumori degli zoccoli si fecero più vicini strinse la pseudo arma ancora più forte e il cuore iniziò a martellarle nel petto come uno stallone al galoppo “Maestà, sono io Gareth dove siete?” sentendo la voce del maestro Alina lasciò un sospiro di sollievo, uscì dal suo piccolo nascondiglio trovandosi a pochi cm dal cavaliere che per tutta risposta guardò stranito il rastrello, vedendo il suo sguardo inquisitorio la giovane si giustificò “Per difendermi, lo so non è il massimo ma è pur sempre qualcosa” Gareth le sorrise bonariamente, dopo aver messo anche lui il cavallo nella rimessa entrarono insieme nel rifugio.

Il rifugio era vecchio e malandato, dalle pareti poterono sentire gli spifferi d’aria entrare, Alina si strinse nelle braccia colta da una forte pelle d’oca dato che indossava solamente la sua camicia da notte così Gareth le diede il suo mantello per coprirsi da vero gentiluomo, la principessa lo ringraziò con gli occhi e si mise in un angolo mentre l’uomo accese un piccolo focolaio per riscaldarsi, Alina fissò il fuoco le tonalità rosse e gialle che si mischiavano, si chiese se suo padre fosse sopravvissuto, se Caleb sarebbe tornato e cosa avrebbe dovuto fare dopotutto erano solo lei e Gareth “Maestà riposatevi, starò io di guardia” la ragazza lo ringraziò e si accoccolò meglio vicino al fuoco e tentò di prendere sonno, ma appena chiuse gli occhi poteva ancora vedere nella sua mente il volto preoccupato di suo padre, il fuoco che bruciava la cittadella e le voci agonizzanti del suo popolo, si svegliò di soprassalto con Gareth che la scuoteva “Maestà svegliatevi è solo un incubo” presa sempre da quel leggero panico si attaccò alla veste del maestro e vi nascose il viso, calde lacrime amare iniziarono a sgorgare dai suoi occhi, mentre l’uomo le accarezzava i capelli tentando di rassicurarla.
Gareth porse una ciotola con delle bacche alla principessa scusandosi per quel poco che aveva trovato, ma Alina non iene fece una colpa “Cosa faremo adesso?” “Andremo a Camelot, purtroppo dovremmo prendere la strada più lunga,cioè attraversando il passo delle montagne, se ci addentrassimo nel bosco rischieremmo di incontrare i mercenari” la ragazza fissò la piccola mappa che il mentore mise a terra per farle vedere la strada “Perché invece non andiamo da Caleb, dista solo due giorni da qui” per Alina sembrava la cosa più semplice, una volta avvertito il fratello si sarebbe mosso con l’esercito e si sarebbero ripresi il castello, ma Gareth scosse la testa desolato “Mi spiace ma rischieremmo troppo e poi saremmo attaccati da due fronti, mentre se chiediamo aiuto a Uther avremmo più tempo per prepararci e più possibilità di vincere. Purtroppo abbiamo due problemi” la fanciulla lo guardò stranita, poi capì quale era uno dei due problemi il primo era che dovevano raggiungere il passo prima che nevicasse, perché ormai l’inverno era alle porte e avrebbe chiuso il passaggio rubandogli ogni via di fuga, ma allo stesso tempo i mercenari non avevano il problema di un possibile attacco dai regni vicini e dall’esercito di Claeb dato che il regno sarebbe stato quasi isolato, chi aveva agito contro il suo regno non era per nulla uno sprovveduto perché avrebbe avuto il tempo di un intero inverno per far riprendere i propri uomini e trovare una strategia adeguata per eliminare l’esercito al proprio ritorno. Mentre il secondo le sfuggiva non riusciva proprio a capire quale fosse, così disse la sua teoria sul primo problema ottenendo un sorriso d’approvazione, poi Alina chiese quale fosse il secondo “Voi Maestà, i mercenari vi cercheranno in ogni villaggio, dobbiamo trovare il modo di passare inosservati in mezzo ad essi” di fatto dovevano per forza passare per gli ultimi tre villaggi del confine, perché non vi era altra via, Alina si alzò in piedi e iniziò a vagare per la stanza alla ricerca di una soluzione, mentre camminava inciampò in una sacca, presa dalla curiosità l’aprì e vi trovò degli abiti, poi una lampadina le si accese, era un azzardo ma tanto valeva provarci “Ho trovato, mi fingerò un uomo” Gareth a quella proposta sgranò gli occhi color dell’ebano e fissò la sua signora allucinato “Maestà state scherzando vero?” “Pensateci quei maledetti cercano una principessa, cioè una donna, non stanno cercando un uomo” in effetti il ragionamento non faceva una piega, ma il cavaliere dubitava nel successo di quel piano.

Doveva ammetterlo Gareth non aveva mai conosciuto un essere tanto testardo come Alina Vermillion, aveva già testato la sua testardaggine qualche anno prima, il re per i dodici anni della figlia le aveva concesso come regalo di scegliersi il proprio destriero, l’allevatore con i cavalli più belli si era presentato nella piazza del castello il giorno del compleanno della principessa con se aveva animali bellissimi e di varie tonalità, tra cui una giumenta bianca che era l’animale più docile che avesse mai visto a detta dell’allevatore Tom, ma Alina non calcolò minimamente i cavalli proposti dal suddito, ma si avvicinò incuriosita allo stallone frisone nero che strepitava perché legato alla staccionata “Lui, voglio quel cavallo” inutile dire che sia l’allevatore che il re cercarono di dissuadere la ragazza, ma Alina ne fu irremovibile nonostante Tom l’avesse avvertita dell’indole ribelle dell’animale. Quando fu disarcionata la prima volta Sir Gareth era ben sicuro che la principessa sarebbe corsa dal padre chiedendo di cambiare l’animale, invece questa si alzò e tentò ancora una volta di far capire chi era il padrone, al quarto giorno l’animale divenne docile e la principessa potè sfoggiare la sua conquista davanti ai cavalieri e ai nobili di corti che ritenevano la sua impresa impossibile, persino il fratello a volte la prendeva in giro, ma vedendo la sorella le fece un nobile inchino in segno di rispetto. Goliath nitrì leggermente “Un attimo la tua padrona sta finendo di prepararsi” aveva aiutato Alina a tagliarsi i lunghi capelli, con aria risoluta l’aveva guardato e ordinato di tagliare le lunghe ciocche, quando le si era avvicinato con il coltello da caccia le chiese ancora se ne fosse sicura “Fatelo Gareth, sono capelli ricresceranno” però potè giurare di averla sentita irrigidirsi quando le aveva tagliato la prima ciocca, quando finì l’opera sul pavimento vi era una massa informe di capelli color nocciola, senza dire una parola Gareth li raccolse e li bruciò, se i mercenari fossero arrivati al rifugio e avessero trovato i capelli forse avrebbero scoperto il loro piano perciò non potevano rischiare “Maestà vi lascio prepararvi” detto questo il cavaliere si dileguò per sellare i cavalli, ora doveva solo attendere che la ragazza uscisse fuori “Gareth che ne dici?” Forse quel folle piano non sarebbe stato scoperto tanto facilmente.

 

Era già passato un anno dalla battaglia contro i cavalieri invincibili e Morgose, ma soprattutto dalla scomparsa di Morgana, Uther era diventato ancora più estremista contro la magia, secondo il re di Camelot era stata quella maledetta a corrompere la sua adorata pupilla, perché in realtà Morgana era di animo nobile e non si sarebbe mai comportata in quel modo ormai non poteva neanche più essere nominata quella parola. Arthur aveva accettato il nuovo comportamento del padre, il popolo vedeva Uther come un re duro, forte e invincibile, ma nessuno di loro poteva vedere il tormento del re come Arthur, a volte lo trovava immerso a fissare il vuoto con occhi spenti o alla notte invocare nel sonno il nome della sorella. Una sera di fine estate era pronto a parlare al padre del suo amore per Gwen, si sentiva agitato ma allo stesso tempo deciso, era inutile continuare a nascondersi, voleva vivere alla luce del sole il suo amore, trovò suo padre già seduto per la cena, i servi servirono le pietanze calde e mentre il re stava tagliando una coscia di pollo trovò il coraggio di parlargli “Padre dovrei parlarvi di una cosa importante” Uther lasciò da parte la pietanza e prima che il figlio potesse continuare gli disse “Prima ti vorrei parlare io, non ti ho ancora ringraziato abbastanza per quello che hai fatto” “Lo avrebbe fatto chiunque” “No Arthur, tu ti sei dimostrato un ottimo futuro re, sarai migliore di me… nella mia vita ho fatto così tanti sbagli, ma tu sei l’unica cosa bella che mi sia capitata in vita mia, sono sicuro che tu non mi deluderai mai” a quelle parole il principe sentì il suo stomaco attorcigliarsi, una strana nausea si impossessò di lui, suo padre credeva così ciecamente in lui non poteva deluderlo “Cosa dovevi dirmi?” “Nulla di che, solo che il maniscalco ha deciso di forgiare una nuova spada per me”. Arthur non dormì per tutta la notte, diviso tra il dovere e i suoi sentimenti, amava Gwen lei era la donna perfetta per lui e sapeva che sarebbe stata un’ottima regina, ma quella luce speranzosa e quella totale fiducia che aveva Uther verso di lui gli fecero capire che suo padre non avrebbe sopportato anche quella notizia, perciò prese l’unica decisione possibile, forse la più dolorosa di tutta la sua vita. Non avrebbe mai dimenticato l’espressione addolorata di Gwen, gli occhi color dell’ebano si erano riempiti di lacrime, le labbra invitanti invece erano piegate in una smorfia di dolore “Ho capito di non amarti più” le aveva detto volutamente per ferirla, non poteva costringerla ad aspettarlo lei doveva vivere la sua vita, per una settimana non l’aveva vista in giro per il castello a svolgere le sue solite mansioni, dall’altro canto sentiva lo sguardo accigliato di Elyan durante gli allenamenti, be dopotutto erano fratelli, ma non gli disse mai nulla in faccia. Mentre Arthur si stupì del comportamento di Merlin, si aspettava una saccente discussione su come avesse fatto soffrire Gwen e di come fosse stato un codardo, al quinto giorno vedendo che il servo non gli recriminava nulla il principe sbottò “Come Merlin non mi dici quello che pensi, non eri tu quello schietto e sincero? Su dimmelo che sono un vigliacco!” Merlin alzò lo sguardo dallo stivale che stava pulendo, sul suo viso non vi era nessuna espressione ironica “Se vi fa star meglio ve lo posso anche dire, ma non sarebbe quello che penso” “A si e allora cosa pensi?” il principe era curioso, già si pregustava una bella litigata con Merlin almeno avrebbe sfogato la rabbia repressa che teneva dentro lanciandogli dietro qualche oggetto e insultandolo “Penso che voi possiate diventare un ottimo possibile futuro re, avete scelto di non ferire vostro padre, ma di patire in silenzio, no Maestà voi non siete un vigliacco, siete solo un figlio che ha preferito suo padre alla propria felicità e questo vi fa onore” i due si fissarono per qualche secondo in silenzio poi Merlin per alleviare la tensione e l’imbarazzo aggiunse“Però adesso non vi esaltate rimarrete pur sempre un asino reale”.

Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto , dunque accetto qualsiasi tipo di recensione e critica, perciò siate pure spietati e fatemi sapere cosa ne pensate, un bacio Miki 87

  
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