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Autore: Lady Antares Degona Lienan    04/05/2011    2 recensioni
Dopo averla costretta a bere il suo sangue, la ragazzina gli chiede « Perché? ». « Non posso perderti. », e questa è quella che a casa di Damon Salvatore si chiama una signora motivazione; Elena gli scarica addosso un’occhiata che potrebbe ridurre in lacrime anche l’uomo più ignobile del pianeta. Tuttavia Damon è uno dei vampiri più ignobili del pianeta, secondo forse solo a Klaus, quindi la questione non lo smuove troppo. Lei sparisce seguita dal fratello minore di lui. Ma che se ne vadano al diavolo tutti.
Un paio di propositi. Due o tre singulti di coscienza (ma senza esagerare). Un amore che vorrebbe annientare sotto il tacco di una scarpa.
Ma non può.
Spoiler 2x20. Vago Delena.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Storia scritta per il “Vampire Geometry Fest” (cliccate sul bannerino e saprete tutto) con il prompt che dà inizio alla fan fiction. La canzone è degli Slipknot, Snuff.

What if?: suppongo che Klaus non abbia catturato Jules e che quindi non possa compiere il sacrificio.

Ad maiora.

 

 

 

 

"I only wish you weren’t my friend

Then I could hurt you in the end

I never claimed to be a saint

 

Damon Salvatore sa di non avere molte certezze e di non essere obbligato ad averne: cose che capitano se pensi di capire cosa sia la vita e finisci per riconsiderare il tutto a fronte di un amore intenso e, be’, vampiresco. Soprattutto se vieni ucciso e ti riaffacci al mondo con un singulto di dolore, un corpo perfetto e un anello troppo grosso che ti è stato donato da una strega - che guarda caso era la governante dell’amata. Soprattutto se passi più di un secolo alla ricerca della tua vampiresca amante morta e infine scopri che non è né morta né innamorata di te; e non è nemmeno nel posto in cui ti aspettavi di trovarla.

In fin dei conti Damon Salvatore sa di essere una brutta persona, ma non è tipo da scomporsi troppo. Ci sono già un sacco di persone che si sconvolgono per lui: Stefan per esempio, tutto perfetto e docile e senza un problema al mondo – in realtà sono molteplici e vari, ma Damon ama sorvolare quando gli è comodo – e con una ragazza deliziosa. Che poi è la copia della ragazza che Damon pensava di amare disperatamente. E come se non bastasse, se ne è innamorato. Di nuovo. O per la prima volta?

Non si pone troppe domande, in ogni caso: forse per il terrore di dover fornire delle risposte; a se stesso, a Stefan, a Bonnie, a Caroline, dannata bionda con la mania del controllo. A Elena. Elena che pretende sempre delle motivazioni, delle risposte vere (lui preferisce nicchiare o scrollare le spalle, solitamente) e delle spiegazioni esaurienti. Beh, che se ne vada al diavolo. Dopo averla costretta a bere il suo sangue, la ragazzina gli chiede « Perché? ». « Non posso perderti. », e questa è quella che a casa di Damon Salvatore si chiama una signora motivazione; Elena gli scarica addosso un’occhiata che potrebbe ridurre in lacrime anche l’uomo più ignobile del pianeta. Ma Damon è uno dei vampiri più ignobili del pianeta, secondo forse solo a Klaus, quindi la questione non lo smuove troppo. Lei sparisce seguita dal fratello minore di lui. Ma che se ne vadano al diavolo tutti.

 

 

A saint.

 

 

Non rientrano a casa per il pranzo, né nelle due ore immediatamente successive: Damon comincia a chiedersi che fine abbiano fatto, se siano stati rapiti da Elijah o Klaus o da entrambi, giusto per movimentare un poco la giornata. Lui nel frattempo ha bevuto del pessimo whiskey, parlato con Alaric e Klaus, escogitato un super piano e rintracciato Katherine. È passato da casa per vedere se ci siano tracce degli innamorati e poi si è lanciato al salvataggio della bionda control freak.

Fatto, fatto, fatto, salvato anche il lupo mannaro, salvato Elena da una triste vita di miserie (chissà perché si lamenta tanto, lui adora essere un vampiro) e salvata la faccia da un eventuale fratello furibondo. Damon Salvatore è in pace con se stesso quando Elena Gilbert inciampa letteralmente nei suoi piedi distesi sul legno della veranda e lancia un’imprecazione.

« Sì? », chiede.

« Io volevo -»

« Chiedermi scusa per essere stata insensibile prima? Scuse accettate, non c’è bisogno nemmeno di chiederlo. »

« Damon. »

« Cosa? No dài, davvero, nessun problema, ho capito che era un momento un po’ delicato. Del tipo: sarò pronta a sopportare il mio cavaliere azzurro per sempre? »

« Non sto scherzando. »

« Nemmeno io. »

« … »

« E allora? Mi impedisci di prendere il sole. », mormora apaticamente. Lei solleva un sopracciglio fine e lo contempla per qualche istante, la mano destra che sale a spostarle i capelli dietro l’orecchio; mentre ridiscende le aggiusta anche la collanina sul collo.

« Sul serio. »

« Sul serio. E allora? »

« Volevo ringraziarti. »

Damon annuisce frettolosamente, senza dar segno di mostrare troppo coinvolgimento. Regola uno, paragrafo due: non mostrare sentimenti, soprattutto se provi effettivamente qualcosa. L’ha imparato dopo aver pianto di fronte ai suoi primi cadaveri e dopo aver visto la pietà negli occhi di chi gli stava vicino quando ha appreso della vera sorte di Katherine. E quindi anche della sua. Centocinquanta anni a tentare di liberare il nulla. Se non è il destino questo.

« Be’, prego. »

« Tutto qui? »

« Uh no, hai ragione: arrivederci e buona giornata. » motteggia fingendo un buon’umore che sa di non avere al momento.

« Sono seria Damon. Sto cercando di farti capire che non sono arrabbiata con te. »

Elena egoista, ingorda di emozioni: come se tutto le fosse dovuto e niente potesse essere dato. Damon sa che ciò che vuole non sarò mai suo, quindi scuote il capo appena, frivolo. « Anche io. Non mi interessa se mi hai perdonato o meno. Lo rifarò. Ancora e ancora. Senza chiedere il tuo permesso o sperare nella tua grazia. »

« Damon… »

« Non intendo accettare un rischio simile. È stato così per questa luna, sarà così per la prossima. » Vorrebbe essere più crudo, più violento, ma la voce gli esce a scatti e non riesce nemmeno bene a roteare gli occhi come suo solito. Damon Salvatore si sente in un certo qual modo sconfitto.

« Non è la tua vita. »

« No, hai ragione; non lo è. », dice.

Lei scuote il capo. « Damon Salvatore, il vampire delle mezze verità. Possibile che tu non riesca mai a dare una risposta sensata? O completa? Perché ti diverti a torturarmi così? »
Damon vorrebbe chiederle perché lei si diverte così tanto a torturare il suo cuore e la sua testa, quando è palese che lui la ama e che farebbe di tutto per lei: persino rischiare di morire per liberare una dannata bionda. E un lupo. In ultima analisi, si dice, non vale la pena sprecare delle perle di saggezza per chi non è in grado di capirle.

« Ringrazia solo di essermi amica, Elena. », dice soltanto. Vorrebbe aggiungere: ringrazia di avermi fatto ritrovare un po’ di cuore nel fango del mio corpo. Senza avrei potuto ridarti il ciondolo qualche istante prima, e non versare lacrime.

« Ah sì? E perché? » chiede lei con tono saccente. Ingorda, ingorda.

« Perché altrimenti ti avrei dato in pasto a Klaus secoli fa, senza causarmi tutte queste scocciature. » Perché altrimenti non avrei esitato a baciarti, quella notte, distruggendo tutti i tuoi sogni e amandoti di un amore violento. Violento.

« … »

« Ehi ragazza, sono un vampiro. Cattivo, ricordi? »

Non lo saluta nemmeno. Gira il capo, signorilmente, piegandolo appena mentre ripiega su se stessa. E si allontana.

Damon Salvatore si accomoda meglio sulla sedia che lo accoglie. Sa di non essere un bravo vampiro, buono e gentile, ma la cosa ancora non riesce a scomporlo. Sarà perché Elena ha sorriso, andando via. Sarà perché gli ha lasciato una carezza sulla guancia, sottile come un refolo di vento.

Ciò che è rimasto al di fuori di ciò scivola via; cade al suolo e si frantuma. Inaspettatamente, davanti a lui, compare una certezza.

   
 
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