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Autore: blinka    04/05/2011    8 recensioni
I casi erano due: o si era trasformato in un supereroe pronto a combattere il crimine con i suoi nuovi superpoteri, oppure la febbre si era alzata ancora di mezzo grado.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mind, mint, light


Sembrava che tutti i suoi sensi si fossero amplificati esponenzialmente, o per lo meno, l’udito l’aveva fatto: il cigolio dell’ultimo gradino delle scale era diventato fastidioso come lo stridio di un’unghia grattata su una lavagna. I casi erano due: o si era trasformato in un supereroe pronto a combattere il crimine con i suoi nuovi superpoteri, oppure la febbre si era alzata ancora di mezzo grado. Doveva essere la seconda ipotesi visto che il panino al formaggio bruciacchiato che il padre gli aveva premurosamente portato quella mattina, non si era ancora trasformato in un piatto di pomodori e insalata.

«Kurt, sei sveglio?»
«Sì, Finn.»
«Vuoi un muffin?»
«No, grazie.»
«C’è Blaine di sotto, dice che ti ha portato i compiti della Dalton, ma secondo me si è messo troppa colonia per portarti solo dei capitoli da studiare.»

Finn era carino, si impegnava davvero a salutare Blaine normalmente quando li beccava sul divano a riguardare Victor Victoria - anche se il più delle volte compensava la carenza di loquacità con una cariolata di cibi ipercalorici. Sarebbero morti sommersi sotto centinaia di cheescake alla banana, ormai Kurt ne era sicuro.

Per fortuna aveva le caramelle alla menta sul comodino, vicino al panino; se ne ficcò una in bocca prima di rispondere un «Fallo salire» con la voce meno tremolante possibile.

Blaine non era mai stato più bello come in quel momento nella sua uniforme blu oceano – il rosso degli orli faceva risaltare le sue labbra carnose – quando con passo deciso e la tracolla penzolante su una spalla entrò nella camera da letto. Forse perché non lo vedeva da quattro giorni, o perché Blaine risplendeva di luce propria nella penombra della stanza, oppure perché Kurt era diventato davvero un supereroe e, oltre all’udito, si era evoluta anche la vista. Fatto sta che la presenza di Blaine non faceva altro che aumentare la temperatura in quella stanza, in quel corpo. Lì. Nel petto.

«Ciao malatino.» Mormorò puntando direttamente al letto e sedendovisi. Se Kurt avesse saputo farlo, si sarebbe messo a fare le fusa seduta stante, ma si limitò a miagolare un «Ciao» facendosi piccolo piccolo tra le lenzuola.

«Sembri un involtino di coperte. Delizioso.»

A volte invidiava la sicurezza di Blaine nel prendergli la mano, baciarlo ed accarezzarlo, la sua capacità che aveva di far diventare ogni cosa normale, perfetta. Il più delle volte, però, non faceva altro che lasciare da una parte l’invidia, e innamorarsi ancora di più.

«Se ti avvicini troppo ti ammali anche tu e perdi altre lezioni di chimica. Finirai nei guai, Anderson.»
«Tanto non mi piace neanche come materia.» Gli pose un bacio sulla fronte con le labbra umide. «Stai bollendo, Kurt. Mi stupisco che tu non sia ancora evaporato.»
Kurt fece a metà tra uno sbuffo e una pernacchia, e si limitò a strusciarsi contro il palmo della mano di Blaine in cerca di refrigerio.

Era bello passare qualche ora insieme: lui gli raccontava di come fossero terribili le lezioni di trigonometria e di come i Warblers avessero ampliato il loro repertorio con altri tre brani. Ogni tanto Kurt perdeva il filo del discorso e si doveva concentrare per capire a quale canzone avessero cambiato tonalità, ma era quasi del tutto certo che fossero le mani di Blaine a distrarlo, più che la febbre. Poi, per amore della sua dignità personale, si convinse che era colpa di entrambi i fattori.

Si pentì immediatamente di aver chiuso le palpebre per qualche minuto, quando Blaine fece per alzarsi.

«Scusami, io sto qui parlare quando tu dovresti riposare.» Disse lasciandogli una carezza sulla guancia e un bacio sulla fronte calda.

«No, no, per favore, resta.»

«Devi riposare, altrimenti finisce che non ti alzi più da questo letto. Poi Finn sta per chiamare la polizia, credo. O i pompieri. Ha ancora paura che io ti stupri, o qualcosa del genere.»

«Oh, povero Finn. E’ stato molto gentile oggi.»

Blaine non lo avrebbe mai ammesso, ma Kurt sapeva che era geloso di Finn da quando aveva saputo della sua cotta degli anni passati e del fatto che adesso abitassero insieme. Certo si era guardato bene dal dirgli che Finn si imbarazzava ancora quando lo sorprendeva a lavarsi i denti in bagno.

«… Sì. Devo andare, Kurt, davvero. Ti chiamo domani, okay?»

«Okay.» ‘Okay’ era tutto ciò che riusciva a mormorare con il fiato che gli restava dopo che Blaine gli sorrideva in quel modo.

Un ultimo bacio e la stanza divenne più buia quando sentì il gradino scricchiolare e il portone chiudersi con un ‘clack’ secco. Kurt si portò le coperte fino alle orecchie e per un momento il suo pensiero volò sul muffin al cioccolato di Finn, prima di chiudere gli occhi ed addormentarsi.




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L'ho fatto davvero, ora vado a seppellirmi.
Il finale non ha alcunissimo senso, lo so.
  
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