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Autore: Chizumi    05/05/2011    3 recensioni
Colloquio fra Kryss e San prima della distruzione della Terra del Vento.
Collaborazione diletto tra due autrici.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kryss, San
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa breve fanfiction me l'ha ispirata una mia cara amica, praticamente l'abbiamo scritta a quattro mani. Sarà per sempre un ricordo divertente. Aggiornamento del 20/06/2020.




E' un tempo triste per il popolo del Mondo emerso, triste come la pioggia che picchia sulla pelle, quasi volesse lavar via tutti i brutti pensieri che, ostinati, ti restano nella mente, tormentandoti.
Uno straniero dal volto incappucciato entrò in uno dei templi di Thenaar, assaliti da orde di fedeli.
Agli occhi di uomini e gnomi ignari lo straniero apparve come un normale uomo sotto un mantello, uno dei tanti.
Ingenui.
In fondo alla chiesa c'era un enorme statua di cristallo nero, la statua di un dio bonario e protettore; la gente ci pregava sotto convulsamente.
Avevano paura, di Kryss, di lui, di Amhal.
Ma erano così occupati a pregare che non si accorgevano di niente, non si accorgevano che il loro peggior incubo era proprio li, alle loro spalle.
L'uomo sorrise maligno sotto il cappuccio, un attimo prima di toglierlo insieme al mantello.
La sua identità nera venne svelata mentre il mantello ricadde dolcemente dietro di lui: capelli blu striati da lievi sfumature rossastre, occhi viola intenso che si guardavano bene attorno con furbizia e malignità. 
Le preghiere continuavano, erano tutti talmente spaventati che pensavano solo a loro stessi; la sua armatura elfica, ricoperta di fregi, ora non veniva notata. Tutti ammassati sotto la statua di Thennar, in fila pronti per lui. 
"Patetici", pensò sprezzante San. Sguainò la spada, il familiare e letale sibilo riecheggiò rapido per la chiesa, facendosi largo tra le monotone preghiere. Pausa. Silenzio. Nessuno osava respirare.
Naturalmente tutti si chiedevano: "E' vero?! Può entrare anche nel nostro tempio?!". San rispose con piacere a quella domanda.
Spostò lo sguardo sulla donna giovane seduta al suo fianco. Tremava. Non aveva ancora avuto il coraggio di alzare lo sguardo verso di lui.
"Poverina", pensò San mentre un ghigno sarcastico gli si dipinse in volto.
Le conficcò lentamente la spada nera di sua nonna Nihal nel fianco, fino all'elsa.
Si godette le sue urla e l'inevitabile tonfo sordo quando ritirò la spada ed ella cadde a terra, e in quello stesso istante iniziò l'inferno: tutta la chiesa esplose in un grido di terrore, le persone correvano disperate verso l'uscita.
Il Marvash uccise dei malcapitati passandoli a fil di spada, "Ah! Che piacere!", mentre un sorriso soddisfatto gli comparse sul volto.
Quando la chiesa si fu svuotata e le urla furono scomparse, San rimase lì fermo, immobile fra i cadaveri dei più sfortunati.
Il sangue caldo gli bagnava gli stivali. Attese al buio, impassibile.

Dopo pochi minuti, un'altra figura comparve nel tempio, avanzando lentamente.
Quando la figura fu a pochi passi da lui, San cadde in ginocchio. Silenzio.
La figura si guardò attorno, sorrise sotto il nero cappuccio. Ancora silenzio.
- Arva Marvash. - esordì la figura in tono indecifrabile. 
San non si mosse: quel tizio doveva portarlo al suo obbiettivo, e anche se non voleva ammetterlo, lo metteva leggermente in soggezione.
Era il tipo che sapeva incutere timore.
- Vedo che hai provveduto a modo tuo per la riservatezza del nostro colloquio. - continuò in tono compiaciuto.
San si alzò e sorrise.
- E' ciò per cui tu mi apprezzi. - rispose semplicemente. Pausa, e poi il mezzelfo si decise.
- Ho ucciso Learco, il re. Ti ho portato Amhal. Cos'altro desideri? -, chiese con una punta di amarezza. 
La figura sorrise e si slaccio il mantello: comparve un viso bellissimo e determinato, lunghi capelli verdi e lisci; l'armatura era identica a quella di San, ma più adatta al suo corpo elfico, magro e flessuoso, mettendone in evidenza i muscoli.
Kryss sorrise nuovamente, poi tornò subito serio e i suoi penetranti, carismatici occhi viola si piantarono in quelli del Marvash.
- I miei elfi stanno impiantando obelischi in ogni luogo della Terra del Vento; quando avranno finito, tu e Amhal andrete al centro della regione ed evocherete la magia che ne ucciderà ogni abitante privo di sangue elfico.
Insegna ad Amhal l'incantesimo, perchè quando arriverà il giorno voi dovrete essere pronti. - San si congelò.  
Quell'elfo si aspettava che lui eseguisse l'ordine senza fiatare, ma la Terra del Vento era tutto per lui: Nihal, sua nonna era nata lì; Sennar, suo nonno, l'aveva conosciuta lì; i suoi genitori, Tarik e Talya, abitavano lì prima che la sua vita cambiasse per sempre.
E come dimenticare Ido.
Quella Terra era casa sua, era tutti i suoi ricordi più preziosi, come poteva distruggerla?
Incredibilmente sul volto del Distruttore apparve una smorfia di dolore. Non potè trattenerla.
- Questo ti crea problemi, San? - 
Il re, beffardo, si prendeva gioco del suo dolore, continuando a sorridere.
Quanto avrebbe voluto San poter trafiggerlo con la sua lama ...
Sentire il suo sangue viscido bagnargli le mani ...
Poter finalmente dare sfogo a tutta la rabbia accumulata, dopo le umiliazioni subite! 
Sapeva di poterlo fare facilmente, e allora perchè non lo faceva?!
"Per il tuo obbiettivo..." Il pensiero gli attraversò la mente rapido.
In quel momento, la sua rabbia si placò; ripensò a ciò per cui veramente faceva quelle stragi, a ciò che Kryss poteva dargli, e il suo cuore tornò di pietra. San lo fissò, e rispose con voce glaciale e composta: - Nessun problema, mio Signore, sarà fatto. - 
Detto questo, si inchinò profondamente, raccolse il suo mantello e lo indossò.  
Era ritornato ad essere un'ombra.
La vendetta avrebbe aspettato, tanto valeva cercare Amhal e fare ciò che gli era stato ordinato.
Tanto lo sapeva: ci sarebbe stato un tempo per tutto. Fece un ultimo breve inchino e lasciò il tempio.     
Kryss rimase solo, e si gustò in tutta solitudine il momento. Lentamente, schiacciò con il piede destro una vittima ancora calda di San.
Esibì un sorriso da vincitore. Era fin troppo facile.
L'Erak Maar sarebbe stato di nuovo elfico ...

 

  
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